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 INDULTO

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T O P I C    R E V I E W
riccardino Posted - 02/08/2006 : 11:32:08
Di recente è stato approvato l'indulto dai 2 rami del Parlamento a maggioranza politicamente "trasversale".
La motivazione di fondo che è stata addotta dai fautori di questo provvedimento è l'inumana condizione in cui verserebbero molti carcerati nelle diverse prigioni italiane.
Di Pietro si è battuto senza successo contro questo provvedimento.
Non ho aperto questo Topic per fare valutazioni politiche, anche perchè, come ho ricordato, l'approvazione del provvedimento è avvenuta con l'appoggio della maggioranza di entrambi gli schieramenti.
Desidero invece aprire un dibattito con voi, se ne avete voglia, sull'opportunità di questo provvedimento.
So che tutti i sondaggi realizzati sull'argomento hanno evidenziato che la maggioranza degli intervistati non era d'accordo con questo provvedimento.
In effetti, il risultato di questa operazione, a mio avviso, è che c'è il rischio che molti ex-detenuti tornino presto a delinquere, per motivi diversi, fra cui il difficile reinserimento nella società.
Tale rischio sembra confermato dalle prime notizie che stanno arrivando:

http://notizie.alice.it/notizie/search/index.html?filter=foglia&nsid=12007606&mod=foglia&pmk=feed&pmk=HPfad

Che ne pensate? C'era davvero bisogno di mettere in libertà tanta gente? Non pensate che ci possano essere rischi per la collettività?
20   L A T E S T    R E P L I E S    (Newest First)
KGB Posted - 11/08/2006 : 18:00:40
Mah...
Ho sempre avuto dei forti dubbi per quanto concerne la concessione dell'indulto o qualsiasi altra forma di condono delle pene.
Prendere un provvedimento del genere starebbe a significare "perdonare una persona", quella persona che per futili motivi o meno ha comunque commesso un reato...
Io penso che sarebbe necessario interrompere le cosiddette "missioni di pace" in Afghanistan o in Iraq, indipendentemente da quello che i nostri () alleati americani continuano a fare semplicemente per far vedere tutta la loro (presunta) volontà di portare la pace, e usare il denaro per il finanziamento delle missioni alla costruzioni di nuove carceri.
Chi sbaglia deve pagare... Il condono della pena dovrebbe essere assegnato a coloro che si trovano dietro le sbarre perchè vittime dei cosiddetti "errori giudiziari".

Ad pænitendum properato cito qui iudicat.

Ivan "KGB"
riccardino Posted - 10/08/2006 : 12:01:17
Secondo me l'articolo di Travaglio evidenzia le lacune politiche di questo provvedimento, risultato di un inciucio tra maggioranza e opposizione.
Quando ho aperto il Topic avevo peraltro precisato che mi sarebbe piaciuto dibattere sugli aspetti giudiziari ed umani, perchè quelli politici sembrano abbastanza chiari.
Dal punto di vista giudiziario, lo stesso articolo di Travaglio dimostra che l'indultino precedente procurò dopo pochi mesi l'aumento della popolazione carceraria.
E' lecito pertanto attendersi che anche il presente indulto possa avere simili ripercussioni, nonostante le buone intenzioni del Governo di riabilitare un terzo dei fuoriusciti.
Tutto ciò, non dimentichiamolo, avrebbe un impatto negativo sulla collettività, nel senso che aumenterebbe il numero delle vittime dei reati.
A mio avviso, pertanto, la domanda da porsi è: a chi giova questo provedimento? A chi esce di galera no, se è vero che dopo un pò rientra. Alle nuove vittime dei reati tanto meno!
Senza contare che tali provvedimenti di massa possono determinare un escalation di richieste individuali da parte di coloro che non ne hanno potuto beneficiare (ho citato il caso Bilancia, che mi sembra emblematico).
In conclusione, mi pare che questo provvedimento non serva nè ai delinquenti nè ai cittadini.
Se serve soltanto ai partiti politici, per opposte ragioni, come pare trasparire dall'articolo di Travaglio, è una vergogna di cui tali partiti si devono assumere una pesante responsabilità.
Marko Posted - 09/08/2006 : 22:39:05
Ho letto. Avevo fatto già notare la maggior parte delle cose dette, ma soprattutto dall'intervento di Travaglio si capisce meglio cosa succede nelle carceri e quali siano le leggi che hanno prodotto questa situazione (a cui avevo accennato molto genericamente x non rientrare in discorsi politici). Cmq Travaglio sa bene che senza l'accordo con FI non si sarebbe avuto nessun indulto, quindi ribadisco che in certa misura il fine giustifica i mezzi, pure se si dovevano prendere già da prima provvedimenti x evitare che questa gente torni sempre a farsi il giro delle carceri. Adesso bisogna cercare di completare l'opera come da lui suggerito facendo il possibile x migliorare la situazione carceraria e quella di chi è fuori ma si trova in condizioni pietose.


