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 Paolo Borsellino...
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Stephy RmX
Fan

Posted - 10/11/2004 :  07:19:14  Show Profile  Visit Stephy RmX's Homepage  Click to see Stephy RmX's MSN Messenger address  Reply with Quote
Non so cosa ho intenzione di scrivere in queste righe, né per quale motivo le sto scrivendo...
Di solito, per auto difesa, preferisco non interessarmi a quello che di più spiacevole mi circonda...
Preferisco fare finta che guerre in giro non ce ne siano, che le persone altrove soffrano...
Preferisco fare finta che non ci sono altri problemi oltre i miei... preferisco restare io stessa il mio problema più grande…
Ma lo sbaglio maggiore sta proprio qui, nell’indifferenza, nel mio fare finta che fuori sia tutto normale...
Dentro di me so che le cose non vanno così come io le vedo, ma chi di noi vorrebbe davvero vederle?!
Per fortuna ci sono, e ci sono state, persone diverse da me...
Persone coraggiose, davvero innamorate della vita, persone che per migliorare la nostra condizione hanno dato quella vita che gli era così cara...
Uomini che hanno rinunciato a tutta la loro spensieratezza, tutta la loro felicità per lasciare che noi vivessimo in un mondo almeno un po’ migliore...

Io vivo in Sicilia, a Catania... ogni volta che in tv sento parlare di mafia, quasi mi vergogno pensando che la gente sbagli a dire che qui c’è solo la mafia.. mi chiedo spesso cosa possa pensare la gente di noi siciliani con l’immagine che la tv da della mia terra...
Cosa può pensare la gente?!
Mi lamento proprio io, che della mafia non so nulla?
Ho il diritto d lamentarmi perché la tv mostra la verità?
Con questo non voglio dire che sto prendendo coscienza che qui sia tutto mafia, ma sto iniziando a capire che la mafia non sia poi quella cosa astratta che penso..

Giovanni Falcone...
Paolo Borsellino...

Per me questi non erano altro che nomi...
Io in Quegli Anni ero troppo piccola, non potevo sapere cosa stava accadendo, non avrei potuto capirlo..
E fino a ieri continuavo a bearmi di questa mia ignoranza...
Non sempre la tv è così distruttiva, non sempre sbaglia...
Mi sembra chiaro, ho appena finito di vedere la “fiction” PAOLO BORSELLINO, andata in onda stasera e ieri sera canale 5...
Avrei potuto scegliere tra tanti programmi molto più spensierati, ma qualcosa mi ha detto che era arrivato il momento di sapere...
Ieri sera durante la cena mi sono messa lì davanti e ho cercato d capire come fossero andate le cose...
Sapevo che della gente era morta, sapevo che c’entrava la mafia… ma perché è successo tutto questo???
Stavolta devo dire grazie a quella tv che tanto spesso giudichiamo e critichiamo perché per quelli che come me erano all’oscuro di tutto, in qualche modo queste due serate sono state chiarificatrici...
È iniziato tutto così tanto tempo fa… che a pensarci mi sembra assurdo...
Non voglio raccontare la “storia”perché non ne sarei capace...
Sto solo cercando di esprimere quello che questi fatti, di cui sono venuta al corrente solo ora, hanno suscitato in me...
Immagino di dover attribuire grandi meriti all’interpretazione di Giorgio Tirabassi che si è ritrovato ad impersonare un ruolo non facile, almeno così immagino...
Non era solo quella parlata palermitana a renderlo così vero… ogni espressione del suo viso in qualche modo mi ha trasmesso un’emozione…
Ho sofferto guardando la tv... ho provato rabbia... non solo verso quella gente ma anche verso me stessa... dove sono stata fino ad ora?! Dove ho vissuto??
Tutto si è svolto così, in sordina, finché degli uomini, persone come noi, non hanno deciso di unirsi per provare a cambiare una piccola parte di mondo...
È stato, infatti, dopo l’uccisione del capitano Basile, uomo che tra i primi rese note le attività criminali delle cosche mafiose del tempo, che Rocco Chinnici, Paolo Borsellino, Giovanni Falcone hanno iniziato a stare alle costole della mafia, dei corleonesi e di totò riina…
È da quel momento che hanno deciso di dare la loro vita per Palermo, per la Sicilia...
Indagini, pentiti, processi, maxi processi, boss mafiosi... Niente era facile in quello che si apprestavano a fare, ma comunque lo fecero insieme, pensando che non sarebbe stato per la mafia così semplice “farli fuori”...
Sapevano che sarebbe stata dura, che avrebbero rischiato tanto... Avevano pure delle famiglie, figli da crescere, mogli da amare, madri, fratelli... avevano una vita davanti... ma l’hanno fatto per noi.. per me... che se vivo così spensierata in questa terra è anche grazie a loro...
Non voglio, però, dimenticare nessuno... i loro nomi li ho appresi solo in queste sere, ma ho visto anche al loro fianco uomini altrettanto valorosi e degni di menzione... Tutti coloro che facevano parte della scorta... persone che hanno deciso di dare il loro contributo alla lotta contro la criminalità organizzata, cercando di proteggere giudici e magistrati...
Credo che per nessuno di loro sia stato semplice fare certe scelte, credo che tante volte abbiano avuto paura, che guardando i proprio familiari si siano anche sentiti in colpa per il rischio a cui li esponevano... ma loro sono davvero stati altruisti, hanno davvero fatto qualcosa...

