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 XIV Giornata della Memoria - Napoli 21 Marzo 2009

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T O P I C    R E V I E W
Marko Posted - 14/03/2009 : 12:12:07
Si svolgera' a Napoli, il 21 marzo, primo giorno di primavera, la quattordicesima edizione della "Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie" promossa da Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie e Avviso Pubblico e con l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio del comune di Napoli, la Provincia di Napoli e la Regione Campania. La Giornata della Memoria e dell'Impegno ricorda tutte le vittime innocenti delle mafie e rinnova in nome di quelle vittime il suo impegno di contrasto alla criminalità organizzata. Libera per la XIV edizione ha scelto la Campania, ha scelto Napoli, citta' dalle mille contraddizioni, dai mille colori. L'etica libera la bellezza. Riscattare la bellezza, liberarsi dalle mafie, e' lo slogan che accompagnera' questa giornata, durante la quale si incontreranno a Napoli oltre 500 familiari delle vittime delle mafie in rappresentanza di un coordinamento di oltre 3000 familiari. Saranno presenti rappresentanti delle Ong provenienti da circa 30 paesi europee. Le iniziative ed il programma della manifestazione sono stati presentati stamane in una conferenza stampa presso la sede Rai di Roma.

Nell'occasione e' stato proiettato in anteprima lo spot prodotto nel corso dello Stage Gemellaggio "Piu' mani per uno Spot" da: Consorzio Scuole Citta' di Marano, IV IC Marconi Lentini SR, Liceo Classico Pansini Napoli, ISA de Chirico Torre Annunziata NA, in collaborazione con il Segretariato Sociale Rai e che sara' trasmesso nei prossimi giorni sulle reti del servizio pubblico radiotelevisivo.

Saremo a Napoli - ha dichiarato Don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera - per valorizzare il positivo. Dimostrare che c'e' un'Italia che non si arrende, che non cede allo scetticismo e alla rassegnazione, che non pensa solo a sopravvivere ma che vuole vivere, che lotta e s'impegna per affermare la liberta' e la dignita' di tutti. In alcuni territori della Campania, la violenza criminale continua a lasciare ragicamente il segno; anche nell'ultimo anno sono stati numerosi ed efferati gli omicidi di camorra, troppe le vittime innocenti. Senza contare i traffici di droga e di rifiuti, lo sfruttamento delle persone attraverso la prostituzione e il lavoro nero, gli affari delle ecomafie, l'usura, le estorsioni. E certamente pesano la corruzione, le collusioni in tanti settori della politica e dell'economia, i silenzi complici o intimoriti di chi non osa o non vuole ribellarsi. Ma esiste anche una Campania diversa, ricca di positivita'. Giovani svegli, insegnanti appassionati, amministratori onesti, cittadini responsabili. Persone - conclude Don Luigi Ciotti - che prima di chiedersi cosa la societa' faccia per loro, si chiedono cosa possono fare loro per la societa'. In un impegno reso credibile dalla presenza di tre ingredienti: coerenza, continuita', concretezza. Noi quest'anno saremo in Campania per imparare da loro.

Il 21 marzo il lungo corteo attraversera' il lungomare di Via Caracciolo per giungere a Piazza Plebiscito. Durante il corteo saranno letti, ininterrottamente, i nomi delle oltre 900 vittime innocenti delle mafie, semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell'ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie solo perche', con rigore e coerenza, hanno compiuto il loro dovere. Ma da questo terribile elenco mancano tantissime altre vittime, impossibili da conoscere e da contare. Perche' i traffici delle mafie fanno anche altre vittime: quelle dei morti sul lavoro, della tratta degli esseri umani, i tanti morti provocati dal traffico degli stupefacenti, le vittime del caporalato, dello sfruttamento della prostituzione, del traffico delle armi e quelle avvelenate e uccise dalla camorra dei rifiuti. Saranno presenti a Napoli per la prima volta anche familiari di vittime della criminalita' straniera, tra gli altri marcera' insieme ai familiari delle vittime delle mafie, anche il figlio di Anna Politkovskaja , la giornalista russa uccisa il 7 ottobre 2006 da un killer mentre rincasava.

