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gnapoco
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Posted - 23/02/2006 : 15:38:45
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quote: Originally posted by President
p.s. Gnapoco che ne dici di cambiare il titolo del topic?
Cambiato, se qualcuno ha idee migliori per il titolo del topic le proponga pure...
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Edited by - gnapoco on 23/02/2006 15:39:43 |
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President
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Posted - 24/02/2006 : 18:20:49
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Riporto un'intervista importante. Io l'ho letta tutta, alla fine mi sono reso conto di quanto siamo ingenui (per non dire altro) in Italia...
Intervista al virologo Pregliasco: "L'aviaria? E' un problema solo veterinario"
[...] i rischi per l'uomo sono assenti perché i volatili da allevamento sono indenni dalla malattia. [...] Lei esclude dunque che il pollo e le uova che troviamo nei negozi italiani possano essere veicolo di trasmissione? Il contagio non è in alcun modo legato al consumo di carni avicole. I motivi della diffusione del virus nelle zone del Sudest asiatico sono nella stretta commistione tra uomini e animali. Paradossalmente potremmo anche mangiare un pollo infetto e non subire danni visto che la cottura uccide il virus. Il contagio, infatti, avviene solo attraverso il sangue o le feci dell'animale infetto e il contatto a rischio può esserci solo con l'animale morto che abbia contratto il virus. [...]
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gnapoco
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Posted - 07/03/2006 : 10:58:23
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Aviaria, gatti guariscono da virus Austria, nuovi test su animali infetti
Sono tutti sani i tre gatti risultati inizialmente portatori del virus H5N1 dell'influenza aviaria in Austria. Lo ha detto un portavoce dell'Agenzia per la sicurezza alimentare austriaca. In base ai nuovi test, nessun gatto è risultato infatti contaminato. "Continuiamo a fare i test. I gatti sono stati contagiati dopo un contatto con degli uccelli, ma il loro organismo sembra essersene sbarazzato", ha aggiunto il portavoce.
La presenza del virus H5N1 era stata rilevata sui tre felini il 22 febbraio scorso, con analisi effettuate su campione organico prelevato per tampone orale. I tre gatti, come riferisce il portavoce dell'Organizzazione Austriaca per la Sicurezza Sanitaria e Alimentare (AGES), Oskar Wawschinek, erano ospiti in un ospizio per animali vicino a Graaz. Altri esami successivi hanno appurato che in due dei gatti non risultava più la presenza del virus, mentre sul terzo gatto rimane ancora l'incognita. In quei gatti, ha esclamato Wawschinek, "non è rimasto niente, non si è prodotto niente, e non si sono ammalati. Quei gatti si erano liberati del virus così come un uomo può liberarsi del virus del raffreddore".
I portatori asintomatici del virus H5N1 erano ospitato in un rifugio per animali denominato "L'Arca di Noe", insieme ad altri 170 esemplari della stessa specie. I felini erano tenuti in gabbia, in contiguità con diversi volatili, fra cui un cigno ucciso dall'aviaria, e polli e anatre che sono stati soppressi per precauzione il mese scorso (i risultati delle analisi hanno confermato che erano stati infettati). I gatti, ha detto il ministro austriaco della sanità, Maria Rauch-Kallat, sono stati portati in "una stazione di quarantena" e sono tenuti sotto stretto controllo.
Le autorità avevano fatto sottoporre a analisi la saliva di 40 felini ospitati nel rifugio "Arca di Noe'", dopo la morte dei volatili. Adesso saranno sottoposti a esami anche i campioni di tutti gli altri gatti e dei cani rinchiusi nello stesso centro. Resta da chiarire se i gatti risultati positivi abbiano contratto il contagio prima o dopo il loro arrivo al rifugio. Il primo caso di trasmissione del virus H5N1 a un mammifero in Europa era stato registrato la scorsa settimana in Germania, sull'isola di Ruegen, dove numerosi volatili sono stati uccisi dall'aviaria. Gli esperti ritengono che avesse contratto il virus cibandosi degli uccelli morti.
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Edited by - gnapoco on 09/03/2006 00:50:40 |
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gnapoco
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Posted - 09/03/2006 : 00:49:59
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Queste notizie non sono tanto rassicuranti:
Aviaria, "possibili contagi umani" Allarme lanciato da ministro tedesco
"L'influenza aviaria si avvicina agli esseri umani". E' il messaggio del ministro dell'Agricoltura tedesco Horst Seehofer, dopo il ritrovamento, a Ruegen, di altri due gatti contagiati dal virus H5N1. "Vedo un pericolo potenziale per l'uomo", ha aggiunto il ministro, esortando comunque la popolazione a non farsi prendere dal panico. Indispensabile però osservare le misure di sicurezza individuate dal Governo.
Secondo il ministro i due nuovi casi, registrati nell'isola di Ruegen, dimostrano la "necessità amara" delle misure di prevenzione adottate di recente, come il confinamento dei gatti e l'obbligo di portare i cani al guinzaglio nelle zone di protezione istituite intorno ai focolai. "In caso di dubbio, opto per la sicurezza", ha proseguito Seehofer, sottolineando tuttavia che "finora, non c'è stato nessun caso noto di contagio da gatto a uomo".
Le analisi fatte sui due felini hanno confermato le peggiori previsioni: il ceppo virale responsabile del contagio è quello asiatico, considerato il più pericoloso. L'isola di Ruegen, nel Mar Baltico, è il principale focolaio del virus in Germania, con 145 casi registrati dal 14 febbraio. Nel Paese l'H5N1 è stato registrato in sei Laender, complessivamente in 170 uccelli.
Cina, una bimba vittima dell'aviaria Ha nove anni e abita nella provincia orientale dello Zhejiang la decima vittima dell'influenza aviaria in Cina. Secondo l'agenzia ufficiale Xinhua, la bimba, che si chiama You, è morta nella notte di lunedì, ma era ricoverata dal 10 febbraio. Si era ammalata dopo aver fatto visita a dei parenti, proprietari di un pollaio. Finora, secondo il ministero della sanità cinese, tutti i contagi sono avvenuti tramite il contatto con pollame malato e non attraverso trasmissione umana.
La Cina e l'organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) hanno annunciato una maggiore collaborazione per far fronte al virus H5N1. "Un accordo recentemente formato consente all'Oms di accedere ai dati forniti dalle autorià cinesi in una pagina web autorizzata e richiedere i campioni dei ceppi virali nei casi concreti", ha spiegato Alphaluck Bhatiasevi, portavoce dell'organizzazione. Il decesso della bimba porta a 96 il numero totale delle vittime causate all'influenza aviaria (la maggior parte concentrate in Asia), da quando la malattia ha fatto la sua ricomparsa alla fine del 2003.
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gnapoco
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