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 Ferocia nei videogiochi
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chiarina88
Fan

Posted - 16/11/2006 :  20:32:36  Show Profile  Click to see chiarina88's MSN Messenger address  Reply with Quote
Da un articolo di Guido Castellano su "Panorama" del 13 novembre:


"Una bambina viene sepolta viva dopo violenze psicosessuali e fisiche di ogni genere. I suoi aguzzini? Altre bambine, cattive, molto cattive. È la trama di un titolo horror che sta per arrivare. Ma è solo l'ultimo di un filone basato sulla violenza e il sadismo

Quello che, nella migliore delle ipotesi, potrebbe sembrare un film dell'orrore è invece un videogioco che il 24 novembre dovrebbe arrivare nelle console di migliaia di italiani, ragazzini e non. Una premessa: la grafica è così terribilmente realistica che ha indotto più di una volta a spegnere la Playstation anche il cronista di Panorama che ha avuto questo dischetto in anteprima dal Giappone.
Si intitola Rule of Rose e sarà vietato ai minori di 16 anni anche se ogni singolo fotogramma trasuda perversione. Le inquadrature della bambina nella bara, per esempio, sono riprese dalla parte dei piedi, con la telecamera che volutamente indugia sulle forme ancora acerbe di Jennifer e la gonnellina che proprio non riesce a stare al suo posto.

Quel che lascia interdetti è il concetto che sta alla base di questo nuovo stile horror: impaurire il videogiocatore non con mostri alieni ma costringendolo ad assistere a qualcosa che non avrebbero mai pensato di vedere. Un qualcosa che è fuori dal comune e che, proprio per questo, spaventa almeno quanto stupisce. Un gioco che stuzzica l'orco che potrebbe risiedere in chi ha il joypad in mano.
È questo che allibisce. Ogni scena è pervasa da sottintesi omosessuali e sadici a cui non si è preparati, visto che i protagonisti non sono adulti ma ragazzine. Jennifer è stata attirata in un orfanotrofio, solo all'apparenza disabitato, lugubre e scricchiolante, alla periferia di una grigia e umida Londra del 1930. Unico personaggio positivo e minimamente rassicurante è il suo grosso e adorato cane marrone. Che Jennifer, quasi subito, trova incaprettato e appeso al soffitto di una stanza fatiscente.

Per salvarlo e per uscire da lì deve sottomettersi alle padrone di casa: perfide bambine che sottopongono Jennifer a ogni sorta di umiliazioni psicologiche e fisiche. Una specie di iniziazione che deve subire per entrare a far parte di quella che loro chiamano «l'aristocrazia». Un mondo dove l'unica regola è quella della Rosa, da cui il titolo Rule of Rose. Una metafora della vita per cui, se si vuole il successo e arrivare al cuore del fiore, ossia diventare il capo, bisogna compiere un viaggio arduo fatto di pericoli e sofferenze, le spine fitte e aguzze. E soprattutto, sottomettere tutte le rivali, che ostacolano il cammino.

Jennifer viene coinvolta in un susseguirsi di scene indigeste, al limite della perversione. Per liberarsi di un mostriciattolo che le si aggrappa al seno è costretta a ucciderlo a colpi di forchetta. In un'altra situazione due fanciulline si tengono per mano e si dicono dolcemente: «Principessa, ti ho salvata, in cambio dammi un bacio» (e non sulla guancia, ndr). In una toilette una ragazzina in ginocchio lecca un dito all'amica seduta sul wc. Mentre un'altra si alza la gonna in piedi su una sorta di altare davanti a tutte le altre compagne.

In Rule of Rose più di uno sono i personaggi adulti piegati alla malignità vendicativa delle bambine. C'è il servo, grande, grosso e ansimante, che insegue e aggredisce Jennifer per volere delle aristocratiche; il terrificante insegnante che si ritrova legato da funi in un capannone con un cervello ormai privo di cellule e neuroni; e la povera cameriera che muore dopo una scena atroce per mano di tanti piccoli esseri demoniaci.
Mentre Jennifer viene calpestata in viso da piedi sporchi, costretta al contatto ravvicinato con topi, insetti e piccoli mostriciattoli, o infradiciata e derisa. Fotogrammi da un videogame che in Giappone ha fatto scandalo, ma che viene venduto in migliaia di copie. Il titolo, sviluppato da una software house nipponica che si chiama Punchline, in Giappone è stato prodotto e distribuito dalla Sony.

Il colosso dell'elettronica in Europa e in America, però, non promuoverà il gioco da cui, tra l'altro, prende le distanze (vedere il riquadro in alto). Ma per tutti i genitori questo ha poca importanza: perché volenti o nolenti Rule of Rose arriverà forse anche in casa loro. distribuito da un'altra etichetta: la 505 Games.
«Rule of Rose» riapre l'annoso dibattito sull'effetto che i videogame hanno su chi ci gioca. Per Yuya Takayama, inventore del gioco, Rule of Rose non è pericoloso o deviante, anzi sarebbe utile. «Vuole dimostrare quanto un adulto possa essere terrificante per un bambino» ha detto Takayama a Panorama «ma anche il perfetto contrario, ossia quanto un bambino possa divenire terrificante per un adulto.
Proprio per questo motivo nel gioco ci si imbatterà in alcune scene che la censura ha catalogato come impresentabili, perché impregnate di erotismo infantile. Cosa ci può essere di più spaventoso per un adulto se non un bambino che, in realtà, è tutto fuorché un bambino?». Gli sviluppatori hanno voluto precisare che le tante criticate scene di gioco non dovrebbero essere considerate erotiche perché hanno per protagonisti bambini incapaci di macchiarsi di un «tale peccato».
"


L'articolo continua con un orrendo elenco di videogiochi di cui "Rule of Rose" è solo l'ultimo in ordine di uscita.
E conclude:

"Bisogna quindi preoccuparsi? Come in tutte le cose si può dire tutto e il contrario di tutto. Secondo lo scienziato Steven Johnson tutti i videogiochi fanno bene, anzi, benissimo. È una delle tesi fondamentali del suo libro Tutto quello che fa male ti fa bene (Mondadori, 2006).
Johnson, ricorrendo alle neuroscienze, all'economia e alla teoria dei media, prova in maniera scientifica che quella che si è sempre considerata come «spazzatura» è capace di potenziare la vivacità intellettuale dei bambini (e non solo). Lo confermerebbe il fatto che il quoziente intellettivo delle giovani generazioni è in costante aumento.

