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 Legge d'iniziativa popolare per l'acqua pubblica

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T O P I C    R E V I E W
Marko Posted - 23/01/2007 : 15:47:56
Probabilmente ne avrete sentito già parlare. Altrimenti, è meglio che v'informiate in fretta, perché c'è gente che lavora per evitare che il futuro della società umana diventi più disastroso di quello che già è, e per questo va sostenuta. Adesso. Con i nostri piedi e una firma. Una cosa concreta, che richiede poco tempo, ma è decisiva in tanti sensi.
Per chi vuole contro-informarsi, o meglio: informarsi veramente (su questo e su tanto altro) c'è lo splendido sito di Altreconomia.
Info sulla legge per l'acqua
Testo di legge e, sulla colonna di destra, i luoghi e le date degli incontri sul tema e dei banchetti nella vostra città dove potrete recarvi a firmare (vi serve soltanto la carta d'identità)


Pour me some wine join me tonight Surround me with your happy faces
I needed the laughs I needed you tonight Life is so good when I'm with you
20   L A T E S T    R E P L I E S    (Newest First)
Marko Posted - 24/09/2011 : 12:46:48
Sembra incredibile, da questo comunicato stampa risulta che Napoli per una volta sta dando l'esempio all'Italia! L'operato del nuovo sindaco sta avendo i suoi effetti, e il lungo lavoro di Alex Zanotelli e del movimento acqua pubblica viene premiato proprio nel fulcro del "sistema".


Acqua pubblica: l’Arin cambia pelle

Dopo tre mesi di intenso lavoro, durante il quale sono stati consultati esperti di differenti discipline economiche, giuridiche, aziendali, oltre ad esponenti della società civile e delle associazioni ambientaliste, la Giunta di Palazzo San Giacomo approva la trasformazione della Società per azioni Arin che gestisce il servizio idrico a Napoli in azienda speciale.
CAMBIA LO STATUTO
Prima in Italia ad attuare la “volontà referendaria del 12-13 giugno 2011” per l’acqua come bene comune e per la gestione pubblica del servizio idrico la Giunta con un atto deliberativo firmato dagli assessori Alberto Lucarelli e Riccardo Realfonzo avvia il processo di cambiamento dello statuto dell’Arin. La gestione dell’’acqua, pertanto, passerà nelle mani di un Ente di diritto pubblico, non avente scopo di lucro e che non si prefigge, quale obiettivo aziendale, il profitto ma esclusivamente di fornire un servizio al di fuori dei meccanismi di mercato dettato da criteri di universalità, efficienza, economicità e trasparenza. Principi già ratificati ieri dall’Aula del Consiglio comunale.
NASCE L’AZIENDA SPECIALE
“Con la trasformazione della Arin da Società per azioni in azienda speciale operiamo una vera ripubblicizzazione dell’’acqua. Ormai è chiaro che in Italia le privatizzazioni, almeno nel settore dell’’acqua, hanno sin qui generato incrementi delle tariffe e riduzioni degli investimenti. Con l’azienda speciale, che per natura non persegue profitto, potremo contenere le tariffe e soprattutto differenziarle in base a criteri sociali ed ecologici. “Napoli è il primo Comune d’Italia che attua la volontà referendaria e che assegna la gestione dell’acqua, bene comune per eccellenza, ad un Ente di diritto pubblico alla cui governance sono chiamati rappresentanti delle associazioni ambientaliste e dei lavoratori dell’Azienda. Previsto il diritto al minimo vitale idrico e un fondo di solidarietà internazionale””.


- Jeg har lyst til å dra på en mat-og vinturné i Italia
Franko Posted - 30/07/2010 : 18:35:59
Appena ho visto i banchetti in giro e scoperto di cosa si trattava non ho esitato a firmare, poi la firma sul nucleare è stat piu che giusta!
Marko Posted - 30/07/2010 : 09:23:03
COMUNICATO STAMPA

L'ONU DICHIARA L'ACQUA DIRITTO UMANO: IL GOVERNO ITALIANO VOTA A FAVORE A NEW YORK E PRIVATIZZA IN ITALIA!

Lo straordinario successo della raccolta firme per i tre referendum per l'acqua può da oggi contare su una nuova autorevolissima presa di posizione: dopo 15 anni di discussioni, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato, con 122 voti a favore e 41 astensioni, un documento proposto dal Governo Boliviano che dichiara "L'accesso all'acqua come diritto umano".

La dichiarazione, pur non vincolante dal punto di vista normativo, sostiene e rafforza le mobilitazioni sociali che in ogni angolo del pianeta contrastano la privatizzazione dell'acqua e la sua consegna nelle mani delle multinazionali.

Nell'apprendere del voto favorevole espresso dal Governo Italiano, ci domandiamo come questo possa conciliarsi con le normative concretamente adottate dallo stesso nel nostro Paese, dove, proprio in opposizione a queste normative, 1.400.000 donne e uomini hanno sottoscritto le proposte referendarie.
Se il Governo volesse dare un segnale positivo ed invertire la rotta potrebbe approvare una moratoria che blocchi tutti i processi di privatizzazione.
In caso contrario saranno i milioni di "SI" ai referendum della prossima primavera a ridare coerenza tra ciò che si declama all'estero e ciò che si produce in Italia.


FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L'ACQUA


- Jeg har lyst til å dra på en mat-og vinturné i Italia
DarKlaus Posted - 20/07/2010 : 00:25:01
Non per essere pessimista, potrebbe essere la volta buona che andrò a un referendum pure io, ma riaggiungere 1000000 di firme non è così difficile come raggiungere un quorum in un sistema politico che da un lato ti porta al disinteresse totale e dall'altro ti "convince" a non andare a votare. Non mi stupirei se lo rifacessero o saranno tentate altre vie per aggirare la questione. Illusi noi se oggi pensiamo di contare veramente qualcosa...