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Domle Posted - 09/08/2006 : 22:15:35
http://www.beppegrillo.it/

Gli ultimi due post parlano proprio di Indulto. Uno è di Fassino, l'altro è di Travaglio.

--------------------------------
Di lui al saluto con Lene ricordo distintamente anch'io il "Come here!" e il tendere le braccia di Lene.
Domle stava proprio a fianco a me; mi sono sorpreso x un attimo,
perche' Domle e' stato l'unico ad essere stato "riconosciuto", ma come dimenticare l'onnipresente tifoso del TIL?

-----Aker brygge, sarai per sempre la mia neste stopp... -----
Marko Posted - 09/08/2006 : 22:07:17
Allora, mi ero espresso un po' male, ma il concetto che bisogna tenere a mente è che l'indulto fa uscire solo chi ha meno di 3 anni ancora da scontare: se un omicida ne ha scontati già 18 ed esce prima dei normali 21, non è che cambi tantissimo a mio avviso. Se esce prima o x l'indulto o x buona condotta e torna ad uccidere, non credo che non l'avrebbe fatto anche 3 anni dopo, lì ci fai poco, le cause sono altre e vanno risolte in altro modo, come ho già tentato di spiegare. Cioè il legislatore non può prevedere le reazioni di ogni singola persona, vorrà dire che chi si macchia di un nuovo reato tornerà ad essere arrestato e stavolta avrà anche le aggravanti.
L'indulto è vero che accelera i tempi dell'uscita di alcuni in modo apparentemente ingiustificato, ma in realtà va visto + come un'occasione x chi non ha commesso reati tanto gravi, come il furto e lo spaccio o il possesso di sostanze stupefacenti, che per chi ha commesso grandi reati, che poi sono in minor numero e -sono d'accordo, l'ho detto fin dall'inizio- si poteva evitare di includere nella lista, ma in quel caso non vi sarebbe stato accordo x far passare l'indulto.
Non sottovaluto la gravità dello spaccio o del possesso di stupefacenti, ma i discorsi che si possono fare in merito alla maggiore o minore gravità di certi reati è molto relativa. E' vero ad es. che uno stupro non uccide come può uccidere la droga, ma c'è anche da considerare che quella della droga è x lo + una scelta consapevole, poi rientrano fattori come la quantità di sostanze possedute (quanti giovani ne usano in quantità limitate?), lo stupro invece è una violenza e basta, anche psicologica, che produce maggiore indignazione sociale. Quindi molto dipende dal sentire di ogni persona e in generale di una società; ora ad es. in Inghilterra vogliono sanzionare + severamente chi beve, perché giustamente anche l'alcol è considerata una forma di droga... ma sarebbe seriamente concepibile arrestare tutti quelli che bevono?
Tu parli di legislatore che legifera e basta. Hai ragione, anche se l'indulto è in effetti una sorta di "perdono" relativo, non dev'essere invece un abbuono dato senza motivo. Non dimentichiamo che lo Stato condanna e fa giustizia al posto dei cittadini, perché non sarebbe concepibile vivere in una società in cui ognuno si fa giustizia da sé. Quindi lo Stato condanna, ma "perdona" anche, cioé offre una nuova occasione di redimersi in anticipo sui tempi, anzi proprio il fatto di "fare il primo passo" dovrebbe incoraggiare il malfattore a prendere quest'occasione come una sorta di grazia e spingerlo a fare meglio (se non lo fa, peggio x lui). Io quindi ci vedo molte analogie col perdono. Che poi il perdono vero e proprio rientri nella sfera personale di ogni persona, non c'è dubbio, così come vi rientra anche la giustizia: credo che nessuno possa dirsi soddisfatto anche se l'assassino di un proprio caro sconta 30 anni di carcere, alcuni vorrebbero la pena di morte (ma neanche quella può soddisfare, perché nulla può rimpiazzare ciò che ti è stato tolto).
Ma alla fine siamo sempre lì: giustizia intransigente o, una tantum, "misericordia" parziale, e sottolineo parziale? Se il governo ha optato x quest'ultima, non mi sento di condannarlo, x me ha dato un esempio di civiltà non trascurabile. Poi ho già detto che si dovrebbero prendere provvedimenti individuali, far uscire solo chi + lo merita (appunto x questo sono previsti anche istituti come la buona condotta), ma sappiamo bene che non è possibile fare certe indagini, quindi c'è da assumersi una parte di rischio nell'operazione.
Quello che voglio sottolineare ancora è che non sono soddisfatto x come è stato annunciato e attuato questo indulto, ma l'istituto in sé non è malvagio e prob. sarebbe molto + efficare x i detenuti e provocherebbe meno indignazione sociale se fosse preceduto da un periodo di rieducazione e cura in istituti più umani e vivibili dei nostri carceri.