Si schiera a favore dell'utilità sociale di ogni tipo di videogame anche Mark Prensky, dell'americana Game2train, società che promuove i videogiochi a uso educativo. «Anche se a contenuto violento o apparentemente diseducativo» ha recentemente dichiarato Prensky al settimanale The Economist «la possibilità che i giocatori hanno di fare scelte morali è importante per sviluppare la personalità».
Ma la cosa importante per Prensky è soprattutto un'altra. Anche se ai benpensanti può sembrare non rilevante, i giochi non a scopo educativo sono molto complessi e obbligano i giocatori a prendere un grande numero di decisioni.

«Davanti al video con il joypad in mano i giocatori devono capire come cavarsela adattandosi a regole attraverso prove ed errori» prosegue Prensky «risolvendo rompicapo e sviluppando strategie anche confrontandosi via internet». Questo risolvere i problemi alla velocità del videoclip è quello che dà la vera soddisfazione a chi gioca.
Non importa quindi se per vincere bisogna salvare una principessa trovando una pozione che la faccia resuscitare o si deve vendere una partita di droga a un narcotrafficante. «Quello che importa è esserne usciti vincitori» conclude Prensky.
"

Non so cosa pensare. In un altro topic si parlava di pena di morte, beh..non riserverei questa, ma certamente i lavori forzati sì, a coloro che hanno ideato e realizzato videogames del genere. Così forse non avrebbero tante energie da sprecare in simili perversioni, tutti occupati a tirare il fiato.

... Sa, è molto bella l'immagine di un proiettile in corsa : è la metafora esatta del destino. Il proiettile corre e non sa se ammazzerà qualcuno o finirà nel nulla, ma intanto corre e nella sua corsa è già scritto se finirà a spappolare il cuore di un uomo o a scheggiare un muro qualunque. Lo vede il destino ? Tutto è già scritto eppure niente si può leggere ...
Alessandro Baricco -- "Castelli Di Rabbia"

pedersen
Fan

Posted - 16/11/2006 :  20:53:36  Show Profile  Click to see pedersen's MSN Messenger address  Reply with Quote
Basta nn comprarli,poi se c'è gente che si diverte cosi allora poveri loro...io a mio figlio un gioco simile nn lo comprerò mai...
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Domle
Fan

Posted - 16/11/2006 :  21:07:28  Show Profile  Visit Domle's Homepage  Send Domle an ICQ Message  Click to see Domle's MSN Messenger address  Reply with Quote
Eccola là, la sto sentendo ora su raidue per l'ennesima volta l'accusa che certi tipi di giochi, nominando specificatamente i "Giochi di Ruolo", possono causare un danno, possono alterare la personalità e così via.

Mi pare che questi fantomatici psicologi quando parlano di questo tipo di giochi non hanno la minima idea di cosa trattano.
Cosa devo fare, prendere il mio spadone a due mani e aspettarli fuori, nascosto tra le ombre?

--------------------------------
Di lui al saluto con Lene ricordo distintamente anch'io il "Come here!" e il tendere le braccia di Lene.
Domle stava proprio a fianco a me; mi sono sorpreso x un attimo,
perche' Domle e' stato l'unico ad essere stato "riconosciuto", ma come dimenticare l'onnipresente tifoso del TIL?

-----Aker brygge, sarai per sempre la mia neste stopp... -----

Edited by - Domle on 16/11/2006 21:08:59
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DarKlaus
Staff / Moderatore

Posted - 16/11/2006 :  21:19:11  Show Profile  Reply with Quote
Devo uscire fra poco e non faccio in tempo a spiegare approfonditamente quello che penso. Lo farò domani dopo aver letto meglio l'articolo. Posso solo dire che se stessimo a sentire tutto quello che dicono gli psicologi e dessimo retta a tutti i capri espiatori che la società cerca per negare le proprie colpe (specie in ambito musicale -musica metal- e dei videogiochi -videogiochi violenti-) dovrei essere un serial killer. Nella vita non si può mai sapere, ma al momento, se posso, evitaro di uccidere pure gli insetti che ho in casa... domani approfondisco.


Piove
piove sulle case
piove dappertutto
anche dentro me
Piove
piove sulle cose
piove dentro l'anima
e non so cos'è...

