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Marko
Staff / Moderatore
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Posted - 23/01/2007 : 15:47:56
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Probabilmente ne avrete sentito già parlare. Altrimenti, è meglio che v'informiate in fretta, perché c'è gente che lavora per evitare che il futuro della società umana diventi più disastroso di quello che già è, e per questo va sostenuta. Adesso. Con i nostri piedi e una firma. Una cosa concreta, che richiede poco tempo, ma è decisiva in tanti sensi. Per chi vuole contro-informarsi, o meglio: informarsi veramente (su questo e su tanto altro) c'è lo splendido sito di Altreconomia. Info sulla legge per l'acqua Testo di legge e, sulla colonna di destra, i luoghi e le date degli incontri sul tema e dei banchetti nella vostra città dove potrete recarvi a firmare (vi serve soltanto la carta d'identità)
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Edited by - Marko on 23/01/2007 15:48:50 |
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Domle
Fan
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Posted - 23/01/2007 : 15:52:55
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Bisognerebbe pubblicizzare le battaglie che gli amici di beppe grillo stanno portando avanti e hanno portato avanti sull'argomento, soprattutto a Napoli. Tra quelli di Torino l'operazione acqua pubblica ha come nome in codice "San Rubinetto" -------------------------------- Di lui al saluto con Lene ricordo distintamente anch'io il "Come here!" e il tendere le braccia di Lene. Domle stava proprio a fianco a me; mi sono sorpreso x un attimo, perche' Domle e' stato l'unico ad essere stato "riconosciuto", ma come dimenticare l'onnipresente tifoso del TIL? -----Aker brygge, sarai per sempre la mia neste stopp... ----- |
Edited by - Domle on 23/01/2007 15:54:04 |
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Marko
Staff / Moderatore
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Posted - 23/01/2007 : 16:07:57
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Sì, grazie ad Alex Zanotelli a Napoli già si è ottenuta una vittoria importante l'anno scorso, ma visto che con una battaglia o più non si vince la "guerra", l'idea giusta è stata quella di proporre una legge a livello nazionale, che risolverebbe il problema a monte. A prop. di Napoli, questo sabato si apre ufficialmente la campagna a Piazza Dante. Forse ci vado. Alla Provincia di Salerno ci sarà una conferenza stampa dopodomani, che domani verrà organizzata presso la mia parrocchia dal comitato civico ato4, che è stato istituito su pressione di Alex da appena un mese ma si sta dando da fare.
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Edited by - Marko on 23/01/2007 16:18:28 |
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Franko
Fan
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Posted - 23/01/2007 : 17:18:35
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ma non ho ben capito a cosa serva questa campagna. In teoria dovrebbe rendere pubbliche alcune societa di acqua o farci pagare meno bolletta sull'acqua o meglio ancora rendere migliore l'acqua dei rubinetti... Cioe se firmo avro ancora la mia Ferrarelle si?
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Domle
Fan
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Posted - 23/01/2007 : 17:30:46
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Dovrebbe rendere pubbliche\mantenere pubblici gli acquedotti e l'acqua corrente
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Marko
Staff / Moderatore
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Posted - 24/01/2007 : 15:35:17
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Franko, il discorso è lungo perciò ho messo i link. Risposta molto terra terra: avrai ancora la tua Ferrarelle (anche se è meglio che non l'acquistassi x diversi motivi) ma si eviterà che in futuro ne cresca in modo esorbitante il prezzo, che già sta crescendo.
Il vero affare oggi è l'acqua, perché è un bene scarso e sarà sempre + scarso in futuro, tant'è che ormai lo chiamano l'"oro blu". E' sotto gli occhi di tutti eppure nessuno si chiede cosa sta accadendo, perché sta accadendo. Non vedete le quantità industriali e le marche sempre più numerose di bottiglie che negli ultimi anni hanno occupato grossi spazi nei nostri supermercati? (l'Italia, tanto x cambiare, è il paese che ne vende di più al mondo). L'assurdità è che l'acqua del rubinetto è più controllata e ugualmente buona, eppure la gente spende decine di volte in più per acquistarla, facendo anche un lavoro da muli (l'altro giorno alla GS ho visto un signore che aveva un carrello stracolmo esclusivamente di confezioni di acqua naturale da 6 bottiglie di 2 litri l'una). Ma a parte l'acqua in commercio, il vero "affare" sta in quanto stanno tentando di fare con l'acqua pubblica: privatizzarla! Ossia le amministrazioni pubbliche (incapaci di gestire gli acquedotti come si deve) vorrebbero disinteressarsi e mettere tutto in mano a società private. Questo è un fatto gravissimo per diversi motivi: l'acqua è un bene fondamentale che dovrebbe essere assicurato a prezzi minimi a tutti i cittadini e a tutti gli esseri umani. Privatizzandola, è chiaro che i prezzi saliranno, non sarà garantito un servizio migliore e si produrranno ulteriori disparità sociali per un bene essenziale, di cui lo Stato deve tutelare livelli adeguati di disponibilità su tutto il territorio nazionale.