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riccardino Posted - 09/08/2006 : 18:20:25
quote:
Originally posted by Marko
Ma il fondo del mio pensiero è: se si prende un provvedimento del genere, è come perdonare una persona, cioé lo Stato mostra la sua buona volontà verso chi si è comportato male (ma non in modo eccessivo). Quindi capisco benissimo l'indignazione o l'incomprensione delle persone che in genere non sono neanche propense a perdonare, capisco meno chi invece dovrebbe considerare il perdono (senza facili amnistie, ovvio) uno dei suoi obiettivi di fede e non solo.



Credo sia profondamente sbagliato affermare che le persone che hanno beneficiato dell'indulto "si sono comportate male (ma non in modo eccessivo)".
Chi uccide o spaccia droga (e quindi distribuisce morte ai ragazzi), a mio avviso, commette un reato gravissimo, che va sanzionato severamente dallo Stato. Questo va sottolineato, altrimenti sembra che di galera siano uscite in anticipo 6000 mammolette innocenti, mentre fra molti di loro ci sono delinquenti di rango che rischiano (alcuni lo hanno già fatto) di tornare a delinquere.
Fra l'altro, questo provvedimento di indulto, sta incoraggiando altri delinquenti, addirittura ergastolani, come Donato Bilancia, serial-killer ligure, ad avanzare diritti per vedersi scontata la pena e magari finire agli arresti domiciliari (è notizia di oggi che il suo avvocato difensore si sta muovendo in tal senso).
Per quel che riguarda il concetto di perdono, credo che da parte tua sia sbagliato come principio attribuire al Legislatore, a Riccardino o a Marko, la facoltà di perdonare i beneficiari dell'indulto, è giusto semmai attribuire tale facoltà a chi è stato direttamente toccato dal reato commesso da ciascuno dei fuoriusciti (vittima, o parenti delle vittime).
Il Legislatore non perdona, legifera e basta, bene o male che sia.
Personalmente credo nel perdono e nella vita finora a chi mi conosce bene l'ho dimostrato, ma sono contro l'indulto perchè temo che chi esce dal carcere anzitempo possa fare del male a delle persone innocenti. Ricordo 2 anni fa l'episodio di un egiziano uscito di galera su istanza di un giudice, avrebbe dovuto scontare ancora qualche anno, uscì credo per "buona condotta". Appena uscito, attese l'ex-fidanzata (italiana) su una strada isolata e l'accoltellò a morte. E' uno dei tanti esempi che consentono di ricordare a me stesso, uomo di fede e anche di perdono, che la giustizia non va confusa col perdono. Se devo scegliere tra il sacrificio di una vita innocente e la certezza della pena, scelgo quest'ultima.
Marko Posted - 09/08/2006 : 16:32:52
Riccardino, a calcoli fatti fra 1 anno uscivano cmq. Colpa quindi della legge italiana, non certo dell'indulto, che ha solo accelerato i tempi.
La notizia buona degli ultimi giorni è che il governo ha un piano per recuperare 2.000 detenuti al mondo lavorativo tramite un tirocinio di 6 mesi. Mi chiedo perché solo 2mila, ma è già un buon primo passo, una di quelle misure che devono necessariamente accompagnare un provvedimento come l'indulto.