Dolcenera - Piove

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Franko
Fan

Posted - 16/11/2006 :  23:39:16  Show Profile  Visit Franko's Homepage  Click to see Franko's MSN Messenger address  Reply with Quote
Vergogna questi psicologi non sanno neanche cosa è il videogioco e parlano, basta con ste stronzate


Oggi è anche l'Emergence day, esce Gears of War, cari psicologi fatevi una partitina anche voi, pensate che alla fine andrete in giro a uccidere qualcuno?,hahahhah

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KGB
Fan

Posted - 17/11/2006 :  00:17:14  Show Profile  Click to see KGB's MSN Messenger address  Reply with Quote
VERAMENTE DISGUSTOSO


Suomi: kansa miettiä lakkaväria



Ivan "KGB"
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peppe89
Fan

Posted - 17/11/2006 :  00:46:36  Show Profile  Reply with Quote
Ma ci trovano gusto?! =___=
Quel videogioco è come un film Horror



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riccardino
Fan

Posted - 17/11/2006 :  11:17:07  Show Profile  Reply with Quote
Condivido con tutti voi il disgusto, che però per quel che mi riguarda risale a molti anni fa, in cui uscirono i primi videogames di violenza, che non era sessuale, bensì fisica, ma comunque grave e a mio parere diseducativa. Io giocavo ai videogiochi da ragazzino e anche qualche anno fa, ma mi limitavo al Tetrix, le palline colorate, la pista automobilistica, la pista da sci, la partita di tennis, ecc..., insomma giochi in cui non era contemplata la violenza (rapine in banca con sangue a gogò, mostri orrendi che se le suonano di santa ragione, ecc...).
Ora, con questi video di violenza e sesso assieme, abbiamo raggiunto il Top, ma se siamo giunti a questi punti, è anche responsabilità di chi ha permesso che i giovani si cimentassero coi primi videogames violenti. Già questi videogames, a mio parere, hanno da sempre rischiato di stimolare gli istinti più negativi di un giovanissimo.
Personalmente vieterei la commercializzazione di questi videogames: questo "proibizionismo", che a qualcuno potrebbe far storcere il naso, servirebbe a mio avviso a impedire che per certi giovani psicolabili, il virtuale possa mescolarsi con la realtà.
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Franko
Fan

Posted - 17/11/2006 :  12:37:27  Show Profile  Visit Franko's Homepage  Click to see Franko's MSN Messenger address  Reply with Quote
Purtroppo in Italia c'e' molta ignoranza sul videogioco, tantissima gente lo vede ancora come una forma di intrattenimento per bambini, il videogioco è cambiato e in pochi anni avra piu mercato sia della musica che del cinema, perche riesce a fondere le due cose in un unica arte interattiva.
Non'e' da dare nessuna cola ai giochi se qualche ragazzino diventa protganista di atti di bullismo..
Nei giochi violenti biosgna sempre vedere i programmatori dove vanno a colpire e cmq in qualsiasi gioco ci mettono cmq un significato, prendiamo Call of duty(ultimo gioco di guerra)i programmatori hanno ricreato cosi bene l'atmosfera che il giocatore rimane davvero impresionato dalla guerra, Gears of War, stereotipo americano di noi possiamo fare tutto ma....
Giochi di horror giapponesi? Be ci sono tanti film horror in giro, e poi perche in Kill Bill 2 con la stessa scena della bara non sono scattate queste polemiche?
E poi non'e' vero che un gioco vende quando è violento, basta vedere le classifiche europee e sono dominate dai giochi di calcio, quelle americane dal football e quelle jap da Nintendo.
Bisogna documentarsi prima di parlare.....

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President
Fan

Posted - 17/11/2006 :  13:44:32  Show Profile  Visit President's Homepage  Click to see President's MSN Messenger address  Reply with Quote
Non sono d'accordo con nessuno di voi..
Mi sembra esagerato condannare i videogiochi e proibire totalmente la vendita di queli più violenti. Il proibizionismo in stile Medievale non ha mai dato ottimi risultati.
Non sono però nemmeno d'accordo con chi dice che gli psicologi parlano a caso e condannano ingiustamente certe violenze gratuite.
La violenza, vissuta in prima persona in famiglia, vista in TV o nei giochi, non è del tutto ininfluente nelle persone (soprattutto nei bambini) con dei piccoli disturbi psichici e facilmente suscettibili.

Cerchiamo di non esagerare nelle condanne verso l'uno o l'altro schieramento.. Alcuni post scritti finora non mi sono piaciuti per niente...


Una voce d'angelo che mi riempie il cuore, eccolo il vero nettare della vita...
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Len
Fan

Posted - 17/11/2006 :  16:56:37  Show Profile  Reply with Quote
quote:
Originally posted by President

Non sono però nemmeno d'accordo con chi dice che gli psicologi parlano a caso e condannano ingiustamente certe violenze gratuite.
La violenza, vissuta in prima persona in famiglia, vista in TV o nei giochi, non è del tutto ininfluente nelle persone (soprattutto nei bambini) con dei piccoli disturbi psichici e facilmente suscettibili.


bè anche senza disturbi pres..
Cmq d'accordo.
Non penso per niente che i videogames siano (solo) per bambini.. mi succede lo stesso con i manga -Ma sono fumetti! Sono per bambini!"- Perciò posso capire..
Però c'è da dire che certi giochi "si spingono" davvero un po' troppo oltre.. Ovvio,non che uno giocando diventerà poi un killer,un ladro o nn so che altro..ma non è questo il punto secondo me.
Non si può non dire che certi videogames non siano propriamente adatti per una certa categoria di persone..
E' vero infatti che possono avere delle ripercussioni in particolar modo nelle persone + facilmente impressionabili (categoria in cui è normale inserire i bambini..) Ma magari neanche ce ne accorgiamo di quaesto e il tutto si gioca sull'inconscio.
Ma è un po' come per i film no? Ad es.. Quanti di voi(o qlcno che conoscete) hanno visto da piccoli il film IT e ne sono rimasti colpiti? Quanti di voi dopo averlo visto hanno avuto per es. una certa inquietudine (magari a distanza di tempo e senza capirne il perchè) alla vista di un pagliaccio?
O per es. una mia compagna mi diceva che è aracnofobica,e parlando parlando vado a scoprire che da piccola aveva visto un film sui ragni che l'avavmo così impressionata a tal punto che ora li teme..
Sono esempi così,ma quello che voglio dire è che penso che è vero che quello che vediamo,che sentiamo ci influenza..senza che magari neanche ce ne accorgiamo! E i videogames, proprio perchè stanno diventando sempre + realistici, sono un po' come i film..no?

