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03 Gennaio 2015 |
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Ha trovato la sua vita |
Fonte : VG Weekend |
Traduzione in italiano a cura dello staff di lene.it
Nel 2014 si è ritrovata faccia a faccia con la morte di suoi cari amici. E con la sua. Ma ad ogni modo, il 2015 sarà bello. Così crede Lene Marlin (34).
I RICORDI non sono riaffiorati del tutto, ma di tanto in tanto irrompono all'improvviso dei pesanti flashback. Arrivano quando meno se lo aspetta.
- Capita che riconosca una sensazione e mi blocco, dice Lene Marlin trattenendo il respiro. Con la stessa rapidità con cui si manifesta, l'eco dei tempi dolorosi poi svanisce.
- E' una brutta sensazione, indipendentemente da quanto dura. Capita che mi riveda quando ero allo stremo. Non è bello, per niente. Altre volte non che mi senta invincibile, ma capita invece che mi guardo indietro verso i periodi brutti e mi rendo conto di non trovarmi più lì.
I CAPELLI BIONDO PLATINO disegnano come un'aura intorno al suo viso. Gli eventi che ci racconta risalgono ormai a mezza vita fa. I ricordi sono frammentati, coperti da una pesante oscurità.
Non avrebbe mai creduto di precipitare così in fondo - per di più in un momento in cui appariva come baciata dal successo: la ragazzina 19enne di Tromsø era diventata una pop star. Ma tutto ciò che lei voleva era riposare. Sparire.
Certi giorni non riusciva a mettere piede fuori dal letto. Giorni in cui tutto ciò che aveva ottenuto era stato non riuscire a togliersi la vita. Sa bene che ci furono apparizioni TV e concerti, accompagnati da un sorriso abbagliante e una voce morbida. Ma a stento riesce a ricordarli.
Oggi ne è passato del tempo. Lene ha seguito il percorso che tutti gli afflitti da depressione devono intraprendere, di ritorno dalla morte verso la vita. Nel periodo successivo alla depressione ha pubblicato un album, trovato un fidanzato, pubblicato un altro album. Era promessa al suo fidanzato Kåre Conradi, e ha vissuto da vicino la sofferenza e la morte di suoi amici. Era tempo di dirlo.
UN GIORNO si sedette al PC e cominciò a scrivere. Le mani si muovevano praticamente da sole sulla tastiera. La storia era completa e definita nella sua mente da anni, e scrisse senza pensare o rimuginare.
"Perciò tanto vale che lo dica, apertamente: ho tentato di togliermi la vita. Non riuscivo a sostenere la pressione", ha scritto Lene in un articolo sull'Aftenposten lo scorso autunno.
- Osservavo la società che abbiamo creato e pensai che forse avrebbe potuto essere d'aiuto ch'io scrivessi ciò che ho passato, dichiara oggi, tre mesi dopo.
- Non avevo mai immaginato di poter precipitare così in fondo in quell'oscurità, ma l'ho fatto - e l'ho oltrepassata, uscendo dall'altra parte. Non mi trovo in imbarazzo riguardo a ciò che ho passato. Non mi vergogno, al contrario ne sono orgogliosa. Questa è la mia storia. E quindi posso di certo scriverla.
I mesi successivi alla pubblicazione di quell'articolo sono stati intensi. Sia operatori professionali che privati cittadini hanno lodato Lene per il coraggio che ha mostrato nel raccontare pubblicamente quei quasi quattro anni di esilio all'alba dei suoi vent'anni.
- Dopo quell'articolo in tanti mi hanno contattata. Mi dicono che sembrano felici visti da fuori, ma dentro non lo sono. La vita non è mai perfetta, eppure tanti continuano a mantenere una maschera.
PER MOLTO TEMPO Lene non faceva che vivere la vita degli altri. Il suo sogno era quello di pubblicare un disco, punto. "Ora quindi si canta seriamente!" esclamò quando ottenne il suo contratto discografico, ancora teenager.
Tuttavia, la popstar nonché gallina dalle uova d'oro Lene Marlin divenne un fenomeno troppo in fretta. Il suo sogno non era fare un tour mondiale o rilasciare dichiarazioni a una ventina di giornalisti ogni giorno. Il suo sogno non era perdere traccia persino dei propri spostamenti. Ma è successo.
