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 Paolo Borsellino...

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T O P I C    R E V I E W
Stephy RmX Posted - 10/11/2004 : 07:19:14
Non so cosa ho intenzione di scrivere in queste righe, né per quale motivo le sto scrivendo...
Di solito, per auto difesa, preferisco non interessarmi a quello che di più spiacevole mi circonda...
Preferisco fare finta che guerre in giro non ce ne siano, che le persone altrove soffrano...
Preferisco fare finta che non ci sono altri problemi oltre i miei... preferisco restare io stessa il mio problema più grande…
Ma lo sbaglio maggiore sta proprio qui, nell’indifferenza, nel mio fare finta che fuori sia tutto normale...
Dentro di me so che le cose non vanno così come io le vedo, ma chi di noi vorrebbe davvero vederle?!
Per fortuna ci sono, e ci sono state, persone diverse da me...
Persone coraggiose, davvero innamorate della vita, persone che per migliorare la nostra condizione hanno dato quella vita che gli era così cara...
Uomini che hanno rinunciato a tutta la loro spensieratezza, tutta la loro felicità per lasciare che noi vivessimo in un mondo almeno un po’ migliore...

Io vivo in Sicilia, a Catania... ogni volta che in tv sento parlare di mafia, quasi mi vergogno pensando che la gente sbagli a dire che qui c’è solo la mafia.. mi chiedo spesso cosa possa pensare la gente di noi siciliani con l’immagine che la tv da della mia terra...
Cosa può pensare la gente?!
Mi lamento proprio io, che della mafia non so nulla?
Ho il diritto d lamentarmi perché la tv mostra la verità?
Con questo non voglio dire che sto prendendo coscienza che qui sia tutto mafia, ma sto iniziando a capire che la mafia non sia poi quella cosa astratta che penso..

Giovanni Falcone...
Paolo Borsellino...

Per me questi non erano altro che nomi...
Io in Quegli Anni ero troppo piccola, non potevo sapere cosa stava accadendo, non avrei potuto capirlo..
E fino a ieri continuavo a bearmi di questa mia ignoranza...
Non sempre la tv è così distruttiva, non sempre sbaglia...
Mi sembra chiaro, ho appena finito di vedere la “fiction” PAOLO BORSELLINO, andata in onda stasera e ieri sera canale 5...
Avrei potuto scegliere tra tanti programmi molto più spensierati, ma qualcosa mi ha detto che era arrivato il momento di sapere...
Ieri sera durante la cena mi sono messa lì davanti e ho cercato d capire come fossero andate le cose...
Sapevo che della gente era morta, sapevo che c’entrava la mafia… ma perché è successo tutto questo???
Stavolta devo dire grazie a quella tv che tanto spesso giudichiamo e critichiamo perché per quelli che come me erano all’oscuro di tutto, in qualche modo queste due serate sono state chiarificatrici...
È iniziato tutto così tanto tempo fa… che a pensarci mi sembra assurdo...
Non voglio raccontare la “storia”perché non ne sarei capace...
Sto solo cercando di esprimere quello che questi fatti, di cui sono venuta al corrente solo ora, hanno suscitato in me...
Immagino di dover attribuire grandi meriti all’interpretazione di Giorgio Tirabassi che si è ritrovato ad impersonare un ruolo non facile, almeno così immagino...
Non era solo quella parlata palermitana a renderlo così vero… ogni espressione del suo viso in qualche modo mi ha trasmesso un’emozione…
Ho sofferto guardando la tv... ho provato rabbia... non solo verso quella gente ma anche verso me stessa... dove sono stata fino ad ora?! Dove ho vissuto??
Tutto si è svolto così, in sordina, finché degli uomini, persone come noi, non hanno deciso di unirsi per provare a cambiare una piccola parte di mondo...
È stato, infatti, dopo l’uccisione del capitano Basile, uomo che tra i primi rese note le attività criminali delle cosche mafiose del tempo, che Rocco Chinnici, Paolo Borsellino, Giovanni Falcone hanno iniziato a stare alle costole della mafia, dei corleonesi e di totò riina…
È da quel momento che hanno deciso di dare la loro vita per Palermo, per la Sicilia...
Indagini, pentiti, processi, maxi processi, boss mafiosi... Niente era facile in quello che si apprestavano a fare, ma comunque lo fecero insieme, pensando che non sarebbe stato per la mafia così semplice “farli fuori”...
Sapevano che sarebbe stata dura, che avrebbero rischiato tanto... Avevano pure delle famiglie, figli da crescere, mogli da amare, madri, fratelli... avevano una vita davanti... ma l’hanno fatto per noi.. per me... che se vivo così spensierata in questa terra è anche grazie a loro...
Non voglio, però, dimenticare nessuno... i loro nomi li ho appresi solo in queste sere, ma ho visto anche al loro fianco uomini altrettanto valorosi e degni di menzione... Tutti coloro che facevano parte della scorta... persone che hanno deciso di dare il loro contributo alla lotta contro la criminalità organizzata, cercando di proteggere giudici e magistrati...
Credo che per nessuno di loro sia stato semplice fare certe scelte, credo che tante volte abbiano avuto paura, che guardando i proprio familiari si siano anche sentiti in colpa per il rischio a cui li esponevano... ma loro sono davvero stati altruisti, hanno davvero fatto qualcosa...