Cmq questo nuovo gioco di cui si parla ora,Rule Of Rose, lo trovo particolarmente agghiacciante. In senso totalmente negativo. Non ci giocherei mai.
Certo, non è che uno giocandoci diventerà poi un maniaco o chissà che altro, ma nn è da escludere che ne possa rimanere turbato..
A me infatti darebbe molto "fastidio" un gioco del genere. E non mi sembra di essere una persona suscettibile e/o facilmente impressionabile..


-----------
Len
You live inside of me Lene..
Le persone cambiano e si dimenticano di avvisare gli altri. ....VIVI E LASCIA VIVERE!!
Vivo lassù..senza limiti di spazio,senza limiti di tempo..sono uno spirito libero nessuno potrà mai conquistarmi..a meno che non si presenti sotto forma di pizza!!^^ -Nuvola-
..CHE ANDARE VA BENE PERO' A VOLTE SERVE UN MOTIVO.. (Liga)

AMO GLI HUSKY!!!! e presto avrò il mio Buck!
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Franko
Fan

Posted - 17/11/2006 :  17:14:06  Show Profile  Visit Franko's Homepage  Click to see Franko's MSN Messenger address  Reply with Quote
Alcuni di voi hanno attaccato i programmatori, ma in teoria chi dovrebbe avere delle multe salate sono i venditori, xke quando su una scatola c'e' il bollino vietato ai 18 lo vendono anche al bambino?
E normale che io persona di 24 anni voglio giocare a titoli che devono dare un po di adrenalina e suspence, non bisogna quindi bandire i giochi piu adulti ma fare controlli piu severi nei negozi.


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President
Fan

Posted - 17/11/2006 :  17:30:28  Show Profile  Visit President's Homepage  Click to see President's MSN Messenger address  Reply with Quote
quote:
Originally posted by Franko

Alcuni di voi hanno attaccato i programmatori, ma in teoria chi dovrebbe avere delle multe salate sono i venditori, xke quando su una scatola c'e' il bollino vietato ai 18 lo vendono anche al bambino?
E normale che io persona di 24 anni voglio giocare a titoli che devono dare un po di adrenalina e suspence, non bisogna quindi bandire i giochi piu adulti ma fare controlli piu severi nei negozi.
Purtroppo anche i controlli nei negozi possono risultare vani quando è il genitore a comprare il gioco al figlio..
Come si fa a dire di no ad un bambino se "tutti gli amichetti hanno quel gioco" oppure se "tanto ci giocherebbe a casa di altri amici" ?

D'accordo con il post di Len, che secondo me fa capire che siamo di fronte ad una società diversa da quella dei nostri genitori, con problematiche nuove che non sappiamo come affrontare.


Una voce d'angelo che mi riempie il cuore, eccolo il vero nettare della vita...
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DarKlaus
Staff / Moderatore

