T O P I C R E V I E W |
Domle |
Posted - 27/06/2006 : 18:13:36 27 giugno 1980
"l'incidente al Dc9 è occorso a seguito di azione militare di intercettamento, il Dc9 è stato abbattuto, è stata spezzata la vita a 81 cittadini innocenti con un’azione, che è stata propriamente atto di guerra, guerra di fatto e non dichiarata, operazione di polizia internazionale coperta contro il nostro Paese, di cui sono stati violati i confini e i diritti. Nessuno ha dato la minima spiegazione di quanto è avvenuto."
"... nella sua relazione finale dell'aprile del 1992, la commissione stragi presieduta da Libero Gualtieri, accusa alti ufficiali dell'aeronautica e dei servizi di aver trasformato una normale inchiesta sulla perdita di un aereo civile con tutti i suoi ottantuno passeggeri in un insieme di menzogne, reticenze e deviazioni, al termine dei quali alle ottantun vittime se n'è aggiuta un'altra: quell'aeronautica militare che per quello che ha rappresentato e rappresenta, non merita sicuramente di essere trascinata nella sua interezza in questa avventura."
(Tratto dalla relazione della commissione stragi,14 aprile 1992 )
"E dopo tanti anni, pur tra difficoltà di ogni genere, la Magistratura ha affermato: "l'incidente al DC9 è occorso a seguito di azione militare di intercettamento, il DC9 è stato abbattuto, è stata spezzata la vita a 81 cittadini innocenti con un’azione, che è stata propriamente atto di guerra, guerra di fatto e non dichiarata, operazione di polizia internazionale coperta contro il nostro Paese, di cui sono stati violati i confini e i diritti. Nessuno ha dato la minima spiegazione di quanto è avvenuto".
Più di recente la Corte d'Assise di Roma ha ritenuto i generali, che erano al vertice dell'Aeronautica militare italiana all'epoca dei fatti, responsabili di "alto tradimento" per non aver informato di quanto avevano immediatamente appreso sulla presenza di aerei militari nella vicinanza del DC9. La stessa Corte ci ha anche indicato che per gli anni a seguire i comportamenti militari hanno sempre avuto l'unico obiettivo di proteggere gli imputati e ostacolare il cammino della giustizia.
Questa è la verità che abbiamo conquistato!
Siamo nello stesso tempo consapevoli che rimane molta strada ancora da fare per arrivare a delineare lo scenario complessivo all'interno del quale è stata abbattuto il DC 9 Itavia e stabilire quindi la verità completa degli avvenimenti di quella tragica notte
Bisogna riempire i vuoti che il comportamento dei militari italiani ha provocato, ma è necessario anche reperire tutte quelle informazioni che sono nella disponibilità di stati amici ed alleati, Usa, Francia, Inghilterra, Libia, che non hanno fino ad ora collaborato in maniera esauriente.
Per fare questo occorre un grande impegno delle Istituzioni tutte, che debbono sentire tutto l'intero peso della vicenda: un aereo civile è stato abbattuto, sono stati uccisi 81 cittadini innocenti e sono stati violati i diritti e i confini del Paese.
A ricevere per primi questo nostro appello saranno i rappresentanti degli Enti locali, che saranno con noi nella mattinata del 27 giugno: con loro siamo certi che potremmo compiere ulteriori passi in avanti.
La ricerca della verità deve dunque diventare impegno per la difesa della dignità nazionale.".
DISCORSO DELLA PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE PARENTI DELLE VITTIME DELLA STRAGE DI USTICA SEN. DARIA BONFIETTI
26 novembre 2003 La tragedia di Ustica non fu certamente provocata dal cedimento strutturale del Dc9 dell'Itavia, ma probabilmente da un missile esploso dall'esterno dell'aereo. Il tribunale di Roma, a 23 anni dalla tragedia, dichiara responsabili i ministeri dei Trasporti, della Difesa e dell'Interno, e li condanna in solido a risarcire all'Itavia i danni, quantificati in circa 108 milioni di euro (210 miliardi delle vecchie lire).