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Franko
Fan
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Posted - 24/01/2007 : 15:46:17
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Quindi in pratica pagheremmo di piu anche l'acqua corrente giusto? Io ho sempre preso una determinata tipo di acqua non xke sia fissato con le marche, ma xke la trovo piu piacevole per i miei gusti(un po come la pasta, preferisco quella confezionata a quella fresca). Cmq penso che oggi ognuno puo scegliere quale comprare a diversi prezzi, la scelta è elevata, poi se ognuno vuole prendere l'acqua dal rubinetto puo farlo benissimo. Diciamo che questo mi sembra piu un problema politico che altro...
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Marko
Staff / Moderatore
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Posted - 24/01/2007 : 20:27:43
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Non è politico, anzi è un caso eclatante di come l'economia stia ormai prendendo il sopravvento su ogni aspetto della politica. Ma è la politica che deve dettare le regole anche per l'economia! E poi quando si dice che una cosa è un problema politico mi suona tanto come: "ci pensino gli altri". Gli altri siamo noi, noi abbiamo eletto i politici e questi devono mantenere gli impegni presi e tutelarci in quanto cittadini e consumatori. Se non lo fanno (per negligenza, incapacità o di proposito) dobbiamo prendere noi iniziative, ossia riprenderci il potere democratico che ci spetta, altrimenti siamo solo dei soggetti passivi rispetto alle decisioni altrui, soggetti che vivono dentro la società in modo individualistico, facendosi ognuno i fatti suoi. Salvo poi a lamentarci quando mancano i servizi, le cose non vanno bene, i prezzi sono alti ecc. Ma perché non facciamo valere i nostri diritti quando ne abbiamo la possibilità?
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Franko
Fan
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Posted - 24/01/2007 : 20:36:32
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Ma io alla fine non'e' che ho capito il vero problema qui qual'e'? Cioe privatizzare le societa di acqua cosa comporta? Si va al supermercato e si trova sempre quell'acqua. Io onestamente ora vorrei combattere piu per eliminare i costi di ricarica per il cellulare, li si che siam otruffati rispetto a tutti gli altri paesi europei.
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Domle
Fan
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Posted - 24/01/2007 : 20:46:32
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Alcuni anni fa, Ismail Serageldin, il vice presidente della Banca mondiale, disse che le guerre nel ventunesimo secolo saranno guerre per l'acqua. Si riferì al fatto che le fonti di acqua fresca nel mondo sono destinate a scarseggiare in modo allarmante e che di conseguenza saranno inevitabili dei conflitti. In risposta alla crisi, la Banca mondiale ha deciso di sostenere la privatizzazione delle acque e la tariffazione a costo pieno. Questa decisione sta causando sconcerto in parecchi dei paesi del terzo mondo dove forse in futuro la gente non si potrà più permettere l'utilizzo dell'acqua dopo che venga privatizzata. In Bolivia, dove un rappresentante della Banca mondiale partecipa a pieno titolo nelle riunioni del Consiglio dei Ministri, la Banca si è rifiutata di prestare garanzia per un prestito di 25 millioni di dollari per il rifinanziamento dei servizi idrici a Cochabamba, la terza città del paese, se non a condizione che il governo vendesse il sistema pubblico delle acque al settore privato e permettesse che tutti i costi gravassero d'ora in avanti sui consumatori. Nelle trattative di vendita una sola offerta veniva considerata, e il sistema idrico passò nelle mani di un sussidiario della Bechtel Corporation, già tristemente famosa per un progetto idroelettrico in Cina detto "delle tre gole", che ha provocato lo sradicamento di 1.300.000 persone nella zona. Nel Gennaio 1999, prima di aprire un suo ufficio, Bechtel già annunciò il raddoppiamento dei prezzi dell'acqua. Per molti boliviani, questo significava che ormai l'acqua era più costosa dello stesso cibo. Molta gente che sopravvive con un salario minimo