Posted - 17/11/2006 :  17:33:18  Show Profile  Reply with Quote
Ho letto poco fa tutto l'articolo su Panorama e ho un po' di considerazioni da fare.
In casi come questo ci sono due cose puntuali come un orologio svizzero: la voglia di prendersela con i videogiochi (come con la musica) per i mali della società e le castronerie dette da chi non ha mai preso un pad in mano.
Innanzitutto, alla faccia dell'imparzialità, l'articolo inizia con una vena di autoesaltazione e automitizzazione dell'autore a suo vedersi bravissimo ad aver saputo mettere le mani sul disco in anteprima ed eroe nel mettere in guardia il popolo dai pericoli di questo scioccante videogioco. Chiunque abbia un po' di dimestichezza col mondo dei videogiochi sa che l'importazione è sempre esistita sebbene ai limiti della legalità (su ogni videogioco giapponese è scritto "da vendersi esclusivamente in giappone" e una legge italiana ora vieterebbe di vendere nel nostro paese prodotti non usciti ufficialmente. Inoltre già per legge non si potrebbero vendere prodotti non marchiati CE, per questo al lancio della PS2 giapponese in alcuni negozi italiani furono sequestrate le console importate) per cui procurarsi un gioco giapponese, tramite negozio o tramite internet, è facile come comprare un panino da McDonald's.
Nell'articolo ad un certo punto si parla di una scena in una toilette dove una ragazzina in ginocchio succhierebbe il dito all'amica seduta sul wc. La scena c'è, ci sono le foto nell'articolo, ma avviene all'opposto. E' quella sul wc a succhiare il dito a quella inginocchiata. Può sembrare una cosa di poco conto ma non vorrei che invece l'aver invertito i ruoli sia il sintomo di una distrazione da pregiudizio, di cui tutto l'articolo mi sembra permeato. Il fatto è che sembra tutto scritto appositamente per creare l'ennesimo, solito scandalo da parte di chi, ignorante, vuole coinvolgere e muovere gli ignoranti come lui. Passatemi il termine ignorante nel senso letterale di colui che ignora non avendo la minima idea di cosa sia un videogioco. Per esperienza personale posso dire che secondo me la questione non sta nella violenza nei videogiochi ma in tanti altri aspetti. Innanzitutto non capisco il motivo di prendersela tanto con un gioco quando il cinema e la tv ci hanno abituati, secondo me, molto peggio. E' vero che il videogioco lo vivi attivamente mentre i film lo "subisci" passivamente ma le sensazioni che sucitano sono equivalenti. La paura è paura, la violenza è violenza. Dall'altro lato però un gioco, per quanto bella, curata e reale sia la grafica, rimarrà sempre finto (sia a livello visivo che di elementi strutturali. Ad esempio in questo gioco si parla della presenza di mostri e demoni che a mio parere lo distaccano già abbastanza dalla realtà per non essere confuso con essa) mentre un film ha la capacità di farci sembrare vero anche quello che non lo è. Considerando questo, quanti film horror hanno avuto dei bambini per protagonisti e quanti hanno giocato sulla loro malignità? Per quanti è stata fatta una polemica simile?
Per fortuna ognuno è libero di avere la propria moralità e pensarla come vuole sull'argomento, però credo sia sbagliato dare la colpa ai videogiochi per la violenza giovanile. Il bullismo (di cui ora si parla tanto) è sempre esistito, la violenza anche. La storia del mondo è basata su migliaia di anni di violenza mentre la storia dei videogiochi credo non abbia che poco più di 30 anni. Volersela prendere con uno strumento tecnologico è, secondo me, il volersi scaricare la coscienza per una società inadeguata a far crescere i giovani con i valori giusti che un videogioco non violento non ti dà ugualmente. Non mi pare che dopo Super Mario abbiamo avuto un'impennata di bambini eroici pronti a sacrificarsi per il bene. Probabilmente i videogiochi non hanno tutta l'influenza che si vuole far credere. tra l'altro dietro alle loro confezioni, a sfondo violento o no, è riportata una indicazione dell'età consigliata e/o dei contenuti. Al contrario dei film non credo ci sia una legge a proposito che vieti di vendere il videogioco liberamente (altrimenti i negozi dovrebbero essere attrezzati con un espositore a parte, magari protetto come nel caso dei film per adulti nelle videoteche). Anche ci fosse il divieto, sta tutto alla coscienza del negoziante (che nel 90% dei casi, pur di vendere, non ti dirà mai che il prodotto non è consigliato ma non può neanche chiedere i documenti, stessa storia per la vendita di sigarette e alcolici) ma soprattutto dei genitori. Nell'articolo si fa riferimento a negozi che vendono liberamente ai ragazzi giochi a loro vietati ma non si dice che tante volte sono gli stessi genitori ad entrare nel negozio e comprare il gioco per il figlio senza neanche informarsi su cosa gli stanno prendendo, tanto alla fine gli basta accontentarli o, peggio ancora, che non rompano più. Se i genitori hanno l'abitudine di comprare ai figli giochi che non sarebbero adatti per loro e di non curarsene quando ci giocano per vedere cosa hanno in mano, non credo che la colpa sia del videogioco. Un genitore che si disinteressa forse è anche uno che non educa a dovere (e su questo ne avrei molto da dire viste l'esperienze dirette di persone a me vicine che hanno a che fare con certi esempi di genitori moderni che lasciamo stare). Non voglio passarmi per uno meglio degli altri e con genitori migliori di altri (anzi, ne avrei da ridire pure sui miei), ma credo di essere stato educato alla non violenza e non è stato certo un videogioco a cambiare la mia educazione. Eppure di giochi violenti ne ho giocati e visti davvero tanti. Quello che per me non comprendono gli psicologi è la valenza "terapeutica" che il gioco può avere. Il videogioco va preso come strumento di sfogo ma questo può avvenire se hai una cultura alle spalle che te lo fa capire. Se la cultura non ce l'hai non è colpa del gioco. E poi trovo che sia sempre molto meglio scaricare la proprio rabbia, frustrazione e quant'altro su una massa di texture e poligoni che su qualcuno che ci sta accanto. Non c'è la consequenzialità di cui tanto parlano.
