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23 Dicembre 2012 |
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La star riluttante |
Fonte : Stella |
Diventare una superstar da teenager ha insegnato a Lene Marlin (32) che non poteva farsi carico delle aspettative degli altri. Ad oggi i suoi fedeli fan continuano a fare i conti con questa situazione.
I promotori del Lene Marlin Italian fanclub si sforzano di mantenere continuità sul loro sito. C'è così poco da scrivere. Non si arrendono, sfornando "fotografie inedite" degli MTV Music Award del 2009, segnalando puntualmente quando una volta ogni tanto lei aggiorna il suo profilo Facebook, traducendo il poco che c'è dagli articoli dei giornali norvegesi e aspettano, sperando che presto ci sia un altro disco, o almeno una tanto attesa esibizione dal vivo. Ma una volta ogni tanto c'è un sospiro accorato: “Qualcuno mi aiuti a capire, perchè niente concerti?” scrive un'anima impaziente. Duemila chilometri più in là, nella cantina di un wine bar di Bygdøy Allé, Lene Marlin sottolinea di avere i migliori fan del mondo, in ogni parte del globo.
- Tuttavia, la maggior parte di loro ha probabilmente capito molti anni fa che non faccio dischi per il solo intento di farne, dice.
- Non hai dei sensi di colpa nei confronti di queste persone eternamente fedeli?
Lene scuote la testa sorridendo.
- Devo fare le cose quando lo sento giusto per me, non perché altri credono che debba. Devo sentire le vibrazioni giuste, nel cuore e nello stomaco.
I SENTIMENTI VISCERALI di Lene Marlin sono ben noti nella cerchia dei suoi amici. Non fa nulla finché lo stomaco non le dice sì. Negli ultimi dieci anni si è data come regola quella di dire no - a spettacoli televisivi, radiofonici, interviste a giornali, ospitate, anteprime, cerimonie di premiazione, spettacoli e scherzi. Da quando nel 1998 è diventata una superstar nella spazio di una notte per scomparire poi dalla ribalta due anni dopo, ha mantenuto un profilo così basso che a volte ci si dimenticava quasi che esistesse. Per questo anche i suoi migliori amici sono rimasti sbigottiti a sapere che Lene Marlin era una delle partecipanti alla seconda stagione del format di successo di TV2 "Hver gang vi møtes", in cui una manciata di artisti e compositori norvegesi vivono insieme per dieci giorni per proporre le proprie versioni delle canzoni di tutti gli altri. Dopo aver detto no sia alla prima che alla seconda edizione, i suoi sentimenti sono cambiati improvvisamente.
- Temevo me ne sarei pentita, ma si è rivelata un'esperienza incredibile. Un campo scuola per adulti. Uno speed dating! Si dormiva poco e le giornate erano lunghe, ma ricordo che a metà percorso mi sentivo felice di aver partecipato. "Hver gang vi møtes" contiene molti momenti in cui si ripercorrono le carriere degli artisti. Tra il vino rosso e il cibo abbondante alla fattoria Kjærnes fuori Moss, Lene è stata trasportata indietro nel tempo, fino agli inizi non tanto sommessi.
- Mi sono ricordata di tante cose che avevo dimenticato, e ne avevo dimenticate proprio tante, dice.
- È accaduto tutto così in fretta ed è diventato tutto così intenso nei primi anni che a stento riuscivo a gestirlo. Decisamente estremo.
“AHI AHI, ERO NERVOSA, del tutto scossa e ho avuto un nodo allo stomaco”, dice. La diciottenne da Tromsø si era appena esibita nella canzone portante del nuovo film norvegese “Schpaa” durante la cerimonia dei premi Amanda a Haugesund. L'aveva scritta lei. Si intitolava “Unforgivable sinner”. La prevendita del primo singolo fu la più alta registrata dalla casa discografica Virgin e, quando il singolo fu finalmente lanciato nell'autunno del 1998, fu la prima volta che un'esordiente salì direttamente in cima alle classifiche del VG. Questa debuttante aveva iniziato a suonare la chitarra solo tre anni prima e si era esibita per la prima volta in pubblico alla recita del liceo Tromsdalen solo poco tempo prima nello stesso anno. Le era stato concesso di registrare alcune canzoni allo studio dell'NRK di Tromso dopo aver chiesto ad un'amica di chiamare per lei e in seguito un giornalista le aveva chiesto il permesso di far ascoltare il demo al capo della Virgin Per Eirik Johansen. Egli capì al volo che Lene si distingueva notevolmente e positivamente dalle Spice Girls e dagli Aqua. Il contratto fu siglato con la clausola che a Lene fosse concesso di terminare gli studi e da quel momento la vita della giovane si alternava tra la registrazione dell'album “Playing My Game” a Oslo e la vita scolastica a Tromsø.