Marko Posted - 19/07/2010 : 19:50:03
RISULTATO STORICO!!
In queste ultime settimane, c'è stata un'attività sempre + frenetica di raccolta firme e poi di conteggio. In tutto sono state controllate 1.070.000 firme, sulle 500mila necessarie per il referendum abrogativo. Stavolta voglio vedere se l'ignoreranno!


- Jeg har lyst til å dra på en mat-og vinturné i Italia
Marko Posted - 21/04/2010 : 19:11:15
ATTENZIONE: NUOVA GRANDE RACCOLTA FIRME
Se vi sta a cuore l'acqua, SABATO 24 APRILE andate nelle piazze delle vostre città e firmate i 3 quesiti referendari proposti dal comitato per l'acqua pubblica (occhio: il Comitato è composto solo da associazioni territoriali, non da partiti. Di Pietro alla fine ha deciso di andare x conto suo, venendo meno alle promesse, il quesito che proporrà lui è soltanto parziale)



COMUNICATO STAMPA

Centomila firme in 48 ore, parte alla grande la raccolta firme per i referendum
Il Comitato Promotore: “Un risveglio civile che parte dall’acqua”
Una partenza straordinaria quella della raccolta firme per i referendum per l’acqua pubblica.
Più che raddoppiato l’obiettivo che il Comitato promotore si era dato alla vigilia del lancio. Sono infatti oltre centomila le firme raccolte nel fine settimana della Liberazione in centinaia di piazze italiane.
Una mobilitazione impressionante che ha visto lunghe file ai banchetti di tutte le città e dei paesi. Un folla consapevole e determinata, che in alcuni casi ha fatto anche diversi chilometri per trovare il banchetto più vicino a casa (l’elenco completo è su www.acquabenecomune.org).
Oltre 12mila firme in un solo giorno in Puglia, 10mila a Roma, 4mila firme a Torino città, 3500 a Bologna, 2500 a Milano. Dati impressionanti dalle piccole città: 4200 firme a Savona e provincia, 2mila firma a Latina e Modena, oltre 1500 ad Arezzo e Reggio Emilia. Dati sorprendenti sui paesi 1300 firma ad Altamura, 850 a Lamezia Terme.
Molti sindaci e amministratori hanno firmato in piazza, tra cui i sindaci di Ravenna ed Arezzo (entrambi Pd). In Molise Monsignor Giancarlo Bregantini (Arcivescovo metropolita di Campobasso) ha firmato in rappresentanza dei 4 vescovi delle Diocesi della Provincia.
Il comitato promotore esprime tutta la sua soddisfazione per il successo delle iniziative. Siamo di fronte ad un vero e proprio risveglio civile, un risveglio che parte da associazioni e da cittadini liberi, un risveglio che parte dall’acqua.

--
Luca Faenzi
Ufficio Stampa Comitato Referendum Acqua Pubblica




Superate le 250mila firme, siamo già a metà strada

Dopo 9 giorni di raccolta firme, iniziata il 24 aprile scorso, il Comitato Promotore per i 3 Referendum per l'acqua pubblica comunica di aver superato le 250mila raccolte per ciascuno dei tre quesiti proposti. Siamo a metà delle firme necessarie, a un terzo dell'obbiettivo che il Comitato si era dato per la fine della raccolta.
La velocità di raccolta firme è straordinaria e da tutti i territori, anche dai più periferici, arrivano dati eccezionali. Tra le regioni in largo anticipo sulla tabella di marcia ci sono il Lazio (32mila firme), la Puglia (oltre 30mila firme), la Calabria (10mila). In Abruzzo sono state raccolte più di settemila firme, quattromila solo negli ultimi due giorni.
Il fine settimana del primo maggio ha replicato il successo del precedente. File nei banchetti in tutta Italia, alle celebrazioni della Festa dei Lavoratori, nelle piazze e per la strade. La raccolta prosegue fino alla prima settimana di luglio, la mappa dei banchetti di raccolta firme è su www.acquabenecomune.org


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Marko Posted - 03/03/2010 : 10:59:25
Per chi fosse interessato


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Marko Posted - 03/02/2010 : 15:01:29
Mentre altre Regioni e Comuni dicono di no all'acqua privatizzata, a Roma ci sarà una nuova manifestazione nazionale, il giorno prima di quella di Libera a Milano contro le mafie.


20 MARZO 2010

MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA

PER LA RIPUBBLICIZZAZIONE DELL' ACQUA,

LA TUTELA DI BENI COMUNI, BIODIVERSITA' E CLIMA,

LA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA


Insieme, donne e uomini appartenenti a comitati territoriali e
associazioni, forze culturali e religiose, sindacali e politiche, abbiamo
contrastato i processi di privatizzazione dell'acqua portati avanti in
questi anni dalle politiche governative e in tutti i territori.

Insieme abbiamo costituito il Forum italiano dei movimenti per l'acqua e
raccolto più di 400.000 firme a sostegno di una proposta di legge di
iniziativa popolare per la tutela, il governo e la gestione pubblica dell'
acqua.

Mentre la nostra proposta di legge d'iniziativa popolare giace nei cassetti
delle commissioni parlamentari, l'attuale Governo ha impresso un'ulteriore
pesante accelerazione, approvando, nonostante l'indignazione generale, leggi
che consegnano l'acqua ai privati e alle multinazionali (art.
23bis,integrato dall' art. 15-decreto Ronchi).

Non abbiamo alcuna intenzione di permetterglielo.

La nostra esperienza collettiva, plurale e partecipativa e' il segno più
evidente di una realtà vasta e diffusa, di un movimento vero e radicato nei
territori, che ha costruito consapevolezza collettiva e capacità di
mobilitazione, sensibilizzazione sociale e proposte alternative.

