T O P I C R E V I E W |
chiarina88 |
Posted - 16/11/2006 : 20:32:36 Da un articolo di Guido Castellano su "Panorama" del 13 novembre:
"Una bambina viene sepolta viva dopo violenze psicosessuali e fisiche di ogni genere. I suoi aguzzini? Altre bambine, cattive, molto cattive. È la trama di un titolo horror che sta per arrivare. Ma è solo l'ultimo di un filone basato sulla violenza e il sadismo
Quello che, nella migliore delle ipotesi, potrebbe sembrare un film dell'orrore è invece un videogioco che il 24 novembre dovrebbe arrivare nelle console di migliaia di italiani, ragazzini e non. Una premessa: la grafica è così terribilmente realistica che ha indotto più di una volta a spegnere la Playstation anche il cronista di Panorama che ha avuto questo dischetto in anteprima dal Giappone. Si intitola Rule of Rose e sarà vietato ai minori di 16 anni anche se ogni singolo fotogramma trasuda perversione. Le inquadrature della bambina nella bara, per esempio, sono riprese dalla parte dei piedi, con la telecamera che volutamente indugia sulle forme ancora acerbe di Jennifer e la gonnellina che proprio non riesce a stare al suo posto.
Quel che lascia interdetti è il concetto che sta alla base di questo nuovo stile horror: impaurire il videogiocatore non con mostri alieni ma costringendolo ad assistere a qualcosa che non avrebbero mai pensato di vedere. Un qualcosa che è fuori dal comune e che, proprio per questo, spaventa almeno quanto stupisce. Un gioco che stuzzica l'orco che potrebbe risiedere in chi ha il joypad in mano. È questo che allibisce. Ogni scena è pervasa da sottintesi omosessuali e sadici a cui non si è preparati, visto che i protagonisti non sono adulti ma ragazzine. Jennifer è stata attirata in un orfanotrofio, solo all'apparenza disabitato, lugubre e scricchiolante, alla periferia di una grigia e umida Londra del 1930. Unico personaggio positivo e minimamente rassicurante è il suo grosso e adorato cane marrone. Che Jennifer, quasi subito, trova incaprettato e appeso al soffitto di una stanza fatiscente.
Per salvarlo e per uscire da lì deve sottomettersi alle padrone di casa: perfide bambine che sottopongono Jennifer a ogni sorta di umiliazioni psicologiche e fisiche. Una specie di iniziazione che deve subire per entrare a far parte di quella che loro chiamano «l'aristocrazia». Un mondo dove l'unica regola è quella della Rosa, da cui il titolo Rule of Rose. Una metafora della vita per cui, se si vuole il successo e arrivare al cuore del fiore, ossia diventare il capo, bisogna compiere un viaggio arduo fatto di pericoli e sofferenze, le spine fitte e aguzze. E soprattutto, sottomettere tutte le rivali, che ostacolano il cammino.
Jennifer viene coinvolta in un susseguirsi di scene indigeste, al limite della perversione. Per liberarsi di un mostriciattolo che le si aggrappa al seno è costretta a ucciderlo a colpi di forchetta. In un'altra situazione due fanciulline si tengono per mano e si dicono dolcemente: «Principessa, ti ho salvata, in cambio dammi un bacio» (e non sulla guancia, ndr). In una toilette una ragazzina in ginocchio lecca un dito all'amica seduta sul wc. Mentre un'altra si alza la gonna in piedi su una sorta di altare davanti a tutte le altre compagne.
In Rule of Rose più di uno sono i personaggi adulti piegati alla malignità vendicativa delle bambine. C'è il servo, grande, grosso e ansimante, che insegue e aggredisce Jennifer per volere delle aristocratiche; il terrificante insegnante che si ritrova legato da funi in un capannone con un cervello ormai privo di cellule e neuroni; e la povera cameriera che muore dopo una scena atroce per mano di tanti piccoli esseri demoniaci. Mentre Jennifer viene calpestata in viso da piedi sporchi, costretta al contatto ravvicinato con topi, insetti e piccoli mostriciattoli, o infradiciata e derisa. Fotogrammi da un videogame che in Giappone ha fatto scandalo, ma che viene venduto in migliaia di copie. Il titolo, sviluppato da una software house nipponica che si chiama Punchline, in Giappone è stato prodotto e distribuito dalla Sony.