Centopassi della memoria e dell'impegno. Sono stati oltre 100 le iniziative che si sono svolte, a partire da ottobre in tutt'Italia, in preparazione al 21 marzo a Napoli . L'ultimo passo si svolgera' il 19 marzo a Casal di Principe, nel casertano, dove migliaia e migliaia di scout si ritroveranno nel paese di Don Peppe Diana, il prete ucciso dalla camorra, nel quindicesimo anniversario della sua uccisione. Il 19 marzo sul palco nel ricordo di Don Peppe Diana, i genitori del prete e Luigi Ciotti firmeranno il protocollo per la nascita della prima cooperativa che sorgera' a Castelvolturno e Cancello Arnone, la cooperativa "Le terre di don Peppe Diana-Libera Terra" che sui terreni confiscati ai casalesi, produrra' la mozzarella della legalità. Il piano d'impresa prevede la realizzazione di una fattoria sociale sperimentale in grado di produrre energia da fonti rinnovabili (sole e biogas); fortemente attenta alla salubrita' e qualita' dei prodotti e del territorio ed alla formazione delle maestranze del comparto. Un progetto fortemente simbolico, che prendera' avvio proprio il 19 marzo a Casal di Principe, quando don Luigi Ciotti avviera' il percorso di costituzione della cooperativa "Le terre di don Peppe Diana - Libera Terra", i cui soci saranno selezionati con bando pubblico, favorendo le capacita', i talenti e le sensibilità locali. Perche' il 19 marzo passera' ma le terre di don Peppe Diana dovranno restare.

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Chi può partecipi! Non parliamo solo, ma dimostriamo coi fatti di sostenere queste cause (e una passeggiata x Napoli ci costa ben poco)


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4   L A T E S T    R E P L I E S    (Newest First)
Marko Posted - 23/03/2009 : 22:03:29
Politici a questa manifestazione non ce n'erano: ho visto giusto Giordano circondato da 2-3 persone, ma stava tra la gente, e Vendola sul palco ha letto una parte dei nomi. Poi x forza di cose c'erano Bassolino e la Iervolino, ma nessuno ce li avrebbe voluti, poco ma sicuro.
Per il resto, manifestazione in tutti i sensi "civile", composta come dicevo di persone vere e vive, e tantissimi giovani, quelli su cui bisogna lavorare, impegnandoli nel sociale e offrendo loro dunque strutture sociali dove non ce ne sono (come ha fatto ad es. don Luigi Merola -vedi 1a foto: quelli sono i suoi ragazzi- a Forcella). E' chiaro che ci vuole moltissimo tempo perché questo processo vada avanti, e anche con uno Stato + serio non si potrebbe fare da un giorno all'altro, perché bisogna offrire alternative alla gente che è disoccupata, bisogna anzitutto educarli alla legalità, quindi non basta lo Stato come ordine e repressione; a fianco ad esso ci vuole lo Stato come educatore e presenza solidale.
Sarebbe già tanto se Comuni, Regioni e altri Enti appoggiassero le associazioni di volontari e tutti coloro che s'impegnano nel sociale, fornendo attrezzature, strutture e sostegno di vario tipo, ma x lo più non accade neppure questo, perché le istituzioni non vogliono (x egoismi vari o x pressioni negative) cambiare lo stato delle cose.
Perciò resta solo il coraggio della società civile, che una volta l'anno, dopo tante piccole tappe, è giusto si esprima anche a livello nazionale x fare il punto della situazione e dimostrare che un'Italia diversa è possibile, c'è e attende di essere sostenuta anche dalle altre persone di buona volontà.
Cominciamo da noi stessi a cambiare l'Italia, aderiamo a queste iniziative e diffondiamole. Non aspettiamoci sempre qualcosa dalle istituzioni, anche perché non arriverà. E poi in fondo siamo noi il popolo, noi la base democratica. Se lo vogliamo (come cittadini, come elettori, come consumatori) possiamo ribaltare tutto un sistema politico-economico-sociale in rovina. Facciamolo!


Riguardo a quanto si può cambiare anche il cuore dei malvagi con il proprio esempio di coraggio e bontà, ecco una notizia che ho trovato in Rete:

Caserta, 15 novembre 2008 - Il prete anticamorra don Luigi Merola ha reso noto di aver ricevuto una lettera dal killer designato dalla camorra ad ucciderlo. Il religioso lo ha comunicato nel corso degli Stati generali della legalita’ promossi dal Pd a Caserta.

Merola ha detto di averla ricevuta pochi giorni fa nella sede della sua fondazione ‘’’A voce d’e creature’’, debitamente firmata, ma non ha voluto rivelare il nome di chi gli ha scritto.

’’Ti conoscevo - si legge in un passaggio della missiva scritta a penna e lunga sette pagine - conosco la tua testardaggine e il tuo coraggio, sei una persona che dava e da’ fastidio al male e purtroppo era capitato a me di eliminarti e spegnerti ma fortunatamente cio’ non e’ successo perche’ quel giorno quando sono entrato in chiesa tu stavi spiegando il passaggio del Vangelo sul figliol prodigo e non me la sono sentita di portare a termine il mio compito anche se sapevo le conseguenze alle quali sarei andato incontro’’.