La sentenza fa seguito al lungo giudizio intentato dall'Itavia, assistita dall'avvocato Giuseppe Alessi, nel 1981, pochi mesi dopo i fatti. L'Itavia ha sostenuto che il disastro di Ustica "non fu provocato da cedimento strutturale dell'aereo ma da un missile lanciato da un altro aereo, che la responsabilità dell'incidente era imputabile ai ministeri della Difesa, dell'Interno e dei Trasporti che non avevano garantito la sicurezza dell'aerovia assegnata alla Itavia e che i danni sofferti dalla società, che aveva cessato l'attività perché dichiarata decaduta da tutti i servizi di linea ed era stata sottoposta all'amministrazione straordinaria, erano pari allo stato passivo accertato dal commissario governativo".
30 aprile 2004 La terza sezione della Corte d'Assise di Roma assolve da tutte le accuse contestate i generali dell'Aeronautica Lamberto Bartolucci, Franco Ferri, Zeno Tascio e Corrado Melillo individuando responsabilità nelle condotte dei generali Bartolucci e Ferri in merito alle informazioni che i due militari fornirono, in maniera errata, alle autorità politiche, anche se per questo capo di imputazione il reato è considerato prescritto.
15 dicembre 2005 Bartolucci e Ferri sono assolti in appello.
02 giugno 2006 ROMA - Il governo ha deciso di ricorrere contro l´assoluzione dei generali del "caso Ustica" dall´accusa di attentato a organi costituzionali e alto tradimento. Nell´annunciarlo, la presidenza del Consiglio dei ministri ribadisce "la piena fiducia nell´operato dell´Aeronautica militare" e, contemporaneamente, sottolinea la necessità di arrivare alla "corretta interpretazione" delle modifiche a una serie di norme penali sui reati di opinione introdotte all´inizio dell´anno dal governo Berlusconi. Parrebbe un atto dovuto - come hanno subito sottolineato i sostenitori dell´estraneità dell´Aeronautica militare - in realtà è la riapertura politica del più celebre tra i cosiddetti misteri d´Italia. E´ questo il parere di Daria Bonfietti, presidente dell´associazione dei parenti delle 81 vittime: definisce "vergognosa" la sentenza dello scorso 15 dicembre (pubblicata il 6 aprile) e, ancor di più, il fatto che poco dopo il governo Berlusconi abbia modificato il reato di attentato contro organi costituzionali in modo tale da renderlo di fatto inapplicabile alla tragedia del Dc9. Un problema avvertito anche dalla pubblica accusa. Un mese fa, nel suo ricorso contro la sentenza di assoluzione, la procura generale di Roma ha chiesto la modifica della formula adottata: non più "perché il fatto non sussiste" ma "perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato". Richiesta che ha, compatibilmente col linguaggio criptico degli atti giudiziari, un certo sapore polemico. A ricorrere per Cassazione sarà naturalmente l´avvocatura dello Stato, alla quale ieri il governo Prodi ha conferito l´incarico. I sostenitori della tesi dell´atto dovuto - in particolare il generale dell´Aeronautica Enrico Pinto, coordinatore del "Comitato studi per Ustica" - fanno notare che l´avvocatura dello Stato è stata presente in tutti i gradi di giudizio e che dunque "c´era da aspettarsi che avrebbe anche ricorso in Cassazione". Non era affatto scontato, però, che il governo annunciasse la decisione con una nota ufficiale e che, dopo aver naturalmente chiarito che questo va anche "a garanzia degli stessi interessati", sottolineasse la necessità di una "corretta interpretazione" delle nuove norme introdotte dal governo Berlusconi. I due generali (Lamberto Bartolucci, ex capo di Stato maggiore dell´Aeronautica, e il suo vice Franco Ferri) erano accusati di aver dato alle autorità politiche informazioni depistanti sulle cause della strage, in particolare riguardo la presenza nel cielo di Ustica di altri aerei. In parole povere, di aver nascosto lo scenario di guerra all´interno del quale avvenne la tragedia. Nel processo di primo grado furono ritenuti responsabili di questi comportamenti e, infatti, non furono assolti ma beneficiarono della prescrizione del reato. Quella sentenza fu interpretata come una condanna. E come tale fu vissuta dall´Aeronautica. Si può comprendere dunque la soddisfazione con cui i generali salutarono l´assoluzione in appello. Assoluzione, un mese dopo, blindata dalla modifica della norma. Adesso, perché il reato di attentato si consumi, non basta impedire (anche attraverso una omessa informazione) a un organo costituzionale di esercitare il proprio mandato. Ma bisogna farlo "con violenza". Ed è molto difficile individuare, nelle bugie dei generali sul caso Ustica, comportamenti di tipo violento, almeno nel senso che comunemente viene attribuito al termine. Questo è il rebus che il nuovo governo chiede alla Cassazione di risolvere.
