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Eglie
Fan
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Posted - 13/03/2008 : 16:02:36
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Presente anche io. Che dire di questo artista….mi ero avvicinata a lui qualche anno fa, per la presentazione del suo (allora) nuovo album (Joy credo) all Fnac di Milano, e la cosa che più colpisce in lui non è tanto l’incommensurabile bravura come pianista, ma la sua personalità, i modi timidi e a volte un po’ impacciati, il suo tono di voce pacato e flebile quasi che sembra abbia paura a farsi sentire , l’ironia semplice ma arguta con cui intrattiene il pubblico sul palco….un personaggio assolutamente unico e spiazzante. Nonostante l’intenzione di andare “preparata” al concerto non ho fatto in tempo ad ascoltare i suoi album, anche se conoscevo qualche brano, ma è stato ugualmente bello, credo che per questo tipo di musica non sia molto importante “sapere prima” cosa si va ad ascoltare. Ecco la scaletta(per quel che la ricordo): -Japan -………..<---questo proprio non riesco a ricordarlo -Il nuotatore -Scherzo n.1 -Luna -Monolocale 7.30 -Go with the flow - Qui danza -Notte ad Harlem - Panic -Jazzmatic -Back to life -L’orologio degli dei -Il bacio -New Renaissance
-Aria -Prendimi -Come sei veramente
Un’ora e venti di concerto circa, i brani sono stati scelti in ordine cronologico rispetto alla loro creazione,ognuno di essi introdotto da una piccola spiegazione di Allevi sulla loro origine. Pubblico in delirio già dall’inizio, i brani che più hanno esaltato il teatro sono stati Monolocale 7.30, Jazzmatic e New Renaissance; dopo quest’ultimo(brano indicato come conclusivo del concerto) lo Smeraldo si è piano piano alzato ad applaudire meritatamente Allevi, che commosso non sapeva più come ringraziare. Che tenero.
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speedfight
Fan
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Posted - 13/03/2008 : 17:46:38
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Allora, cominciamo dalle premesse: -conoscevo Allevi ma avevo sentito solo pochi brani -sono andato al concerto su invito e non perchè fossi interessato in prima persona, quindi non sapevo cosa mi aspettava -ero a pezzi per il lavoro, c'avevo un sonno... -i seggiolini del teatro erano per puffi (no, non blu, piccolissimi ) -ho letto tutti gli sms del cellulare del tipo davanti a me che continuava a tirare su il blackberry, e non per fare foto ma per leggere email e chissa cos'altro
Il concerto: FAVOLOSO, un'ora e mezza scarsa passata in un attimo, poi lui è timidissimo, un pò impacciato a parlare a tutta la gente presente ma nonostante questo molto ironico, quando parlava continuava ad accarezzare il piano come per dire "fa il bravo", poi cominciava a suonare ed era come se si isolasse.
Bello bello bello |
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Pegasus_TDCi
Staff
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Posted - 14/03/2008 : 10:13:16
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Quello che non ti ricordi Eglie probabilmente era Sogno di Bach. Però da voi ha fatto Notte ad Harlem, che bella! A Bologna non l'ha fatta :P
Anche Luna è bellissima... cioè, sono splendide tutte! Guardate che lui veramente prima di suonare sussurra al piano "fai il bravo!". Siete riusciti dopo il concerto a prendervi un autografo? Mi immagino quanto tempo si sia fermato, visto il mare di persone! :D
Comunque devo dire che sebbene costi un po' tanto (15 Euro) il suo libro "La Musica in Testa" è un eccellente modo per entrare nel suo mondo e scoprire la sua storia e la sua viione del mondo... davvero affascinante!
Most people have something to believe in. I have someone to believe in: Lene Marlin
Can you feel me, my love? I'm hurting so bad... |
Edited by - Pegasus_TDCi on 14/03/2008 10:26:27 |
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Eglie
Fan
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Posted - 14/03/2008 : 10:33:15
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quote: Originally posted by Pegasus_TDCi
Quello che non ti ricordi Eglie probabilmente era Sogno di Bach.
Esatto!