Don Merola ha ribadito il proprio impegno contro la camorra e ha annunciato che tornera’ a Napoli per ricoprire fin dalla settimana prossima il ruolo di presidente della fondazione ‘’ ‘a voce de creature’’ nella quale ad oggi figurava come assistente spirituale: ‘’Dobbiamo rompere le scatole ogni giorno - ha detto - e lo faro’ tornando a tempo pieno a Napoli usando la parola. Ai politici dico - ha concluso - lavorate per la gente senza compromessi sugli appalti, solo cosi’ la gente vi dara’ la propria fiducia’’.


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Gattissimo Posted - 22/03/2009 : 20:05:25
Sono contento che ci sia gente che non si arrende, ma non penso che la giornata della memoria, la marcia o che altro possano fare di per se un gran che. Ci vorrebbe una serissima iniziativa condotta "alla svizzera" da parte di governo e forze dell'ordine per sradicare la mafia, ma sappiamo come funzionano ste cose nel nostro paese... tra strette di mano, strizzate d'occhio e mazzette sottobanco queste iniziative ci mettono tristemente poco a sgonfiarsi, e a trasformarsi nell'ennesima dispersione di aria fritta dalle bocche dei politici.
Anche perchè poi la malavita è talmente diffusa in quelle zone che per molta gente dei quartieri più poveri è parte indissolubile della propria vita, che si stia da una o dall'altra parte della barricata. Mi vengono in mente certi articoli che ho letto su giovani che eleggono mafiosi e capibanda a figure di esempio...

O almeno, questa è l'idea che mi sono fatto. Sarei felice di sbagliarmi.
________________
Eat, drink and be merry, for tomorrow you may die.
Love with your heart. For everything else, use your head.
Marko Posted - 22/03/2009 : 15:56:22










Il "cammino insieme" -come l'ha definito don Luigi Ciotti- è andato benissimo. Il programma della mattinata è stato semplicissimo (marcia, lettura nomi vittime, interventi, nuova lettura nomi), ma "vero" come la gente che ha partecipato, 150mila persone secondo le stime: nessunissimo incidente. Tantissimi giovani e giovanissimi x fortuna (30mila studenti da tutta Italia). Circa 500 i familiari delle vittime, un paio dei quali hanno preso la parola e hanno lasciato il segno, perché sanno ciò di cui parlano.
E' questa l'Italia viva, l'Italia che vuole cambiare e chiede giustizia, pratica la giustizia. I tg come sempre hanno dedicato pochissimo spazio a questo importante evento, che può essere definito la nostra piccola Shoah, eppure non se ne parla, si dà troppo spazio alle parole vane dei politici e non a profeti di fuoco come don Ciotti, a religiosi coraggiosi come Luigi Merola e Alex Zanotelli e ai laici altrettanto coraggiosi e impegnati come Grasso, Caselli, Saviano e tutti i magistrati, giornalisti, educatori ma anche imprenditori che si ribellano al pizzo e tanti giovani che lavorano ad es. nelle cooperative sui beni confiscati alle mafie, che lottano sul versante + difficile, nelle prime linee di questa che è una vera guerra per la verità, la democrazia e la pace.
Per fortuna si sta creando una nuova coscienza civile, che nata come una nuova pianticella soprattutto dalla morte dei semi gettati da Falcone e Borsellino, ora sta crescendo e diventando una pianta, ma è ancora molto giovane, esposta a forti intemperie. Solo restando uniti e crescendo si può sperare di riuscire a portare davvero nuova vita in un circuito politico-mediatico-imprenditoriale x larga parte vecchio e corrotto. E questa crescita si sta in questo ultimo periodo lodevolmente espandendo anche a livello europeo: c'è un tour europeo di manifestazioni simili a questa in programma x ricordare le vittime delle mafie nelle diverse nazioni, sostenere la società civile nella lotta contro il crimine organizzato, e c'è un progetto di far diventare il 21 marzo giornata europea del ricordo e dell'impegno, e di richiedere all'UE leggi in materia di riutilizzo dei beni sociali confiscati alle organizzazioni criminali.

E ora il testo che vi avevo promesso.