o che non ha lavoro, vedeva la bolletta dell'acqua consumare quasi la metà del loro magro budget mensile. Aggiungendo la beffa al danno, la Banca mondiale impose un regime di monopolio per i concessionari privati dell'acqua, annunciò il suo sostegno per la tariffazione a pieno costo, legò il prezzo dell'acqua al dollaro e dichiarò che nessuno dei suoi crediti poteva essere utilizzato per dare sussidi ai poveri per i servizi idrici. Tutte le acque, incluse quelle da fonti comunali, erano soggette a permessi di utilizzo ed i contadini dovevano perfino comprare dei permessi per le eventuali cisterne sui loro terreni che immagazzinavano l'acqua piovana! Storie di questo genere si vedono già in molte parti del mondo. Nel momento in cui l'umanità comincia a rendersi conto delle terribili implicazioni della crisi dell'acqua potabile, alcune multinazionali dell'alimentazione e dell'acqua, con il sostegno della Banca mondiale, stanno commercializzando le risorse idriche dei paesi del terzo mondo. Nel forum internazionale sull'acqua all'Aia nel marzo di quest'anno, organizzato dalle Nazioni Unite e dalla Banca mondiale, la voce dominante era chiaramente quella delle multinazionali. La privatizzazione delle risorse idriche comunali può essere una cosa terribile e i suoi effetti sono ben documentati. Le tariffe vengono raddoppiate o triplicate, i profitti dei gestori aumentano anche del 700 per cento, la corruzione è evidente, la qualità dell'acqua diminuisce, a volte in modo drammatico, si incoraggia l'utilizzo sconsiderato dell'acqua per aumentare il profitto e si chiude il rubinetto agli utenti che non possono pagare. Quando la privatizzazione arriva al terzo mondo, quelli che non possono pagare moriranno. Non vi disperate però. Almeno in Bolivia la storia ha avuto, per ora, un lieto fine. Centinaia di migliaia di Boliviani si sono messi in moto marciando su Cochabamba per protestare contro le decisioni del governo. Il 10 aprile l'hanno vinta. Il governo ha espulso la Bechtel Corporation ed ha revocato la legislazione sulla privatizzazione delle acque. Oscar Olivera, il calzolaio boliviano che ha innescato la battaglia ha portato il suo messaggio in Nordamerica parlando ad una manifestazione a Washington in occasione di recenti riunioni della Banca mondiale e del Fondo Monetario Internazionale. Egli diceva che dove l'acqua viene privatizzata e commercializzata per profitto, non raggiunge più la gente che ne ha bisogno ma, al contrario, servirà solamente per arricchire una manciata di multinazionali dell'acqua.
-------------------------------- Di lui al saluto con Lene ricordo distintamente anch'io il "Come here!" e il tendere le braccia di Lene. Domle stava proprio a fianco a me; mi sono sorpreso x un attimo, perche' Domle e' stato l'unico ad essere stato "riconosciuto", ma come dimenticare l'onnipresente tifoso del TIL? -----Aker brygge, sarai per sempre la mia neste stopp... ----- |
Edited by - Domle on 24/01/2007 22:35:23 |
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Marko
Staff / Moderatore
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Posted - 24/01/2007 : 21:31:04
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Grazie Domle x aver presentato il problema a livello globale. Già c'è il problema della distribuzione delle risorse alimentari, ma è evidente che quello dell'acqua sarà ancora + serio e nefasto di conseguenze. Tenete presente che solo il 3% dell'acqua presente sulla Terra è potabile, e di questo il 2,70% è usato in agricoltura e industria. Ci rimane lo 0,30% e su questo si stanno buttando tutti quelli che già da tempo hanno capito l'affare.
Ma rimanendo in casa nostra, bisogna capire che il problema non è la bottiglia d'acqua che andiamo a comprare al supermercato (che già paghiamo salatissima), ma il nostro stesso rubinetto, la nostra bolletta che aumenterà per un servizio che dovrebbe essere assicurato a tutti dallo Stato, e invece lo Stato sta svendendo e ciò comporterà effetti soprattutto in termini di disuguaglianza tra chi si può permettere certi costi e chi no, e non vedo perché si dovrebbe pagare di più soltanto perché c'è chi vuole lucrare sui beni e alcuni funzionari statali corrotti magari chiudono gli occhi.