Non credo di aver detto tutto come lo desideravo, ma anzi penso di essermi dilungata in maniera eccessiva, ripetendo più volte gli stessi concetti… e di questo mi dispiaccio, ma non ho chiaro neanche io tutto questo, quindi scusatemi e, se vi è possibile, pensate con me per qualche istante quello che questi uomini hanno fatto e che altri come loro continuano a fare…

Il mio è solo un pensiero per loro, perchè nel giorno in cui li "conosco", voglio anche ricordarli... perchè sono stati davvero grandi uomini...


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Ho trovato sul sito d can5 la lettera scritta dal figlio di Paolo Borsellino, Manfredi, per ricordare il padre in occasione di questa fiction..

quote:
Cari amici,

vista l’impossibilità materiale di ciascuno di noi di essere oggi qui presenti all’anteprima ufficiale di questa fiction, ed in particolar modo di mia madre, consapevole che, suo malgrado, non sarebbe riuscita a non tradire le forti emozioni che la visione in privato del film le ha già prodotto, offro quello che vuole essere un semplicissimo contributo scritto su colui che per noi non è stato solo un padre, ma anche un fratello e, soprattutto, un amico.

Penso che di mio padre debba ricordarsi soprattutto la sua bontà d’animo, essendo egli una persona fondamentalmente buona e carica di una sconfinata umanità. Come si vede anche nel film avevo quindici anni quando mi chiese di regalare il mio motorino al figlio di un uomo morto in una strage di mafia che ne aveva bisogno per recarsi in una borgata di Palermo a fare il panettiere.

A un collaboratore di giustizia, lo stesso che nella rappresentazione cinematografica gli rivela che era stato incaricato del suo assassinio, forniva personalmente le lamette e la schiuma da barba, in un periodo storico in cui mancavano del tutto le agevolazioni di cui oggi essi fruiscono, a volte immeritatamente.

Mio padre, nonostante gli impegni di lavoro, trovava sempre il tempo di stare in famiglia.
Non posso dimenticare con che amore e trasporto mi fece ripetere le mie prime due materie universitarie, dedicandomi intere serate prima degli esami; anche questi flash di vita familiare ho riscontrato, seppur filtrati dalla finzione cinematografica, nel film che Voi oggi presentate.

Era premuroso con tutti. Basti pensare che – di fatto – egli cresceva e seguiva, come fossero suoi, i sette figli della sorella più grande, rimasta vedova prematuramente.
Tengo a sottolineare che noi figli non siamo mai stati viziati, piuttosto “responsabilizzati” innanzi a situazioni molto più grandi di noi, sì che al momento della sua morte può dirsi che eravamo a nostro modo “preparati”, preparati da un padre che tutto avrebbe potuto desiderare fuorché di lasciarci orfani così giovani.

E’ un dato questo importantissimo, del quale tener conto anche e soprattutto durante la visione di questo film, poiché, sin dai primi giorni successivi alla sua morte, circolava la voce che egli fosse andato incontro “rassegnato” a questo infausto destino.
Niente di così falso: mio padre amava in modo assoluto la vita.
In verità – non posso fare a meno di ribadirlo in questa sede – mio padre è stato lasciato “solo”, anche da tanti suoi colleghi che non hanno voluto o saputo fare quadrato intorno a lui nel momento in cui, invece, occorreva massima coesione e distribuzione delle responsabilità.

Tuttavia, noi non abbiamo alcun rammarico, poiché se la morte di mio padre, come quella di tanti prima di lui, è servita a svegliare dal torpore tante coscienze siciliane, ciò ci riempie di gioia.

Si sentiva sempre l’ultimo degli ultimi, i meriti erano sempre degli altri, non si atteggiava mai a protagonista ed era privo di qualsiasi ambizione,a tal punto da non manifestare alcun interesse nel ricoprire quel famoso incarico di Super Procuratore Antimafia, rimanendo prioritaria per lui la vicinanza alla sua famiglia ed alla sua Palermo.

Avrei tanto desiderato avere mio padre al mio fianco nel momento in cui mi sono trovato a fronteggiare situazioni più grandi di me, nel momento in cui ho scelto di fare il Commissario della Polizia di Stato, quello Stato che non seppe essere in grado di difendere e proteggere uno dei suoi figli migliori ma che mio padre ha sempre rispettato ed onorato e ci ha sempre insegnato a rispettare e ad onorare.

Sono convinto che io e la mia famiglia un giorno lo rivedremo, bello e sorridente come lo ricordiamo sempre.