Non credo di aver detto tutto come lo desideravo, ma anzi penso di essermi dilungata in maniera eccessiva, ripetendo più volte gli stessi concetti… e di questo mi dispiaccio, ma non ho chiaro neanche io tutto questo, quindi scusatemi e, se vi è possibile, pensate con me per qualche istante quello che questi uomini hanno fatto e che altri come loro continuano a fare…

Il mio è solo un pensiero per loro, perchè nel giorno in cui li "conosco", voglio anche ricordarli... perchè sono stati davvero grandi uomini...


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Ho trovato sul sito d can5 la lettera scritta dal figlio di Paolo Borsellino, Manfredi, per ricordare il padre in occasione di questa fiction..

quote:
Cari amici,

vista l’impossibilità materiale di ciascuno di noi di essere oggi qui presenti all’anteprima ufficiale di questa fiction, ed in particolar modo di mia madre, consapevole che, suo malgrado, non sarebbe riuscita a non tradire le forti emozioni che la visione in privato del film le ha già prodotto, offro quello che vuole essere un semplicissimo contributo scritto su colui che per noi non è stato solo un padre, ma anche un fratello e, soprattutto, un amico.

Penso che di mio padre debba ricordarsi soprattutto la sua bontà d’animo, essendo egli una persona fondamentalmente buona e carica di una sconfinata umanità. Come si vede anche nel film avevo quindici anni quando mi chiese di regalare il mio motorino al figlio di un uomo morto in una strage di mafia che ne aveva bisogno per recarsi in una borgata di Palermo a fare il panettiere.

A un collaboratore di giustizia, lo stesso che nella rappresentazione cinematografica gli rivela che era stato incaricato del suo assassinio, forniva personalmente le lamette e la schiuma da barba, in un periodo storico in cui mancavano del tutto le agevolazioni di cui oggi essi fruiscono, a volte immeritatamente.

Mio padre, nonostante gli impegni di lavoro, trovava sempre il tempo di stare in famiglia.
Non posso dimenticare con che amore e trasporto mi fece ripetere le mie prime due materie universitarie, dedicandomi intere serate prima degli esami; anche questi flash di vita familiare ho riscontrato, seppur filtrati dalla finzione cinematografica, nel film che Voi oggi presentate.

Era premuroso con tutti. Basti pensare che – di fatto – egli cresceva e seguiva, come fossero suoi, i sette figli della sorella più grande, rimasta vedova prematuramente.
Tengo a sottolineare che noi figli non siamo mai stati viziati, piuttosto “responsabilizzati” innanzi a situazioni molto più grandi di noi, sì che al momento della sua morte può dirsi che eravamo a nostro modo “preparati”, preparati da un padre che tutto avrebbe potuto desiderare fuorché di lasciarci orfani così giovani.

E’ un dato questo importantissimo, del quale tener conto anche e soprattutto durante la visione di questo film, poiché, sin dai primi giorni successivi alla sua morte, circolava la voce che egli fosse andato incontro “rassegnato” a questo infausto destino.
Niente di così falso: mio padre amava in modo assoluto la vita.
In verità – non posso fare a meno di ribadirlo in questa sede – mio padre è stato lasciato “solo”, anche da tanti suoi colleghi che non hanno voluto o saputo fare quadrato intorno a lui nel momento in cui, invece, occorreva massima coesione e distribuzione delle responsabilità.