-------------------------------- Di lui al saluto con Lene ricordo distintamente anch'io il "Come here!" e il tendere le braccia di Lene. Domle stava proprio a fianco a me; mi sono sorpreso x un attimo, perche' Domle e' stato l'unico ad essere stato "riconosciuto", ma come dimenticare l'onnipresente tifoso del TIL? -----Aker brygge, sarai per sempre la mia neste stopp... ----- |
16 L A T E S T R E P L I E S (Newest First) |
Marko |
Posted - 31/05/2007 : 11:27:21 Non sono tanto esperto, ma per me è una contraddizione, nel senso che se il risarcimento è stato accolto in sede civile, doveva essere accolto anche in sede penale per le identiche motivazioni.
--------- I hide, will you ever reach me? -------- |
Domle |
Posted - 30/05/2007 : 23:19:18 Sentenza del tribunale civile di Palermo, a cui, nel 1990, si erano rivolti i parenti di quattro persone morte il 27 giugno '80. Un verdetto diverso da quello, definitivo, del processo penale
Ustica, giudice ordina risarcimento per quattro vittime della strage
PALERMO - Il giudice della seconda sezione civile del tribunale di Palermo, Gianfranco Di Leo, ha condannato i ministeri dei Trasporti e della Difesa al risarcimento, per complessivi 980 mila euro, di 15 familiari di quattro delle 81 vittime della strage di Ustica: Gaetano La Rocca, Marco Volanti, Elvira De Lisi e Salvatore D' Alfonso Ai quattro parenti di La Rocca sono stati assegnati, in quote diverse, 460 mila euro; ai quattro di Volanti, 200 mila; ai tre di De Lisi, 180 mila; ai quattro di D'Alfonso, 140 mila euro.
Gli avvocati di Palermo, Vincenzo e Vanessa Fallica, e di Bologna, Giorgio Masini, che rappresentavano i familiari di La Rocca e Volanti, non avevano seguito l'iter del processo penale che si era concluso in Cassazione il 10 gennaio scorso; e invece, nel 1984, avevano citato in sede civile la presidenza del Consiglio, il ministero dei Trasporti, e il ministero dell'Interno, rappresentati dell'avvocatura distrettuale dello Stato, per ottenere il risarcimento per la morte dei due passeggeri del Dc9 Itavia precipitato a largo dell'isola palermitana il 27 giugno '80. A loro, successivamente, si erano aggiunti nella richiesta i familiari di De Lisi e D'Alfonso.