Manfredi Borsellino






Il vostro amico è il vostro bisogno saziato.
E' il campo che seminate con amore e mietete con riconoscenza.
E' la vostra mensa e il vostro focolare.
Poiché, affamati, vi rifugiate in lui e lo ricercate per la vostra pace.

Domle
Fan

Posted - 10/11/2004 :  09:16:14  Show Profile  Visit Domle's Homepage  Send Domle an ICQ Message  Click to see Domle's MSN Messenger address  Reply with Quote
quote:
Lettera
Tuttavia, noi non abbiamo alcun rammarico, poiché se la morte di mio padre, come quella di tanti prima di lui, è servita a svegliare dal torpore tante coscienze siciliane, ciò ci riempie di gioia.





non so se sono più commosso, triste.... o cosa.

E so sicuro che la tua presa di coscienza è quello che Lui avrebbe voluto dai giovani....


How can you not enjoy it and how can you not want to come back?

Pianta un chiodo qui * per avere un monitor nuovo
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MSR-27
Fan

Posted - 10/11/2004 :  16:07:10  Show Profile  Click to see MSR-27's MSN Messenger address  Reply with Quote
Che sia stata Stephy a aprire questa discussione è un fatto oserei dire simbolico: una ragazza giovane e siciliana, che vuol capire che cosa sia successo.

In realtà, anche i più grandicelli come me erano piccoli all' epoca, e quindi se si rifaranno una cultura non farà mai male.

Non ho potuto guardare il film a causa del mio solito turno del kispios, e sempre per lo stesso motivo non potrò farlo prima del fine settimana. In ogni caso, la fedele VHS (vero, Marko?)me lo tiene lì in caldo, pronto per essere guardato.



" Senti com'è buono?"
" Cosa?"
" Il Napalm, non lo senti? Non c'è niente al mondo che abbia questo odore.
Mi piace l'odore del napalm al mattino.
Una volta, abbiamo bombardato una collina, per 12 ore, e poi siamo andati a vedere.
Non c'era più neanche l'ombra di quegli sporchi bastardi...
Ma quell'odore..Sai, quell'odore di benzina...tutto intorno...profumava come...come di VITTORIA.
Un bel giorno questa guerra finirà."
LUNGA VITA AL COLONNELLO KILGORE

Edited by - MSR-27 on 10/11/2004 16:08:13
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riccardino
Fan

Posted - 10/11/2004 :  16:24:29  Show Profile  Reply with Quote
Stephy, data la sensibilità della tua analisi, credo che in fondo tu non sia mai stata una "indifferente", più semplicemente, come tanti giovani, hai avuto e hai, come tutti noi, la necessità di "staccare la spina" rispetto alle frequenti tragiche notizie che ci arrivano quotidianamente dai mass media.
A volte si arriva così stanchi da scuola o dal luogo di lavoro, che diventa umanamente conseguente il desiderio di chiudersi nel proprio "microcosmo" e di non "pensare".
Ma poi, fortunatamente, c'è la nostra coscienza che ci risveglia e ci permette di partecipare a ciò che ci circonda.
Sul valore umano e professionale di Paolo Borsellino non c'è nulla da eccepire.
La mia sensazione è che la mafia sia un fenomeno tuttora ben radicato in Sicilia, da non poter essere debellato con iniziative e interventi di pochi grandi eroi lasciati spesso isolati.
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ALEXXX82
Fan

Posted - 10/11/2004 :  21:06:20  Show Profile  Reply with Quote
Un morto che cammina.......
Questo e' stato Paolo Borsellino, tutti sapevano che questa sarebbe stata la sua fine dopo la strage di Falcone.
Nessuno ha fatto nulla per impedire che cio' accadesse anche se sicuramente sarebbe successo ugualmente. E' questa la cosa che mi rattrista di piu'.
Ricordo quel giorno molto bene, ricordo bene le parole di mio padre:
"era solo questione di tempo"

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Marko
Staff / Moderatore

Posted - 11/11/2004 :  22:50:14  Show Profile  Reply with Quote
Molto bella la lettera del figlio... piena di umanità sincera.
Brava Stephy!



Cannot control this... this thing called Lene

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Domle
Fan

Posted - 19/07/2007 :  15:17:17  Show Profile  Visit Domle's Homepage  Send Domle an ICQ Message  Click to see Domle's MSN Messenger address  Reply with Quote
Sul luogo dell'eccidio tanti bambini intorno alla sorella e alla vedova del magistrato assassinato
il 19 luglio 1992 insieme a cinque agenti della scorta. Omaggi e messaggi ufficiali, l'assenza dei palermitani
Quindici anni fa la strage di via D'Amelio
Il ricordo e la rabbia in memoria di Borsellino

Quindici anni fa la strage di via D'Amelio
Il ricordo e la rabbia in memoria di Borsellino


Via D'Amelio il giorno della strage
PALERMO - Oggi è il giorno della memoria nel ricordo di Paolo Borsellino, procuratore aggiunto a Palermo, e degli agenti che gli facevano da scorta, massacrati nella strage di via D'Amelio il 19 luglio di quindici anni fa. Sul luogo del massacro, dove nella notte si è tenuta una veglia, si sono radunate centinaia di persone e sono state deposte corone e mazzi di fiori mentre un picchetto d'onore ha intonato le note del silenzio.