Chiamiamo tutte e tutti ad una manifestazione nazionale a Roma sabato 20
marzo, per bloccare le politiche di privatizzazione dell'acqua, per
riaffermarne il valore di bene comune e diritto umano universale, per
rivendicarne una gestione pubblica e partecipativa, per chiedere l'
approvazione della nostra legge d'iniziativa popolare, per dire tutte e
tutti assieme "L'acqua fuori dal mercato!".

Nella nostra esperienza di movimenti per l'acqua, ci siamo sempre mossi con
la consapevolezza che quanto si vuole imporre sull'acqua e in ciascun
territorio è solo un tassello di un quadro molto più ampio che riguarda
tutti i beni comuni, attraversa l'intero pianeta e vuol mettere sul mercato
la vita delle persone.

La perdurante crisi economica, ambientale, alimentare e di democrazia, è la
testimonianza dell'insostenibilità dell'attuale modello di produzione,
consumi e vita.

Il recente fallimento del summit ONU di Copenaghen è solo l'ultimo esempio
dell'inadeguatezza delle politiche liberiste e mercantili, incapaci di
rispondere ai diritti e ai bisogni dell'umanità.

Se il mercato ha prodotto l'esasperazione delle diseguaglianze sociali, la
cronicità della devastazione ambientale e climatica, la drammaticità di
grandi migrazioni di massa, non può essere lo stesso mercato a porvi
rimedio.

Analogamente alle battaglie sull'acqua, in questi anni e in moltissimi
territori, sono nate decine di altre resistenze in difesa dei beni comuni.

Significative mobilitazioni popolari, capaci di proposte alternative nel
segno della democrazia condivisa, stanno tenacemente contrastando la
politica delle "grandi opere" devastatrici dei territori, una gestione dei
rifiuti legata al business dell'incenerimento, un modello energetico
dissipatorio e autoritario, basato su impianti nocivi ed ora anche sul
nucleare.

Rappresentano esperienze, culture e storie anche molto diverse fra loro, ma
ugualmente accomunate dalla voglia di trasformare questo insostenibile
modello sociale, difendendo i beni comuni contro la mercificazione, la
salute contro tutte le nocività, i territori contro le devastazioni
ambientali.

Chiamiamo tutte queste realtà a costruire assieme la manifestazione
nazionale di sabato 20 marzo.



Ciascuna con la propria esperienza e specificità, ciascuna con la propria
ricchezza e capacità.


Pensiamo che la manifestazione, oltre ad essere un importante ed unificante
momento di lotta, ponga con intelligenza e determinazione la questione
della democrazia partecipativa, ovvero l'inalienabile diritto di tutte/i a
decidere e a partecipare alla gestione dell'acqua e dei beni comuni, del
territorio e dell'energia, della salute e del benessere sociale.


Consapevoli delle nostre differenze, accomunati dal medesimo desiderio di un
altro mondo possibile.


FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L'ACQUA


- Jeg har lyst til å dra på en mat-og vinturné i Italia
Marko Posted - 18/11/2009 : 08:42:50
La Puglia e Venezia hanno deciso di conservare pubblica l'acqua, e questa è già una grande vittoria dei movimenti. Un'altra vittoria è che si sia giunti a far ridiventare + "pubblico" anche il dibattito intorno all'acqua in questi giorni (vedi articolo Corriere di oggi) anche se è stata posta la fiducia sul d.l. incriminato e oggi verrà votato al Senato.
Comunque andrà, la battaglia non è certo persa né finita, e questo Governo cmq sembra davvero che presto cadrà per le sue stesse colpe e sarà un bene x tutti, anche se vedo poche alternative valide all'orizzonte.

Vi lascio alla lettura dell'accorata lettera (l'ennesima) che Alex Zanotelli ha scritto pochi giorni fa sul tema dell'acqua. Basta questa x capire da che parte sta andando l'Italia.

Napoli,8 novembre 2009
IL DENARO ‘PESA’ PIU’ DELL’ACQUA!