Se vengono prodotti giochi violenti è perchè evidentemetne ce n'è anche richiesta e mi sembra illogico risolvere la questione moralmente con un "io li manderei in galera" o cose simili. La gente questi giochi li compra. Che poi lo si faccia spesso anche per voyerismo e perversione (in questo caso l'articolo può ottenere anche l'effetto contrario) è un altro discorso che ugualmente non ha ache fare col gioco in sè ma col modo di vivere a cui c'ha abituati la società e principalmente la televisione.
Il dato di fatto è che, videogiochi o no, la violenza esiste e fa parte, purtroppo, della nostra natura. Io sono convinto che, se la nostra voglia di violenza è veicolata in maniera giusta, può diventare anch'essa positiva. Per veicolata in maniera positiva intendo di applicare quella rabbia e quell'energia in situazioni che non comportino cmq l'uso della violenza. La si può usare nello scrivere, nel disegnare, nel dipingere, nel fotografare, nello sport e nelle attività ricreative. Insomma, è normale che vada sfogata in qualche modo e i videogiochi secondo me sono utilissimi a farlo.
La questione morale del "soggetto" del videogioco è invece una questione più complessa. Non voglio entrare in merito al discorso del gioco in questione perchè non sta a me dire se sia giusto o no usare i bambini come protagonisti e inserirli in certe situazioni, ma secondo me s'è voluto calcare troppo la mano sulla questione della moralità perchè è vero che quei poligoni hanno l'aspetto di bambini ma sono pur sempre poligoni, ossia finzione. Ci vuole capacità critica a discernere la realtà dalla finzione e magari i bambini non ce l'hanno, ma gli adulti sì ed il gioco non a caso è espressamente pensato per un pubblico maturo (dai 16 anni in su mi pare). La questione per me è che la violenza praticata nei videogiochi non è vera violenza. Per quanto la scena sia cruda, non comporta il dolore di nessuno. Se non c'è dolore nell'atto non c'è violenza (un po' diverso il discorso dei film perchè interpretato da attori in carne ed ossa e quindi realmente verosimile). Può esserci sgomento, repulsione o goduria nel vedere o giocare una scena simile ma di per sè è una scena vuota. Con un po' di ragione si capisce che non sarebbe altrettanto se si compissero davvero certi atti. Come ho detto prima sta alla nostra cultura, intelligenza ed educazione farci capire che quello che possiamo fare nei videogiochi non possiamo farlo nella realtà perchè faremmo del male a qualcuno. Sta alla società, alla famiglia, alla scuola insegnarcelo, non ai videogiochi. Se possono accadere episodi di violenza legati all'uso dei videogiochi è perchè evidentemente manca qualcosa di fondo nel capire la differenza tra lo schermo e la realtà. Torna il solito discorso che allora la questione è educativa, non del gioco in sè. A questo punto sennò dovremmo considerare violento pure Pac-man. Dei mostri che ti inseguono tutto il tempo per uccidere non è psicologicamente violento per quella povera pallina gialla? Se abbiamo la capacità di considerare distaccatamente quella pallina dovremmo avere anche la capacità di considerare distaccatamente quelli che per forma ci sembrano bambini e situazioni violente. Ammetto che quello che può sembrare sempre più socncertante nei videogiochi sia la verosimiglianza con la realtà ma è indubbio che più si vada avanti e più sarà così. Ci fosse stato un gioco simile per situazioni 15 anni fa nessuno avrebbe detto niente perchè la grafica non ce lo avrebbe fatto apparire reale. L'avremmo preso magari anche in maniera più divertente, come una sorta di famiglia addams. Ma a questo punto più si andrà avanti e peggio sarà. Nell'articolo ad esempio si nomina Splinter Cell, ma splinter cell per certi versi non è che un clone di Metal gear solid che è una serie che esiste da decenni ormai. Non se n'è mai detto niente a riguardo, che senso ha tirarlo fuori ora? Si parla di Hitman in cui puoi uccidere tuo padre, ma in quanti film, fumetti o cartoni il protagonista, seppur buono, è costretto a lottare con il padre o il fratello e a ucciderlo? Si è parlato di GTA, ma anche l'episodio a cui si fa riferimento non è che l'ennesimo di una serie vecchia ormai, con la differenza che le azioni violente sono state aumentate ma quello che le rende più sconcertanti è la "realtà" della nuov grafica usata che ha sostituito la vecchia visione bidimensionale. Dopotutto il fatto sconcertante secondo me non è pensare certe cose e metterle in un videogioco, semmai è sapere che quello che ci viene messo è qualcosa che può accadere davvero. Non se lo sono inventato i programmatori, se l'è inventato il genere umano e il moralismo sta nel prendersela col videogioco che te lo fa vedere mentre la finzione quotidiana vuole farti credere che vada tutto bene. Se c'è emulazione è perchè non c'è cultura, di questo ne sono abbastanza convinto. E d'altro canto anche agli psicologi che spesso parlano credendo di sapere tutto, manca poi la cultura della realtà. Mi fa "piacere" vedere che per fortuna ce ne sono anche che non la pensano come la stragrande maggioranza dei "moralisti". E' una mia opinione personale ovviamente che non vuole avere il pretesto di verità assoluta. Quello che ho scritto l'ho scritto in base anche alla mia esperienza personale e non pretendo che debba essere così per tutti, ma non mi sento di certo fuori dalla norma. per poter giudicare più a fondo dovrei giocare questo titoloo ma non credo lo farò. Non ci vedo cmq tutto questo marcio che qualcuno lo abbia creato (addirittura usare frasi come "non gli darei la pena di morte ma li manderei ai lavori forzati" mi sembra straesagerato... si può essere in disaccordo con la scelta, ma che reato hanno commesso? ) e che qualcuno lo giocherà come si sono sempre giocati videogiochi anche più violenti. La polemica mi sembra solo l'ennessima montatura e strumentalizzazione del momento per sensibilizzare a richiesta la gente su un certo argomento piuttosto che un altro (ora va di moda il bullismo, fra due mesi tornerà la pedofilia e poi chissà).
Se vogliamo sturmentalizzare allora mi sembra più amorale far sfilare modelle anoressiche che poi si vede che fine fanno. Quella sì che è vera violenza.