In generale ci tenevo a dire che se l'argomento "chi sbaglia paghi" è corretto, stiamo parlando qui di "indulto" appunto, che è un provvedimento di clemenza che però non è un'amnistia generale, perché il reato resta e si continua a scontarlo se si ricade nello stesso reato nei 5 anni successivi dalla scarcerazione. Ma il fondo del mio pensiero è: se si prende un provvedimento del genere, è come perdonare una persona, cioé lo Stato mostra la sua buona volontà verso chi si è comportato male (ma non in modo eccessivo). Quindi capisco benissimo l'indignazione o l'incomprensione delle persone che in genere non sono neanche propense a perdonare, capisco meno chi invece dovrebbe considerare il perdono (senza facili amnistie, ovvio) uno dei suoi obiettivi di fede e non solo.
Cmq anche chi non accetta l'indulto come idea, sappia che ve ne sono stati già moltissimi in passato, quindi non è che sia una novità di ora. Anzi, questo indulto qui è stato il + "leggero" di sempre, non x numero di scarcerati, ma x la tipologia degli scarcerati. In passato usciva gente che aveva fatto ben di peggio. Questo dato tra l'altro costituisce un'altra conferma dell'anomalia del modo in cui è stata amministrata giustizia negli ultimi anni, perché se è uscito un n. di persone altissimo per dei reati molto leggeri, vuol dire che troppo facilmente si butta la gente dietro le sbarre da qlc anno a questa parte, quando x molti (Stato e sistema economico compreso) sarebbe + proficuo che questa gente andasse in strutture di recupero.

Tornando all'indulto in sé, la mia opinione è che pur dovendosi rispettare e tutelare le vittime, un provvedimento come l'indulto, applicato una volta ogni Tot -molti- anni (se lo si applicasse troppo spesso la giustizia diventerebbe chiaramente una barzelletta) e in modo moderato a chi già è avviato verso l'uscita, possa costituire un segnale di civiltà ben diverso rispetto a quello del pugno di ferro, che sappiamo bene non serve a migliorare le cose, ma soltanto a tenerle a freno.
Io sono sempre x usare le buone, perché chi non ragiona con le buone, difficilmente lo farà con le cattive, oppure starà buono soltanto x timore o x convenienza ma alla prima occasione ti accoltella alle spalle. Ma questa è questione di punti di vista, di filosofia comportamentale, che oggi però è orientata proprio verso metodi + conciliativi, mentre la vecchia tecnica della sottomissione necessaria di uno all'altro è stata superata perché porta solo frutti peggiori.

Resto quindi favorevole all'indulto in sé, scettico semmai su diversi punti di quest'indulto, soprattutto per come è stato presentato. E' sbagliato secondo me sbandierare come ragione dell'indulto la necessità di sfoltire le carceri, perché si dà l'immagine di uno Stato che non sa gestire la giustizia, cui i detenuti danno quasi "fastidio", mentre si doveva motivare l'indulto come una possibilità offerta a tutti quelli di buona volontà per ricominciare la propria esistenza.
Nei confronti di uno Stato che quindi quasi caccia i suoi detenuti viene ovvio chiedersi: perché non trasferirli piuttosto tutti in strutture di recupero, facendo loro scontare il resto della pena fuori dai carceri "puri" ma pur sempre dentro e controllati, svolgendo allo stesso tempo lavori di reinserimento sociale? Forse non ci sono abb. strutture e personale di tal tipo, perciò dicevo che semmai è quel tipo di strutture che bisogna costruire.