"Dove è stata?" chiedeva il poliziotto alla dogana dell'aeroporto di Gardermoen [a Oslo, ndr]. Lene lanciò un'occhiata confusa al suo chitarrista, Bernt Rune Stray, e si misero a ridere. Dov'è che erano stati? Avevano fatto scalo a Copenhagen o a Francoforte?
Nel tour promozionale in Inghilterra nel 1999 Lene visitò 25 stazioni radiofoniche in una giornata. Rilasciava un'intervista, dormiva in macchina durante il tragitto verso la destinazione successiva e si svegliava con il messaggio che erano in un posto diverso da quanto programmato prima che si addormentasse.
- All'inizio fu tutto un gran divertimento. Vivevo esperienze favolose e gli incontri coi fan che non mi sarei persa per niente al mondo. Ma a volte era follia. I ritmi non si rilassavano neanche un momento. Quando ti alzi alle cinque e vai a letto a mezzanotte, alla lunga non riesci a capire cosa sta succedendo.
NON CAPIVA cosa stava succedendo, né fuori né dentro di sè. Fino a quella volta in Asia.
- E poi accadde. Prima un'intossicazione alimentare a Seoul, e dovettimo annullare tutti gli appuntamenti per quattro giorni, in cui stetti a letto. Poi dovevamo andare a Taiwan. Ed ero...
Si fa silenziosa, pensierosa.
Era ancora esausta e febbricitante, ma non si potevano più anullare altri appuntamenti. Dormì per tutto il volo, ed era appena sveglia quando sbarcò a Taipei. Un muro di gente, fotocamere, microfoni. Si erano dimenticati di avvertirla che appena fuori un'orda di giornalisti la stava aspettando.
- Andai nel panico. Mi voltai di scatto così, dice trattenendo forte il respiro.
- Cercammo di farci strada e alcuni dei giornalisti si fecero aggressivi, c'erano fotocamere enormi e gente dovunque, e io pensavo "Devo andarmene da qui, devo andarmene", ma non c'era via d'uscita, ero circondata. Quell'esperienza mi si appiccicò addosso.
Una volta in macchina giunsero le lacrime. Dovevano fare presto perché all'hotel lo staff la stava aspettando per accoglierla.
- In quell'occasione ebbi un po' di tempo libero prima della conferenza stampa, di cui peraltro non ricordo nulla. Incontrai una quantità di gente e poi è tutto annebbiato.
QUELLA NEBBIA durò a lungo. Era il 1999. Questo è sicuro.
- Perché avevo 19 anni. Ma in che periodo dell'anno accadde... non me lo ricordo.
- Cosa accadde dopo?
- Continuai, ovviamente.
Ma qualcosa era cambiato in lei. Non era più così facile saltare su un aereo e lasciarsi condurre per il mondo, attorniata da stampa, fan e discografici che reclamavano ciascuno un pezzo di quella che volevano lei fosse. Lentamente, ma inesorabilmente tutto si fece più pesante.
- E' strano come un problema psicologico possa innescare una reazione fisica. I miei movimenti, as esempio: mi sembrava di muovermi nel miele. Divenne faticoso rispondere al telefono, non riuscivo ad aprire una lettera. Volevo solo coricarmi a casa mia, e dormire.
A lungo Lene cercò di ignorare questi segnali.
- Parlavo molto da sola, mi dicevo "Dai su, oggi sarà una bella giornata, dai che andrà tutto bene!" Se me ne frego, tirando dritto e basta, passerà, mi dicevo. La cosa paurosa è che funzionò, e mi portò a ignorare i segnali che avrei dovuto prendermi una pausa. Ma volevo essere professionale e fare un buon lavoro.
- E' STRANO pensare che gli Spelleman Awards nel 2000 sono stati la mia ultima apparizione in quasi quattro anni, dice.
Salì sul palco per ritirare quattro premi.
- Non so se i ricordi che ho di quella serata sono dovuti alle registrazioni che ho visto o se me le ricordo di mio.