Il documento diffuso a natale del 1991 in tutte le chiese di Casal di Principe e della zona aversana da don Peppino Diana e dai parroci della forania di Casal di Principe

“PER AMORE DEL MIO POPOLO”
Siamo preoccupati

Assistiamo impotenti al dolore di tante famiglie che vedono i loro figli finire miseramente vittime o mandanti delle organizzazioni della camorra.
Come battezzati in Cristo, come pastori della Forania di Casal di Principe ci sentiamo investiti in pieno della nostra responsabilità di essere “segno di contraddizione”.
Coscienti che come chiesa “dobbiamo educare con la parola e la testimonianza di vita alla prima beatitudine del Vangelo che é la povertà, come distacco dalla ricerca del superfluo, da ogni ambiguo compromesso o ingiusto privilegio, come servizio sino al dono di sé, come esperienza generosamente vissuta di solidarietà”.

La Camorra
La Camorra oggi é una forma di terrorismo che incute paura, impone le sue leggi e tenta di diventare componente endemica nella società campana.
I camorristi impongono con la violenza, armi in pugno, regole inaccettabili: estorsioni che hanno visto le nostre zone diventare sempre più aree sussidiate, assistite senza alcuna autonoma capacità di sviluppo; tangenti al venti per cento e oltre sui lavori edili, che scoraggerebbero l’imprenditore più temerario; traffici illeciti per l’acquisto e lo spaccio delle sostanze stupefacenti il cui uso produce a schiere giovani emarginati, e manovalanza a disposizione delle organizzazioni criminali; scontri tra diverse fazioni che si abbattono come veri flagelli devastatori sulle famiglie delle nostre zone; esempi negativi per tutta la fascia adolescenziale della popolazione, veri e propri laboratori di violenza e del crimine organizzato.

Precise responsabilità politiche
E’ oramai chiaro che il disfacimento delle istituzioni civili ha consentito l’infiltrazione del potere camorristico a tutti i livelli. La Camorra riempie un vuoto di potere dello Stato che nelle amministrazioni periferiche é caratterizzato da corruzione, lungaggini e favoritismi.
La Camorra rappresenta uno Stato deviante parallelo rispetto a quello ufficiale, privo però di burocrazia e d’intermediari che sono la piaga dello Stato legale. L’inefficienza delle politiche occupazionali, della sanità, ecc; non possono che creare sfiducia negli abitanti dei nostri paesi; un preoccupato senso di rischio che si va facendo più forte ogni giorno che passa, l’inadeguata tutela dei legittimi interessi e diritti dei liberi cittadini; le carenze anche della nostra azione pastorale ci devono convincere che l’Azione di tutta la Chiesa deve farsi più tagliente e meno neutrale per permettere alle parrocchie di riscoprire quegli spazi per una “ministerialità” di liberazione, di promozione umana e di servizio.
Forse le nostre comunità avranno bisogno di nuovi modelli di comportamento: certamente di realtà, di testimonianze, di esempi, per essere credibili.

Impegno dei cristiani
Il nostro impegno profetico di denuncia non deve e non può venire meno.
Dio ci chiama ad essere profeti.
- Il Profeta fa da sentinella: vede l’ingiustizia, la denuncia e richiama il progetto originario di Dio (Ezechiele 3,16-18);
- Il Profeta ricorda il passato e se ne serve per cogliere nel presente il nuovo (Isaia 43);
- Il Profeta invita a vivere e lui stesso vive, la Solidarietà nella sofferenza (Genesi 8,18-23);
- Il Profeta indica come prioritaria la via della giustizia (Geremia 22,3 -Isaia 5)
Coscienti che “il nostro aiuto é nel nome del Signore” come credenti in Gesù Cristo il quale “al finir della notte si ritirava sul monte a pregare” riaffermiamo il valore anticipatorio della Preghiera che é la fonte della nostra Speranza.

NON UNA CONCLUSIONE: MA UN INIZIO
Appello

Le nostre “Chiese hanno, oggi, urgente bisogno di indicazioni articolate per impostare coraggiosi piani pastorali, aderenti alla nuova realtà; in particolare dovranno farsi promotrici di serie analisi sul piano culturale, politico ed economico coinvolgendo in ciò gli intellettuali finora troppo assenti da queste piaghe”
Ai preti nostri pastori e confratelli chiediamo di parlare chiaro nelle omelie ed in tutte quelle occasioni in cui si richiede una testimonianza coraggiosa;
Alla Chiesa che non rinunci al suo ruolo “profetico” affinché gli strumenti della denuncia e dell’annuncio si concretizzino nella capacità di produrre nuova coscienza nel segno della giustizia, della solidarietà, dei valori etici e civili (Lam. 3,17-26).
Tra qualche anno, non vorremmo batterci il petto colpevoli e dire con Geremia “Siamo rimasti lontani dalla pace… abbiamo dimenticato il benessere… La continua esperienza del nostro incerto vagare, in alto ed in basso,… dal nostro penoso disorientamento circa quello che bisogna decidere e fare… sono come assenzio e veleno”.