E’ stato uno shock per me sentire che il Senato , il 4 novembre scorso, ha
sancito la privatizzazione dell’acqua.
Il voto in Senato è la conclusione di un iter parlamentare che dura da due
anni. Infatti il governo Berlusconi, con l’articolo 23 bis della Legge
133/2008, aveva provveduto a regolamentare la gestione del servizio idrico
integrato che prevedeva, in via ordinaria, il conferimento della gestione
dei servizi pubblici locali a imprenditori o società , mediante il rinvio a
gara , entro il 31 dicembre 2010. Quella Legge è stata approvata il 6
agosto 2008, mentre l’Italia era in vacanza. Un anno dopo, precisamente il
9 settembre 2009, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge
(l’accordo Fitto- Calderoli), il cui articolo 15, modificando l’articolo 23
bis, muove passi ancora più decisivi verso la privatizzazione dei servizi
idrici, prevedendo:
a) L’affidamento della gestione dei servizi idrici a favore di
imprenditori o di società, anche a partecipazione mista (pubblico-privata) ,
con capitale privato non inferiore al 40%;
b) Cessazione degli affidamenti ‘in house’ a società totalmente
pubbliche, controllate dai comuni alla data del 31 dicembre 2011.
Questo decreto è passato in Senato per essere trasformato in legge. Il PD ,
che è sempre stato piuttosto favorevole alla privatizzazione dell’acqua, ha
proposto nella persona del senatore Bubbico, un
emendamento-compromesso:l’acqua potrebbe essere gestita dai privati, ma la
proprietà resterebbe pubblica. Questa proposta , fatta solo per salvarsi la
faccia , passa con un voto bipartisan! Ma la maggioranza vota per la
privatizzazione dell’acqua. L’opposizione (PD e IDV), vota contro il
decreto-legge.
E così il Senato vota la privatizzazione dell’acqua, bene supremo oggi
insieme all’aria! E’ la capitolazione del potere politico ai potentati
economico-finanziari. La politica è finita!E’ il trionfo del Mercato, del
profitto. E’ la fine della democrazia.
”Se la Camera dei Deputati- ha detto correttamente il Forum dei movimenti
dell’acqua –non ribalterà il misfatto del Senato, si sarà celebrata la
delegittimazione delle Istituzioni.”
Per questo dobbiamo denunciare con forza:
- il governo Berlusconi che , con questo voto al Senato, ora privatizza
tutti i rubinetti d’Italia. “Questo decreto segna un passaggio cruciale per
la cultura civile del nostro paese e per la sua Costituzione- scrivono
Molinari e Lembo del Contratto Mondiale dell’Acqua. I Comuni e le Regioni
vengono espropriati da funzioni proprie con un vero attentato alla
democrazia.”
-il partito di opposizione , il PD, che continua a nicchiare sulla
privatizzazione dell’acqua (sappiamo che il nuovo segretario Bersani è stato
sempre a favore della privatizzazione).
- ed infine tutta l’opposizione, per non aver portato un problema così grave
all’attenzione dell’opinione pubblica.
Per questo rivolgiamo un appello a tutti i partiti perché ritirino questo
decreto o tolgano l’acqua dal decreto.
E questo devono farlo adesso che il decreto legge passa alla discussione
nella Camera dei Deputati. Si parla che il decreto potrebbe essere votato il
16 novembre.
E ai partiti di opposizione chiediamo che dichiarino ufficialmente la loro
posizione tramite il loro segretario nazionale e diano mandato al partito di
mobilitarsi su tutto il territorio nazionale.
E chiediamo altresì , ai partiti di opposizione di riportare in aula la
Legge di iniziativa popolare che ha ottenuto nel 2007 400.000 firme ed ora
dorme nella Commissione Ambiente della Camera.
Chiediamo alle Regioni di:
-impugnare la costituzionalità dell’articolo 15 del decreto Fitto-Calderoli;
-varare leggi regionali sulla gestione pubblica del servizio idrico.
Chiediamo ai Comuni di:
-Indire Consigli Comunali monotematici sull’acqua; -dichiarare l’acqua bene
di non rilevanza economica; -fare la scelta dell’Azienda Pubblica speciale
per la gestione delle proprie acque. Questa opzione ,a detta di molti
avvocati e giuristi, è possibile anche con l’attuale legislazione . Si
tratta praticamente di ritornare alle vecchie municipalizzate.
Chiediamo ai sindacati di :
-pronunciarsi sulla privatizzazione dell’acqua tramite i propri segretari
nazionali; -mobilitarsi e mobilitare i cittadini contro la mercificazione
dell’acqua.
Chiediamo infine alla Conferenza Episcopale Italiana(CEI) di :
-proclamare l’acqua un diritto fondamentale umano , come ha fatto il Papa
Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in veritate dove parla “dell’accesso
all’acqua come diritto universale di tutti gli esseri umani, senza
distinzioni né discriminazioni”(n.27); -protestare , in nome della vita,
come afferma il Papa nell’enciclica,contro la legge che privatizza l’acqua;
-chiedere alle comunità parrocchiali di organizzarsi sia per informarsi sia
per fare pressione a tutti i livelli, perché l’acqua non diventi merce.

Infatti l’acqua è sacra, l’acqua è vita, l’acqua è un diritto fondamentale
umano. Questo bisogna ripeterlo ancora di più, in un momento così grave in
cui con il surriscaldamento del pianeta, rischiamo di perdere i ghiacciai e
i nevai, e quindi buona parte delle nostre fonti idriche. E lo ripetiamo con
forza alla vigilia della conferenza internazionale di Copenhagen, dove
l’acqua deve essere discussa come argomento fondamentale legato al clima.
Per questo chiediamo a tutti, al di là di fedi o di ideologie perché
‘sorella acqua’ , fonte della vita, venga riconosciuta da tutti come diritto
fondamentale umano e non sottoposta alla legge del mercato.
Si tratta di vita o di morte per le classi deboli dei paesi ricchi , ma
soprattutto per i poveri del Sud del mondo che la pagheranno con milioni di
morti per sete.

Alex Zanotelli


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Marko Posted - 05/11/2009 : 18:50:24
Aggiornamento di ieri arrivatomi via mail (le pressioni non sono inutili!)


Oggetto: Il Senato approva il dl 135/09 - aggiornamenti

Care/i,
il Senato ha appena approvato il dl 135/09 la cui impostazione generale non
è stata modificata nel corso della discussione in aula.
Pertanto il nostro giudizio permane totalmente negativo.
Devo però sottolineare che quanto finora abbiamo messo in campo non è stato
del tutto inutile.
Infatti la centralità del tema acqua e della sua gestione è emersa con
evidenza nel dibattito appena conclusosi, in particolare riguardo l'Art. 15.
Molti sono stati gli interventi, anche se con accenti diversi, che hanno
rimarcato la particolarità dell'acqua e la necessità di una sua salvaguardia
in quanto bene comune, seppur non si siano tradotti in modifiche
sostanziali.
Questo è esclusivamente diretta conseguenza della pressione che abbiamo
fatto in questi giorni.
Quantomeno li abbiamo obbligati a discutere di acqua.
Solo per rendervi l'idea vi riporto le testuali parole pronunciate da M.
Gasparri: "Il tema è molto complesso: [...] soprattutto per beni
indispensabili - stiamo parlando dell'acqua - tali da rispettare un diritto
universale. [...] Quindi credo, come la senatrice Finocchiaro ha rivendicato
dal suo punto di vista e con le sue valutazioni, si debba come maggioranza
rivendicare la capacità dell'ascolto. È stata posta una questione nel
Parlamento e fuori: esistono associazioni, movimenti, e-mail che arrivano a
tutti noi e che invitano ad un'attenta riflessione su questo tema delicato."
Da questo s'intuisce il perchè dell'approvazione dell'emendamento "15.504
(testo 2) Bubbico" (di seguito), il quale ad una prima lettura sembra non
essere niente altro che una foglia di fico necessaria a nascondere la reale
e brutale messa sul mercato dell'acqua.
Inoltre è stato approvato un emendamento che consente la proroga degli
affidamenti "in house" solo se la società mette sul mercato il 40% delle
azioni, ossia si trasforma in un S.p.A. mista.
Domani ne sapremo di più poichè verrà pubblicato il testo definitivo che il
Senato consegnerà alla Camera per la definitiva conversione in legge.