Il colosso dell'elettronica in Europa e in America, però, non promuoverà il gioco da cui, tra l'altro, prende le distanze (vedere il riquadro in alto). Ma per tutti i genitori questo ha poca importanza: perché volenti o nolenti Rule of Rose arriverà forse anche in casa loro. distribuito da un'altra etichetta: la 505 Games. «Rule of Rose» riapre l'annoso dibattito sull'effetto che i videogame hanno su chi ci gioca. Per Yuya Takayama, inventore del gioco, Rule of Rose non è pericoloso o deviante, anzi sarebbe utile. «Vuole dimostrare quanto un adulto possa essere terrificante per un bambino» ha detto Takayama a Panorama «ma anche il perfetto contrario, ossia quanto un bambino possa divenire terrificante per un adulto. Proprio per questo motivo nel gioco ci si imbatterà in alcune scene che la censura ha catalogato come impresentabili, perché impregnate di erotismo infantile. Cosa ci può essere di più spaventoso per un adulto se non un bambino che, in realtà, è tutto fuorché un bambino?». Gli sviluppatori hanno voluto precisare che le tante criticate scene di gioco non dovrebbero essere considerate erotiche perché hanno per protagonisti bambini incapaci di macchiarsi di un «tale peccato»."
L'articolo continua con un orrendo elenco di videogiochi di cui "Rule of Rose" è solo l'ultimo in ordine di uscita. E conclude:
"Bisogna quindi preoccuparsi? Come in tutte le cose si può dire tutto e il contrario di tutto. Secondo lo scienziato Steven Johnson tutti i videogiochi fanno bene, anzi, benissimo. È una delle tesi fondamentali del suo libro Tutto quello che fa male ti fa bene (Mondadori, 2006). Johnson, ricorrendo alle neuroscienze, all'economia e alla teoria dei media, prova in maniera scientifica che quella che si è sempre considerata come «spazzatura» è capace di potenziare la vivacità intellettuale dei bambini (e non solo). Lo confermerebbe il fatto che il quoziente intellettivo delle giovani generazioni è in costante aumento.
Si schiera a favore dell'utilità sociale di ogni tipo di videogame anche Mark Prensky, dell'americana Game2train, società che promuove i videogiochi a uso educativo. «Anche se a contenuto violento o apparentemente diseducativo» ha recentemente dichiarato Prensky al settimanale The Economist «la possibilità che i giocatori hanno di fare scelte morali è importante per sviluppare la personalità». Ma la cosa importante per Prensky è soprattutto un'altra. Anche se ai benpensanti può sembrare non rilevante, i giochi non a scopo educativo sono molto complessi e obbligano i giocatori a prendere un grande numero di decisioni.
«Davanti al video con il joypad in mano i giocatori devono capire come cavarsela adattandosi a regole attraverso prove ed errori» prosegue Prensky «risolvendo rompicapo e sviluppando strategie anche confrontandosi via internet». Questo risolvere i problemi alla velocità del videoclip è quello che dà la vera soddisfazione a chi gioca. Non importa quindi se per vincere bisogna salvare una principessa trovando una pozione che la faccia resuscitare o si deve vendere una partita di droga a un narcotrafficante. «Quello che importa è esserne usciti vincitori» conclude Prensky."
Non so cosa pensare. In un altro topic si parlava di pena di morte, beh..non riserverei questa, ma certamente i lavori forzati sì, a coloro che hanno ideato e realizzato videogames del genere. Così forse non avrebbero tante energie da sprecare in simili perversioni, tutti occupati a tirare il fiato.
... Sa, è molto bella l'immagine di un proiettile in corsa : è la metafora esatta del destino. Il proiettile corre e non sa se ammazzerà qualcuno o finirà nel nulla, ma intanto corre e nella sua corsa è già scritto se finirà a spappolare il cuore di un uomo o a scheggiare un muro qualunque. Lo vede il destino ? Tutto è già scritto eppure niente si può leggere ... Alessandro Baricco -- "Castelli Di Rabbia"
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Domle |
Posted - 08/09/2007 : 12:47:38 La storia di quel paese li ha portati a quella contraddizione. Non la vedo migliore o peggiore, sarebbe arroganza da parte mia dirlo penso. Semplicemente la vedo come una realtà diversa.
Di lui al saluto con Lene ricordo distintamente anch'io il "Come here!" e il tendere le braccia di Lene.Domle stava proprio a fianco a me; mi sono sorpreso x un attimo, perche' Domle e' stato l'unico ad essere stato "riconosciuto", ma come dimenticare l'onnipresente tifoso del TIL? -----Aker brygge, sarai per sempre la mia neste stopp-----
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Marko |
Posted - 08/09/2007 : 12:44:34 quote: Originally posted by Domle
Marko, non è che hanno imposto alla popolazione di comprarlo, rimane il libero arbitrio, la libertà di scelta individuale se comprarlo o no.