Nel frattempo, sul fronte penale, la Suprema corte, nel gennaio scorso, aveva chiuso la vicenda del processo per la strage, dichiarando inammissibile il ricorso del procuratore generale della Corte d' Appello di Roma che aveva chiesto una riformulazione della sentenza di assoluzione dei due generali dell'Aeronautica coinvolti. Respingendo il ricorso, la Cassazione aveva precluso la possibilità di riaprire il processo per i risarcimenti ai familiari delle vittime. Ma nel processo di Palermo, che aveva seguito binari del tutto diferenti, il risultato è stato diverso: i ministeri sono stati condannati a pagare.
Accolta dunque, in sede civile, la tesi proposta dai richiedenti il risarcimento. E che l'avvocato Vincenzo Fallica, rappresentante degli eredi La Rocca, aveva esposto così, nel ricorso: "E' ormai pacifico e processuale che il Dc 9 è caduto per un'esplosione, e non importa se l'ordigno era dentro l'aereo o se la caduta sia stata provocata da un missile... Se l aereo è esploso per una bomba a bordo, c'è responsabilità degli organi preposti dallo Stato per il controllo della sicurezza dei voli. Seguendo l'ipotesi che l'ordigno sia esploso dall'esterno, non appare dubbio che essa debba considerarsi connessa all'esercizio dell' attività militare svolta dalle Forze armate in ordine ad eventuali esercitazioni o di controllo di attività militari straniere". Evidentemente, il giudice ha ritenuto che la responsabilità sia stata di entrambi i ministeri, visti che entrambi devono risarcire.
Quanto al fatto che la Cassazione ha stabilito, nella sentenza dello scorso anno, l'impossibilità di chiedere i risarcimenti, sempre secondo l'avvocato Fallica "sulla prescrizione non vi è nulla da dire, perchè il termine è stato interrotto dal giudizio già instaurato con atto di citazione del 30 settembre 1984".
(30 maggio 2007)
Di lui al saluto con Lene ricordo distintamente anch'io il "Come here!" e il tendere le braccia di Lene.Domle stava proprio a fianco a me; mi sono sorpreso x un attimo, perche' Domle e' stato l'unico ad essere stato "riconosciuto", ma come dimenticare l'onnipresente tifoso del TIL? -----Aker brygge, sarai per sempre la mia neste stopp-----
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sweenetto |
Posted - 14/01/2007 : 00:52:13 Domle, che dire?
Io avevo quasi 7 anni quando Ustica e' successo. E ho visto come negli anni si siano susseguiti avvenimenti assurdi, come le morti bizzarre di molte persone che erano coinvolte indirettamente nella faccenda.
Cosi' come ho vissuto altri scandali tutti italiani, come l'Italicus.
Fortunatamente, almeno il periodo delle stragi di stato e' un capitolo chiuso. Speriamo solo che negli anni la gente che sa dica qualche cosa e che le indagini possano, in qualche modo, fare luce. Come cittadini abbiamo diritto a sapere perche' centinaia di persone sono morte negli anni senza nessuna colpa.
Sul raiclick.it ci sono altre puntate di "Blue notte" dove si parla delle stragi di stato. E' molto interessante. Cosi' come sono interessanti gli speciali de "La storia siamo noi".
Una risposta non c'e', pero' credo sia importante che anche le persone piu' giovani sappiano cosa e' successo e che clima si e' vissuto in Italia fino a poco tempo fa. |
Domle |
Posted - 13/01/2007 : 22:53:05 Finito questo libro, ho ancora più dubbi, fare una ricostruzione è dura. Comunque propone due quadri. Non voglio scendere nei particolari (in caso spiego cosa intendono), ma in uno propone che siano stati aerei francesi che tentavano di buttar giù Gheddafi, nell'altro due MIG libici che stavano tentando di intercettare un F 111 americano diretto verso l'Egitto (in quel periodo gli usa stavano riposizionando una flotta di aerei armati con armi tattiche (leggi: atomiche)), in un aeroporto vicino a Il Cairo.