Piove
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Franko
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Posted - 17/11/2006 :  17:44:28  Show Profile  Visit Franko's Homepage  Click to see Franko's MSN Messenger address  Reply with Quote
Klaus ti meriti un grande applauso, davvero

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riccardino
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Posted - 17/11/2006 :  18:02:23  Show Profile  Reply with Quote
Credo che sia un errore minimizzare il problema o sottovalutarlo. Personalmente ribadisco che videogiochi di questo tipo, imperniati su sesso e violenza sono altamente diseducativi, così come sono convinto che anche certi film col gusto del macabro e della violenza siano molto diseducativi. La motivazione che dò è che non tutte le persone sono in grado di consumare questi prodotti col dovuto distacco, i ragazzi psicolabili possono esserne negativamente influenzati.
A questo dovete pensarci!
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Franko
Fan

Posted - 17/11/2006 :  18:23:21  Show Profile  Visit Franko's Homepage  Click to see Franko's MSN Messenger address  Reply with Quote
Figura di m.... italiana!

Dopo le polemiche di questi giorni che hanno visto i nostri politici entrare in campo sulla questione di Rule of Rose(ma non hanno niente di meglio a cui pensare)ora è il publisher che scende in campo, smentendo chi aveva provato il gioco(o anzi meglio, chi non lo aveva provato).
"Il seppellimento della protagonista o di qualsiasi altra ragazza non avviene in nessuna scena del gioco, nemmeno indirettamente", dice 505 Games, "la scena che ha scatenato la discussione è in verità un sogno della protagonista che fa da introduzione al gioco: una sequenza video non interattiva nella quale la ragazza, che peraltro non è minorenne, viene catturata dentro ad una cassa. La parte interattiva del gioco è basata principalmente sull'esplorazione e la soluzione di misteri. Le uniche, sporadiche scene di combattimento avvengono contro dei mostri".
Rule of Rose è stato giudicato conforme alla distribuzione nel mercato europeo. PEGI l'ha catalogato come 16+.(neanche 18+ quindi figuriamoci un po).
Un ultima chicca:
Il gioco dovrebbe uscire in Europa a febbraio e 505 Games ha annunciato che organizzerà una sua presentazione ufficiale per il 23 novembre a Milano, per la quale inviterà anche politici e giornalisti.
Cornuto e mazziato.

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DarKlaus
Staff / Moderatore

Posted - 17/11/2006 :  18:24:01  Show Profile  Reply with Quote
quote:
Originally posted by riccardino

Credo che sia un errore minimizzare il problema o sottovalutarlo. Personalmente ribadisco che videogiochi di questo tipo, imperniati su sesso e violenza sono altamente diseducativi, così come sono convinto che anche certi film col gusto del macabro e della violenza siano molto diseducativi. La motivazione che dò è che non tutte le persone sono in grado di consumare questi prodotti col dovuto distacco, i ragazzi psicolabili possono esserne negativamente influenzati.
A questo dovete pensarci!



Io credo di averlo fatto (sicuri che dall'altro lato voi invece non lo abbiate invece esagerato senza effettivamente conoscere il "campo" videoludico?), non ha caso ho ripetutamente detto che quello che succede non è colpa del videogioco ma della "società". Se uno è psicolabile o non ha l'età adatta sta a chi gli sta intorno evitare che ne faccia uso piuttosto che fregarsene e metterglielo in mano. Se dei ragazzi gettano i sassi dal cavalcavia è questione di incoscienza, di irrispettosità, forse di stupidaggine, di maleducazione e se vogliamo pure di psicolabilità, ma non ha senso che il telegiornale lo metta in relazione col fatto che giocassero a Mortal Kombat (c'ho giocato tanto anch'io).
Come è scritto anche nell'articolo, non è il mezzo a essere nocivo ma l'uso che se ne fa. La fusione nucleare è di per se una grande scoperta, ma se la usi a scopo bellico diventa elemento di distruzione. Dovremmo forse moralizzarci su?
Posso capire lo sdegno per il gioco, che nessuno costringe a comprare, ma mi dà fastidio la relazione diretta violenza giovanile ---> videogiochi perchè se ci sono esempi di giocatori violenti, ci sono sicuramente più esempi di giocatori equilibrati. E' solo che come al solito basta uno squilibrato a infangare tutti gli altri (senza che poi ci sia la relazione col fatto che giocasse. E magari al metal preferiva Battisti, per dire).


Edit: la risposta di franko è l'ennesima dimostrazione che chi non ne capisce di giochi farebbe meglio a evitare di parlarne. Tra l'altro dalle foto su Panorama sembrava molto dubbio che fosse grafica del gioco e non computer graphic.


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Marko
Staff / Moderatore

Posted - 17/11/2006 :  20:44:29  Show Profile  Reply with Quote
Il discorso di Claus lo condividerei se fossimo in una società di persone tutte adulte, mature e responsabili, ma non è così ed è per questo che interviene la legge in determinati casi a porre dei limiti.
I limiti sono tanto + pesanti quanto maggiore è il rischio per gli individui e la società nel suo complesso. Ad es. le droghe (argomento di cui si sta discutendo di nuovo proprio in questi giorni): non possono essere liberalizzate basandosi sull'argomento della responsabilità e "conoscenza" dei cittadini. Stesso discoro per le armi.
Per il fumo dovrebbe valere lo stesso, o x l'alcol, ma lì entrano in gioco due considerazioni (a parte la difficile questione dei limiti alla libertà personale): c'è un minor danno x la salute o perlomeno un danno non subito riscontrabile, e non in tutti i soggetti, per cui: minore evidenza = minore allarme sociale. E poi ci sono i grossi guadagni dello Stato, che è disposto anche a pagare ogni tanto bei risarcimenti piuttosto che porre dei limiti seri che vadano oltre la scritta gigante sui pacchetti. Anche se bisogna riconoscere che in Italia si è fatto quasi il massimo che si poteva fare con la legge anti-fumo. Non voglio lamentarmi sul discorso fumo.
Su un gradino ancora + basso porrei altri 2 problemi: quello legato al gioco (parlo di quello legale) e quello legato alla visione di film e altro materiale violento.
Sappiamo che molta gente si rovina x mezzo della malattia del gioco, eppure lo Stato anche qui con le varie Snai e Lotterie (ben publicizzate) guadagna ottimamente.
Ma venendo al tema dei videogiochi, anche se il problema può sembrare meno grave, dobbiamo ricordare che il prodotto è in gran parte rivolto ai bambini e ragazzi, cioé le fasce più deboli della società. Il videogioco può avere tutte le finalità che voi dite (formazione, sfogo ecc.) ma -a parte il problema della violenza in alcuni di essi, che anche se "prodotta" di persona è niente in confronto a quella di certi film- chi gioca molto (proprio perché gioca molto) deve ammettere che crea dipendenza.
Io l'ho sperimentato fin da piccolo su quei videogame tascabili che funzionavano a pile: ero bravissimo e ci stavo ore e ore (anche perché non avevo chissà ché da fare!) e se m'interrompevano mi arrabbiavo perché poi dovevo ripartire daccapo. Poi x fortuna è arrivata la funzione Salva ma cmq fino a qlc anno fa ad es. su quelli per pc della serie Age of Empires ci stavo tantissimo, il tempo scorreva senza che me n'accorgessi, e non facevo quello che dovevo fare.
Non so quali sono le soluzioni migliori, specie nei casi di soggetti + esaltati o psicologicamente labili. Certo dipende sempre dall'autoresponsabilità e dai genitori. Il rischio però oggi è indiscutibilmente + forte, con tutta la tecnologia a disposizione i ragazzi fin da piccoli già stanno ore davanti alla tv (e ai genitori spesso sta bene così, perché non devono occuparsene, ma in realtà sono + incapaci e impotenti) oppure davanti al pc a vedere magari anche cose che non dovrebbero, e con le consolle a giocare giochi sempre + realistici, che attirano tutta la loro attenzione distogliendoli dai giochi + veri, quelli che specie un bambino piccolo dovrebbe giocare.
Un es. banale anche x i + grandicelli: oggi raramente vedo ragazzi/ni che giocano a pallone tra loro nel mio parco, perché preferiscono chiudersi in stanza a giocare, mentre quand'ero piccolo io si scendeva quasi tutti i giorni, e si faceva anche + moto fisico.