Appunto, anche ai bambini e ragazzi (e anche se ci sono restrizioni, trovano il modo di averlo, una volta che è in circolazione). Parli di libertà come se fosse un bene intoccabile. Negli USA (l'altro paese citato da Franko) a furia d'invocare la libertà, si è arrivati a un paradosso: da un lato chiunque può entrare in un negozio di armi e acquistarne una (con le conseguenze che poi sappiamo) e dall'altro quando entri nel loro territorio sei sottoposto ai più rigorosi controlli. Vi siete chiesti perché?
--------- I hide, will you ever reach me? -------- |
Domle |
Posted - 08/09/2007 : 11:07:53 Marko, non è che hanno imposto alla popolazione di comprarlo, rimane il libero arbitrio, la libertà di scelta individuale se comprarlo o no.
Di lui al saluto con Lene ricordo distintamente anch'io il "Come here!" e il tendere le braccia di Lene.Domle stava proprio a fianco a me; mi sono sorpreso x un attimo, perche' Domle e' stato l'unico ad essere stato "riconosciuto", ma come dimenticare l'onnipresente tifoso del TIL? -----Aker brygge, sarai per sempre la mia neste stopp-----
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Marko |
Posted - 08/09/2007 : 09:50:37 L'Olanda ormai non mi sorprende più
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Franko |
Posted - 07/09/2007 : 23:40:20 Finalmente si riapre per Manhunt 2.
L'Olanda ha deciso di concedere l'autorizzazione a pubblicare Manhunt 2 nel suo paese andando contro alla richiesta dell UE, non si sa se il prodotto sara fortemente censurato.
L'Olanda segue gli Usa dove Manhunt 2 uscira il 31 ottobre( qui la censura si è abbatutta in maniera pesante).
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Marko |
Posted - 10/07/2007 : 13:53:37 quote: Originally posted by DarKlaus Abbiamo iniziato a giocare col commodore64 a 3-4 anni.
Beato te! Io a 3-4 anni neppure sapevo come mi chiamavo No vabbé, si vede che tu c'hai proprio una passione forte, da non confondere secondo me con la "tendenza" di molti ragazzi di oggi di dover avere tutti gli ultimi passatempi che hanno tutti gli altri, non apprezzando più il valore delle cose, come dici tu, che è quello che intendevo anch'io quando dicevo i risparmi per acquistarli. Poi in effetti la quantità non c'entra tanto: ad es. sull'Amiga (costando pochissimo) ero arrivato almeno a un centinaio di floppy disk, però ad es. non acquistavo mai il gioco che andava di moda, ma quei tipi di giochi che piacevano a me, e se qlc non riuscivo ad averlo, ci rinunciavo. In realtà anch'io ho avuto una forte passione x i videogiochi da piccolo, legata secondo me alla passione che avevo x i calcoli matematici (da cui è derivata anche la passione x gli scacchi). A lungo i miei primi videogiochi sono stati quelli tascabili che andavano con quelle minuscole pile. Il mio primissimo in assoluto, a cui ho giocato per anni, era della Cititronics: c'era sullo schermino un calciatore a cui arrivavano prima uno, poi due, fino a 5 palloni che doveva far palleggiare e tirare in porta, e il tutto diventava sempre più veloce e incasinato (tipo Tetris). Ci passavo ore e secondo me facevo esaurire io il videogioco Poi anni dopo, cominciando anche a dover studiare di più, ha lasciato e le spese ho cominciato a indirizzarle su altre cose, ma questo discorso non c'entra. Per quanto riguarda l'educazione, non metto in dubbio che anche gli anziani non siano tutti perle di saggezza, anzi. Il vecchietto di una volta magari si comportava bene formalmente, perché così aveva imparato, ma per il resto era tutto da vedere. Però oggi sembra non esistere manco più la forma, tranne che se vai in certi paesini, e se è vero che la società ha da sempre avuto gli stessi mali (non credo a ogni generazione che dice alla successiva: Ai miei tempi queste cose non esistevano) è anche vero che oggi non sembra venga fatto quasi più nulla per arginarli, per cui si diffondono sempre più, diventano quasi "normali". Anche se sembra che ora vi sia un senso civico più accentuato verso certe "categorie" (vedi diritti dei disabili, dei minori) è il rispetto e la tolleranza in generale che sembrano molto diminuiti, sfociando subito in atteggiamenti di aggressione, impazienza, se va bene indifferenza. Forse quest'impressione è dovuta all'ambiente in cui vivo, che per fortuna non è malvagio, ma è peggiorato negli ultimi anni; tra l'altro anche i prof. dicono ad es. che ora i ragazzini non riesci più a controllarli. Una volta quelli più grandicelli facevano filone o scherzi tra compagni, oggi già i piccoli se la prendono coi prof anche di brutto, e ci fanno pure le riprese che poi mettono in internet. Tutto questo logicamente non è una generalizzazione, è diciamo una tendenza di massima, e altrettanto logicamente come ho detto tante volte e anche tu ricordavi, sono i genitori i principali responsabili di ciò. I genitori di oggi (evidentemente un po' a causa dei genitori di ieri, un po' per i dettami della società in libera evoluzione) non sanno o non hanno la forza di indirizzare bene i loro figli, figuriamoci questi cosa potranno fare per i loro.