- Sarei stata contenta anche solo di registrare le canzoni in uno studio. Era sufficiente per me. Non avevo ambizioni, dice Lene.
- Ricordo bene quando tenevo in mano la prima copia del mio disco. E poi, improvvisamente, era ovunque.
Cominciò dal Giappone, poi Svezia e Italia, prima che diverse nazioni in Europa e Asia se ne interessassero. Lene Marlin divenne una megastar prima ancora di terminare l'istruzione scolastica, e il giorno dopo il diploma lasciò la sua città natale per sempre.
- Non mi sono mai realmente trasferita, mai un furgone che caricasse le mie cose, ma un giorno ho chiamato a casa dicendo che dovevo comprare un appartamento a Oslo. Vivevo al Grand Hotel e avevo un bisogno disperato di un posto mio personale. Così ho traslocato nel mio primo appartamento con due valigie, e poi mi sono fiondata all'Ikea e ho comprato letto, piumone, cuscino, pentola e piastra. Assurdo, dice Lene.
Di certo non si sentiva a casa comunque, perché il crescente successo internazionale innescò un viaggiare frenetico e impietoso.
- Quando visiti tre nazioni al giorno neanche ti ricordi dove sei stato. Una volta siamo ritornati a casa, l'ufficiale addetto al controllo dei passaporti chiese al mio chitarrista dove eravamo stati. Non sapevamo rispondere. Divenne una valanga che coprì tutto, dice lei.
- All'inizio ero davvero grata per tutto ciò che stava accadendo, ma quando le cose iniziarono a girare vorticosamente ricordo di aver pensato: potrebbe anche finire, ora. Non ho bisogno di continuare. Quando le vendite raggiunsero il mezzo milione pensavo che era abbastanza. Desideravo davvero che si fermassero.
Non era solo il viaggiare, o il fatto che una settimana di vacanza pianificata da tempo andasse a monte, che non poteva più rilassarsi sul divano o andare ad una festa come facevano le sue amiche. Ma anche le lettere dei fan iniziavano a diventare così tante che la compagnia le vietò di leggerle. Anche che in un giorno qualunque tre macchine con vetri oscurati e fotografi stazionavano fuori dal suo appartamento. Era solo una dicianovenne e iniziava ad esserne stanca.
- Se ti spingi al limite e non ti è concesso il tempo di metabolizzare le cose, finirà per ripercuotersi sul tuo sonno, sull'alimentazione, su tutto. E quando lentamente ma con certezza mi sono accorta che la mia gioia era sparita è diventato molto più difficile, dice Lene.
- Ma vuoi anche accontentare le persone. Lo vuoi davvero. Non deludere nessuno, non dire no. E questo fu un errore. Ho lasciato andare tutto troppo oltre. Non ho avuto il coraggio di dire no, era troppo difficile. Così è successo quel che è successo.
Gli Spellemann awards nel 2000 furono la sua ultima apparizione pubblica nei tre anni che seguirono. Non ha neanche memoria del palco dell'Oslo Spektrum, di aver chiesto riservatezza per il matrimonio del fratello mentre pronunciava il discorso di ringraziamento per il quarto premio ricevuto nella serata. La stampa riportò che il suo celebre fidanzato, Stian Barsnes Simonsen le accarezzava la schiena più e più volte, ma furono visti baciarsi solo una volta. Tutti scrissero che Lene Marlin era apparsa molto colpita. In realtà era devastata. E dopo quella sera, mise un punto fermo. Mentre il suo disco veniva lanciato in Inghilterra, Lene rimaneva nel suo appartamento a Oslo.