Tuttavia, noi non abbiamo alcun rammarico, poiché se la morte di mio padre, come quella di tanti prima di lui, è servita a svegliare dal torpore tante coscienze siciliane, ciò ci riempie di gioia.

Si sentiva sempre l’ultimo degli ultimi, i meriti erano sempre degli altri, non si atteggiava mai a protagonista ed era privo di qualsiasi ambizione,a tal punto da non manifestare alcun interesse nel ricoprire quel famoso incarico di Super Procuratore Antimafia, rimanendo prioritaria per lui la vicinanza alla sua famiglia ed alla sua Palermo.

Avrei tanto desiderato avere mio padre al mio fianco nel momento in cui mi sono trovato a fronteggiare situazioni più grandi di me, nel momento in cui ho scelto di fare il Commissario della Polizia di Stato, quello Stato che non seppe essere in grado di difendere e proteggere uno dei suoi figli migliori ma che mio padre ha sempre rispettato ed onorato e ci ha sempre insegnato a rispettare e ad onorare.

Sono convinto che io e la mia famiglia un giorno lo rivedremo, bello e sorridente come lo ricordiamo sempre.

Manfredi Borsellino






Il vostro amico è il vostro bisogno saziato.
E' il campo che seminate con amore e mietete con riconoscenza.
E' la vostra mensa e il vostro focolare.
Poiché, affamati, vi rifugiate in lui e lo ricercate per la vostra pace.
20   L A T E S T    R E P L I E S    (Newest First)
Marko Posted - 11/11/2009 : 19:28:54
Prima di arrivare a quello che tu dici, devi essere una persona davvero impegnata (magistrato, giornalista, prete, anche politico) e in quel caso possono scattare anche i sistemi di protezione per la persona e la sua famiglia: è chiaro che devi essere disposto a cambiare vita, sei meno "libero", ma questa è una scelta che fai consapevolmente nel momento in cui intraprendi un certo mestiere in modo serio.
Ciò ai più non viene richiesto. La maggior parte dei cittadini potrebbe aiutare senza correre rischi semplicemente se cominciasse a denunciare a tutto spiano. Tutti vedono quello che accade: una telefonata anonima alla polizia o ai carabinieri possibilmente con dettagli cosa costa? Invece c'è la mentalità di coprire le malefatte, di passare sopra i corpi ancora sanguinanti perché "non sono fatti miei" oppure perché i sicari "sono figli nostri" o perché il sistema "dà da mangiare". Ma dove? Ai delinquenti che non hanno voglia di lavorare sì: guadagnano facilmente spacciando o facendo i servizi richiesti, tra cui anche sparare come se andassero a caccia, ma tutti gli altri (e anche loro) che vivono ogni giorno sotto la paura, chi glielo fa fare di tacere e vivere così? Ci vuole coraggio, il coraggio civile!
Per quanto riguarda i commercianti, che sono i + esposti al pizzo: oggi si sta creando una rete tra imprenditori e commercianti per uscire fuori da una situazione di minacce, e il sistema è molto semplice: se c'è una rete di solidarietà tra negozi e attività anti-racket, che lo segnalano apertamente all'esterno, i "picciotti" non si avvicinano più, perché sanno che se anche fanno saltare un negozio, la rete lo aiuta a riprendere l'attività. Quindi una volta, e due, e tre, diventa + conveniente lasciar perdere (anche perché c'è cmq il rischio di essere catturati) e andare altrove dove è ancora facile intimidire. Ma è logico che + la rete s'allarga, + si riduce lo spazio per i malviventi, e quando se ne saranno accorti, la rete sarà ormai troppo forte x essere spezzata.
Parliamoci chiaro: il male vuole tenerci incatenati con la violenza e la paura, ma noi dentro restiamo liberi, perciò anche se esternamente facciamo finta di sottostare, almeno "dietro" poi dobbiamo agire, come si faceva sotto i regimi in guerra: il fatto di appartenere al partito non impediva agli uomini di buona volontà di fare il bene accogliendo i perseguitati, anzi in questo modo prendevano in giro l'autorità (certo a rischio di esecuzione diretta se venivano scoperti) ma questo almeno li rendeva liberi e vivi e sereni dentro e salvava la loro umanità e la loro anima. Anche quella contro la mafia è una guerra, non nascondiamocelo: bisogna comportarsi allo stesso modo, ci vogliono sistemi particolari, Falcone ha insegnato che non si possono trattare come comuni delinquenti. Lo Stato per lungo tempo non ne ha voluto capire, per non mostrare che era debole, ma c'hanno pensato i mafiosi a far scoppiare la guerra sotterranea con le stragi del '92, non appena hanno avuto la condanna in appello al maxiprocesso, il momento in cui hanno capito che da lì non si usciva più.
Loro contano sempre sul silenzio e anche quando viene sollevato il vespaio, confidano nel dimenticatoio. Saviano questo l'ha fatto capire benissimo in tante interviste. Invece bisogna dare fastidio, sempre, come e più di loro. Alla lunga dovranno cedere, finiranno le loro riserve. Bisogna far uscire i topi dai loro buchi e catturarli senza pietà, e l'unico modo è se tutti lavorano per farlo e fanno la guardia. Se sostituiremo ai "pali" che controllano l'arrivo della polizia dei "pali" che controllano l'arrivo dei delinquenti x riuscire a sorprenderli anche sul fatto, avremo già vinto la battaglia senza bisogno di eccessivi rischi x nessuno. Perché i vertici ormai sono stati smantellati, ma è chiaro che se ne sostituiranno sempre altri, se non si smonta tutta la piramide a partire dalla base.
Ovvio che a fianco a questo ci vogliono anche altre cose, come una nuova educazione dei giovani, discrete possibilità di lavoro, ma tutto questo non verrà mai se non si comincia ad agire in prima persona. Il mondo si cambia cominciando a cambiare se stessi.