--------- I hide, will you ever reach me? -------- |
DarKlaus |
Posted - 10/07/2007 : 12:06:27 Marko io non sono per niente d'accordo con te. La descrizione che hai fatto dei bambini di oggi secondo me calza a pennello anche su quelli di ieri, compresi me e mio fratello. Abbiamo iniziato a giocare col commodore64 a 3-4 anni. A 10 anni abbiamo ricevuto il Mega Drive. Ad ogni festa e ricorrenza era fisso un gioco per regalo e non l'hanno mai scelto i miei perchè fin da subito con le riviste (a quei tempi si che erano belle e "libere") sapevamo quali erano i giochi che valeva la pena comprare e quali no. Poi se ogni tanto (raramente) ci scappava un gioco extra era tutto di guadagnato. Al mega drive si sono aggiunte fino ad oggi (anche se io ho smesso da un po' per dedicarmi ad altro) altre 13 console diverse più il pc. Da quando abbiamo iniziato a mettere da parte i nostri soldi li accumulavamo quasi solo per comprare videogiochi (poi ai miei tempi esiteva il noleggio, oggi è teoricamete vietato, e ho avuto la possibilità di provare parecchi giochi in più perchè lo scambio non l'ho mai fatto con nessuno) e ci sono stati videogiochi per cui abbiamo fatto anche spese pazze. Compravamo anche giochi giapponesi che sapevamo erano più o meno ingiocabili (quello che avevamo fatto su Shen Mue giapponese in una settimana di affitto lo abbiamo risolto su quella europea in due ore) ma non era questione di consumismo ma di passione e collezione. I giochi non li abbiamo certo finiti tutti, anzi forse in proporzione pochissimi, perchè ovviamente quando ne hai tanti da giocare e ne compri sempre di più se ti dedichi a uno non puoi dedicarti ad un altro ma io non lo vedo come uno spreco. Sapevo benissimo il valore delle centomila lire e la soddisfazione per me era già riuscire a risparmiare i soldi di natale ecompleanni (o magari cercare di racimolare i soldi con lavoretti in casa, spettacolini o altro) per poter comprare il gioco che volevo, poterlo scartare e poi aggiungerlo alla collezione. Ovviamente ci giocavo pure e non poco (posso dire che il glorioso Saturn l'ho praticamente fuso per quanto ci giocavo tanto che anni dopo ne ho dovuto prendere un altro). Oggi col prezzo con cui si compra un originale la maggior parte degli utenti si comprano dieci giochi masterizzati. Per me può essere questo che non gli fa capire il valore dei soldi. Il masterizzato costa così poco che lo compri veramente solo per giocare, che sia per 5 minuti o per finirlo da cima a fondo, senza apprezzare il valore in sè di quello che hai, della fatica che è costata produrlo e della fatica che hai fatto per risparmiare i soldi per poterlo comprare. Non è questione di quanti ne compri ma dello spirito con cui lo fai. Poi non nego che la società di oggi ti indirizzi molto di più all'acquisto di certi prodotti piuttosto che altri se non vuoi essere out (se la gente è così stupidamente condizionabile c'è qualcosa che non va) e l'errore dei genitori/nonni è quello di non informarsi spesso su quello che comprano. Come hai detto tu un gioco violento di una volta non ra paragonabile a quelli di oggi. C'era un'irrealtà di fondo che li rendeva molto più tollerabili. Mortal Kombat ha cambiato un po' le cose (infatti fu il primo gioco, credo, ad essere messo sotto processo come causa di atti vandalici e della violenza giovanile) ed oggi si va verso un realismo sempre più crudo. Io non lo trovo sbagliato. E' questione di scelte personali se giocarlo o no. E' sbagliatissimo se un genitore lo compra al proprio