Da quanto avvenuto finora traggo una sola conclusione: mobilitiamoci tutt*,
moltiplichiamo le iniziative, mettiamo in campo tutte le nostre energie,
scendiamo in piazza, la partita è ancora aperta!

Un saluto.
Paolo


15.504 (testo 2) Bubbico - Accantonato

Tutte le forme di affidamento della gestione del servizio idrico integrato
di cui all'articolo 23-bis del decreto-legge 112 del 2008, convertito dalla
legge 133, del 2008, devono avvenire nel rispetto dei principi di autonomia
gestionale e di piena ed esclusiva proprieta` pubblica delle risorse
idriche, il cui governo spetta esclusivamente alle istituzioni pubbliche, in
particolare in ordine alla qualita` e prezzo del servizio, in conformita` a
quanto previsto dal decreto legislativo 152 del 2006, garantendo il diritto
di tutti alla universalita` ed accessibilita` del servizio.


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Marko Posted - 28/10/2009 : 18:26:04
Ora si può firmare online un appello i cui risultati saranno mandati a tutti i soggetti politici interessati
Ci vuole giusto mezzo minuto, dopo arriva una mail su cui si clicca ed è fatta. Coraggio!


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Marko Posted - 26/10/2009 : 09:11:40
Ottima notizia, proprio nella Regione che aveva rischiato i maggiori disastri.

Comunicato stampa Comitato Pugliese "Acqua Bene Comune" e Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua
Ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese: un importante risultato dei movimenti per l’acqua!


Mentre il Governo, attraverso l’art.15 del D.L. 135/09, vuole mettere definitivamente l’acqua nelle mani del mercato, un importantissimo segnale di controtendenza arriva dalla Regione Puglia, che, nella giornata di martedì 20 ottobre, con una delibera di Giunta Regionale, ha sancito l’avvio della ripubblicizzazione dell’Acquedotto Pugliese, definendo l’acqua un "bene comune e un diritto umano universale" e il servizio idrico come "servizio di interesse regionale privo di rilevanza economica" e nel contempo decidendo di impugnare presso la Corte Costituzionale il provvedimento legislativo in quanto lesivo delle prerogative assegnate dalla Costituzione alle Regioni.
Grazie alle mobilitazioni messe in campo dal Comitato Pugliese "Acqua Bene Comune" e dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, la Regione si è inoltre impegnata ad approvare a breve una legge regionale che sancisca la trasformazione dell’Acquedotto Pugliese da S.p.A. ad ente di diritto pubblico, definendo così la totale fuoriuscita dell’acqua dalle leggi del mercato.
Consideriamo questa delibera un risultato straordinario, frutto di anni di lavoro dei movimenti per l’acqua, che hanno saputo costruire una forte resistenza popolare alla privatizzazione dell’acqua, attraverso l’esperienza di centinaia di comitati territoriali, la costituzione del Coordinamento degli Enti Locali per la Ripubblicizzazione dei Servizi Idrici, in sintonia con le proposte contenute nella legge nazionale d’iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua, che ha raccolto oltre 400.000 firme di cui 30.000 solo in Puglia, giacente in Parlamento dal 2007.
Certamente siamo di fronte ad un primo passo importante, cui dovrà seguire entro la fine dell’anno la prima azione concreta da parte della Giunta Regionale attraverso la presentazione di un testo di legge.
Per questo ci riteniamo sin da subito mobilitati perché la strada intrapresa prosegua nella direzione indicata.
Proprio in queste settimane, infatti, il Forum Italiano dei Movimenti ha lanciato la Campagna nazionale "Salva l’acqua" (www.acquabenecomune.org) che mira a mobilitare la società civile, cittadini ed Enti Locali contro la mercificazione dell’acqua imposta dal Governo con l’ Art. 15 del D.l. 135/09 e i principi contenuti nella delibera approvata stanno a dimostrare che la ripubblicizzazione dei servizi idrici è una strada percorribile qui ed ora.
Alle diverse forze politiche regionali e nazionali, vogliamo da subito far sapere che, per quanto riguarda i movimenti per l’acqua, indietro non si torna.
L’acqua è un diritto umano essenziale alla vita.
Sottrarla alle leggi del mercato significa difendere la vita di tutte e tutti.
Restituirla ad una gestione pubblica e partecipata dalle comunità locali significa ricostruire la democrazia.

COMITATO PUGLIESE "ACQUA BENE COMUNE"
FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA


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Marko Posted - 24/10/2009 : 12:48:39
La battaglia torna nel vivo!
Come vedete, dopo ormai 3 anni si deve ancora continuare a sostenere questa battaglia, anzi a dispetto della proposta di legge d'iniziativa popolare e delle prime promesse, il Governo fa sempre ulteriori passi indietro e va ormai verso la quasi completa privatizzazione.
Ma se pensano di far passare la cosa sotto silenzio soltanto col solito trucco di allungare i tempi e poi di fare emendamenti all'ultimo momento, si sbagliano.
Ci sono molti Comuni ormai in cui i cittadini già hanno potuto sperimentare gli effetti devastanti sulla bolletta di una privatizzazione, e credo che non staranno zitti.
Anche noi nel nostro piccolo cerchiamo di continuare a sostenere questa campagna, informandoci dove sono i banchetti per le firme e se possibile diffondendo noi stessi materiale informativo come le locandine.
Con questo panorama politico ormai completamente fuori dal mondo, i cittadini sono gli unici che possono e debbono portare avanti una campagna di civiltà e di difesa di un diritto di tutti, ma specialmente dei + poveri.