"Non avresti dovuto stare lì", pensa Lene guardando le sue foto di quella sera.
- Sembro così piccola. Non avevo idea di cosa mi aspettava.
Si chiuse dentro se stessa. Certe volte non usciva di casa per settimane.
- Quando ti accorgi che non riesci a gestire la tua vita, e questa procede e basta, è una sensazione strana. Questo periodo della mia vita è molto buio. Anche i ricordi belli sono svaniti.
- Questo dà l'idea di quanto il tuo cervello a quel tempo lavorasse senza sosta, preso da un mare di altri pensieri rispetto a quello che succedeva intorno a te?
- Sì.
- Come reagirono la tua famiglia e il tuo fidanzato?
- Non ricordo. Ma è stato... Come finire per... Senti che perdi tutta l'energia che hai.
"YOU COULD COME TO GET HER, you could have. You could come to protect her, you should have", canta Lene nel suo ultimo album, pubblicato nel 2009.
- C'è qualcuno che ti senti di incolpare per non averti aiutata?
Lene fa un respiro profondo.
- Non capivo neanche io come stavo. E' difficile per gli altri intuirlo. Avrei dovuto trovare dentro di me la forza di fermarmi. Ma è proprio questo il difficile: sei tu che devi aiutarti a rialzarti quando sei allo stremo.
"I heard about your story from a friend. To let go and make an end, that’s what you did", canta Lene nella canzone "Story".
- In quella situazione... Combattevo solo per la mia felicità, ma alla fine non trovavo più forze dentro di me. Fu allora che sentii che non valeva la pena andare avanti. E invece ne vale, vale la pena eccome, dice oggi.
- E' per questo che ho scritto quell'articolo, per dire che vale la pena tenere duro.
ALLO STESSO MODO di altri che hanno tentato il suicidio, Lene sperimentò l'impensabile: quando aveva deciso di farla finita, la gioia ritornò.
- E' questo che fa spavento, perché in tanti all'epoca avrebbero pensato che stavo benone. Ma era perché mi ero riconciliata col pensiero che doveva andare così.
Tace per un istante.
- Pensare che stavo laggiù, dice quasi tra sè e sè.
- Questo è strano. Ma è il motivo per cui posso dire a tutti quelli che stanno passando dei brutti momenti: passerà. Lo so che sembra strano, lo so che non è quello che volete sentirvi dire. Ma migliorerà. C'è solo bisogno di tempo.
A poco a poco Lene imparò a ritornare in sè. Capì di aver bisogno d'aiuto e si incontrò con uno psicologo che le fornì il riparo di cui aveva bisogno.
- Imparai a tornare ad ascoltarmi: Faccio questo perché lo vogliono gli altri o perché lo voglio io?
Nel primo caso, annullare.
- Ricevetti molte critiche in quel periodo, per tutti gli appuntamenti a cui non volli presentarmi. Ma è una lezione importante che mi porto con me da quei tempi: dire no. Anzi, a volte forse dico un po' troppi no.
OGGI SI E' ALZATA alle otto e mezza. Colazione, e poi subito a rispondere ad alcune email. Molti le chiedono aiuto dopo quell'articolo. Molti vogliono un pezzo dell'artista Lene Marlin. A molti di questi risponde di no. Ormai ha imparato a farlo piuttosto bene.
- E cerco di scrivere un po' di musica. Ora è un po' che non lo faccio. L'ultima volta è stato su un volo per Los Angeles. Ho scritto un testo intero, una cosa che non mi capita spesso. Di solito parto da alcuni versi che mi piacciono.
Le musiche possono raggiungerla ovunque. In quei casi deve salvarle da qualche parte quanto prima, non si fida della sua memoria. Perciò, se vi è capitato di scorgere Lene Marlin in un angolo nel bagno delle donne al ristorante mentre canticchia nel cellulare, ora sapete perché.
Durante la sua lontananza dai riflettori si è costruita una carriera da ambita autrice per altri artisti. Ha scritto per Sissel Kyrkjebø, Aleksander With, e gli svizzeri Lovebugs. Ha collaborato con autori quali gli americani Autumn Rowe a Gary Louris, e i celebri produttori norvegesi Stargate. La title track dell'album "Good Girl Gone Bad" di Rihanna è stata scritta da Lene Marlin in collaborazione con gli Stargate.