Forania di Casal di Principe (Parrocchie: San Nicola di Bari, S.S. Salvatore, Spirito Santo - Casal di Principe; Santa Croce e M.S.S. Annunziata - San Cipriano d’Aversa; Santa Croce – Casapesenna; M. S.S. Assunta - Villa Literno; M.S.S. Assunta - Villa di Briano; SANTUARIO DI M.SS. DI BRIANO )


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Marko Posted - 20/03/2009 : 03:31:45
Grande marcia per dimostrare che il cambiamento è possibile, e si sta avverando pian piano anche in quelle terre.
Nei prox giorni vi riporterò la bellissima lettera che don Peppe Diana scriveva ai suoi fedeli il Natale di pochi anni prima di essere assassinato. I riferimenti sono aperti e inequivocabili (accusa anche a classe politica di allora e incitamento ai parroci a parlare di camorra, come fa ora don Ciotti). L'assassinio avvenne in chiesa il giorno del suo onomastico, da parte di sicari che neppure lo conoscevano, e che x riconoscerlo (visto che vestiva sempre panni normali) dovettero prima chiamarne il nome. Non era un prete anti-camorra, come non lo è don Luigi Merola e tanti altri, che cercano soltanto di vivere coerentemente il Vangelo.




Intanto vi trascrivo uno scritto stile favola di don Ciotti, per riflettere sui valori e sulla necessità che vi sia una rete che li tenga assieme, la rete della cooperazione e dell'aiuto reciproco.

ABC ... come cittadino
di Luigi Ciotti

Una favola racconta che un giorno la lettera C di Cittadino si innamorò, passeggiando fra le linee e gli spazi di un colorato Alfabetiere, della lettera G di Giustizia. Quest’ultima era di rara bellezza, ma così pallida e immobile da apparire quasi priva di vita. La lettera C di Cittadino si attivò con tutte le sue forze per restituirle brio e vitalità ma non impiegò molto tempo a capire la causa di quella condizione: la parola Giustizia era così mal utilizzata e abusata da rischiare la sua stessa sopravvivenza.
«Ci deve pur essere un modo per ridarle speranza», pensò la lettera C di Cittadino, e chiese consiglio alle altre lettere.
«Riportiamola al centro di qualche conversazione!» gli suggerirono alcune, naturalmente in televisione.
«In quei salotti serali in cui si dice tutto senza mai dire niente?» chiese la lettera C di Cittadino.
«Proponiamola come titolo di un testo… o organizziamo un convegno… internazionale e multidisciplinare… sul senso, significato e attualità del termine Giustizia» proposero allora altre lettere.
La lettera C di Cittadino si grattò la testa, queste proposte non la convincevano tanto.
«Ma servirebbe tutto questo a restituirle freschezza e vivacità?» si chiedeva.
A nulla. Per una semplicissima ragione: perché chi detta le regole sul come salvare le parole dall’oblio o dal declino mortale del loro abuso, non può essere - da sola una lettera, ma la costruzione di un Patto.
«È soltanto un Patto - intervenne con voce pacata la lettera P di Pace - quello che può condurre al lieto fine. E a due condizioni: che ogni lettera impari ad ascoltare ogni altra. Tutte. Dalla prima all’ultima. E soprattutto che venga chiesto a un bambino di scrivere ogni parola in un suo tema in classe, o in un disegno, o in una canzone… e di condividerla con altri bambini».
La favola prosegue quel tanto che basta finché la lettera C di Cittadino e la lettera P di Pace riescono a coinvolgere ogni altra lettera nel difficile compito: dalla A di Ambiente alla E di Educazione, dalla L di Legge alla D di Diritto alla S di Sogno, e così via attraverso la U di Uguaglianza e fino alla Z di Zero. Alla fine riescono anche a trovare un bambino contento di prestare il proprio contributo per salvare le lettere dell’Alfabetiere: la lettera G di Giustizia può tornare così a vivere e potrà ricambiare l’amore della lettera C di Cittadino.
Questa favola testimonia il rapporto vivo e vitale che si viene a creare tra le parole. Senza dimenticare un particolare: che la condizione indispensabile perché questo accada è il coinvolgimento di un bambino e dei suoi amici.


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