figlio solo per farlo contento e non so se sia peggio che glielo compri pur sapendo che non è adatto alla sua età (cosa comunemete riportata sulla confezione) o se invece lo faccia per ignoranza senza controllare (l'attenzione verso i figli deve essere totale). Ovviamente anche i negozianti dovrebbero farsi degli scrupoli prima di vendere un gioco sapendo che è destinato ad un bambino, ma ribadisco per l'ennesima volta il mio dissenso alla censura preventiva. Tornando al tuo discorso poi posso aggiungere questo. Che il mondo vada a rotoli mi sembra fuor di dubbio ma io non generalizzerei come hai fatto tu. E' come quando ti dicono che i ragazzi di oggi sono maleducati e ti fanno passare gli anziani per esempi di civiltà. Poi, come m'è successo l'altro giorno, cammini per strada e vedi la vecchia che a 2 metri dal secchio butta la carta per terra fregandosene proprio. Alla fine, se la gioventù è maleducata, qualcuno questa maleducazione gliel'avrà anche insegnata (non è sufficiente risolvere la questione con un semplice "vengono abbandonati a sè stessi", che poi è vero ma non vedo per forza il nesso di causa/effetto).
Piove piove sulle case piove dappertutto anche dentro me Piove piove sulle cose piove dentro l'anima e non so cos'è...
Dolcenera - Piove
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Marko |
Posted - 08/07/2007 : 16:28:21 Non ho mica detto che non possono avere la playstation con l'ultimo gioco. Il problema è quando 1 anno dopo la playstation vogliono la playstation 2, poi la 3 e così via (e così con tutte le cose). A parte che i giochi di una volta (un po' tutti i giochi) dopo aver ricevuto la base per giocare in cui già c'era un gioco, poi gli altri o le estensioni, o le aggiunte (ad es. x i giochi da tavola) ce li compravamo noi coi nostri pochi risparmi, e quindi il valore delle cose lo apprezzavi davvero e un gioco ti durava (sul Sega avevo 3-4 giochi e me li scambiavo con gli amici, e i giochi li finivo quasi tutti, tanto x dire). Oggi ai ragazzi viene comprato tutto e subito e pretendono sempre di più (non è un discorso da "vecchi", è proprio così, lo osservo coi miei occhi purtroppo). Ma spero si sia capito che il discorso principale alla fine riguarda sempre non tanto le cose, ma il loro uso e l'educazione dei ragazzi. Certo che dev'essere il genitore a interessarsene, ma spesso preferiscono lasciare ai nonni, i quali naturalmente non possono dire mai no ai nipotini. Mi fa piacere cmq se adesso si stanno preferendo giochi più per la famiglia: in fondo il gioco è nato proprio per essere fatto insieme, non è bello che il ragazzino lo metti lì a giocare da solo e quello si rincretinisce davanti allo schermo perché gli manca la compagnia delle persone. Poi -dico io- un bel Sensible soccer, F1 Grand prix o simili non è sempre tra i passatempi più distensivi?
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Franko |
Posted - 08/07/2007 : 15:52:49 Va be ma xke tu hai potuto avere il Master system o l'Amiga e questi bambini non possono avere la playstation con l'ultimo gioco di Dragonball(neanche mi avessi detto GTA).? Marko spero che dalle utlime tue righe non voglia dire che è il videogioco che ha portato a questa forma di "bullismo" nel mondo. A mio avviso dovrebbero essere i genitori a vedere il figlio cosa compra e a informarsi. Cmq anche il videogioco sta abbandonando quella pista violenta e che porta i giochi sempre a un maggiore dettaglio grafica, preferendo il divertimento con tutta la famiglia, visto il successo di WII.