EDIT: Anche questo è un bell'esempio di solidarietà, al di là di quale sia la realtà dei fatti.


- Jeg har lyst til å dra på en mat-og vinturné i Italia
nicozzo89 Posted - 11/11/2009 : 01:29:32
Ciao Marko, tu dici cose molto vere però, giustamente, queste cose le diciamo noi che siamo ancora ragazzi... sono sicuro che tu sei una brava persona, che lotterebbe contro chiunque per rendere migliore questo mondo però, pensa se tu avessi per esempio una famiglia tua e dei delinquenti ti minacciassero avvertendoti che se non fai quello che ti ordinano loro uccideranno i tuoi cari ... mi sembra anche un pò normale abbassare la testa, non tanto per salvarti tu stesso ma proprio per non fare passare guai alle persone alla quali tieni di più.
Questa cosa che ti ho detto è forse un'esagerazione, ma fidati in molti casi fanno così, soprattutto quando questi b******i (scusa per il termine) si trovano d'avanti persone molto forti, la cui unica debolezza è quella di tenere in considerazione la vita degli altri...
Però sono completamente d'accordo con te; se tutte le persone (sia politici che cittadini) si unissero insieme contro la mafia sono sicuro che si avrebbe una speranza reale di vincerla...
Marko Posted - 10/11/2009 : 17:06:00
Perché "ammettere" qualcosa come se ti fossi arreso? La battaglia è tuttora in corso ed è + viva che mai nelle istituzioni e nella società, che sta pian piano alzando la testa anche lì dove l'ha sempre tenuta bassa come tu dici.
Con chi vuoi schierarti, con i (seppure pochi) uomini coraggiosi o con quelli che nella vita chinano il capo o remano proprio contro?
Se hai degli ideali a cui tieni davvero (es. lotta contro ogni forma di ingiustizia) devi lottare fino in fondo per affermarli, a costo della vita, e non pensare e vedere mai negativo! Altro che fare finta di non vedere, così fai proprio il loro gioco! Coraggio!


- Jeg har lyst til å dra på en mat-og vinturné i Italia
nicozzo89 Posted - 09/11/2009 : 10:47:44
Ciao ragazzi!!
Questo è vermente un argomento triste che suscita solamente rabbia e dolore la mafia è una cosa veramente brutta alla quale una persona non può fare altro che abbassare la testa e fare finta di non vedere...
Purtroppo questo è un problema di tutto il sud non solo della Sicilia anche in Calabria la situazione è pressochè uguale...
Mi dispiace per tutte le persone che sono morte per rendere l'Italia più "pulita" ma bisogna ammettere (anche se con tristezza) nonostante tutti questi sforzi che la mafia non scomparirà mai...
Dico questo perchè ho l'impressione che fino ad oggi questa è stata difesa e in una certa maniera tutelata ed io ammiro il coraggio che ha avuto il figlio di Borsellino a scrivere quella lettera andando contro a quelle persone che avrebbero dovuto aiutare il padre ma non sono intervenuti sia per paura che per corruzione..