- Tutto quello che facevo o non facevo veniva analizzato. Mi sentivo in una boccia di vetro, con tutti fuori che mi guardavano. Le cose in Inghilterra andarono molto bene, ricevetti anche una nomination per un Brit Award, ma quasi non me ne accorsi. Ero diventata del tutto indifferente.
- Hai mai temuto per la tua salute?
- Ricordo che mi convincevo di dover vivere un giorno alla volta. Ma con tutta la pressione a volte mi sembrava che quando stavo per rialzarmi, ci fosse sempre qualcuno che mi scaraventava di nuovo a terra. E la cosa si è ripetuta tante, tante volte prima di tornare in piedi sulle mie gambe. Mi sono chiusa, e in certi periodi non uscivo di casa per due-tre settimane. Non volevo avere a che fare con la gente, non volevo domande, volevo solo essere me stessa. Diventare invisibile.
AL PIANO DI SOPRA si beve vino in compagnia e si chiacchiera. Qui giù nel seminterrato - è una cliente abituale qui e abbiamo optato per un posto tranquillo per questa intervista - Lene ordina una pizza e una Pepsi Max. Sembra tutto così lontano da quando nel 2003, dopo tre anni di silenzio, dal nulla prese spontaneamente una chitarra e salì sul palco del Frognerveien 6, non lontano da dove siamo adesso, dicendo "Ciao a tutti, mi chiamo Lene". Ha pubblicato tre album da allora, ma non è mai tornata veramente sotto i riflettori. Ancora oggi si vede a volte con la psicologa che l'ha aiutata nei momenti difficili.
- In molti montarono un caso, io che mi vedevo con uno psicologo... Ma, lo dissi allora e lo ribadisco adesso, è come andare dal dentista. Se ti fa male un dente, prendi a vai a cercare aiuto nelle sedi opportune. Non c'è nulla di cui avere paura. Non ci vado più regolarmente, ma è piacevole e rassicurante sapere di avere l'opportunità di parlarle. E' una cosa naturale per me anche oggi.
Lene è sveglia e attenta, niente in lei ricorda quell'immagine creata dalla stampa della Lene "chiusa e riservata", con quella consapevolezza di sé che le fa preferire essere una donna trentenne che non una ragazza ventenne. Anche i suoi amici la descrivono come un'anima adulta in un corpo giovane.
- Ho imparato molto da quanto accadde all'epoca. Sono altamente consapevole che non puoi farti carico delle aspettative degli altri. Devo fare quello che mi soddisfa - non in senso egoistico, ma farlo per me stessa.
- E l'esistenza anonima che hai scelto ne è una conseguenza?
- Oh sì sì, Lene ribatte subito.
- Tutto quello che ho fatto dal primo disco discende da quello che accadde allora. Amo che non si sappia tutto di me, e sono diventata più selettiva con le nuove conoscenze. Poi però quando imparo a conscere qualcuno, spalanco le porte all'istante.
E' PROPRIO QUESTO che è accaduto quando Lene Marlin ha incontrato Kåre Conradi nel 2007. L'aspirazione ad una vita vissuta in basso profilo è stata messa a dura prova quando si è innamorata di uno degli attori più noti della Norvegia, testimone di nozze di Ari Behn (marito della principessa Martha Louise di Norvegia, ndt) e legato a una cerchia di amici ricca di celebrità.
- Ecco, questo dimostra quanto sia difficile pianificare. Tatticamente non è stata una mossa astuta, ma al cuore non si comanda, sorride Lene.
- Cosa ti ha colpito di lui?
- Secondo me realizzai di aver bisogno di qualcuno che sa cosa vuole nella vita. Qualcuno consapevole, che conosca il suo posto e ci sia nel momento opportuno. In un certo senso è stata una sfida prepararsi a stare con me. Avevo bisogno di qualcuno con un po' di esperienza, in modo da non essere l'unica ad aver avuto un vissuto così intenso. E' stato importante trovarsi, diciamo così, sullo stesso passo.
Gli amici della coppia confermano che i due hanno un "forte legame romantico", di quelli che prediligono alle smancerie una buona tazza di caffè.