- Jeg har lyst til å dra på en mat-og vinturné i Italia
Marko Posted - 08/12/2008 : 20:43:43
La battaglia ricomincia. Ultimamente non seguivo le vicende dell'acqua, ma ti pareva che questo governo potesse fare qualcosa di buono... con la crisi che c'è si giustifica tutto no? Alla faccia della volontà dei cittadini e di decine di sindaci. Leggete pure:

Nel silenzio generale, Berlusconi privatizza l'acqua

"Ferma restando la proprietà pubblica delle reti (idriche ndr), la loro gestione può essere affidata a soggetti privati". È il 6 agosto 2008, il governo Berlusconi, approvando la legge di conversione n°133 "recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria", sancisce di fatto la privatizzazione dell'acqua pubblica. O meglio ancora, introduce la possibilità per gli enti privati, che ne assumeranno l'incarico, di gestire e controllare beni primari di servizio pubblico. L'acqua su tutte.
Cambiano le parole, si nascondono i significati, ma la sostanza non cambia: l'acqua in Italia è stata privatizzata. Da diritto acquisito diventa merce, prodotto commerciale soggetto alle regole del mercato. Lo stesso sistema che solo nell'ultimo anno si è dimostrato pronto a implodere su sé stesso, con fallimenti a catena di banche e assicurazioni.
Il decreto legge n°133, voluto fortemente dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti, parla chiaro: si interviene "al fine di favorire la più ampia diffusione dei principi di concorrenza, di libertà di stabilimento e di libera prestazione dei servizi di tutti gli operatori economici interessati alla gestione di servizi di interesse generale in ambito locale, nonché di garantire il diritto di tutti gli utenti alla universalità ed accessibilità dei servizi pubblici locali ed al livello essenziale delle prestazioni".
Eppure, dopo un rapido sguardo alle esperienze cosiddette "pilota" della provincia di Latina, sorgono non pochi dubbi proprio sulle garanzie di accesso al servizio.
In città come Aprilia, comune che ha sposato il progetto di privatizzazione dell'acqua già da diversi anni, si è assistito a un processo rapido e febbrile di innalzamento vertiginoso dei costi delle tariffe (+ 300%).
E non solo.
Si è instaurata infatti una nuova procedura per tutti coloro che, per necessità o per scelta, non possono permettersi i costi aggiuntivi imposti da AcquaLatina, società ormai sotto il controllo della multinazionale Veolia, che ne possiede il 46,5% delle azioni. Esattamente come nel terzo mondo, vigilantes e forze dell'ordine sono assoldati per rimuovere contatori e bloccare rubinetti. Ma non basta. Nel territorio pontino, oltre agli aumenti sconsiderati delle bollette, si è registrato un drammatico scadimento della qualità dell'acqua: nel 2005, ad esempio, a Cisterna sono stati riscontrati tassi di arsenico pari a 200 microgrammi per litro, oltre il 70% del volume idrico disperso o non giunto a fatturazione.
Nella storia recente un caso limite sul fronte della privatizzazione dell'acqua è avvenuto in Bolivia nei primi anni del nuovo millennio. A seguito dei debiti contratti dai prestiti-killer della Banca Mondiale per lo Sviluppo, il governo boliviano fu costretto a svendere nelle mani di corporation americane le risorse petrolifere, la compagnia aerea di bandiera, le ferrovie e la gestione dell'energia elettrica. Le risorse idriche vennero date in concessione alla Bechtel Corporation di San Francisco. Il contratto prevedeva la proibizione di far propria l'acqua piovana, anch'essa per assurdo era divenuta proprietà e patrimonio della multinazionale californiana. Per i debitori era persino contemplata la confisca dell'abitazione. Nell'aprile del 2000 la popolazione locale sfiancata dall'impossibilità di sopportare le nuove tariffe imposte, si ribellò. Nonostante una repressione violentissima che costò la vita a sei persone, tra cui due bambini, e centinaia di feriti provocati dal governo schierato a difesa degli interessi della corporation, l'esercito e la polizia rientrarono nelle caserme e il popolo boliviano riuscì a riprendere il controllo dell'acqua.
In Italia è solo questione di tempo. Nei giorni scorsi, tra l'indifferenza generalizzata dei media italiani, un secondo forum dei movimenti dell'acqua è stato organizzato per ridare vigore alla battaglia di questo fondamentale bene comune.
Nel 2006 più di quattrocento mila firme furono raccolte a sostegno della legge d'iniziativa popolare che vede come primo punto il riconoscimento dell'acqua come "diritto inalienabile ed inviolabile della persona". Ma la sensazione forte è che la straordinaria raccolta firme sia già stata oscurata. Con un semplice colpo di spugna. Seguendo il manuale del "buon governo" che approva leggi impopolari e antidemocratiche proprio quando imperversa l'afa estiva e l'attenzione della stampa è rivolta altrove.