Marko Posted - 18/10/2009 : 21:42:53
Trattative mafia-Stato: adesso non possono esserci + dubbi!
Chissà perché tutti parlano solo ora, anche Borsellino (tranne nelle ultime interviste) non ha mai voluto tirare in mezzo la politica, prob. per non sconvolgere il Paese (Buscetta stesso poi disse a Falcone che non era ancora giunto il momento di informarlo, facendo intendere che potevano essere rivelazioni troppo grosse).
Ora però speriamo sia giunto questo momento in cui viene fatta luce, piena luce, per ricostruire la storia di questa guerra tra Stato e mafia.
Io credo anzi che possa produrre un nuovo salutare movimento popolare d'indignazione e di azione.


- Jeg har lyst til å dra på en mat-og vinturné i Italia
Marko Posted - 15/10/2009 : 11:07:45
Non so se avete seguito la puntata di Annozero della scorsa settimana e le rivelazioni di Martelli.
L'indagine prosegue e si fa sempre più interessante. Ora si è arrivati già al nome di un generale: bisognerà capire con chi poteva essere in contatto nel mondo politico (certamente col ministro della difesa o dell'interno).


- Jeg har lyst til å dra på en mat-og vinturné i Italia
Eglie Posted - 30/07/2009 : 09:27:14

Strage Borsellino, il processo si rifarà
Il giudice disse: "Mi ha tradito un amico"



http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/cronaca/mafia-9/mafia-9/mafia-9.html
Domle Posted - 22/07/2009 : 10:22:05
http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/cronaca/mafia-8/inchiesta-riapeerta/inchiesta-riapeerta.html


lenya Posted - 20/07/2009 : 16:27:47
quote:
Originally posted by Ryu

Lo so. Altrimenti non avrei postato in un topic dal titolo "Paolo Borsellino".



Scusami, ma come è già stato detto da Domle, non abbiamo postato a "caso" e poi il topic esiste da molto tempo indipendetemente dalla ricorrenza... quindi non capisco la tua affermazione
Ryu Posted - 20/07/2009 : 10:11:43
Lo so. Altrimenti non avrei postato in un topic dal titolo "Paolo Borsellino".


Lo vuoi un palloncino? Galleggiano.
Domle Posted - 19/07/2009 : 22:13:17
Si diciamo che non erano post messi a caso un giorno a caso


Ryu Posted - 19/07/2009 : 13:40:01
Proprio oggi ricorre l'anniversario.


Lo vuoi un palloncino? Galleggiano.
Domle Posted - 19/07/2009 : 12:22:54
Si ho letto l'articolo su repubblica... dice che l'hanno ucciso "loro" parlando di servizi segreti, ciancimino ecc...

Cmq scendo a palermo di sicuro prima o poi.. già quest'anno è stato bruttissimo rinunciarci.

http://www.facebook.com/video/video.php?v=1090481417506&ref=mf


Marko Posted - 19/07/2009 : 12:02:14
Ha detto qlc anche Riina, per tirarsi fuori dall'omicidio di Borsellino e spostare le responsabilità su "loro" (politici o imprenditori/mafiosi, sembra). Di quello che dice una persona simile non c'è da fidarsi, ma su alcune cose si può facilmente convenire che non stia mentendo, come quando afferma che alcune cose le aveva dette ai magistrati già anni fa, ma loro non avevano indagato più a fondo perché evidentemente erano implicati dei servitori dello Stato.
Speriamo si riesca a fare più chiarezza nei prossimi tempi, l'opinione pubblica vuole sapere e questa è storia, non la si può tacere.