Mi sono un po' allontanato dal tema della violenza (su cui -se si potesse- sarei x censurare drasticamente fino a una certa età almeno) ma volevo far capire che c'è un problema + generale di non facile soluzione.


Swim out on a sea of faces, the tide of the human races______Oh brother I can't get through
An answer now is what I need___________________________I'm so scared about the future and I want to talk to you

Edited by - Marko on 17/11/2006 20:50:53
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chiarina88
Fan

Posted - 17/11/2006 :  21:33:45  Show Profile  Click to see chiarina88's MSN Messenger address  Reply with Quote
Mi trovo ad essere d'accordo con ciò che ha scritto Marko.
E rispondo a DarKlaus quando chiede (evidentemente rivolto a me visto che la frase citata l'ho scritta io):


quote:
Originally posted by DarKlaus

addirittura usare frasi come "non gli darei la pena di morte ma li manderei ai lavori forzati" mi sembra straesagerato... si può essere in disaccordo con la scelta, ma che reato hanno commesso?


Beh..mi sembra che queste persone ci guadagnino un bel po' su queste cose e non lo trovo giusto, non gli farebbe male provare x un po' cosa sia la vera fatica, tornare a casa dopo otto ore di lavoro.. un po' di sana fatica..

... Sa, è molto bella l'immagine di un proiettile in corsa : è la metafora esatta del destino. Il proiettile corre e non sa se ammazzerà qualcuno o finirà nel nulla, ma intanto corre e nella sua corsa è già scritto se finirà a spappolare il cuore di un uomo o a scheggiare un muro qualunque. Lo vede il destino ? Tutto è già scritto eppure niente si può leggere ...
Alessandro Baricco -- "Castelli Di Rabbia"



Edited by - chiarina88 on 17/11/2006 21:34:15
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DarKlaus
Staff / Moderatore

Posted - 17/11/2006 :  22:46:22  Show Profile  Reply with Quote
E' vero che le softwarehouse hanno i loro guadagni ma in genere non sono diverse da aziende con i capi e i dipendenti che fanno un lavoro come lo fanno tutte le altre persone al mondo. Secondo te programmare un videogioco, con tutto quello che comporta, non è a suo modo faticoso? Io non inizierei a fare i paragoni perchè a questo punto un dipendente statale non fa certo un lavoro più faticoso del dipendente di una softwarehouse. Gli augureresti i lavori forzati solo perchè gli uffici statali non funzionano?
Realizzare un gioco avrà anche forti guadagni (con tutta la pirateria che gira poi potrebbero essere ancora di più... anzi, a volte non sono neanche mai abbastanza visti i fallimenti nel corso degli anni) ma ha anche delle spese notevoli. Produrre un gioco ormai costa più che produrre un film di Hollywood. Ogni giorno di lavoro ha un costo. Non ci si può impiegare una vita e non credo si sperperino i guadagni in stipendi assurdi ai dipendenti (che avendo delle scadenze non credo lavorino 5 minuti al giorno. E' probabile che davanti a quei computer a programmare ci stiano anche le giornate intere, altro che le 8 ore). Il lavoro è frenetico e secondo me anche abbastanza stressante (tutto il giorno davanti al pc ma mica a giocare). Come in un'azienda poi i lavori sono settorializzati dal gradino più alto al più basso. C'è chi ha l'idea e c'è chi lavora a realizzarla sulla base di quello che gli viene chiesto e come gli viene chiesto. Di certo un videogioco di quelli moderni non può essere fatto da una persona sola. Pensa a tutte le componenti: storia, dialoghi, grafica (pensa a tuti quelli che realizzano i modelli, prima i disegnatori che fanno le bozze, poi quelli che si occupano della realizzazione in 3d, poi gli addetti alle texture), motore grafico, programmazione, effetti, suono, interfaccia, compatibilità, sfruttamento delle risorse, doppiaggio, filmati di intermezzo ecc. E poi c'è il betatesting ecc, tutto considerando che alla fine devi avere un prodotto per lo meno decente, vendibile sul mercato e che ti faccia rientrare per lo meno delle spese. E poi finito un gioco non si dorme sugli allori, ce n'è subito un altro da preparare per evitare di essere surclassati. Non mi sembra che sia propriamente una vacanza per tutti quelli che ci lavorano dietro.


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