26/11/08
Alessio Marri - Megachip


Il decreto non prevede la privatizzazione delle reti, ma la situazione comunque non è per niente rassicurante, specie se si pensa a cos'è già accaduto e al fatto che nonostante la crisi economica sia stata provocata proprio da banche e altri soggetti che pensano solo a far soldi e speculare, si ridà loro la possibilità di gestire beni pubblici non economici e inalienabili come l'acqua.
Per un'analisi più dettagliata e precisa della situazione leggere qui


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BB125 Posted - 22/03/2008 : 20:03:41
Si è Vero hai proprio ragione...purtroppo il problema dell' "oro blu" sta diventando sempre più pesante...sono convinto che con un po' più di partecipazione degli enti pubblici,privati e un po' più di buon senso da parte delle persone...si potrebbe alleggerire abbastanza il problema...basterebbe aprire un po' di più gli occhi...



Tante stelle in cielo....
Una sola in terra....la più luminosa di tutte....Lene....
Marko Posted - 22/03/2008 : 16:03:36
Oggi Giornata Mondiale dell'Acqua.
Notizie poco rassicuranti dal Corriere della Sera
C'è ancora qualcuno convinto che non ci sia un problema acqua? Eppure per cominciare a risolverlo, almeno sul piano dell'efficienza, basterebbe poco, a fronte dei miliardi buttati per altri interventi meno importanti. Basterebbe finalmente aggiustare tutte le falle che fanno disperdere il 30% dell'acqua italiana e recupereremmo tanto, è lo stesso discorso dell'energia: c'è ma non la si sfrutta adeguatamente, la si disperde e quindi si è costretti a spendere altri soldi per acquistare quella mancante, affidandosi a privati spesso stranieri che pensano solo a speculare.

Ultime news sugli sforzi dei movimenti per l'acqua


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Marko Posted - 06/11/2007 : 16:43:04
MORATORIA SULL'ACQUA AFFIDATA AI PRIVATI PASSATA ANCHE AL SENATO. CI SIAMO QUASI! E IL 1. DICEMBRE MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA PER LA LEGGE!


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Marko Posted - 03/10/2007 : 14:27:26
Ecco nuove iniziative. In fondo all'articolo c'è un link per aderire all'appello (che contiene dei dati molto interessanti).


Cari amici di Altreconomia,
vi scriviamo perché negli ultimi mesi avete aderito alla proposta "Mettiamola fuori legge. La pubblicità, non l'acqua in bottiglia". Ormai siete più di 4 mila.
La nostra idea di regolamentare la pubblicità delle acqua minerali -pensando che questo contribuirà a ridurne i consumi e l'impatto ambientale- oggi si sta strutturando in un progetto di legge. Ne abbiamo parlato al forum di Sbilanciamoci!, a Marghera, con gestori del servizio idrico, avvocati, esperti di comunicazione e politici. Vi terremo informati.
Intanto l'idea di limitare i profitti degli "imbottigliatori" prende piede: la Regione Lazio, ad esempio, ha appena istituito un canone di concessione di 2 euro per metro cubo prelevato. È la settima in Italia. Ma non basta.
Anche i cittadini iniziano a muoversi: in tutto il Paese continuano a nascere comitati che si oppongono alle nuove concessioni per l'imbottigliamento (continueremo a seguirli, come abbiamo fatto in questi mesi).
La proposta cui avete aderito, in favore dell'acqua di rubinetto -buona, comoda, sicura e poco costosa- ha fatto rumore. "Mettiamola fuori legge" è arrivata alle orecchie dei grandi gruppi che controllano il mercato delle "minerali". A inizio agosto Ferrarelle S.p.A. ha diffidato Altreconomia dal continuare la sua azione d'informazione. Il gruppo -129 milioni di euro di fatturato e 834 milioni di litri imbottigliati nel 2006- ha chiesto alla nostra rivista di bloccare la nostra campagna.
Noi, però, abbiamo scelto di continuare. Il perché lo spiega Miriam Giovanzana nell'articolo qui sotto. Lo inviamo a voi, prima ancora che alla stampa, perché ci avete sostenuto e vi chiediamo di continuare a farlo.
Questo articolo è pubblicato anche sul sito www.altreconomia.it/acqua e sul numero di ottobre di Altreconomia, che verrà distribuito in questi giorni. Diffondetelo.

La redazione di Altreconomia

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Davide contro Golia
Altreconomia "rassicura" Ferrarelle che la diffida - di Miriam Giovanzana

Consumare acqua in bottiglia, se l’acqua che sgorga dal rubinetto è di ottima qualità, è un controsenso: costa di più, contribuisce al riscaldamento globale della terra (con i camion che la trasportano e la montagna di plastica che produce: circa 9 miliardi di bottiglie ogni anno in Italia), è più scomoda.
Ma, a quanto pare, non si può dire. O meglio non si può dire che ridurre il ricorso all’acqua in bottiglia è una buona cosa per tutti.
All’inizio di agosto infatti Ferrarelle, uno dei colossi del settore, il quarto gruppo in Italia, ci ha fatto scrivere dai suoi avvocati, diffidandoci dal continuare. Ferrarelle si sente sotto ingiusto attacco e danneggiata perché, nei nostri articoli, abbiamo associato l’immagine di due suoi prodotti (l’acqua Boario e Vitasnella) allo slogan: “Mettetela fuorilegge. La pubblicità, non l’acqua in bottiglia”.
Così ci diffida
- alla immediata cessazione della divulgazione dei suindicati articoli e delle suindicate immagini, quantomeno con riferimento ai marchi/prodotti del gruppo Ferrarelle Spa;
- alla immediata pubblicazione sul prossimo numero della rivista e sul sito internet di un comunicato di smentita circa lo specifico riferimento della opinione espressa con i suindicati articoli, ai singoli marchi/prodotti raffigurati di proprietà e comunque di pertinenza della Ferrarelle Spa;
- a non pubblicare ulteriormente articoli e/o immagini che possano ledere la reputazione commerciale della Ferrarelle Spa.