Quel 19 luglio Borsellino si stava recando a casa dell'anziana madre, dopo essere stato a pranzo a casa di amici. Ma non ha fatto in tempo a scendere dall'auto blindata, e con lui sono morti Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Cusina, Claudio Traina. Unico superstite l'agente Antonino Vullo. La strage di via D'Amelio avvenne esattamente 57 giorni dopo l'attentato di Capaci in cui avevano perso la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta. Paolo Borsellino aveva 51 anni, da 28 anni era in magistratura. Era stato nominato procuratore aggiunto di Palermo dopo avere diretto la procura di Marsala. Aveva preso il posto di Falcone e sapeva che la sua vita era in pericolo.

L'assenza dei palermitani. A testimoniare il ricordo dell'eccidio, oltre al presidente del Senato Franco Marini, al prefetto Giosué Marino, ad alcuni politici, al questore Giuseppe Caruso, molti bambini. Ma la città normale, quella degli impiegati, dei commercianti e dei lavoratori, è rimasta estranea. Non c'erano persone affacciate ai balconi e la strada era colorata solo dai bambini che facevano il gioco dell'oca della legalità. Sul cippo che ricorda la strage vi sono solo le corone d'alloro ufficiali, mancano i mazzi di fiori che fino ad alcuni anni fa portavano le persone lasciando un biglietto con una frase di speranza per il futuro.

In via D'Amelio tanti bambini. "E' quasi un miracolo che il ricordo sia ancora così vivo in un Paese che facilmente dimentica i propri morti. E' importante che la memoria sia affidata ai bambini che non c'erano quando Paolo è morto". Così Rita Borsellino, deputato regionale dell'Unione, ha ricordato il fratello Paolo davanti al cippo che ricorda la strage in via D'Amelio dove si sono radunati centinaia di bambini delle scuole elementari e medie di Palermo tra cartelloni colorati e striscioni con su scritto "La mafia non ci fa paura", "Sconfiggendo la mafia il mondo sarà migliore".

Messaggi e corone di fiori. Tanti i messaggi inviati alla sorella di Paolo Borsellino e alla vedova Agnese. In via D'Amelio, davanti all'ulivo piantato dopo la strage, il presidente del Senato Franco Marini ha deposto una corona. Sul luogo della strage sono state poste due statue che raffigurano Paolo Borsellino e Giovanni Falcone che conversano.

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato un messaggio alla famiglia: "Trascorsi ormai quindici anni dal tragico attentato restano più che mai vivi nella mia memoria e in quella di tutti gli italiani il dolore e lo sgomento per un così terribile evento. L'indelebile ricordo di quel crimine ha contribuito a far maturare una più diffusa e radicata coscienza civile ed a promuovere un rinnovato impegno per il consolidamento dei valori fondanti della nostra Repubblica: legalità, solidarietà e libertà, contro ogni forma di sopraffazione e violenza".

Paolo Borsellino con Giovanni Falcone

Anche il presidente della Camera Fausto Bertinotti ha inviato un messaggio: "A quindici anni dalla tragica morte di Paolo Borsellino - insieme agli uomini della sua scorta - si rinnova il dovere di onorarne la memoria e di esprimere la più viva gratitudine per l'impegno coraggioso con cui egli ha combattuto per l'affrancamento della Sicilia e del Paese dal giogo della mafia". "Il giudice Borsellino e gli agenti di scorta debbono essere considerati da tutti martiri gloriosi della nostra patria, alla memoria dei quali indirizzo il mio commosso deferente omaggio", ha scritto il presidente del Consiglio, Romano Prodi, al prefetto di Palermo.

Grasso: "Non lasciare nulla di intentato". "E' il giorno del ricordo e della commozione" ha detto il procuratore antimafia Pietro Grasso, arrivando in via D'Amelio. E poi, parlando dei recenti sviluppi delle indagini: "Non ho mai sentito nominare servizi segreti non deviati. Questa ormai è una frase fatta che non rende bene quella che è la realtà. Abbiamo un problema morale ed etico di non lasciare mai nulla di intentato, di non verificato e controllato. Bisogna continuare sempre a cercare qualsiasi elemento utile alla verità".

L'inchiesta continua. L'inchiesta sulla strage ha portato a tre diversi filoni processuali, ma rimangono misteri e zone d'ombra. E' stata fatta luce sul livello organizzativo ed esecutivo dell'attentato, ma non si sono scoperti i mandanti. E questo anniversario è segnato dalle notizie sulla riapertura dell'inchiesta della procura di Caltanissetta su ipotetici coinvolgimenti dei servizi segreti deviati nell'attentato e sui mandanti occulti della strage e dall'accorato appello del fratello di Borsellino, Salvatore, che chiede risposte alle tante domande sulla strage che presenta tuttora lati oscuri.