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Danies |
Posted - 13/01/2007 : 17:14:10 Se vi interessa http://www.raiclicktv.it/raiclickpc/secure/stream.srv?id=3284&idCnt=9572&path=RaiClickWeb^Storie^Home (copiate tutto l'indirizzo, anche la parte non linkata) c'è il video di Blu Notte a cui fa riferimento Domle.
Secondo me non si saprà mai, qualcosa di grosso è successo e molte cose non tornano... Comunque penso che ai parenti delle vittime non interessano i soldi bensì LA VERITA'.
bye bye Danies
Lene Marlin, The Northern Light |
Domle |
Posted - 13/01/2007 : 14:32:02 Mi mancava ancora un libro tra quelli che ho a disposizione nelle biblioteche a bologna su Ustica da leggere e sto colmando questa lacuna. Copio pari pari:
".... Mi parla di Ramstein: la meccanica dell'incidente. Spiega per un'ora e con tutti i dettagli che "Ivo" non avrebbe mai commesso un errore del genere. Dico: purtroppo è sempre così, in questi casi. Lei si irrigidisce. Aggiunge: un nostro amico, uno che ha partecipato all'inchiesta tecnica, ha un sacco di dubbi. Dico: ne ha parlato con qualcuno? Risponde: adesso ti racconto una cosa. Questa: a un certo punto degli anni Settanta, due aziende che producono tute speciali anti-G per i piloti dei caccia entrano in competizione per una commessa militare. E gli F104 cominciano a venire giù come ferri da stiro. L'Aeronautica indaga e scopre che nella maggior parte degli incidenti il problema non è causato dalla macchina ma dalla perdita di conoscenza del pilota, finchè non viene fuori che alcune tute anti-G di una certa azienda sono manomesse. Dico: sembra fantascienza. Risponde: il rapporto esiste, nell'Aeronautica lo sanno tutti ma coprono. Aggiunge: questo per spiegarle che su certi argomenti è meglio stare zitti."
E ce ne sono scritte di robe belle in ste pagine.
Daria Lucca, Paolo Miggiano, Andrea Purgatori A un passo dalla guerra - Ustica, storia di un segreto inconfessabile Sperling & Kupfer Editori
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Marko |
Posted - 12/01/2007 : 17:37:06 Non c'è da meravigliarsi che anche questo "mistero" (in realtà una delle tante vergogne italiane, come Piazza Fontana, la nave Moby Dick e per ultimo il caso Calipari) si sia concluso con un nulla di fatto, con un "non hanno commesso il fatto". Quando ci sono di mezzo i militari e i servizi segreti, specie di altri paesi, spesso non c'è modo di appurare la verità. Sembra che certi segreti valgano più di decine di vite umane.. a volte mi chiedo, ma che democrazia è?
Pour me some wine join me tonight Surround me with your happy faces I needed the laughs I needed you tonight Life is so good when I'm with you |
riccardino |
Posted - 12/01/2007 : 17:09:02 Grazie, Domle, per le precisazioni e le ulteriori informazioni, il libro di Di Stefano è una fonte che può essermi/ci utile. Vale la pena di documentarsi meglio su questa vicenda "oscura". |
Domle |
Posted - 12/01/2007 : 13:03:35 Tra l'altro la ricostruzione che mi è piaciuta di più è stata quella di Di Stefano (c'è anche il libro in merito), che evidenzia DUE missili:
Comunque la puntata di Blu Notte chiarisce le idee.