Vorremmo rassicurare Ferrarelle: la nostra “campagna di idee” non è contro di loro né ha per oggetto i loro marchi; quello che ci interessa, come giornalisti e come cittadini, è indagare il mercato delle acque minerali e come sia stato possibile convincere gli italiani a diventare i maggiori consumatori al mondo di acqua minerale.
Ferrarelle si lamenta: “Con i suindicati numeri della Rivista è iniziato un vero e proprio ‘accanimento’ da parte della Rivista, esclusivamente nei confronti di due marchi del ‘gruppo’ Ferrarelle Spa (Boario e Vitasnella) e di due del gruppo Nestlé (Vera e Panna)”.
Nessun accanimento: l’immagine delle bottiglie in questione, come desume ogni lettore che non sia in malafede, era assolutamente esemplificativa: un particolare per dire il tutto del mercato.
Come figura retorica si chiama sineddoche. Comunque, per evitare ogni equivoco e ogni interpretazione maliziosa, al posto delle 4 bottiglie e dei 4 marchi abbiamo messo, ed è quello che vedete da qualche giorno sul nostro sito, tutte le bottiglie e i marchi che ci è stato possibile rintracciare nei supermercati di Milano vicini alla redazione.

Ma perché prendersela con Altreconomia?
“La condotta posta in essere dall’Editore e dalla Direzione della Rivista –scrivono gli avvocati di Ferrarelle- costituisce una chiara e temeraria violazione dei limiti –ben circoscritti- posti al diritto di critica”.

Ecco, questa forse è la posta in gioco: abbiamo semplicemente fatto il nostro dovere di giornalisti, e non è una colpa ma semmai un merito quello di citare i fatti e i protagonisti con nomi e cognomi; certo, siamo ben consci che spesso siamo dei Davide di fronte ad aziende plenipotenziarie, ma questo non ci dissuade dall’avere il coraggio (noi preferiremmo dire semplicemente: la responsabilità) di chiamare le cose con il loro nome. È questo “andare oltre il diritto di critica”?
A meno che l’andare oltre sia quell’immaginare il futuro, quel riflettere insieme sulle scelte individuali e collettive, anche sulle regole, che una comunità si dà per vivere insieme. Ecco, sì: forse quello che per qualcuno è inaccettabile è quest’idea che, per difendere l’ambiente e il bene di un’acqua che sgorga direttamente nelle nostre case, senza fatica e con bassi costi, si possa arrivare anche a immaginare di normare la pubblicità. A metterla fuori legge.
Come abbiamo già scritto, esistono diversi casi di regolamentazione della pubblicità: è vietato fare pubblicità alle sigarette, alla maggior parte dei farmaci, e in decine e decine di Paesi, Italia compresa, è vietato pubblicizzare in ogni forma (anche su riviste mediche, anche sponsorizzando congressi) il latte artificiale per la prima infanzia, che pure era nato come un salvavita: questo perché, negli anni Sessanta, la massiccia pubblicità di questo prodotto aveva quasi invertito a suo favore la tendenza naturale dell’allattamento al seno.
Ecco, questo è il tabù che rischia di scatenare le ire dei mercanti d’acqua: si può dire tutto, ma non immaginare un futuro senza pubblicità dell’acqua. Perché così, è chiaro, la partita sarebbe persa. Senza pubblicità i consumi di acqua minerale si contrarrebbero, e resterebbero alti solo là dove il servizio pubblico fosse inefficiente. O dove, per particolari motivi di salute, le acque minerali fossero indicate. O, semplicemente, per chi volesse berla.

Pensavamo che i giornali italiani non avrebbero mai pubblicato nulla di critico sulle acque minerali, visto che gli imbottigliatori sono tra i più grandi investitori pubblicitari del momento; e invece l’impensabile in questi mesi è accaduto: il sindaco di New York, Bloomberg, ha detto in luglio: “L’acqua? Bevete quella del rubinetto. È sicura, gradevole, pulita, costa meno di quella imbottigliata, è più pratica. E soprattutto: permette di risparmiare e ridurre la produzione di montagne di vetro e di plastica”. (http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2007/07_Luglio/11/bottigliette_ny_giornale.shtml).

Il Corriere della sera e Repubblica hanno ripreso le dichiarazioni di Bloomberg e dedicato diverse pagine al tema; il caso di Gualdo Tadino e della sua piccola popolazione che si oppone a un nuovo stabilimento della Rocchetta (che abbiamo raccontato sul numero di febbraio di Altreconomia) è finito in prima serata al Tg1. Segno che i giornalisti e anche le grandi testate possono, se vogliono, non essere supini agli interessi dei loro inserzionisti.
La campagna “Imbrocchiamola” (www.imbrocchiamola.org) per chiedere al ristorante e in pizzeria l’acqua in brocca, è un’idea che è piaciuta a tanti ed è stata ripresa in centinaia di siti e rilanciata da stampa e radio nazionali.
E a Marghera, all’inizio di settembre, davanti ai ministri Mussi, Ferrero e Pecoraro Scanio abbiamo raccontato tutto ciò, e la possibilità di pensare a una “Pubblicità Progresso” a favore dell’acqua del rubinetto. Hanno alzato gli occhi, interessati.
Per questo continuiamo, perché non accada come nelle zone d’Italia dove l’acqua pubblica non è buona, oppure semplicemente non c’è, che la gente si rassegni a comperare l’acqua in bottiglia. Noi preferiamo pensare che avere acqua potabile di buona qualità sia un diritto. Di tutti.

Se siete d’accordo con noi, ora più che mai firmate il nostro appello e lasciate un commento (www.altreconomia.it/acqua)


- Jeg har lyst til å dra på en mat-og vinturné i Italia
Marko Posted - 24/08/2007 : 20:45:56
Risultato finale delle firme raccolte


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Marko Posted - 05/06/2007 : 16:05:10
Una buona notizia

LO SPECIALE DEL TG1 DI DOMENICA 3 GIUGNO!!


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