Un'ultima cosa: molti temono che con l'uscita di tanti carcerati, la società diventi meno sicura. Per fortuna -ma non c'è proprio da esserne fieri- ciò è smentito dai dati.
Basti pensare che del 95% dei furti che oggi avvengono non si trovano i responsabili oppure se ne perdono di nuovo le tracce, per cui viene arrestato in media solo un ladro ogni 20 denunciati. Peggio ancora se si considera che parliamo appunto di furti denunciati, perché ce ne sono tanti che non vengono denunciati, e ovviamente x questi è impossibile fare una stima.
In generale, i reati verso ignoti in Italia superano la soglia dell'80% del totale dei reati denunciati. Questo dovrebbe portare a capire 2 cose: 1. un provvedimento come l'indulto non modifica granché, reimmettendo in società forse il 2% dei delinquenti, che poi non sono quelli pericolosi; 2. il problema vero della società non è l'indulto, le carceri, l'immigrazione o quant'altro, ma semplicemente, come sempre, la mancanza di una cultura dell'onestà e spesso la mancanza di lavoro, specie qui al Meridione, ma non solo.
E poi c'è il problema grave della giustizia lenta e incapace di gestire tutta la delinquenza. Pur essendoci grandi successi relativamente alla delinquenza di stampo mafioso e ai reati + gravi (che giustamente sono quelli che il legislatore e il sistema giustizia deve perseguire in modo primario) manca una struttura capillare di informazioni e di procedure + velocizzate per la grande massa di reati, che sono quelli + leggeri.
Una soluzione importante è venuta dalla proposta fatta un anno fa dall'ex procuratore naz. antimafia Vigna, cioé istituire una banca dati che raccolga tracce di DNA tutti i delinquenti (in particolare è sufficiente la saliva, per non essere invasivi) in modo da poterli facilmente rintracciare. Ciò, secondo le stat. di altri paesi europei, permetterebbe in alcuni decenni di passare dal 6% attuale al 60% di colpevoli individuati.
Non so se poi la proposta sia diventata legge. C'era chi si opponeva per ragioni di privacy e in effetti qui si ripropone la solita contrapposizione tra efficienza della giustizia e garanzia dei diritti: una sacrifica necessariamente parte dell'altra. Io credo però che chi non abbia nulla da temere, non ha problemi a dare un po' di saliva (e poi tanto lo sappiamo che oggi siamo tutti controllati) ma il provvedimento non è chiaramente x tutti i cittadini, ma solo x gli arrestati e i fermati. L'unica cosa su cui bisogna stare attenti è che anche il riconoscimento tramite DNA non è un metodo del tutto sicuro, ma i margini di errore sarebbero chiaramente minimi rispetto ai grossi benefici.


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riccardino Posted - 09/08/2006 : 11:01:46
Un'altra conseguenza del recente indulto è la seguente notizia:

Tre militanti islamici vicini al numero uno di Al Qaeda Osama Bin Laden -- arrestati in Italia tra il 2000 e il 2001 perché preparavano attentati sul suolo europeo -- sono stati scarcerati in Italia grazie all'indulto.

Lo dice in un intervista al Giornale l'ex magistrato di Milano, oggi all'Unione europea, Stefano D'Ambruoso, affermando di essere "preoccupato per la situazione", anche se si sta provvedendo a espellere i tre dal territorio italiano.

"Sono preoccupato per la loro pericolosità sociale. D'altra parte l' indulto è stato applicato a questi reati ordinari", spiega D'Ambruoso.

Abdelhalim Remadna, Benattia Nabil e Ben Heni Lased sono stati condannati a pene tra i 6 e 7 anni di reclusione per associazione a delinquere, in quanto prima del 2001 il codice italiano non prevedeva il reato di terrorismo internazionale.

"La cellula cui appartenevano, composta in gran parte da tunisini sparpagliati sul territorio lombardo fra Gallarate e Milano, era l' espressione italiana di Al Qaeda", dice il magistrato, sottolineando che il gruppo "preparava attentati in Italia e in Europa".

"Si erano formati in Afghanistan e parlavano dall'Italia in Afghanistan con persone molto vicine alla dirigenza di Al Qaeda", aggiunge.

Le autorità italiane stanno provvedendo alla loro espulsione per ragioni di sicurezza nazionale.

"La legge va applicata, certo -- conclude D'Ambruoso -- ma sarà difficile tenere sotto controllo queste persone una volta tornate nei loro paesi d origine".
cri Posted - 06/08/2006 : 14:42:11
Sono assolutamente d'accordo con Pres...
con che cavolo di giustizia abbiamo a che fare??

Chi deve pagare, che paghi!!!


*Cri*
President Posted - 04/08/2006 : 14:19:55
quote:
Originally posted by riccardino
Mi sono chiesto tante volte se viene il rimorso a un giudice o a un parlamentare che approva un provvedimento di clemenza (provvedimento singolo o indulto) e poi legge sul giornale che l'ex-detenuto è tornato a colpire e magari ad uccidere (è già successo).
Al posto loro, non saprei darmi pace.

Ed infatti nè te nè io potremmo fare il giudice o il politico (e volendo nemmeno l'avvocato o il giornalista......).
Cmq le parole di Marko non cambiano il punto centrale di tutta la questione, cioè che, ammesso che ci siano tantissimi buoni motivi per alleggerire la presenza di detenuti nelle carceri, non vedo il motivo per cui prenderli e sbatterli per strada. E' un'ingiustizia. Chi ha sbagliato deve pagare. Se le carceri costano troppo o fanno schifo, servono lavori forzati, arresti domiciliari e rimpatri, troppo facile aprire le porte delle galere e fregarsene dei rischi che corre la gente onesta per strada.
La realtà è che i politici se ne fregano dei rischi che corriamo noi, perchè loro e le loro famiglie sono sempre ben protetti e tutelati.. E poi hanno sempre i loro buoni motivi (e guadagni) per far uscire qualche "amico" o potenziale futuro elettore dalle carceri.