Il ruolo dei servizi segreti. La sorella di Paolo Borsellino poi, in riferimento alle indagini sul ruolo dei servizi deviati, ha commentato: "Questa pista è stata lasciata troppo in fretta ma ho ancora fiducia nello Stato, quello vero. Come diceva mio fratello ci sono persone che occupano abusivamente le istituzioni". Poi in riferimento alle indiscrezioni secondo cui ci sarebbero cinque boss mafiosi pronti a collaborare con i magistrati per chiarire i punti oscuri della strage ha detto: "Mi meraviglio che ce ne siano ancora, ma è utile che vengano utilizzati nel corso delle indagini".

Gip, no ad archiviazione inchiesta "agenda rossa". Il giudice per le indagini preliminari di Caltanissetta, Ottavio Sferlazza, ha respinto la richiesta di archiviazione dell'inchiesta sul furto della "agenda rossa" del giudice Paolo Borsellino, scomparsa dalla borsa del magistrato poche ore dopo la strage di via d'Amelio. L'udienza si è tenuta ieri e il magistrato si è riservato sulle ulteriori decisioni: imporre l'imputazione coatta alla procura oppure ordinare ulteriori indagini. Nel fascicolo, rimasto a carico di ignoti, si ipotizza il reato di furto.

L'agenda al centro dell'inchiesta. L'agenda rossa, da cui il magistrato non si separava mai, è ritenuta dagli investigatori fondamentale per individuare i mandanti occulti dell'eccidio di via D'Amelio. "Abbiamo denunciato entro dodici ore la scomparsa dell'agenda rossa di mio fratello e abbiamo chiesto di capire chi c'era dietro la sua morte. Fin da subito è stato chiaro che qualcosa non funzionava e già mio fratello Paolo aveva detto che quello che c'era non era solo mafia", ha detto ancora Rita Borsellino, che ha aggiunto: "Le forze dell'ordine e i magistrati in questi anni nonostante le difficoltà hanno fatto un eccellente lavoro e oggi si può fare ciò che prima non era possibile. Ma dov'è la politica nella lotta alla mafia? Io la cerco, ma non riesco a trovarla".

(19 luglio 2007)

http://www.repubblica.it/2007/07/sezioni/cronaca/borsellino/quindici-anni/quindici-anni.html



Di lui al saluto con Lene ricordo distintamente anch'io il "Come here!" e il tendere le braccia di Lene.Domle stava proprio a fianco a me; mi sono sorpreso x un attimo, perche' Domle e' stato l'unico ad essere stato "riconosciuto", ma come dimenticare l'onnipresente tifoso del TIL?
-----Aker brygge, sarai per sempre la mia neste stopp-----

Edited by - Domle on 19/07/2007 15:17:29
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riccardino
Fan

Posted - 20/07/2007 :  12:51:13  Show Profile  Reply with Quote
Mi pare che in questi giorni (ieri sera?) sia andata in onda in TV, una puntata dedicata all'eroe Borsellino. Non ho avuto occasione di vederla, ma credo sia importante che la TV ricordi questi grandi personaggi, è un modo perchè la gente non dimentichi.
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Domle
Fan