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Marko |
Posted - 08/07/2007 : 15:13:06 Franko, il videogioco non viene "attaccato" in quanto videogioco (infatti il discorso non cambia se fosse un film o un'altra forma d'intrattenimento), ma se è portatore di un certo contenuto (ad es. la violenza efferata) che stride con una determinata educazione morale, civile e sociale. Ovviamente bisognerebbe sempre documentarsi a fondo su ogni cosa di cui si scrive, specie se la si pubblica, ma c'è un minimo di affidamento (che pure può indurre in errore, è vero) se tu ad es. -pur non avendo giocato al videogioco- vedi le scene della presentazione o immagini tratte da esso: ad es. tizi con maschere ed espressioni maligne che infilzano la gente con coltelli, con relativi schizzi di sangue, e spaccano teste con l'ascia per vederne fuoriuscire il cervello. Una volta negli sparatutto si sparava "innocuamente" e via, senza bisogno di avere tanti particolari sempre più realistici, quasi a soddisfare una specie di sadismo. E' chiaro che giocare a un videogioco di per sé non fa male a nessuno, e si spera che arrivati alla maggiore età si sappiano distinguere certi contenuti, magari uno ci ride anche sopra, ma non è cmq edificante e credo neppure divertente un gioco di pura violenza fine a se stessa. Poi sappiamo bene che il rischio maggiore sussiste sempre per i bambini, che oggi già in età precoce controllano tutti i telecomandi e gli apparecchi, ormai diventati i nuovi educatori "elettronici" (e sappiamo di che tipo) al posto dei genitori incapaci. Faccio un es.: proprio ieri mi trovavo in un negozio di consolle e videogiochi che frequento da anni, anche se ormai di rado (io sono "cresciuto" un po' a Commodore 64 e soprattutto a Sega master system e Amiga, che avevano giochi stupendi, che ricordo ancora con piacere; poi non sono andato oltre). Ebbene, c'erano due nonni che "dovevano" acquistare al nipotino di 5 anni un videogioco per la playstation. Non essendo tanto esperti di titoli, davano come indicazione "quello con gli occhi da fuori" Forse si riferivano a Dragon Ball o qlc altro cartone, ma la cosa che più m'ha colpito non era tanto il videogioco, ma la premura secondo me eccessiva per trovare proprio quel videogioco sennò chissà come ci rimaneva male. Una volta ci s'accontentava di un regalo qualsiasi, oggi bisogna avere per forza quello, l'ultimo modello di cui fanno la pubblicità, perchè anche gli altri ce l'hanno e sennò io che figura ci faccio. Insomma non voglio entrare in altri discorsi, ma il clima in cui crescono i ragazzi e bambini di oggi, sempre più tiranneggianti, precoci e disincantati anche verso temi che dovrebbero appartenere al mondo un po' più adulto, è indicativo della deriva disgregatrice ed egoista, quando non proprio violenta, che la società sta sempre più imboccando. Una volta c'era il vecchietto che per strada si toglieva il cappello e ti faceva spazio lui a te giovane. Oggi incontri per via ragazzini (mocciosi) di neanche 10 anni che un altro poco ti spingono di lato e non hanno il minimo rispetto né tra di loro né verso gli estranei (sia chiaro, la colpa non è dei videogiochi ma se mettiamo insieme tanti elementi poi hai un certo risultato finale).
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Franko |
Posted - 22/06/2007 : 18:51:59 Sospesa la pubblicazione di Manhunt 2 Take 2 annuncia un rinvio per risolvere i problemi con la censura. Si avvia verso l'inevitabile conclusione una delle diatribe più accese dell'ultimo periodo nel mondo dei videogiochi, naturalmente quella che ha come protagonista Manhunt 2. In una nota diffusa dalle sedi americane, la casa produttrice Take 2 conferma di aver sospeso la pubblicazione su tutti i formati previsti ovvero Wii e PlayStation 2.
Nello stesso annuncio, la casa statunitense ribadisce di voler pubblicare (comunque) il gioco e di credere fermamente nelle sue qualità. Come si anticipava da più parti, il rinvio è stata una mossa inevitabile dopo che Manhunt 2 ha ricevuto il formale aut-aut sia dagli organi di controllo (e governi) europei, sia da quelli americani.
Resta da vedere come verrà modificato il materiale d'origine (leggasi: censurato) per ottenere valutazioni più "miti" ma senza dubbio avremo nuovi aggiornamenti nell'arco delle prossime settimane.
Bravi ce l'hanno fatta! Ora voglio che si censuri anche il Tg4, perche anche quello è un film horror!
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ALEXXX82 |
Posted - 21/06/2007 : 18:06:32 quote: Originally posted by Franko
Si c'e' ne bisogno, il videogioco è una forma di arte come i film(anzi ormai a livello di mercato musica+film non riescono a stare piu dietro). Appena lo hanno annunciato non vedevo l'ora che uscisse, e ora si rishcia il rinvio, ma sapete quante persone ci hanno lavorato? E non sono persone stupide o pervertite, qui si parla di gente esperta in informatica, abili programmatori. Parlate,parlate, cosi si fa pubblicita al gioco. Spero vivamente che Take Two non prenda decisione affrettate, iniziassero a venderlo come import(almeno gli appasionati come me lo possono acquistare), tanto poi i negozi lo iniziano a prenderlo uguale! Stupido proibizionismo!