- Jeg har lyst til å dra på en mat-og vinturné i Italia
lenya Posted - 19/07/2009 : 09:38:58
Nonostante il binomio Sicilia=Mafia continua a esistere o persistere nella mente di tutti, il ricordo, l'immagine, le parole e le azioni di un uomo come Paolo Borsellino sono molto più forti e vivono oggi più di allora nella mente dei giovani siciliani. "Paolo Borsellino Vive" non è semplicemente uno slogan, perchè se adesso nessuno ha più paura di scendere in piazza e manifestare contro la mafia o qualsiasi forma di organizzazione è grazie al suo al loro esempio!Non posso dirvi personalmente del corteo di ieri e di questa sera che ogni anno si organizza a Palermo come in numerose altre città della Sicilia,(perchè questa sera non sarò presente), ma quello che ho visto il 23 Maggio scorso, per giorno della memoria di Falcone mi ha riempito davvero il cuore di commozione e speranza perchè le giovani menti sanno già dalla parte di chi stare e se gridano i loro nomi e perchè quei nomi qui non li ha mai dimenticati nessuno perchè chi va contro corrente (contro la mafia) ha perso la vita per un'idea che vive ancora..e noi qui lo sappiamo!
Rivedere questa parte finale della fiction mi fa davvero riflettere molto http://www.youtube.com/watch?v=G79Cmp_XkNA
Ryu Posted - 18/07/2009 : 20:05:15
Stamattina ho visto uno speciale TG Parlamento sull'argomento.


Lo vuoi un palloncino? Galleggiano.
Domle Posted - 17/07/2009 : 12:58:56
http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/cronaca/mafia-8/inchieste-riaperte/inchieste-riaperte.html

http://tv.repubblica.it/copertina/paolo-sapeva-di-stato-e-mafia/35212?video


Domle Posted - 24/07/2007 : 14:29:11
Durissima lettera del fratello di Paolo Borsellino
«Basta lacrime, vendichiamo Paolo»
«Finiamola con le commemorazioni fatte da chi ha contribuito a far morire mio fratello». E ai politici: «il Sud abbandonato alla mafia»


MILANO - «È ora di smettere di piangere per Paolo, è ora di finirla con le commemorazioni, fatte spesso da chi ha contribuito a farlo morire». È una lettera durissima quella scritta da Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, il giudice morto 15 anni fa nella strage di via D'Amelio a Palermo. L'ingegnere Borsellino, che vive a Milano, ha voluto replicare al documentario sulla mafia a Palermo andato in onda lunedì sera su rai3 e condotto da Alexander Stille. Si tratta della seconda lettera che il fratello del magistrato ammazzato dalla mafia con quattro agenti della scorta, scrive. La prima lettera era stata scritta pochi giorni fa alla vigilia delle commemorazioni per il 15esimo anniversario delle stragi di Capaci e via D'Amelio.
VENDICARE - «È l'ora invece di dimenticare le lacrime, è l'ora di lottare per Paolo, lottare fino alla fine delle nostre forze, fino a che Paolo e i suoi ragazzi non saranno vendicati e gridare, gridare, gridare finchè avremo voce per pretendere la verità, costringere a ricordare chi non ricorda», prosegue Salvatore Borsellino.
POLITICI - Borsellino si chiede «dove sono le migliaia di persone che
cacciarono e presero a schiaffi i politici che, scacciati dai funerali di Paolo, avevano osato andare nella Cattedrale di Palermo, davanti alle bare dei ragazzi morti insieme a lui, a fingere cordoglio e disputarsi i posti più in vista nei banchi della chiesa?»
. E ancora: «Dove sono le migliaia di giovani, di gente di tutte le età, che ai funerali di Paolo continuavano a gridare il suo nome, Paolo, Paolo, Paolo?». «Ricordi il presidente del Consiglio e ricordino tutti i politici - prosegue Salvatore Borsellino - che guidare l'Italia non è gestire un tesoretto, disquisire su scalini e scaloni, o azzuffarsi sugli interventi nelle missioni all'estero, e dimenticare che i veri problemi sono nel nostro stesso paese, in un Sud abbandonato alla mafia, alla camorra, alla ndrangheta».
GIOVANI - Quindi l'appello ai giovani: «Ricordate che non ci può essere una repubblica, non ci può essere una democrazia fondata sul sangue, fondata sui ricatti incrociati legati alla sparizione di un'agenda rossa e delle memorie di un computer e a quello che può esserci scritto o registrato. Ricordate che non basta cambiare nome ad un partito e poi, nel discorso programmatico del suo capo in pectore non sentire neanche pronunciare la parola mafia. Ricordate che il futuro è vostro e che ve lo stanno rubando».