Posted - 20/07/2007 :  17:18:17  Show Profile  Visit Domle's Homepage  Send Domle an ICQ Message  Click to see Domle's MSN Messenger address  Reply with Quote
L’alibi perfetto di una memoria che fa “ginnastica’”
Chi ha rubato l'agenda rossa di Paolo Borsellino? Chi se ne
serve, da quindici anni, probabilmente a scopo di ricatto? Se non
cerchiamo di rispondere a queste domande, non possiamo dirci
cittadini italiani consapevoli, ma soprattutto non possiamo
illuderci di aver onorato la memoria di Paolo Borsellino e dei
cinque agenti della sua scorta assassinati 15 anni fa in via
D’Amelio con l’ennesima esplosione stragista della storia
repubblicana.
La memoria è importante. Ma attenzione: la “ginnastica della
memoria’’ rischia di trasformare la memoria in uno sterile
esercizio di autocommiserazione. Non bastano più i rituali
commemorativi a base di retorica, passerelle, applausi e
commozione per poi tornare a casa e ricominciare tutto come
prima. Perché i rituali producono quella melassa emozionale che
è il fertilizzante delle fiction antimafia, tanto di moda oggi:
quelle agiografie ad uso e consumo della buona coscienza
nazionale, che hanno il pregio di informare l’opinione pubblica,
ma il difetto di banalizzare la storia perché divulgano verità di
comodo, che in genere non offendono nessuno, che non mettono
nulla in discussione, ma siccome fanno audience, allora vanno
bene lo stesso.
La memoria distorta non aiuta a capire. E la verità ufficiale, se
non è verità fino in fondo, è disinformazione.
Nel suo libro “la Camera chiara’’, Roland Barthes scriveva: “La
storia è isterica: essa prende forma solo se la si guarda, e per
guardarla bisogna esserne esclusi’’. Quindici anni sono un
periodo lungo. Molti giovani oggi sono realmente “esclusi’’ da
quella storia di morte, ma forse proprio per questo possono
guardarla con un atteggiamento sinceramente aperto e
interessato ad una verità completa, ad una verità senza
compromessi, quale essa sia. Molti giovani, oggi, non sanno
neppure cosa sono state le stragi del ’92 e del ’93 in Italia,
perché ci sono state, da chi siano state volute, chi siano stati gli
esecutori, chi possano essere i “mandanti occulti’’. Parlarne e
ricordarle é sempre una buona cosa per conoscere, per capire,
perché non succeda più. Ma non basta.
Noi non ci stanchiamo di ripetere che dietro le stragi del 1992 e
del 1993, 1000 chili di tritolo stragista confezionato con
composti militari, oltre venti morti, cento feriti, eseguite da
Cosa nostra e dai soliti ignoti committenti, c'è la coscienza
sporca del nostro presente, perché dietro quelle stragi c’è la
genesi della nostra Seconda Repubblica che, come ripete da anni
il pm Antonio Ingroia, ex allievo prediletto di Paolo Borsellino,
“affonda i suoi pilastri nel sangue’’.
Non ci stanchiamo di ripetere che quelle stragi sono state il folle
rilancio di una partita (che qualcuno ha definito “trattativa’’)
giocata da raffinatissime menti criminali, che hanno messo lo
Stato italiano sotto scacco per occupare le istituzioni, traballanti
dopo Tangentopoli e il crollo dei partiti tradizionali, e
conquistare una posta tutta politica: l’abolizione del 41 bis,
l’abolizione dell’ergastolo, l’abolizione della confisca dei beni,
la revisione dei processi, leggi più favorevoli al rientro dall’
estero e alla gestione di ingenti capitali di provenienza oscura.
Il guaio è che, cessate di colpo le stragi, con la nascita della
Seconda Repubblica, poco alla volta, una botta da destra e una
da sinistra, queste richieste sono diventate materia di riforme, di
autentiche concessioni, ovvero leggi dello Stato, in nome di un
garantismo ipertrofico che non si capisce a chi debba servire se
non agli stessi manovratori occulti della strategia della tensione,
alle stesse centrali del potere criminale. Perché?
Quale eredità hanno lasciato le stragi del ’92 e del ‘93 nelle
stanze del potere in Italia?
La paura di un nuovo Novantadue, oggi, torna ad agitare il
paese: dai veleni del caso Bnl-Unipol, alla nuova
contrapposizione tra politica e magistratura, tra ceto politico e
informazione, fino all' allarme lanciato recentemente sul ritorno
all' operatività di una “nuova P2’’, o meglio di un ''agglomerato
oscuro'' che si muove in una logica di ricatto, un “network di
potere’’ in possesso di un disegno strategico per indebolire i
partiti, per minare la loro credibilità, proprio come avvenne
quindici anni fa, con Tangentopoli, in un clima di
destabilizzazione sempre più forte culminato poi nella stagione
delle stragi. Pensiamo al caso Visco-Speciale, allo spionaggio
militare, alla ''control room'' di Telecom, al dossieraggio
diffuso, alle campagne di discredito contro Prodi prima delle
elezioni 2006. Lo stesso Ingroia, recentemente, in un’intervista
tv, ha giudicato la politica italiana una politica ''debole'',
sottolineando la necessità della massima vigilanza democratica,
per evitare il pericolo di una ''spallata'' alle istituzioni,
nuovamente e tristemente attuale nel paese. La storia, insomma,
si ripete, sia pure con le dovute differenze, quindici anni dopo le
stragi.
È questa l’eredità che pesa come una zavorra sul destino della
Seconda Repubblica?
I protagonisti della politica italiana vogliono davvero davvero
provare ad avvicinarsi alla verità completa sullo stragismo del
'92 e del '93? I potenti della ''casta'', i ministri, i senatori e i
deputati italiani, vogliono veramente lavorare al
perfezionamento del percorso di verità avviato dalla
magistratura e purtroppo rimasto tuttora incompleto? Come mai
l’indifferenza, l’ostruzionismo, l’ottusita’ e la distrazione, le
“apparenti ingenuità’’’ degli apparati istituzionali preposti alla
protezione di Paolo Borsellino, quelle omissioni colpevoli che
quindici anni fa portarono alla morte del procuratore aggiunto di
Palermo, non hanno finora suscitato una mobilitazione politica,
vera, concreta, alla ricerca della verità ulteriore su quell'
eccidio?
Perché nessuno all’interno dei partiti, all’interno del Parlamento,
all’interno del governo di centro-sinistra, raccoglie la richiesta,
più volte avanzata da Rita Borsellino, di istituire una
commissione parlamentare d’ inchiesta che scavi sui misteri
ancora irrisolti delle stragi del ’92 e del ’93?
C'entra, con questa apatia istituzionale, quell'agenda rubata,
forse a scopo di ricatto? I protagonisti occulti di quella stagione
di terrore e di trattative sommerse, rimasti impuniti, oggi dove
sono? E i loro complici, i garanti del silenzio, si muovono
ancora indisturbati nelle stanze dei bottoni? È per questo che le
stragi sembrano destinate a restare “buchi neri’’ della nostra
storia recente?
Se non proviamo a rispondere a questi interrogativi, se non
proviamo a pretendere una risposta da chi ha il potere e il
dovere di rispondere alle nostre domande, non potremo dire di
aver onorato la memoria di Paolo Borsellino e dei cinque agenti
della sua scorta, assassinati a Palermo con una strage al tritolo.
Né con una Messa, né con una corona di fiori, né tanto meno
con una fiction, sia pure d'autore.
Sandra Rizza
Giuseppe Lo Bianco