Le ricariche telefoniche: se il governo si è mosso, è perché quest'ingiustizia è stata da tempo denunciata dalle associazioni dei consumatori. Finora abbiamo pagato i 2 euro o + come tante pecore, perché nessuno ha pensato di reagire a quella che Franko giustamente chiama truffa. Ma c'è molto di peggio di questo...
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riccardino
Fan
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Posted - 25/01/2007 : 19:30:26
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Sto facendo un pò di fatica a capire. Parliamo di acqua pubblica, ossia quella che viene giù dal rubinetto. Fino ad oggi mi pare che in Italia venga gestita dalle aziende municipalizzate. A Genova l'AMGA, a Milano l'AEM Milano, a Torino l'AEM Torino, a Roma l'ACEA (credo), e così via. La mia città è notoriamente costosa in generale, ma non per quel che riguarda le bollette acqua potabile. Nelle altre città non mi pare che si paghino bollette da capogiro. A che servirebbe dunque una legge per restituire allo Stato la gestione degli acquedotti? Secondo aspetto: l'acqua che si compra al supermercato. E' cara? Dipende dalle marche. Chi la vende? Si tratta di società private, alcune molto note grazie alla pubblicità, altre note solo a livello locale. Le prime fanno pagare cara l'acqua in bottiglia (soprattutto per pagarsi la pubblicità), le seconde spesso sono a buon mercato ma non per questo di minor qualità, anzi! Con 0,19 Euro da noi si può acquistare una bottiglia d'acqua naturale (o frizzante) da un litro e mezzo particolarmente leggera e quindi molto indicata per le diete povere di sodio (è importante che il valore "residuo fisso a 180°" sia basso). Ultimo aspetto: l'acqua di rubinetto di solito è meno gustosa ed è ricca di calcio, quindi controindicata per i nefropatici o chi ha predisposizione a soffrire di calcolosi renale (qualche milione di italiani). Quindi non tutti la possono bere a cuor leggero. |
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Dave
Fan
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Posted - 25/01/2007 : 19:45:11
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A me basterebbe che non mettessero i pacchi aggiunti di fluoro, sarebbe già tanto. Comunque, scherzi cospirazionalisti a parte, ha ragione Marko, bisogna fare qualcosa e al più presto, il tempo stringe.
This is where we are today, people going separate ways This is the way things are now, in disarray. I read it in the papers, there's death on every page Oh Lord I thank the Lord above, my life has been saved.
(Freddie Mercury) |
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riccardino
Fan
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Posted - 25/01/2007 : 19:53:46
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Dave, il tempo stringe per fare cosa? Se in Italia l'acqua pubblica costa poco e quella in bottiglia anche (basta saper scegliere), dove sta il problema per il consumatore? |
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Domle
Fan
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Posted - 26/01/2007 : 01:06:13
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Dobbiamo per forza muoverci quando c'è il problema o possiamo farlo quando lo vediamo e possiamo riuscire ad evitarlo?
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Marko
Staff / Moderatore
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Posted - 26/01/2007 : 01:37:14
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Riccardino, se c'è questa battaglia evidentemente è perché il processo di privatizzazione è cominciato, in tutta Europa, anche se spesso il cittadino medio non viene a sapere di queste cose. Le conseguenze verranno, per alcuni cittadini già si sono manifestate. In Italia già alcune aziende sono state privatizzate o stanno per esserlo oppure sono gestite in parte da privati o ancora sono pubbliche per quanto riguarda l'azionista ma gestite da una S.p.A., quindi sempre a rischio di essere privatizzate nel momento in cui i Comuni avessero problemi finanziari e cominciassero a vendere queste azioni. E' il caso di Torino; a Milano il 66% delle azioni della AEM è privata (ne parla anche il link che ho postato). Comunque tutto è cominciato da Napoli, poi ci sono stati Arezzo, Avellino, Messina e la Sicilia, la Puglia, la Lombardia, Torino, Agrigento. Il problema è che gli Enti locali possono legiferare liberamente finché non intervenga una legge nazionale sul tema, per cui vi sono attualmente tante leggi comunali e soprattutto regionali in via di modifica, che possono costringere i Comuni anche contro la volontà dei sindaci (o meglio si sta ignorando l'opinione dei sindaci che pure dovrebbero essere ascoltati).