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Domle |
Posted - 12/01/2007 : 12:56:45 No, è vero, non si può dire che siano stati gli americani. (prima preciso che non è stato ritrovato un missile libico sulla sila, ma un MIG libico. E' diverso. Molto.) Infatti: _E' risaputo che in volo quella sera c'erano anche aerei francesi, italiani(grosseto) e alcuni apparecchi inglesi. _A quanto pare la portaerei della sesta flotta era a Napoli. E' difficile pensare in realtà che non abbia visto nulla, visto che stava cadendo in testa al comandante della sesta flotta quell'aereo. (E ricordiamo era periodo di guerra fredda). _Sono stati ritrovati salvagenti di caccia\di portaerei in zona. _E' stato ritrovato il serbatoio supplementare di un caccia, assieme ai resti del DC9. (Nb, un serbatoio supplementare costava parecchio, non è che un pilota lo sgancia per niente-non ricordo in che libro in merito ho letto questa osservazione). _Qualunque potere militare potrebbe aver convenienza a non dire nulla in merito. Perchè in mezzo potrebbero esserci cose che chissà.... Basta ricordare il radarista(non ricordo se era di poggio ballone) morto """suicida""" che torna a casa quella sera e dice alla moglie "è successo un casino, stava per scoppiare la guerra".
Per trovare la verità bisogna che ci siano persone come il giudice Priore, come il giornalista Purgatori, che abbiano due palle così e che abbiano veramente voglia, fuori dai condizionamenti, di capire.
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riccardino |
Posted - 12/01/2007 : 12:42:23 Su questa drammatica vicenda, in base ai fatti riportati da Domle, mi sto ponendo diversi interrogativi, scusandomi se mi è sfuggito qualcosa. Fu mai dimostrato che ad abbattere l'aereo fu un missile americano? Questo missile è mai stato ritrovato? Sembra che l'unico missile rinvenuto fosse libico e si trovasse sulla Sila. Quanto affermato da Pavlov è stato suffragato da prove ed immagini? Se è vero che a Tripoli esisteva una base militare di osservazione che i sovietici non volevano far scoprire, perchè essi non hanno fornito le prove documentali di questa tragedia negli anni successivi e inchiodato gli USA alle loro responsabilità? Le dichiarazioni di Crociani su Naldini, evidenziano che due aerei su tre non erano autorizzati, ma egli non dichiara che si tratta di aerei americani. Ammettendo che fossero stati aerei americani, come è possibile provare che fu uno di questi 2 aerei a lanciare un missile verso il DC9 caduto? In breve, se non è stato possibile provare nei fatti la presenza fisica e colpevolezza degli aerei USA in questo tragico evento (colpevolezza al contrario ampiamente dimostrata nel caso della tragedia della funivia del Chermis), mi sembra che le sentenze della Corte d'Assise di Roma, la sentenza d'appello e l'ultima della Cassazione potessero difficilmente contenere elementi di condanna verso le autorità dell'Aereonautica Militare italiana. Ma poichè queste sentenze hanno annullato di fatto la possibilità ai famigliari delle vittime di chiedere un risarcimento, credo che il Legislatore avrebbe dovuto prevenire l'ultima prevedibile sentenza della Cassazione ed emanare un provvedimento che consentisse allo Stato italiano di farsi carico di tale risarcimento. Poca cosa di fronte alla perdita di tante vite umane, ma almeno un segno di attenzione da parte degli organismi istituzionali verso queste povere vittime innocenti. |
KGB |
Posted - 11/01/2007 : 21:33:27 Il caso Ustica è, sicuramente, uno dei casi più scottanti e senza dubbio una delle questioni che hanno portato maggior sdegno in tutta la Penisola... Dopo 26 anni la verità non è ancora emersa: un processo iniziale che avrebbe dovuto mettere dietro le sbarre due generali dell'Aeronautica Militare per alto tradimento e per falsa dichiarazione che sono stati prescritti dai capi d'accusa dopo 15 anni. L'abuso di potere e l'attentato verso un Territorio sovrano da parte degli americani, le cui accuse possono essere ribadite al seguito dell'azione militare di intercettamento che non era stata autorizzata e che non aveva alcuna motivazione. Queste accuse avrebbero dovuto portare alla condanna all'ergastolo dei protagonisti della strage, nonchè allo smantellimento della base militare straniera in territorio italiano (sotto controllo USA) e all'espulsione permanente dal Paese dopo aver scontato la pena. Il Servizio d'Informazione per la Sicurezza Militare (meglio conosciuto come SISMI, ovvero il servizio d'intelligence militare italiano) ha ampiamente coperto le gravi colpe che cadevano sulle spalle degli USA, commettendo di seguito un occultamento di prove per accusa di strage e un tradimento verso la nazione, non avendo compiuto adeguatamente i loro doveri. Il caso è stato archiviato ed i milioni di pagine dei rapporti d'indagine sono stati sigillati con il Segreto di Stato, quale non permette nessuno di aprire i dossier segreti. Per legge (se così si può definire), un archivio coperto da tale segreto viene "declassificato" (ovvero privato dei sigilli e reso accessibile al pubblico che ne conosca l'esistenza)) dopo 50 anni. Fra 24 anni, quindi, sarebbe possibile riesaminare la questione. A patto che non venga rinnovato il decreto che impone la segretezza, o non venga miseramente dichiarato che i documenti sono andati perduti...