Dopo il concerto siamo andati subito via perchè abbiamo usato i mezzi, altrimenti mi sarei fermata volentieri. Credo che ci farò un pensiero sul suo libro |
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Marko
Staff / Moderatore
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Posted - 14/03/2008 : 21:17:11
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Ho visto che il suo libro è già nelle librerie. Poi Famiglia Cristiana questa settimana gli dedica la copertina e diverse pagine all'interno, anche con foto di quand'era bambino. Leggo che tra le sue fonti d'ispirazione c'è Rachmaninov (il cui stile ho conosciuto tramite alcuni pezzi di "Barcellona" di Freddie Mercury + Montserrat Caballé) e benché non lo conosca molto, questo mi spiega la carica e l'andamento "folle" di alcune sue melodie.
- Jeg har lyst til å dra på en mat-og vinturné i Italia |
Edited by - Marko on 14/03/2008 21:30:29 |
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Pegasus_TDCi
Staff
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Posted - 21/03/2008 : 22:48:32
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Al TG hanno detto che Giovanni Allevi scriverà il tema dell'esibizione di Carolina Kostner per i Giochi Olimpici di Vancouver 2010.
UAU
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Luke
Staff
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Posted - 22/03/2008 : 14:41:45
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Oh ja! E' già da qualche tempo che va avanti la collaborazione fra i due (ha pattinato su un pezzo di Allevi già quest'anno al S. Valentino Galà Lancia a Torino) e proseguirà negli anni a venire. Di sicuro ne uscirà qualcosa di spettacolare!
"When every genius thought Is just arrived from another Stupid idea"
Maria Helen - "Slippery ground" |
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Pegasus_TDCi
Staff
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Posted - 30/03/2008 : 22:13:00
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Allevi torna in Sardegnaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!
Sabato 3 maggio a Cagliari!
Voglio tutta la Sarda Nazione in prima fila!
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Pegasus_TDCi
Staff
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Posted - 10/04/2008 : 14:57:22
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Da alleviani.com:
IL 13 GIUGNO ESCE IL PRIMO DISCO CON ORCHESTRA SINFONICA DI GIOVANNI ALLEVI!! Dopo cinque dischi per pianoforte solo (“13 Dita” uscito nel 1997, “Composizioni” uscito nel 2003, “No concept” uscito nel 2005, “Joy” uscito nel 2006 e “Allevilive” uscito nel 2007), GIOVANNI ALLEVI dà spazio al suo estro compositivo realizzando un album con orchestra sinfonica dal titolo “EVOLUTION”, in uscita nei negozi il 13 giugno (etichetta Bollettino/Ricordi - Sony Bmg).
L’atteso nuovo album di composizioni inedite firmate da ALLEVI avrà poi un seguito dal vivo in estate con l’”EVOLUTION TOUR”, (organizzato da Scotti Bros) che lo vedrà protagonista, sia sul podio come direttore sia davanti alla tastiera del suo pianoforte, in alcune delle più belle e prestigiose location italiane.
ACCATTATEV'ILLO ! :D
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Pegasus_TDCi
Staff
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Posted - 06/07/2008 : 22:02:43
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E' partito da tempo l'EVOLUTION tour.
Il nuovo album è una ventata di freschezza nella musica classica contemporanea, è molto ritmico, ci sono un brano in cinque quarti e anche un presto in sette quarti (300 Anelli parte II, un capolavoro senza eguali).
Vi segnalo il sito www.giovanniallevi.com completamente rinnovato!
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Edited by - Pegasus_TDCi on 06/07/2008 22:03:45 |
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erotavlas
Fan
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Posted - 07/07/2008 : 10:16:04
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MI pare che fra qualche giorno sarà a crotone e 2 miei amici stanno spingendo per portare anche me.Conosco l'artista solo di fama quindi non so che fare cedremo anche se probabilmente farò come mio solito e mi lascierò trascinare
"Se potessi, allora vorrei Andrò dovunque andrai Dal luogo più alto a quello più basso* Andrò dovunque andrai"
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Pegasus_TDCi
Staff
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Posted - 07/07/2008 : 10:34:14
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Ti consiglio di andarci, non solo in modo da appurarne la bravura oltre che la fama, ma perché assicuro io che nonostante lo scetticismo che una cultura musicale spesso superficiale porta i giovani a provare nei confronti della musica orchestrale o classica, Allevi è veramente moderno, anzi contemporaneo e anche se alcuni brani di Evolution non sono orecchiabilissimi, si rimane impressionati! E poi due brani del disco sono versioni orchestrali di due vecchi successi: Come Sei Veramente e Prendimi. Alla fine del concerto qualdo eseguirà 300 Anelli, la parte II farà cascare il teatro, è un sette quarti geniale!