Oggi (anzi, ieri) si è tenuta nella mia città una conferenza sul tema e domani partirà ufficialmente la campagna per la raccolta firme a Napoli. Alla conferenza è intervenuto Salvatore Carnevale, un napoletano, che è stato il primo insieme ad Alex Zanotelli e a un'altra persona a occuparsi del problema acqua in Italia, nel momento in cui era stato loro comunicato che nel 1996 il comune di Napoli, in dissesto finanziario, aveva modificato lo statuto dell'ex acquedotto napoletano in una S.p.A., fra l'altro richiedendo la costosa consulenza di una banca newyorchese. Hanno dovuto prima capire bene cosa stava accadendo, non solo a Napoli, ma in tutta Italia e in tutta Europa, e poi hanno cominciato nel 2005 a sensibilizzare i primi gruppi laici e religiosi (c'era anche il problema dei rifiuti nel frattempo). Si sono creati i forum e le prime manifestazioni e raccolte firme. Infine, nei mesi scorsi, visto che neppure l'attuale governo, pur avendolo promesso nel programma, sembra voler ancora emanare una legge chiara che rimetta/lasci la gestione e l'erogazione dell'acqua in mano agli Enti pubblici, si è pensato di scrivere un testo di legge d'iniziativa popolare. A me pare un bel testo, che garantisce a ogni uomo l'accesso all'acqua come diritto inalienabile (50 litri gratis ogni giorno, il resto a una tariffa di base), punta a ridurre gli sprechi, a controllare gli scarichi e a preservare i bacini idrici dallo sfruttamento eccessivo e dall'inquinamento, facendo valere in materia la precisa normativa europea emanata nel 2000. Inoltre, istituisce un Fondo Nazionale di solidarietà internazionale da destinare a progetti di sostegno all’accesso all’acqua nei paesi del terzo mondo. Intelligente è anche la copertura finanziaria che si è pensata per questa legge.
Non mi resta che dire: informatevi e sostenetela, firmando e diffondendo la notizia tra chi conoscete.
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Edited by - Marko on 26/01/2007 01:41:00 |
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riccardino
Fan
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Posted - 26/01/2007 : 13:30:17
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Marko, ho ben capito che la privatizzazione in materia di acqua pubblica sia un elemento di preoccupazione per i sottoscrittori di questa iniziativa. Quel che non ho capito è per quale motivo. In altre parole questo "inizio di privatizzazione" (casi di AEM Milano e Torino) quali danni concreti sta attualmente arrecando agli utenti? Costi più alti? A me non risulta, ma se tu e Domle avete dati certi al riguardo, vi prego di comunicarcelo. Se lo avete già dimostrato con delle cifre e mi son perso qualcosa, mi scuso in anticipo per la disattenzione. |
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Domle
Fan
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Posted - 26/01/2007 : 13:36:39
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Acqua: Arezzo la città più cara
Due città toscane in testa e in coda alla classifica nazionale del costo del servizio idrico. Mentre Massa è la città dove costa meno (99 euro annui), il poco invidiabile record spetta ad Arezzo (355 euro), che, seguita da Livorno (335 euro), dimostra come esistano evidenti disparità del costo dell’acqua non solo fra le diverse province italiane, ma anche all’interno di una stessa Regione.