Di lui al saluto con Lene ricordo distintamente anch'io il "Come here!" e il tendere le braccia di Lene.Domle stava proprio a fianco a me; mi sono sorpreso x un attimo, perche' Domle e' stato l'unico ad essere stato "riconosciuto", ma come dimenticare l'onnipresente tifoso del TIL?
-----Aker brygge, sarai per sempre la mia neste stopp-----
Domle Posted - 20/07/2007 : 17:18:17
L’alibi perfetto di una memoria che fa “ginnastica’”
Chi ha rubato l'agenda rossa di Paolo Borsellino? Chi se ne
serve, da quindici anni, probabilmente a scopo di ricatto? Se non
cerchiamo di rispondere a queste domande, non possiamo dirci
cittadini italiani consapevoli, ma soprattutto non possiamo
illuderci di aver onorato la memoria di Paolo Borsellino e dei
cinque agenti della sua scorta assassinati 15 anni fa in via
D’Amelio con l’ennesima esplosione stragista della storia
repubblicana.
La memoria è importante. Ma attenzione: la “ginnastica della
memoria’’ rischia di trasformare la memoria in uno sterile
esercizio di autocommiserazione. Non bastano più i rituali
commemorativi a base di retorica, passerelle, applausi e
commozione per poi tornare a casa e ricominciare tutto come
prima. Perché i rituali producono quella melassa emozionale che
è il fertilizzante delle fiction antimafia, tanto di moda oggi:
quelle agiografie ad uso e consumo della buona coscienza
nazionale, che hanno il pregio di informare l’opinione pubblica,
ma il difetto di banalizzare la storia perché divulgano verità di
comodo, che in genere non offendono nessuno, che non mettono
nulla in discussione, ma siccome fanno audience, allora vanno
bene lo stesso.
La memoria distorta non aiuta a capire. E la verità ufficiale, se
non è verità fino in fondo, è disinformazione.
Nel suo libro “la Camera chiara’’, Roland Barthes scriveva: “La
storia è isterica: essa prende forma solo se la si guarda, e per
guardarla bisogna esserne esclusi’’. Quindici anni sono un
periodo lungo. Molti giovani oggi sono realmente “esclusi’’ da
quella storia di morte, ma forse proprio per questo possono
guardarla con un atteggiamento sinceramente aperto e
interessato ad una verità completa, ad una verità senza
compromessi, quale essa sia. Molti giovani, oggi, non sanno
neppure cosa sono state le stragi del ’92 e del ’93 in Italia,
perché ci sono state, da chi siano state volute, chi siano stati gli
esecutori, chi possano essere i “mandanti occulti’’. Parlarne e
ricordarle é sempre una buona cosa per conoscere, per capire,
perché non succeda più. Ma non basta.
Noi non ci stanchiamo di ripetere che dietro le stragi del 1992 e
del 1993, 1000 chili di tritolo stragista confezionato con
composti militari, oltre venti morti, cento feriti, eseguite da
Cosa nostra e dai soliti ignoti committenti, c'è la coscienza
sporca del nostro presente, perché dietro quelle stragi c’è la
genesi della nostra Seconda Repubblica che, come ripete da anni
il pm Antonio Ingroia, ex allievo prediletto di Paolo Borsellino,
“affonda i suoi pilastri nel sangue’’.
Non ci stanchiamo di ripetere che quelle stragi sono state il folle
rilancio di una partita (che qualcuno ha definito “trattativa’’)
giocata da raffinatissime menti criminali, che hanno messo lo
Stato italiano sotto scacco per occupare le istituzioni, traballanti
dopo Tangentopoli e il crollo dei partiti tradizionali, e
conquistare una posta tutta politica: l’abolizione del 41 bis,
l’abolizione dell’ergastolo, l’abolizione della confisca dei beni,
la revisione dei processi, leggi più favorevoli al rientro dall’
estero e alla gestione di ingenti capitali di provenienza oscura.
Il guaio è che, cessate di colpo le stragi, con la nascita della
Seconda Repubblica, poco alla volta, una botta da destra e una
da sinistra, queste richieste sono diventate materia di riforme, di
autentiche concessioni, ovvero leggi dello Stato, in nome di un
garantismo ipertrofico che non si capisce a chi debba servire se
non agli stessi manovratori occulti della strategia della tensione,