Suomi: kansa miettiä lakkaväria
Ivan "KGB" |
Domle |
Posted - 11/01/2007 : 20:18:20 Vorrei aggiungere agli 81 morti anche la quindicina di suicidi-morti sospette. (Per suicidio sospetto si intende (aho ci son le foto) vedere un tizio impiccato che tocca per terra con i piedi al punto che ha pure le ginocchia piegate)
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ALEXXX82 |
Posted - 11/01/2007 : 17:34:49 Che fine indegna..... ma e' sempre la solita. Ho seguito bene i fatti in questi anni, chissa' quante cose ci sono sotto.
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erotavlas |
Posted - 11/01/2007 : 13:32:12 Io non conoscevo questi fatti e solo ora vengo a sapere ciò che è accaduto. Non posso altro che provare vergogna,ribrezzo e indignazione per ciò che è accaduto. I fatti sono esaurienti e dimostrano la debolezza di un sistema in cui siamo solo vittime
" Essere allegri non significa necessariamente essere felici, talvolta si ha voglia di ridere e scherzare per non sentire che dentro si ha voglia di piangere " |
Domle |
Posted - 10/01/2007 : 20:27:16 Strage di Ustica 27 anni di misteri
ROMA - La notte del 27 giugno 1980 l'aereo dell'Itavia in volo tra Bologna e Palermo con a bordo 81 persone, scompare dai tracciati dei radar di Fiumicino. Dopo alcune ore si ha la certezza che è caduto in mare a nord di Ustica. Non ci sono superstiti.
Ecco le principali tappe della vicenda in 27 anni di indagini e misteri che hanno preceduto la sentenza di assoluzione del generale Lamberto Bartolucci, ex capo di stato maggiore dell'Aeronautica, e del suo vice generale Franco Ferri.
27 giugno 1980 Ore 20.59'.45". Il Dc9 I-Tigi Itavia in volo da Bologna a Palermo partito con due ore di ritardo, si inabissa a nord di Ustica. Ottantuno le vittime fra passeggeri ed equipaggio: tra loro 13 bambini, due dei quali non avevavo ancora compiuto due mesi. Il gruppo neofascista dei Nar rivendica la strage: per i giudici si tratterà di un vero e proprio depistaggio operato dal cosiddetto Super Sismi.
Luglio 1980 Il ministro socialista della Difesa Lelio Lagorio riferisce in Senato sul disastro, escludendo il coinvolgimento di aerei militari. Le autorità aeronautiche sostengono l'ipotesi del "cedimento strutturale" del velivolo. Il generale Romolo Mangani, comandante del Centro operativo regionale di Martina Franca, responsabile del controllo radar dei cieli del sud verrà accusato di "alto tradimento per aver depistato le indagini".