www.giornale.it
Il caso di Arezzo L'Autorità di Ambito territoriale ottimale numero 4 dell'Alto Valdarno ha sede ad Arezzo, ed è stata costituita nel 1996. Comprende trentasette comuni sparsi in maniera diseguale tra la provincia di Arezzo [trentadue] e quella di Siena [cinque]. Organo decisionale è l'assemblea dei sindaci. Dopo una lunga fase di confronto, anche molto duro, e di discussione, i sindaci scelgono il 17 luglio del 1997 di affidare la gestione del servizio idrico integrato ad una società per azioni a prevalente capitale pubblico, la Nuove acque Spa; il 25 settembre 1998, i sindaci decidono di disciplinare la gara per la selezione del socio privato. Alla selezione partecipano tre raggruppamenti di imprese, con capogruppo, rispettivamente, le multinazionali francesi Vivendi e Suez Lyonnaise des eaux e Acea Spa, che è una società mista pubblico-privato che gestisce anche l'acquedotto di Roma. Il 21 ottobre del '98 viene nominata una commissione di esperti [presidente Angelo Riccaboni, ne fanno parte Giovanni Abbate, Girolamo Beone, Remo Chiarini e Diego Zurli], che decide di avvalersi della consulenza della Arthur Andersen Mba; il 14 gennaio 1999, la Commissione redige la graduatoria dei concorrenti e quello che ha più punti [83] è la Lyonnaise des eaux, mentre Vivendi ne ha ottenuti 59 e Acea 43. Il raggruppamento privato della Nuove acque Spa possiede il 46 per cento delle azioni: oltre alla Lyonnaise des eaux c'è Amga Spa [che gestisce anche il servizio di distribuzione del gas metano a Genova], Iride Spa [che nasce dalle associazioni degli artigiani di Arezzo, Confartigianato e Cna], la Banca popolare dell'Etruria, il Monte dei Paschi di Siena. Il 54 per cento che rimane pubblico, invece, vede la partecipazione dei comuni, di Coingas [il consorzio pubblico che distribuisce il gas metano ad Arezzo], Cigaf [che gestisce il servizio idrico nel senese], la società che distribuisce il gas metano nel Senese [gestioni Valdichiana Spa] e le comunità montane del Casentino, della Val Tiberina e della provincia di Arezzo. I rapporti di Nuove acque Spa e i comuni dell'Aato dell'Alto Valdarno sono regolati da una convenzione di affidamento: la durata della concessione alla Nuove acque Spa è di 25 anni, durante i quali le vengono affidati tutti gli impianti, che torneranno agli enti locali allo scadere dell'accordo. Le regole che definiscono i rapporti tra la parte privata e la parte pubblica della Nuove acque sono definiti nello Statuto della società: il quale, per esempio, prescrive che la composizione del Consiglio di amministrazione della società debba essere tale da assicurare quattro membri al Consorzio privato [che si chiama Intesa aretina] e cinque alla parte pubblica [articolo 1]; ma dice anche che la scelta dell'amministratore delegato compete alla parte privata [articolo 3]. Se andiamo a vedere il programma del consorzio costituito dalla parte privata della Nuove acque, leggiamo tra l'altro: "Il consorzio si propone di prestare servizi e fornire beni alla società mista [Nuove acque Spa], sia direttamente che indirettamente, in ogni modo legittimo che sarà possibile; al riguardo il consorzio favorirà l'apporto dei consorziati nella fornitura di prestazioni, servizi e lavori alla società mista, in funzione delle specifiche competenze e professionalità dei singoli consorziati […]. In particolare Sle [Suez Lyonnaise des eaux] ed Amga forniranno, tramite il consorzio, le prestazioni di servizi accessori all'oggetto sociale della società mista […]; saranno inoltre favorite le prestazioni di servizi e lavori legate all'attività artigianale, che saranno fornite da Iride tramite strutture locali da essa costituite; inoltre saranno favoriti i servizi di carattere bancario e finanziario che saranno forniti da Banca popolare dell'Etruria e da Monte dei Paschi di Siena". Senza usare l'immaginazione, e limitandoci a leggere gli atti ufficiali, è ovvio che la Nuove acque Spa è orientata soprattutto a garantire gli interessi dei singoli soggetti privati, e solo in via subordinata gli interessi della società nella sua totalità; l'interesse della collettività non è neanche preso in considerazione.