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Pegasus_TDCi
Staff
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Posted - 22/12/2008 : 18:58:44
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Chi ha visto il concerto di Natale dall'aula del Senato domenica? Allevi era emozionatissimo, ma lui e i virtuosi hanno eseguito Evolution in una esibizione molto più energica ed entusiasmante che nel disco! Mi sono già fatto un DVD! 300 Anelli è stata più spettacolare che mai!
Un plauso a chi ha voluto Allevi per questa occasione: musica fresca, nuova, direttamente dalla testa di uno che non ha neanche l'età per essere senatore (!) Unico neo, il piano, non il fedele Boesendorfer ma uno Steinway (ormai la differenza la sento!)
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Pegasus_TDCi
Staff
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Posted - 28/12/2008 : 16:42:59
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Sono ufficialmente iniziate le crociate contro Allevi. Summa di esse la recente intervista del Maestro Uto Ughi al quotidiano La Stampa. La riporto di seguito, seguita dalla lettera di risposta di Giovanni Allevi di oggi:
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DA WWW.LASTAMPA.IT
Che spettacolo desolante! Vedere le massime autorità dello Stato osannare questo modestissimo musicista. Il più ridicolo era l’onorevole Fini, mancava poco si buttasse in ginocchio davanti al divo». Uto Ughi non ha troppo apprezzato il concerto natalizio promosso dal Senato della Repubblica che ha avuto come protagonista il pianista Giovanni Allevi. Il nostro violinista lo ha ascoltato - «fino alla fine, incredulo» - dalla sua casa di Busto Arsizio e ne è rimasto «offeso come musicista. Pianista? Ma lui si crede anche compositore, filosofo, poeta, scrittore. La cosa che più mi dà fastidio è l’investimento mediatico che è stato fatto su un interprete mai originale e privo del tutto di umiltà. Il suo successo è il termometro perfetto della situazione del Nostro Paese: prevalgono sempre le apparenze».
Che cosa più la infastidisce di Allevi? «Le composizioni sono musicalmente risibili e questa modestia di risultati viene accompagnata da dichiarazioni che esaltano la presunta originalità dell’interprete. Se cita dei grandi pianisti del passato, lo fa per rimarcare che a differenza di loro lui è "anche" un compositore. Così offende le interpretazioni davvero grandi: lui è un nano in confronto a Horowitz, a Rubinstein. Ma anche rispetto a Modugno e a Mina. Questo deve essere chiaro».
Come definire la sua musica? «Un collage furbescamente messo insieme. Nulla di nuovo. Il suo successo è una conseguenza del trionfo del relativismo: la scienza del nulla, come ha scritto Claudio Magris. Ma non bisogna stancarsi di ricordare che Beethoven non è Zucchero e Zucchero non è Beethoven. Ma Zucchero ha una personalità molto più riconoscibile di quella di Allevi».
C’è più dolore che rabbia nelle sue parole. «Mi fa molto male questo inquinamento della verità e del gusto. Trovo colpevole che le istituzioni dello Stato avvalorino un simile equivoco. Evidentemente i consulenti musicali del Senato della Repubblica sono persone di poco spessore. Tutto torna: è anche la modestia artistica e culturale di chi dirige alcuni dei nostri teatri d’opera, delle nostre associazioni musicali e di spettacolo a consentire lo spaventoso taglio alla cultura contenuto negli ultimi provvedimenti del governo. Interlocutori deboli rendono possibile ogni scempio, hanno armi spuntate per fronteggiarlo».
Che opinione ha di Allevi come esecutore? «In altri tempi non sarebbe stato ammesso al Conservatorio».