Una voce d'angelo che mi riempie il cuore, eccolo il vero nettare della vita...
riccardino Posted - 04/08/2006 : 11:35:59
Marko, credo che molti di noi si siano resi conto che l'indulto è stato approvato non per recepire la richiesta di clemenza di Giovanni Paolo II ma per un tacito accordo tra buona parte della maggioranza e dell'opposizione.
Io, però, pur non difendendo certo chi si è macchiato di reati quali corruzione e concussione (che a quanto dici sono una ristretta minoranza), sono molto preoccupato, come credo molti italiani, che la fuoriuscita di oltre 5000 persone dal carcere, possa costituire un pericolo per la collettività, perchè molti di questi erano stati incarcerati per ben più gravi reati di violenza (fino all'omicidio), o per spaccio di stupefacenti (fra questi alcuni sono anche tossicodipendenti), reato anch'esso decisamente grave, perchè si vende morte ai giovani.
Il fatto stesso che diversi ex-detenuti (italiani ed extracomunitari non fa differenza per me) siano finiti dentro sùbito (soprattutto per furto e aggressione), significa che non c'hanno neanche provato a reinserirsi nella società.
Poi, fra coloro che sono usciti, ci saranno di certo anche tanti disperati che andrebbero aiutati, che non hanno più un posto dove andare, di cui lo Stato se ne lava le mani.
Proprio per questa ragione, ritengo che l'indulto sia un colpo di spugna sbagliato, perchè fa uscire un pò tutti, indipendentemente dalla gravità dei reati commessi, senza valutare le possibilità di recupero di ciascuno e le possibiltà di ciascuno di tornare a delinquere.
Ma chi si prende la briga e il tempo di distinguere caso per caso?
Nessuno. Molto più comodo e meno costoso far uscire tutti e scaricare gli oneri sulla collettività, aumentando il tasso di delinquenza potenziale.
Mi sono chiesto tante volte se viene il rimorso a un giudice o a un parlamentare che approva un provvedimento di clemenza (provvedimento singolo o indulto) e poi legge sul giornale che l'ex-detenuto è tornato a colpire e magari ad uccidere (è già successo).
Al posto loro, non saprei darmi pace.
Marko Posted - 03/08/2006 : 19:52:31
Premetto che ho subito applaudito all'iniziativa -non infruttuosa ma insufficiente- di Di Pietro perché, parliamoci chiaro, l'accordo bipartisan è riuscito soltanto perché così uscivano, da una parte, determinate persone; dall'altra parte c'era forse una maggiore convinzione di fare del bene, ma visto che era necessario l'accordo, si è chiuso un occhio.
Detto ciò, bisogna denunciare che la situazione delle carceri italiani non è bella né facile: il primo dato è che ci sono ca. 60mila detenuti per una capienza max di ca. 45mila; il secondo dato è che il 60% dei detenuti attuali è costituito da extracomunitari e tossicodipendenti ed è finito in carcere negli ultimi 4-5 anni (nel 2001 o giù di lì il n. di detenuti era infatti di ca. 25mila persone).
La vera questione da porsi è quindi il motivo per cui tutta sta gente è finita in carcere negli ultimi tempi (e se pensiamo a certi provvedimenti legislativi adottati negli ultimi anni possiamo già farci un’idea) e come è possibile evitare che ciò accada in futuro, logicamente sempre se si parla di reati “leggeri” da loro commessi, tipo furti, spaccio ecc.
Il problema non è affatto così semplice come a volte lo si racconta, né liquidabile con facili sentenze, e se è vero che tutti avremmo fatto a meno di vedere fuori dal carcere quei peraltro pochissimi "corrotti" (si parla di una sessantina di persone, che confido prima o poi verranno cmq riacciuffati in qlc modo) è anche vero che senza questo provvedimento di clemenza -che fu chiesto con uno storico intervento in Parlamento anche da GPII- pagherebbero troppo tante persone per pochi altri che dovrebbero restare dentro. Insomma in questo caso, nonostante tutto, non mi sento di essere troppo moralista o rigoroso e dico che il fine giustifica i mezzi.
Mi conforta in questo anche l’opinione di persone serie che il carcere l’hanno conosciuto davvero, anche soltanto lavorandoci dentro x diversi anni. Se ad es. un Giancarlo Caselli (che è stato direttore del sistema penitenzario per un paio d’anni) si è detto favorevole al provvedimento, e se anche Di Pietro in fondo non era contrario, se non al fatto di non far uscire quei corrotti, allora possiamo star tranquilli, anche perché il motivo per l’indulto c’è.
Noi persone comuni non abbiamo neppure minimamente idea delle condizioni di un carcere (tra cui rientrano violenze fisiche e psicologiche di ogni tipo, a volte tollerate dal personale carcerario) e in specie di quelle italiane sovraffollate. Sono sicuro che se ci entrassimo anche x un solo giorno non ne vorremmo sapere più e ringrazieremmo il cielo per l’enorme libertà di cui godiamo senza neppure accorgercene. Meritatamente, certo, perché siamo onesti, ma si sa che a volte basta un niente, un errore per entrare, e infatti ci sono anche tanti detenuti ingiustamente.
Ma le carceri sono piene soprattutto di malati, in gran parte tossicodipendenti, che se li sbatti in cella li finisci solo x rovinare e anche quelli che già ci sono non è che ne traggono giovamento; l'altro caso sono gli extracomunitari, che come già vi ho raccontato qlc volta, finiscono facilmente dentro perché nn hanno soldi, nessuno si prende la briga di difenderli seriamente e poi sono discriminati in quanto stranieri.
Per tutte queste persone, com’è stato detto, ci vorrebbero centri di recupero e reinserimento sociale, perché è questo -non dimentichiamolo- l’obiettivo primario a cui deve tendere la pena. Il governo ha infatti già stanziato al riguardo una certa somma, anche se a mio avviso si dovrebbero costruire e far funzionare delle grandi strutture di recupero (e non nuove carceri, quindi) in modo da dare un tetto e un impiego a questa gente, finché non saranno in grado di camminare da soli. Altrimenti è ovvio che torneranno presto dentro, costretti a rubacchiare e spacciare.
Ci sono anche delle carceri che funzionano anche da strutture di recupero (infatti certi detenuti hanno chiesto di nn uscire perché "stavano bene") ma per capire di volta in volta le reali situazioni e provvedere di conseguenza ci vorrebbe uno scanning completo, come si sta facendo per i CTP. Ma chi è che vuole assumersi questo difficile onere? Ed ecco che arrivano provvedimenti “semplicistici” come l’indulto, che sono buoni nelle intenzioni, ma devono essere integrati e sostenuti con ben altre misure.