Di lui al saluto con Lene ricordo distintamente anch'io il "Come here!" e il tendere le braccia di Lene.Domle stava proprio a fianco a me; mi sono sorpreso x un attimo, perche' Domle e' stato l'unico ad essere stato "riconosciuto", ma come dimenticare l'onnipresente tifoso del TIL?
-----Aker brygge, sarai per sempre la mia neste stopp-----
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Domle
Fan

Posted - 24/07/2007 :  14:29:11  Show Profile  Visit Domle's Homepage  Send Domle an ICQ Message  Click to see Domle's MSN Messenger address  Reply with Quote
Durissima lettera del fratello di Paolo Borsellino
«Basta lacrime, vendichiamo Paolo»
«Finiamola con le commemorazioni fatte da chi ha contribuito a far morire mio fratello». E ai politici: «il Sud abbandonato alla mafia»


MILANO - «È ora di smettere di piangere per Paolo, è ora di finirla con le commemorazioni, fatte spesso da chi ha contribuito a farlo morire». È una lettera durissima quella scritta da Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, il giudice morto 15 anni fa nella strage di via D'Amelio a Palermo. L'ingegnere Borsellino, che vive a Milano, ha voluto replicare al documentario sulla mafia a Palermo andato in onda lunedì sera su rai3 e condotto da Alexander Stille. Si tratta della seconda lettera che il fratello del magistrato ammazzato dalla mafia con quattro agenti della scorta, scrive. La prima lettera era stata scritta pochi giorni fa alla vigilia delle commemorazioni per il 15esimo anniversario delle stragi di Capaci e via D'Amelio.
VENDICARE - «È l'ora invece di dimenticare le lacrime, è l'ora di lottare per Paolo, lottare fino alla fine delle nostre forze, fino a che Paolo e i suoi ragazzi non saranno vendicati e gridare, gridare, gridare finchè avremo voce per pretendere la verità, costringere a ricordare chi non ricorda», prosegue Salvatore Borsellino.
POLITICI - Borsellino si chiede «dove sono le migliaia di persone che
cacciarono e presero a schiaffi i politici che, scacciati dai funerali di Paolo, avevano osato andare nella Cattedrale di Palermo, davanti alle bare dei ragazzi morti insieme a lui, a fingere cordoglio e disputarsi i posti più in vista nei banchi della chiesa?»
. E ancora: «Dove sono le migliaia di giovani, di gente di tutte le età, che ai funerali di Paolo continuavano a gridare il suo nome, Paolo, Paolo, Paolo?». «Ricordi il presidente del Consiglio e ricordino tutti i politici - prosegue Salvatore Borsellino - che guidare l'Italia non è gestire un tesoretto, disquisire su scalini e scaloni, o azzuffarsi sugli interventi nelle missioni all'estero, e dimenticare che i veri problemi sono nel nostro stesso paese, in un Sud abbandonato alla mafia, alla camorra, alla ndrangheta».
GIOVANI - Quindi l'appello ai giovani: «Ricordate che non ci può essere una repubblica, non ci può essere una democrazia fondata sul sangue, fondata sui ricatti incrociati legati alla sparizione di un'agenda rossa e delle memorie di un computer e a quello che può esserci scritto o registrato. Ricordate che non basta cambiare nome ad un partito e poi, nel discorso programmatico del suo capo in pectore non sentire neanche pronunciare la parola mafia. Ricordate che il futuro è vostro e che ve lo stanno rubando».



Di lui al saluto con Lene ricordo distintamente anch'io il "Come here!" e il tendere le braccia di Lene.Domle stava proprio a fianco a me; mi sono sorpreso x un attimo, perche' Domle e' stato l'unico ad essere stato "riconosciuto", ma come dimenticare l'onnipresente tifoso del TIL?
-----Aker brygge, sarai per sempre la mia neste stopp-----

Edited by - Domle on 24/07/2007 14:32:05
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Domle
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Posted - 17/07/2009 :  12:58:56  Show Profile  Visit Domle's Homepage  Send Domle an ICQ Message  Click to see Domle's MSN Messenger address  Reply with Quote
http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/cronaca/mafia-8/inchieste-riaperte/inchieste-riaperte.html

http://tv.repubblica.it/copertina/paolo-sapeva-di-stato-e-mafia/35212?video


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Ryu
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Posted - 18/07/2009 :  20:05:15  Show Profile  Visit Ryu's Homepage  Reply with Quote
Stamattina ho visto uno speciale TG Parlamento sull'argomento.