Lui si ritiene un erede e un profondo innovatore della tradizione classica. «Non ha alcun grado di parentela con la musica che chiamiamo classica, né con la vecchia né con la nuova. Questo è un equivoco intollerabile. E perfino nel suo campo, ci sono pianisti, cantanti, strumentisti, compositori assai più rilevanti di lui».
Però è un fenomeno mediatico e commerciale assai rilevante. «Si tratta di un’esaltazione collettiva e parossistica dietro alla quale agisce evidentemente un forte investimento di marketing. Mi sorprende che giornali autorevoli gli concedano spazio, spesso in modo acritico. Anche Andrea Bocelli ha un grande successo, ma non è mai presuntuoso quando parla di sé. Da musicista, conosce i propri limiti».
Allevi è giovane. Non vuole offrirgli qualche consiglio? «Rifletta tre volte prima di parlare. Sia umile e prudente. Ma forse non è neppure il vero responsabile di quello che dice».
C’è un aspetto quasi messianico in alcune sue affermazioni, in questa autoinvestitura riguardo al proprio ruolo per il futuro della musica. «Lui si ritiene un profeta della nuova musica, parla come davvero lo fosse. Nuova? Ma per piacere!».
Ma come interpretare questo suo oscuro annuncio: «La mia musica avrà sulla musica classica lo stesso impatto che l'Islam sta avendo sulla civiltà occidentale?» «Evidentemente pensa che vinceranno Allevi e l’Islam. Vi prego, nessuno beva queste sciocchezze».
Sandro Cappelletto
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LETTERA APERTA DI GIOVANNI ALLEVI IN RISPOSTA A UTO UGHI:
Sono uscito dal Senato alle 15.30, con in tasca una cravatta rossa. Me l’ha regalata un bambino, che era venuto con i genitori per assistere al concerto: «Tienila Giovanni, è tua. L’ho messa per te, per la prima volta in vita mia». Fuori, con mia grandissima sorpresa, ho trovato una grande folla radunata davanti Palazzo Madama, per salutare me e i professori d’orchestra. Ecco, Maestro Ughi, queste sono le immagini indelebili, che resteranno scritte nel mio cuore, indissolubilmente legate a quel concerto. Ora, proprio su questo tavolino, c’è un foglietto spiegazzato con sopra un autografo. Certo, in questi ultimi anni ho avuto l’onore di firmarne tanti. Ma quello che ho qui con me, l’ho voluto io. È l’unico autografo che abbia mai chiesto a un artista. Quella sera di dieci anni fa, me ne tornai al mio monolocale da una gremita Sala Verdi del Conservatorio di Milano, con in tasca quel foglietto, come fosse un gioiello. Non era stato facile nemmeno raggiungere il camerino dell’artista, per un nessuno come me, un anonimo studente in Composizione. Io non avevo amicizie influenti, a stento arrivavo alla fine del mese, affrontavo grandi sacrifici per diplomarmi in Composizione e il biglietto del concerto l’avevo pagato. Ma ora avevo l’autografo di uno dei più valenti violinisti del mondo: lei, Maestro Ughi.
Come ha potuto farmi questo? Come ha potuto sputarmi addosso tanto veleno, proprio il giorno della Vigilia di Natale? Lei si ritiene offeso, e di cosa? Come fa una musica a offendere, se è scritta e suonata con tutta l’anima? Una musica strumentale senza parole? Secondo lei, io non sarei degno di essere ammesso in Conservatorio. In realtà vi ho trascorso i miei migliori anni preparandomi a diventare, con cura, impegno e passione, un compositore di musica contemporanea. Sono diplomato in Pianoforte con 10/10. Sono diplomato in Composizione col massimo dei voti. Ho pubblicato le mie partiture musicali. Sono un dottore in Filosofia, laureato con Lode e ho pubblicato i miei scritti. Il mondo della musica classica è malato. Lei è uno dei pochissimi che è riuscito a viverlo da protagonista, ma forse non immagina cosa vuol dire studiare anni e anni uno strumento musicale per arrivare, sì e no, a insegnare in una scuola privata.