Bisogna ricordare comunque che l’indulto prevede che NON esce chi sia condannato x reati (tra l'altro molto limitati dopo una lista iniziale che era ben + lunga) in cui devono scontare + di 3 anni; inoltre chi ricasca nel reato x cui era dentro, paga per il nuovo e il vecchio (quindi attenzione ad es. ancora una volta ai giornali che sbattono titoli tipo: Uscito omicida ecc., perché in realtà si tratta di assassini che hanno già scontato gran parte della pena, ossia quasi 20 anni, e già stavano x lo + agli arresti domiciliari) .
Voglio ricordare anche che già il precedente governo aveva varato il cd. Indultino, che aveva fatto uscire oltre 6mila persone, bisognerebbe farlo presente a quei partiti dell’attuale opposizione che adesso si sono opposti all’indulto tirando fuori argomenti tipo “bisogna costruire nuove strutture carcerarie”.



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President Posted - 03/08/2006 : 14:00:09
quote:
Originally posted by riccardino
Ma anche quando si votavano più "direttamente" i parlamentari (presenti nelle liste dei partiti), una volta votati e assisi in Parlamento, quante volte è capitato di assistere a provvedimenti non congruenti con le aspettative dell'opinione pubblica!
Già, anche perchè quando si votavano direttamente, l'unica vera differenza era che venivano scelti prima dal partito, e non dopo le elezioni come accade oggi. La differenza è praticamente inesistente, perchè si scelgono cmq tra di loro.
I politici sono una categoria a sè, e per come sono fatti non rapppresenteranno mai la vera opinione pubblica..