Luglio 1980 Sui monti della Sila viene trovato un Mig 23 libico, forse caduto la notte del 27 giugno, la stessa della tragedia del Dc9. Il maresciallo Mario Alberto Dettori, radarista della base di Poggio Ballone (Grosseto), confessa alla moglie: "Quella notte è successo un casino, per poco non scoppia la guerra". Dettori morirà suicida nel marzo dell'87 ossessionato da una frase che, dice, non lo abbandona mai: "Il silenzio è d'oro e uccide".
Dicembre 1980 L'Itavia, l'azienda del Dc9 esploso, dirama un comunicato stampa che indica come unica ipotesi valida a spiegare la caduta dell'aereo quella di un missile.
Marzo 1982 La prima commissione d'inchiesta parlamentare (presidente Carlo Luzzati) sostiene che senza l'esame del relitto non è possibile chiarire se il Dc9 cadde per esplosione interna (bomba) o esterna (missile).
Agosto 1986 Il presidente della Repubblica Francesco Cossiga chiede al presidente del Consiglio Bettino Craxi di disporre il recupero del relitto.
Marzo 1989 Dopo cinque anni di lavoro sul relitto, i periti della commissione Blasi concludono che il Dc9 è stato abbattuto da un missile.
Maggio 1990 A sorpresa, due componenti della commissione voluta da Bucarelli fanno marcia indietro riproponendo l'ipotesi della bomba.
Marzo 1993 Alexj Pavlov, ex colonnello del Kgb, rivela la sua verità: il Dc9 fu abbattuto da missili americani, i sovietici videro tutto dalla base militare segreta che nascondevano vicino a Tripoli: "Fummo costretti a non rivelare quanto sapevamo per non scoprire il nostro punto di osservazione. Quella notte furono fatte allontanare tutte le unità sovietiche della zona perché sapevamo che ci sarebbe stata un'esercitazione a fuoco delle forze americane".
Dicembre 1993 Andrea Crociani, imprenditore toscano, viene interrogato dal giudice Rosario Priore, titolare dell'inchiesta. Crociani rivela le confessioni a lui fatte da Mario Naldini, il tenente colonnello che prestava servizio all'aeroporto di Grosseto e che la sera del 27 giugno si alzò in volo con il suo caccia Tf140 per un'esercitazione Nato. "Mario mi disse: Quella notte c'erano tre aerei. Uno autorizzato, due no. Li avevamo intercettati quando ci dissero di rientrare. All'aeroporto di Grosseto, dopo l'atterraggio, ci informarono della tragedia del Dc9". Naldini era il capo squadriglia delle Frecce Tricolori, morto a Ramstein nell'agosto dell'88 durante la disastrosa esibizione che causò la morte di 51 persone. Dieci giorni dopo doveva essere ascoltato da Priore per i fatti di Ustica.
26 novembre 2003 La tragedia di Ustica non fu certamente provocata dal cedimento strutturale del Dc9 dell'Itavia, ma probabilmente da un missile esploso dall'esterno dell'aereo. Il tribunale di Roma, a 23 anni dalla tragedia, dichiara responsabili i ministeri dei Trasporti, della Difesa e dell'Interno, e li condanna in solido a risarcire all'Itavia i danni, quantificati in circa 108 milioni di euro (210 miliardi delle vecchie lire).
30 aprile 2004 La terza sezione della Corte d'Assise di Roma assolve da tutte le accuse contestate i generali dell'Aeronautica Lamberto Bartolucci, Franco Ferri, Zeno Tascio e Corrado Melillo individuando responsabilità nelle condotte dei generali Bartolucci e Ferri in merito alle informazioni che i due militari fornirono, in maniera errata, alle autorità politiche.
15 dicembre 2005 Bartolucci e Ferri sono assolti in appello.
10 gennaio 2007 La prima sezione penale della Corte di Cassazione si pronuncia definitivamente sul processo confermando la sentenza di assoluzione pronunciata in appello e cancellando quindi la possibilità ai famigliari delle vittime di chiedere un risarcimento.
www.repubblica.it
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