E così, a spartirsi la torta del potere musicale sono in pochi, una casta, impegnata a perpetrare la propria concezione dell’arte e la propria esistenza. È una lobby di potere fatta di protettori e protetti, nascosti nelle stanze di palazzi per molti irraggiungibili. Dalla casta emerge sempre lo stesso monito: «La gente è ignorante, noi siamo i veri detentori della cultura». Ma proprio nelle aule del Conservatorio, analizzando le partiture dei grandi del passato, e confortato dal pensiero di Hegel nella Fenomenologia, ho maturato il convincimento che ogni epoca abbia diritto alla sua musica. Perché costringere il pubblico del nostro tempo a rapportarsi solo a capolavori concepiti secoli fa, e perdere così l’occasione di creare una musica nuova, verace espressione dei nostri giorni, che sia una rigorosa evoluzione della tradizione classica europea? La musica cosiddetta «contemporanea», atonale e dodecafonica, in ogni caso non è più tale, perché espressione delle lacerazioni che agitavano l’Europa in tempi ormai lontani. Ecco allora il mio progetto visionario. È necessario uno sforzo creativo a monte, piuttosto che insistere solo sull’educazione musicale, gettando le basi di una nuova musica colta contemporanea, che recuperi il contatto profondo con la gente. Ho provato a farlo, con le mie partiture e i miei scritti. È stato necessario.
Ci sono voluti altri dieci anni, oltre i venti di studi, e il risultato, per nulla scontato, è stato deflagrante: il pubblico, soprattutto giovane, è accorso ai miei concerti, di pianoforte solo o con orchestra sinfonica, come fossero eventi rock, a Roma e a Milano come a Pechino, New York e Tokyo. Quella musica parla al cuore ma il suo virtuosismo tecnico e soprattutto ritmico richiede esecutori di grande talento. È una musica colta che non può prescindere dalla partitura scritta e che rifiuta qualunque contaminazione, con le parole, con le immagini, con strumenti musicali e forme che non siano propri della tradizione classica. Centinaia di giovani mi scrivono che, sul mio esempio, sono entrati in Conservatorio per studiare uno strumento o per intraprendere la via creativa della composizione. Come la storia dell’Estetica musicale insegna, in tutte le epoche ogni idea nuova ha dovuto faticare per affermarsi, divenendo poi, paradossalmente, la «regola» per i posteri. Quello che è certo è che quando il nuovo avanza fa sempre paura. Da amante di Hegel, quindi, sapevo benissimo che l’ondata di novità avrebbe mandato in crisi il vecchio sistema e che i sacerdoti della casta, con i loro adepti, non potendo riconoscere su di me alcuna paternità, avrebbero messo in atto una criminale quanto spietata opera di «crocifissione di Allevi». «Il suo successo mi offende...», «Le composizioni sono musicalmente risibili...», «È un nano...», ma l’assunto più grave che circola è: «Allevi approfitta dell’ignoranza della gente, attraverso una furba operazione di marketing». Niente di più falso! La mia è una musica classica, perché utilizza il linguaggio colto, la cui padronanza è frutto di anni di studio accademico. La mia è una musica nuova perché contiene quel sapore, quella sensibilità dell’oggi, che nessun musicista del passato poteva immaginare.
«Ogni mattina, quando si leva il sole, inizia un giorno che non ha ancora mai vissuto nessuno», afferma il teologo David Maria Turoldo. La mia non è una musica pop, perché non contempla alcun cantante, alcuna chitarra elettrica e batteria e non usa la tradizione orale, o una scrittura semplificata come mezzo di propagazione. Non c’è alcuna macchinazione, tutto è assolutamente limpido e puro: le persone spontaneamente hanno scelto di seguirmi. Ma bisogna smettere di ritenere ignorante la gente «comune». Il pubblico cui si rivolgeva Mozart nel XVIII secolo era forse più colto del nostro? Mai in Italia ci sono stati tanti studenti di musica come in questi tempi. Se la mia musica l’avesse infastidita, Lei poteva semplicemente cambiare canale. E invece, esprimendo un parere del tutto personale, si è voluto erigere a emblema di un mondo ferito, violento e cieco.