- E' perché non ci vediamo spesso, haha! E' così che comunichiamo. In certi periodi non ci vediamo quasi per niente, anche se viviamo insieme. A lavorare nello stesso ambiente, sai come funzionano le cose. Siamo molto comprensivi nei confronti l'uno dell'altro. Magari un giorno me ne esco con un "Vado a New York per un mese". Sono molto legata a questo tipo di situazione, e amo poter avere queste libertà pur all'interno di una relazione. Siamo molto bravi a concederci i nostri spazi. In tranquillità.
CHE LENE MARLIN possa "andare a New york per un mese" quando vuole, è una possibilità che può permettersi grazie al pieno controllo delle sue risorse economiche fin dai primi tempi. A oggi ha un patrimonio di 18 milioni di corone (2,2 milioni di Euro, ndt), ma nonostante questo non vede la necessità di acquistare un'auto nuova quando puoi trovarne una usata. Secondo i calcoli dei media, già prima di diplomarsi, guadagnava 92'000 corone al giorno (11'000 Euro, ndt), ma c'è voluto parecchio tempo prima che Lene Marlin gestisse pienamente le sue spese. Ora ha imparato che ogni tanto qualche sfizio se lo può concedere. Chiedete al personale dello Chanel store a New York. Avreste potuto trovare Lene e le sue amiche a bere champagne con il responsabile fin dopo la chiusura del negozio.
- Eh, è... stata una cosa un po' particolare, lo so, Lene esclama ridendo.
- Però siamo state ottime clienti quel giorno. Un po' di champagne ce lo siamo meritate.
Una consapevolezza economica e investimenti oculati hanno concesso alla Lene di oggi la libertà di prendere decisioni basandosi su ciò che vuole più di ogni altra cosa. E adesso è di nuovo dove vuole stare, dove tutto è cominciato ai tempi della 14enne nella sua cameretta: nei panni di una cantautrice. Lavora tra Londra e New York, gomito a gomito con cantautori e artisti noti e meno noti. Di recente ha passato un paio d'ore a scrivere una canzone insieme a una delegazione dalla capitale del country, Nashville.
- Poter scrivere senza eseguire una canzone in prima persona mi piace. Se penso che devo cantarla io mi blocco, perché mi viene da pensare ma non riesco a cantarla, non mi piace fatta così... Se è per altri mi sento molto più libera.
Probabilmente non avrebbe scritto "Good Girl Gone Bad" se avesse dovuto cantarla lei. E invece Rihanna venne da lei dopo il suo concerto a Oslo lo scorso novembre per ringraziarla per la title track del suo album di successo. Lene era più che felice solo di avere il suo nome sul brano.
- L'R&B non è esattamente il tuo genere?
- No... ma è questo il bello: scrivendo per altri puoi fare quello che ti pare. La cosa che più mi esalta è proprio poter fare questi fuori pista. Sto scrivendo un sacco di cose ora che non avrei mai potuto fare per me, dice Lene.
- Non mi ci vedo io lì che ballo sul tal pezzo... no?
E' UN'OTTIMA COSA che ci si possa iscrivere a TV2 Sumo dall'estero, perché se da una parte Lene si gode la sua vita di autrice, il suo fanclub italiano sarà felice di poterla rivedere sulla tv norvegese. Non rifiuta a priori l'idea di sedersi di colpo e scrivere un nuovo album per sé, ma prende le cose giorno per giorno, e non ha altri sogni che sente di voler realizzare. Il grande sogno che aveva si è avverato negli studi della NRK Troms un giorno del 1998.
- Mi chiedono se rifarei tutto di nuovo. Certo. Certo che rifarei tutto. Tutta la mia vita oggi è il risultato di quello che è accaduto in passato. Solo, farei certe cose diversamente, dice Lene.
- Ma non ti manca stare sul palcoscenico?
- Sì, a volte sì. Ma spesso me ne sto a casa a suonare di notte.
- Sei la regina dell'afterparty?
- Haha, spesso la gente mi chiede di suonare una canzone. E io lì, col mio bicchiere di vino... "okay". E comunque non sono la prima ad andarmene a letto, sogghigna Lene.
- Quelle sere spero che l'alba non arrivi mai.
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