alle stesse centrali del potere criminale. Perché?
Quale eredità hanno lasciato le stragi del ’92 e del ‘93 nelle
stanze del potere in Italia?
La paura di un nuovo Novantadue, oggi, torna ad agitare il
paese: dai veleni del caso Bnl-Unipol, alla nuova
contrapposizione tra politica e magistratura, tra ceto politico e
informazione, fino all' allarme lanciato recentemente sul ritorno
all' operatività di una “nuova P2’’, o meglio di un ''agglomerato
oscuro'' che si muove in una logica di ricatto, un “network di
potere’’ in possesso di un disegno strategico per indebolire i
partiti, per minare la loro credibilità, proprio come avvenne
quindici anni fa, con Tangentopoli, in un clima di
destabilizzazione sempre più forte culminato poi nella stagione
delle stragi. Pensiamo al caso Visco-Speciale, allo spionaggio
militare, alla ''control room'' di Telecom, al dossieraggio
diffuso, alle campagne di discredito contro Prodi prima delle
elezioni 2006. Lo stesso Ingroia, recentemente, in un’intervista
tv, ha giudicato la politica italiana una politica ''debole'',
sottolineando la necessità della massima vigilanza democratica,
per evitare il pericolo di una ''spallata'' alle istituzioni,
nuovamente e tristemente attuale nel paese. La storia, insomma,
si ripete, sia pure con le dovute differenze, quindici anni dopo le
stragi.
È questa l’eredità che pesa come una zavorra sul destino della
Seconda Repubblica?
I protagonisti della politica italiana vogliono davvero davvero
provare ad avvicinarsi alla verità completa sullo stragismo del
'92 e del '93? I potenti della ''casta'', i ministri, i senatori e i
deputati italiani, vogliono veramente lavorare al
perfezionamento del percorso di verità avviato dalla
magistratura e purtroppo rimasto tuttora incompleto? Come mai
l’indifferenza, l’ostruzionismo, l’ottusita’ e la distrazione, le
“apparenti ingenuità’’’ degli apparati istituzionali preposti alla
protezione di Paolo Borsellino, quelle omissioni colpevoli che
quindici anni fa portarono alla morte del procuratore aggiunto di
Palermo, non hanno finora suscitato una mobilitazione politica,
vera, concreta, alla ricerca della verità ulteriore su quell'
eccidio?
Perché nessuno all’interno dei partiti, all’interno del Parlamento,
all’interno del governo di centro-sinistra, raccoglie la richiesta,
più volte avanzata da Rita Borsellino, di istituire una
commissione parlamentare d’ inchiesta che scavi sui misteri
ancora irrisolti delle stragi del ’92 e del ’93?
C'entra, con questa apatia istituzionale, quell'agenda rubata,
forse a scopo di ricatto? I protagonisti occulti di quella stagione
di terrore e di trattative sommerse, rimasti impuniti, oggi dove
sono? E i loro complici, i garanti del silenzio, si muovono
ancora indisturbati nelle stanze dei bottoni? È per questo che le
stragi sembrano destinate a restare “buchi neri’’ della nostra
storia recente?
Se non proviamo a rispondere a questi interrogativi, se non
proviamo a pretendere una risposta da chi ha il potere e il
dovere di rispondere alle nostre domande, non potremo dire di
aver onorato la memoria di Paolo Borsellino e dei cinque agenti
della sua scorta, assassinati a Palermo con una strage al tritolo.
Né con una Messa, né con una corona di fiori, né tanto meno
con una fiction, sia pure d'autore.
Sandra Rizza
Giuseppe Lo Bianco



Di lui al saluto con Lene ricordo distintamente anch'io il "Come here!" e il tendere le braccia di Lene.Domle stava proprio a fianco a me; mi sono sorpreso x un attimo, perche' Domle e' stato l'unico ad essere stato "riconosciuto", ma come dimenticare l'onnipresente tifoso del TIL?
-----Aker brygge, sarai per sempre la mia neste stopp-----
riccardino Posted - 20/07/2007 : 12:51:13
Mi pare che in questi giorni (ieri sera?) sia andata in onda in TV, una puntata dedicata all'eroe Borsellino. Non ho avuto occasione di vederla, ma credo sia importante che la TV ricordi questi grandi personaggi, è un modo perchè la gente non dimentichi.

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