Lo vuoi un palloncino? Galleggiano.
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lenya
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Posted - 19/07/2009 :  09:38:58  Show Profile  Reply with Quote
Nonostante il binomio Sicilia=Mafia continua a esistere o persistere nella mente di tutti, il ricordo, l'immagine, le parole e le azioni di un uomo come Paolo Borsellino sono molto più forti e vivono oggi più di allora nella mente dei giovani siciliani. "Paolo Borsellino Vive" non è semplicemente uno slogan, perchè se adesso nessuno ha più paura di scendere in piazza e manifestare contro la mafia o qualsiasi forma di organizzazione è grazie al suo al loro esempio!Non posso dirvi personalmente del corteo di ieri e di questa sera che ogni anno si organizza a Palermo come in numerose altre città della Sicilia,(perchè questa sera non sarò presente), ma quello che ho visto il 23 Maggio scorso, per giorno della memoria di Falcone mi ha riempito davvero il cuore di commozione e speranza perchè le giovani menti sanno già dalla parte di chi stare e se gridano i loro nomi e perchè quei nomi qui non li ha mai dimenticati nessuno perchè chi va contro corrente (contro la mafia) ha perso la vita per un'idea che vive ancora..e noi qui lo sappiamo!
Rivedere questa parte finale della fiction mi fa davvero riflettere molto http://www.youtube.com/watch?v=G79Cmp_XkNA

Edited by - lenya on 19/07/2009 09:39:34
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Marko
Staff / Moderatore

Posted - 19/07/2009 :  12:02:14  Show Profile  Reply with Quote
Ha detto qlc anche Riina, per tirarsi fuori dall'omicidio di Borsellino e spostare le responsabilità su "loro" (politici o imprenditori/mafiosi, sembra). Di quello che dice una persona simile non c'è da fidarsi, ma su alcune cose si può facilmente convenire che non stia mentendo, come quando afferma che alcune cose le aveva dette ai magistrati già anni fa, ma loro non avevano indagato più a fondo perché evidentemente erano implicati dei servitori dello Stato.
Speriamo si riesca a fare più chiarezza nei prossimi tempi, l'opinione pubblica vuole sapere e questa è storia, non la si può tacere.


- Jeg har lyst til å dra på en mat-og vinturné i Italia
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Domle
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Posted - 19/07/2009 :  12:22:54  Show Profile  Visit Domle's Homepage  Send Domle an ICQ Message  Click to see Domle's MSN Messenger address  Reply with Quote
Si ho letto l'articolo su repubblica... dice che l'hanno ucciso "loro" parlando di servizi segreti, ciancimino ecc...

Cmq scendo a palermo di sicuro prima o poi.. già quest'anno è stato bruttissimo rinunciarci.

http://www.facebook.com/video/video.php?v=1090481417506&ref=mf



Edited by - Domle on 19/07/2009 12:36:40
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Ryu
Fan

Posted - 19/07/2009 :  13:40:01  Show Profile  Visit Ryu's Homepage  Reply with Quote
Proprio oggi ricorre l'anniversario.


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Domle
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Posted - 19/07/2009 :  22:13:17  Show Profile  Visit Domle's Homepage  Send Domle an ICQ Message  Click to see Domle's MSN Messenger address  Reply with Quote
Si diciamo che non erano post messi a caso un giorno a caso


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Ryu
Fan

Posted - 20/07/2009 :  10:11:43  Show Profile  Visit Ryu's Homepage  Reply with Quote
Lo so. Altrimenti non avrei postato in un topic dal titolo "Paolo Borsellino".


Lo vuoi un palloncino? Galleggiano.

Edited by - Ryu on 20/07/2009 10:13:01
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lenya
Fan

Posted - 20/07/2009 :  16:27:47  Show Profile  Reply with Quote
quote:
Originally posted by Ryu

Lo so. Altrimenti non avrei postato in un topic dal titolo "Paolo Borsellino".



Scusami, ma come è già stato detto da Domle, non abbiamo postato a "caso" e poi il topic esiste da molto tempo indipendetemente dalla ricorrenza... quindi non capisco la tua affermazione
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Domle
Fan

Posted - 22/07/2009 :  10:22:05  Show Profile  Visit Domle's Homepage  Send Domle an ICQ Message  Click to see Domle's MSN Messenger address  Reply with Quote
http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/cronaca/mafia-8/inchiesta-riapeerta/inchiesta-riapeerta.html


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Eglie
Fan

Posted - 30/07/2009 :  09:27:14  Show Profile  Reply with Quote

Strage Borsellino, il processo si rifarà
Il giudice disse: "Mi ha tradito un amico"



http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/cronaca/mafia-9/mafia-9/mafia-9.html
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