Il bilancio di quattro anni L'esperienza di quattro anni di questa gestione permette di fare un bilancio e delle valutazioni critiche. L'aumento delle tariffe, in quattro anni, è stato pari a circa il 21 per cento, e la quota fissa nello stesso periodo è aumentata del 12 per cento. Questo aumento è causato essenzialmente da tre fattori: le remunerazioni dei soggetti privati, i costi di mantenimento della struttura dell'Aato, i canoni a favore dei comuni, che sono molto più alti del valore effettivo degli impianti conferiti. Per quello che riguarda l'applicazione della legge Galli, nell'Aato di Arezzo non è stato rispettata l'indicazione secondo cui "nella modulazione della tariffa sono assicurate agevolazioni per i consumi domestici essenziali nonché per i consumi di determinate categorie secondo prefissati scaglioni di reddito": nell'Aato 4 il parametro "reddito", nel determinare le tariffe, è semplicemente ignorato. Per quanto riguarda gli investimenti, il risultato della Nuove acque è assolutamente insoddisfacente; lo stesso Consiglio di amministrazione ha ammesso che il livello degli investimenti del 2002 è stato "molto al di sotto di quanto previsto e di quanto era necessario". Non è poi comprensibile perché, dal punto di vista dell'economicità della gestione, la Nuove acque non utilizzi i finanziamenti della Cassa depositi e prestiti, che normalmente concede mutui agli enti locali e offre condizioni senz'altro migliori rispetto al Monte dei Paschi di Siena e alla Banca popolare Etruria. La forma stessa della società per azioni, sostiene il dossier, non è adatta alla gestione dell'acqua: la finalità di lucro non è compatibile con l'amministrazione di un diritto. Ed è evidente la contraddizione fra l'esigenza di una società di vendere il maggior numero possibile di metri cubi di acqua e l'esigenza della collettività di tutelare, preservare, risparmiare l'acqua. L'organizzazione della Nuove acque, tra l'altro, prevede tre consigli di amministrazione differenti [quello della società, quello del consorzio dei soggetti privati Intesa aretina, quello dell'Aato 4] con trenta membri complessivi, per un costo annuo di centinaia di migliaia di euro, costi che ricadono, direttamente e indirettamente, sulle bollette. Il soggetto privato, pur essendo in minoranza, ha nella società di gestione tutti i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione, perché ha il diritto di nominare l'amministratore delegato; il potere della parte pubblica di Nuove acque, nei confronti di quella privata, è molto modesto. La tesi per cui, per garantire un servizio di qualità, siano necessari particolari competenze ottenibili solo da soggetti privati, è stata ribadita più volte per giustificare quanto accadeva ad Arezzo. Ma il [presunto] "know how" della Lyonnaise des eaux non viene apportato come "bagaglio" della Nuove acque, ma pagato a parte con un esborso di circa un milione di euro l'anno. E allora, non si capisce come mai non affidarsi al libero mercato, invece di legarsi per 25 anni a un unico soggetto, per lo più pagandolo a caro prezzo ogni volta. La rinuncia all'acquisizione di un "sapere pubblico" sulla gestione dell'acqua è strategica, e determina la sempre maggiore dipendenza dagli industriali privati. La partecipazione dei cittadini non è contemplata affatto, e d'altronde non lo è stata neanche in passato: è probabile che, proprio a causa di questa assenza, siano stati commessi molti "errori". L'abbandono di questo modello di gestione, oneroso e dispersivo, e il ritorno ad una gestione esclusivamente pubblica, significherebbe una diminuzione delle bollette e permetterebbe di garantire poi quattro punti fondamentali, definiti dal Forum sociale di Arezzo: l'accesso a quaranta litri di acqua al giorno, per persona, come diritto inalienabile fuori da ogni logica di mercato; il rispetto del parametro del reddito; il costo a metro cubo pro capite dovrebbe essere lo stesso per tutte le famiglie a prescindere dal numero dei componenti; il forte disincentivo all'abuso dell'acqua.
http://www.carta.org
-------------------------------- Di lui al saluto con Lene ricordo distintamente anch'io il "Come here!" e il tendere le braccia di Lene. Domle stava proprio a fianco a me; mi sono sorpreso x un attimo, perche' Domle e' stato l'unico ad essere stato "riconosciuto", ma come dimenticare l'onnipresente tifoso del TIL? -----Aker brygge, sarai per sempre la mia neste stopp... ----- |
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riccardino
Fan
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Posted - 26/01/2007 : 13:45:55
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Grazie a Domle per aver riportato il caso di Arezzo, che a quanto pare mostra che lì la privatizzazione ha determinato un aumento delle tariffe, il più alto in Italia. Sarebbe interessante sapere come mai in altri Comuni d'Italia la progressiva privatizzazione abbia portato a tariffe meno onerose. Probabilmente non tutti gli enti comunali in corso di privatizzazione hanno caricato i costi in maniera indiscriminata. C'è privato e privato. O no? |
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Domle
Fan
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Posted - 26/01/2007 : 14:18:36
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Mi pare un'ottima idea. Aspettiamo che l'acqua sia tutta dei privati per vedere se tutti i privati dell'acqua sono pescecani come il primo esempio in Italia e gli altri in Bolivia e nel resto del mondo ci insegnano
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Franko
Fan
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Posted - 26/01/2007 : 15:06:44
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Saro OT ma cerchiamo d riisolvere un problema alla volta, sembra che finalmente il problema ricariche sia arrivato a una degna conclusione, via i costi di ricarica, e presto cvia anche lo scatto alla risposta.
p.s:Qualche mese del nuovo governo e gia un problema(pesante)in meno.
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