Non sono un presuntuoso, semmai un sognatore, e la mia musica, assieme alle mie intuizioni estetiche, non hanno mai voluto offendere nessuno. Io, a differenza di lei, non ricopro nessun ruolo istituzionale, non ho fatto intitolare nessun Festival a mio nome, non ho potere alcuno nel cosiddetto «mondo della musica», ma ciononostante mi si accusa di essere in un luogo, il cuore di centinaia di migliaia di persone, dove altri vorrebbero essere. Alla luce delle sue parole, sembra paradossale che lei sia Presidente dell’Associazione «Uto Ughi per i giovani». Il grande Segovia diceva: «I giovani compositori hanno fatto la mia fortuna, io la loro». Invece Lei ha scelto la via facile dell’ostruzionismo, dall’alto della sua conclamata notorietà. Quel suo autografo che ho sempre conservato gelosamente, dopo tanti anni, per me ora non conta più niente.
Giovanni Allevi
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Questi erano i contributi giornalistici.
C'è bisogno che dica da che parte sto io? Sono felice che Allevi abbia messo da parte il suo carattere naturalmente schivo e riservato per rispondere a tono senza timori reverenziali, forte del suo curriculum, agli illustri colleghi. Allevi è l'uomo di Platone che è uscito dalla caverna, e quando mostra agli altri uomini incatenati nella caverna rivolti verso il fondo che c'è un altro mondo, un'altra via da percorrere, ne subisce l'ostracismo e la violenza. Lo si accusa di non fare musica classica, ma pop. E Beethoven? Beethoven è il compositore più pop che io conosca, molti suoi lavori furono distrutti dai critici dell'Ottocento: la sua Grande Fuga fu definita un orrore, un incomprensibile schifo. Stravinskji la lodò, entusiasta. La verità è che solo il pubblico oggi e la storia domani restituiranno la giusta considerazione ad Allevi. Un uomo che ha riportato i 30enni, i 20enni, i 15enni a teatro, ad ascoltare e ad acclamare concerti di piano solo e di orchestra sinfonica, in cui i giovani vedono un fagottista acclamato come una rockstar. Che effetto può avere sulla nostra gioventù? Può invertire la rotta tracciata dal nichilismo, quell'"ospite inquietante" da mettere alla porta? Forse: ecco che la musica di Allevi può avere anche una utilità sociale se ben comunicata.
Non ci sono accozzaglie di note, non ci sono accordi banali o contrappunti più o meno nobili: c'è musica che piace e musica che non piace. E se un compositore scrive musica che non piace, che non riesce a parlare al pubblico, o a tramettere sensazioni, ha fallito. La musica di Allevi non è banale, è semplice. 300 Anelli ha un leitmotiv cantabilissimo ma è musicalmente complessissima, così come la suite Angelo Ribelle: i professori d'orchestra alle prime prove fecero notare ad Allevi l'immediatezza e la comprensibilità dell'opera, manifestando d'altra parte tutte le difficoltà di seguire una ritmica così nuova, energica.
Allevi non è un musicista privo di difetti secondo me, sia chiaro: ho l'impressione che la sua enorme emozionalità lo esponga al rischio di sbavature nelle esecuzioni davanti a un grande pubblico. Sulla questione delle direzione d'orchestra non mi sento di giudicare: da ignorante, se riconosco che i professori d'orchestra riescono a instaurare con lui un doppio filo durante l'esecuzione, per me va bene. Però faccio anche notare che con questo metro avremmo dovuto rispedire a casa un uomo che non aveva una bella voce e che non era intonato, e che invece ha scritto canzoni immortali nella musica italiana: Lucio Battisti.
Allevi fa quello che la musica colta non fa più da un secolo: tornare a parlare alle persone, farle emozionare, renderle partecipi. E' un elemento incontrollabile, e chi non sa come affrontarlo , chi si trova spiazzato, alla fine cade nella denigrazione per paura che, alla lunga, possa avere ragione lui.
- Un ingegnere non vive, funziona! - |
Edited by - Pegasus_TDCi on 28/12/2008 17:16:17 |
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