Quando arriverà il suo prossimo album invece, Lene non sa dirlo. Ma di certo la sua carriera di artista non è finita.
- Non è il momento giusto. Canzoni ne ho, ma ho bisogno di sentirmi pronta, e ancora non ci siamo.
- Cosa ti blocca?
- Niente. Ma devo sentire le sensazioni giuste. In un paio d'anni, forse? Un anno? No, uno no. Non lo so. Ma so per certo che vivrò la vita in modo diverso da allora.
E' STATO un anno intenso per Lene. A Natale 2013 la promessa di matrimonio col fidanzato, l'attore Kåre Conradi (42). Proprio durante le ultime settimane dell'amica Anbjørg Sætre Håtun, morta di cancro nel gennaio dello scorso anno. Appena una settimana prima se n'era andato anche Per Eirik Johansen, il capo discografico che aveva scoperto Lene nel 1999.
- Ci sono stati troppi funerali lo scorso anno. La mia Anbjørg. E Per Eirik, che mi diede il contratto discografico. Quanti bei momenti abbiamo passato insieme. Quest'ultimo è stato un anno segnato da grandi contrasti. Ha lasciato il segno su di me e mi ha fatto guardare la vita in modo diverso, finendo per farmi sentire di più certe cose della vita. Sentire che ci sono cose che non non dovrei rimandare.
Cosa accadrà quest'anno, Lene non lo sa. La stampa vocifera di fiori d'arancio, ma Lene si fa una risata.
- Non c'è nulla da confermare. Non faccio piani, per l'irritazione di molti. A maggio andremo un po' in vacanza. Cosa accadrà nel resto dell'anno ancora non lo so.
Lene commenta la curva della sua vita:
- Il liceo non è mai facile. Ma tutti si sentono una merda in quel periodo. Poi c'è stato il contratto discografico, e poi il grande buio e la fatica per tornare di nuovo in piedi. E' stato magnifico raggiungere i 30 anni. Nel gennaio dello scorso anno due dei miei più cari amici sono morti. E' stata dura. Poi l'autunno, con l'articolo che ho scritto, e che ha reso l'ultimo periodo diverso e decisamente migliore di quanto mi sarei immaginata.
LA SCORSA ESTATE abbiamo avuto la conferma definitva che Lene è una che fa quello che vuole. Insieme a una coppia di amici, lei e il suo convivente avevano affittato una casa in Francia. Uscendo in giardino Lene incontra tre uomini mascherati che tentavano di introdursi in casa da una delle camere da letto.
- Non puoi sapere come reagiresti in una situazione del genere finché non ci sei dentro. Realizzai che se non avessi fatto qualcosa subito, lo cose avrebbero potuto precipitare. E' stato pressoché istintivo.
Anziché fuggire nel panico si mosse lentamente verso di loro. Tanto è bastato per spiazzare i ladri e indurli alla fuga.
- Ancora sembra irreale a ripensarci adesso! Ma è successo tutto velocemente. Dopo, quando è arrivata la polizia con i mitra e tutto quanto, mi sono agitata. Meno male che avevamo dell'alcool in frigo!
- Ci tieni ai tuoi amici...?
- Hahaha, sì! Nella mia testa ho riesaminato la scena un sacco di volte. Tutto è bene quel che finisce bene.
Riguarda la curva della sua vita, con quella buca profonda che divide l'ultimo anno in due.
- Il 2015 sarà un buon anno, afferma con sicurezza.
- Ora ho 34 anni e mi sento sicura. Ho fatto un viaggio niente male, da pensare che la vita non potesse mai più migliorare, fino a dove sono oggi. Se potessi rifare tutto da capo ci sarebbero tante cose che farei diversamente. Avrei detto alt prima. Anche se in realtà bisogna stare attenti a cosa si sceglie di rimuovere dalla propria vita. La vita è come un puzzle, chi lo sa cosa succede se rimuovi alcuni tasselli? Le cose belle vanno a braccetto con quelle brutte.
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