Quoto in pieno.....
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Franko |
Posted - 21/06/2007 : 12:32:22 Si c'e' ne bisogno, il videogioco è una forma di arte come i film(anzi ormai a livello di mercato musica+film non riescono a stare piu dietro). Appena lo hanno annunciato non vedevo l'ora che uscisse, e ora si rishcia il rinvio, ma sapete quante persone ci hanno lavorato? E non sono persone stupide o pervertite, qui si parla di gente esperta in informatica, abili programmatori. Parlate,parlate, cosi si fa pubblicita al gioco. Spero vivamente che Take Two non prenda decisione affrettate, iniziassero a venderlo come import(almeno gli appasionati come me lo possono acquistare), tanto poi i negozi lo iniziano a prenderlo uguale! Stupido proibizionismo!
Qualche giorno fa avevamo visto la prima reazione di un organo di controllo nei confronti del già controverso Manhunt 2, che ha causato il veto alla sua distribuzione su territorio inglese ed irlandese, in seguito alla decisione del British Board of Film Classification. Non è tardata una risposta ufficiale da parte di Take Two che ai media risponde dicendo che: "Siamo amareggiati dalla recente decisione da parte del British Board of Film Classification di rifiutare la classificazione di Manhunt 2. Nonostante rispettiamo l'autorità della commissione di classificazione e siamo pronti ad attenerci alle sue regole, ci opponiamo vivamente a questa particolare decisione. Manhunt 2 è un'esperienza videoludica per i fan dei thriller psicologici e dell'orrore. Il soggetto del gioco è in linea con la scelta editoriale dei nostri principali titoli, dedicati a consumatori adulti. Rispettiamo coloro che hanno un'opinione differente alla nostra nei confronti del genere horror e ai videogiochi in generale, ma speriamo che queste persone prendano in considerazione le opinioni dei giocatori adulti, che sono il target a cui miriamo. Crediamo che tutti i prodotti debbano essere valutati per permettere al pubblico una visione completa del materiale che stanno per acquistare, poiché le trame dei videogiochi moderni sono varie quanto quelle dei libri, dei film e della televisione. I consumatori adulti che desiderano giocare a questo gioco sono pienamente consapevoli che si tratta di una forma di intrattenimento puramente di fantasia e null'altro."
Ora, da videogiocatrice adulta mi sento, personalmente, di poter condividere la linea di pensiero dell'azienda, indipendentemente dal mio gusto personale in materia di intrattenimento. A quanto pare, però, il ministro delle Comunicazioni italiano, Paolo Gentiloni, ha un'opinione diametralmente opposta alla mia, considerata la sua decisione di bandire il titolo anche dal nostro territorio nazionale. Niente Manhunt 2, quindi, per noi, il lancio previsto per il 13 luglio può essere cancellato dai nostri calendari. Gentiloni, riportando di pari passo le dichiarazioni dell'inglese BBFC, lo definisce "crudele e sadico, con un'ambientazione squallida ed un continuo, insistente incoraggiamento alla violenza e al'omicidio" ed a me non resta che da chiedermi se, in maniera analoga a quanto accaduto con Rule of Rose nella scorsa stagione natalizia, Gentiloni lo abbia mai giocato o almeno visto. Ci teniamo il dubbio, almeno per il momento, e sottostiamo nostro malgrado alla decisione dell'Isfe, che ha accolto la richiesta del nostro ministro bloccando la distribuzione del gioco. Il prossimo 26 giugno la questione verrà trattata nel corso della prevista Conferenza dell'Isfe di Bruxelles, a cui presenzierà Vivianne Reding, della Commissione europea per l'informazione e le tecnologie. Auguriamoci che la parola informazione non resti solamente un vacuo titolo.
A cura di Ludovica Lagomarsino
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Marko |
Posted - 21/06/2007 : 12:19:39 http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2007/06_Giugno/21/manhunt_videogioco_vietato_italia.shtml
Chiediamoci: c'è bisogno di simili contenuti nei videogiochi? Dove si vuole arrivare?