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riccardino Posted - 03/08/2006 : 12:23:09
La precisazione è tecnicamente corretta Domle. Ma anche quando si votavano più "direttamente" i parlamentari (presenti nelle liste dei partiti), una volta votati e assisi in Parlamento, quante volte è capitato di assistere a provvedimenti non congruenti con le aspettative dell'opinione pubblica! I casi più eclatanti erano quando i parlamentari approvavano leggi che sovvertivano gli esiti dei referendum popolari.
Domle Posted - 03/08/2006 : 12:12:55
Purtroppo, devo precisare... purtroppo non votiamo più i parlamentari, questi o quelli, ma i partiti, che poi scelgono chi vogliono loro... sigh

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Di lui al saluto con Lene ricordo distintamente anch'io il "Come here!" e il tendere le braccia di Lene.
Domle stava proprio a fianco a me; mi sono sorpreso x un attimo,
perche' Domle e' stato l'unico ad essere stato "riconosciuto", ma come dimenticare l'onnipresente tifoso del TIL?

-----Aker brygge, sarai per sempre la mia neste stopp... -----
riccardino Posted - 03/08/2006 : 12:02:00
quote:
Originally posted by ambrogivs
Inoltre mi sembra di capire che la stragrande maggioranza dell'opinione pubblica sia contraria a questo provvedimento,per cui mi chiedo come sia potuto passare con questa estrema facilità



E' un eclatante esempio di scollamento tra forze parlamentari e opinione pubblica, ma non è il solo esempio, ve ne sono stati spesso molti altri (finanziamento pubblico dei partiti, ecc...). La gente vota i parlamentari (questi o quelli) perchè si aspetta di avere delle risposte alle proprie aspettative, ed invece spesso si ritrova delusa e disorientata, lontana dai provvedimenti che vengono presi nel "Palazzo".
Intanto Di Pietro sottolinea ancora una volta l'errore compiuto dal Parlamento:

http://notizie.alice.it/notizie/search/index.html?filter=foglia&nsid=12008692&mod=foglia&pmk=feed&pmk=HPfad
ambrogivs Posted - 02/08/2006 : 20:18:51
quote:
Originally posted by President

Se è vero che le carceri sono sovraffollate, e/o i carcerati ci costano troppo...
beh, basterebbero i lavori forzati e/o gli arresti domiciliari, no?



Infatti,la motivazione lascia il tempo che trova...
Inoltre mi sembra di capire che la stragrande maggioranza dell'opinione pubblica sia contraria a questo provvedimento,per cui mi chiedo come sia potuto passare con questa estrema facilità

DarKlaus Posted - 02/08/2006 : 18:41:11
quote:
Originally posted by riccardino


La motivazione di fondo che è stata addotta dai fautori di questo provvedimento è l'inumana condizione in cui verserebbero molti carcerati nelle diverse prigioni italiane.



Perchè giustamente la condizione umana di noi onesti cittadini che ce li dobbiamo ribeccare invece è trascurabile dallo stato. Il vero problema del parlamento è che chi ci vive dentro e comanda è tanto bravo a parlare ma della vita reale poi a quanto pare sa sempre ben poco. Per di più le carceri saranno sovraffollate ma i detentui dentro almeno avevano un tetto e da mangiare. E una volta usciti? Secondo me in tanti faranno apposta di ritornarci.


Piove
piove sulle case
piove dappertutto
anche dentro me
Piove
piove sulle cose
piove dentro l'anima
e non so cos'è...

Dolcenera - Piove

Luke Posted - 02/08/2006 : 17:38:40
Assolutamente contrario, secondo me è una misura che porterà più problemi che benefici, vista anche l'impossibilità di assistere tutti quelli che improvvisamente si ritrovano fuori dal carcere senza un posto dove stare, senza lavoro, ecc. Quindi molto probabilmente "condannati" a proseguire la loro mala condotta...
Oltre a tutti coloro condannati per reati odiosissimi come truffe e altri reati finanziari vari...

E poi si parla di certezza delle pene...

"An ocean and a tear
I can't see land from here
There are a thousand ships at sea
From one you can see me "


Robert Post - "Ocean & a tear"
Domle Posted - 02/08/2006 : 17:24:41
Assolutamente. La responsabilità è di tutti coloro che l'han votato.

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Di lui al saluto con Lene ricordo distintamente anch'io il "Come here!" e il tendere le braccia di Lene.
Domle stava proprio a fianco a me; mi sono sorpreso x un attimo,
perche' Domle e' stato l'unico ad essere stato "riconosciuto", ma come dimenticare l'onnipresente tifoso del TIL?

-----Aker brygge, sarai per sempre la mia neste stopp... -----

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