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DarKlaus |
Posted - 30/01/2007 : 18:57:54 Secondo me non è questione di essere false. Fossero pure in buona fede, purtroppo non ho mai letto niente di obiettivo o senza strafalcioni assurdi in una rivista non di settore. Perchè? Perchè nelle riviste non di settore scrive gente non di settore. Quindi non esperta e spesso neanche minimamente pratica (per la serie "un pad in mano non sanno neanche cosa sia"). Il più delle volte totalmente ignorante di quello di cui sta parlando (ammesso che poi non lo faccia addirittura basandosi su altre voci e non sull'esperienza diretta. Un po' come il gioco del telefono: il primo dice "cane" e all'ultimo arriva "porchetta". Questa non è informazione) per cui il risultato è per lo più sempre qualcosa di distorto, manipolato e controproducente. Che il Papa poi si scagli contro ogni forma di violenza mi sembra lecito e non pretendo certo che prenda il pad in mano ma è proprio il sistema d'informazione distorto che è alla base che mi infastidisce. All'atto pratico cmq non mi sembra giusto criticare il Papa e ogni sua frase. Avrei da mugugnare se fossi un praticante in "dovere" di seguire i suoi precetti e non mi trovassi d'accordo, ma dal momento che non mi sento di doverlo fare lascio le questioni ai suoi fedeli e non mi faccio problemi.
ps:riflettendo sulla mia ultima frase dopotutto il Papa un minimo di ragione ce l'ha. E' triste pensare che la nostra vita, o per meglio dire almeno quella dei credenti, sia sicuramente più condizionata da fenomeni di massa quali harry Potter, Il signore degli anelli, videogiochi, musica e quant'altro piuttosto che dalle sue parole. Insomma, quando parla di "mistificazioni" riferendosi a queste cose dopo tutto (dal suo punto di vista e lo rispecifico e risottolineo) ha ragione.
Piove piove sulle case piove dappertutto anche dentro me Piove piove sulle cose piove dentro l'anima e non so cos'è...
Dolcenera - Piove
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riccardino |
Posted - 29/01/2007 : 13:13:54 Il Papa non può mettersi a giocare ai videogiochi, credo abbia cose più importanti da fare e da dire. Se pensa che alcuni videogiochi siano pericolosi per la gioventù è giusto che lo faccia presente, basandosi sulle fonti di informazione che ha a disposizione (riviste, articoli, vari, ecc...). Non penso che tali fonti siano TUTTE palesemente false. |
Raidou |
Posted - 26/01/2007 : 19:56:29 Si, pero' mi chiedo se il papa abbia mai impugnato un pad e provato questi giochi. Penso proprio di no, come la maggior parte della gente si limita a giudicare e a condannare (anche se indirettamente) sulla base di fonti poco attendibili. Per me dovrebbero tutti prendere esempio dal premier inglese Blaire, che prima di giudicare gioca.
They say: what you don't have you don't miss. So tell me, why I miss you girl? |
riccardino |
Posted - 25/01/2007 : 19:36:16 Franko, leggi bene quello che ha detto il Papa. Non ha detto che i produttori o i programmatori sono perversi, ha detto che quel certo tipo di moda, basata su violenza e trivializzazione sessuale è una perversione. Puoi non essere d'accordo, ma lui non ha dato a nessuno del "perverso". Il Papa non condanna mai le persone, stigmatizza semplicemente dei comportamenti o delle mode che paiono stridere con la morale cristiana di cui egli si fa legittimamente portavoce. Tutto qui. |
Franko |
Posted - 25/01/2007 : 19:18:10 Certo che lui puo intervenire dando una sua opinione, pero nessuno si era permesso nei mesi precedenti a reputarli "perversi". Io programmatore mi sentirei offeso, penso che doveva chiedere una maggior controllo da parte dei geniotri o dei distributori. Ma secondo voi, ora i produttori stanno a sentire il papa?
p.s:Katsuhiro Sudo di a Dante di lasciarti un posticino anche per te
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riccardino |
Posted - 25/01/2007 : 18:57:48 quote: Originally posted by Franko Quindi a tutti i programmatori delle varie software house, siete dei perversi e andrete all inferno
Anche se hai messo le faccine, l'intervento del Papa non va banalizzato. Non ha condannato nessuno. La sua preoccupazione per certe forme di intrattenimento che contemplino violenza e trivialità è legittima. Il capo della Chiesa ha il diritto di esprimere la sua opinione e di richiamare i produttori ad una maggiore sensibilità su aspetti che possono incidere negativamente sui bambini e i giovani. |
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