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Marko
Staff / Moderatore

Posted - 02/03/2007 :  16:28:50  Show Profile  Reply with Quote
Vorrei meditare con chi ne ha voglia su alcune frasi.
Cosa significa per voi: "La vostra libertà è la vostra debolezza".
Siete d'accordo con quest'affermazione?


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riccardino
Fan

Posted - 02/03/2007 :  16:55:02  Show Profile  Reply with Quote
Dipende. Se si tratta di libertà incondizionata che calpesta quella degli altri è un segno di debolezza e di arroganza. Se si tratta di libertà che riconosce il rispetto degli altri è un segno di forza e di civiltà.
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gio
Fan

Posted - 02/03/2007 :  18:18:15  Show Profile  Reply with Quote
il concetto è ke la libertà è pericolosa...pericolosa se non si hanno determinati punti di riferimento, dei valori, delle idee, oltre le quali non si può andare. vista dal punto cristiano poi questa frase è vera più che mai. si corre il rischio di voler essere Dio della propria vita, di negare l'esistenza di un'identità superiore. La libertà è positiva certo, ma anche l'obbedienza no? anche il non essere sempre e comunque in balia dei propri stati d'animo. non so dire se in assoluto sono d'accordo con questa frase, ciò che vedo in giro però è che si va sempre verso di più sull'idea: "Faccio quello che mi sento..." è questo è pericoloso si, perchè il cuore dell'uomo è un abisso
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Domle
Fan

Posted - 02/03/2007 :  20:19:56  Show Profile  Visit Domle's Homepage  Send Domle an ICQ Message  Click to see Domle's MSN Messenger address  Reply with Quote
Cosa significa per voi: "La vostra libertà è la vostra debolezza".
Siete d'accordo con quest'affermazione?


A parte il fatto che mi immagino questa frase non venga mai detta a se stesso da una persona che la pensa. Trovo difficile che uno si dica "La mia libertà è la mia debolezza". Me la vedo molto come un tentativo di convincere una persona a rinunciare ad alcune cose che compongono la propria libertà (di scelta, di coscienza, di idee).



Di lui al saluto con Lene ricordo distintamente anch'io il "Come here!" e il tendere le braccia di Lene.Domle stava proprio a fianco a me; mi sono sorpreso x un attimo, perche' Domle e' stato l'unico ad essere stato "riconosciuto", ma come dimenticare l'onnipresente tifoso del TIL?
-----Aker brygge, sarai per sempre la mia neste stopp-----
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cianotico
Fan

Posted - 02/03/2007 :  21:10:00  Show Profile  Click to see cianotico's MSN Messenger address  Reply with Quote
Molto spesso mi capita di pensare che "essere liberi" non è sempre una cosa facile e gioiosa. Quante volte siamo di fronte ad una scelta, e proprio per il fatto che noi siamo LIBERI di scegliere, desideriamo che sia un'altra persona a scegliere per noi? La libertà spesso è la nostra debolezza, perchè inevitabilmente la libertà comporta responsabilità, e quest'ultimo fattore deve essere affrontato con coraggio per una persona che si sente veramente libera. Libertà implica senza via di scampo mancanza di giustificazioni, coperture, scudi. Senza responsabilità e consapevolezza di ciò che si fa, difficilmente si è liberi. Certo, senza dubbio la libertà forse è uno dei più grandi valori che abbiamo, ma con fatica si riesce a viverlo pienamente, senza rimpianti e senza lacrime di coccodrillo.


V
o
t
a

L
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n
e

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Marko
Staff / Moderatore

Posted - 02/03/2007 :  21:38:37  Show Profile  Reply with Quote
È interessante vedere quante diverse sfaccettature state facendo uscire fuori, e ve ne ringrazio.
Specifico che la libertà in quell'espressione va intesa come libero arbitrio, libertà di scelta, non tanto come libertà fisica o psicologica (ad es. non sottomissione in qualsiasi forma al potere di un'altra persona) anche se a volte l’una può dipendere dall’altra. In ogni caso la risposta più centrata sull'argomento mi sembra quella di gio, e mi sorprende soprattutto per la sua maturità nonostante la giovane età.
Voglio condividere con voi un fatto che può sembrare banale, ma con il quale proprio oggi ho sperimentato la verità di quella frase, e non credo sia successo casualmente perché proprio su quella frase riflettevo poco prima che succedesse il "fatto". Dunque, ero appena uscito dalla GS con mia madre e avevo finito di caricare le buste in macchina, quando lei si è accorta che in fondo al carrello era rimasto lo spazzolino da denti, che quasi non si notava per il colore della piccola confezione simile al carrello. Difficile che fosse caduto fuori da una busta, poi né io né lei ci ricordavamo di averlo messo in busta. Era evidente che l'avevamo "passato" dentro al carrello senza pagarlo, involontariamente. Mia madre mi chiede se volevo ritornare dentro e io le rispondo a tutta prima che non era tanto importante. Non so come m'è venuta sta risposta, perché sento che non mi appartiene, però c'erano diversi fattori che potevano tentarmi di andare via senza pagare: il fatto che già stavamo fuori pronti a partire, che in fondo si trattava solo di uno spazzolino da 2 euro, che il fatto di rientrare a pagare una cosa dopo "averla fatta franca" poteva provocare reazioni opposte da parte di qualcuno (del tipo: "ma sei un fesso", "ma lascia perdere queste stupidaggini"). Vedete a che punto si fa distorcere a volte il modo di pensare e agire a causa dell'ambiente in cui vivi (specie qui al sud) tanto che invece di venirti la crisi di coscienza se non ti comporti bene, ti viene la crisi se vuoi comportarti correttamente.
Tutte queste considerazioni l'avrò fatte in qlc frazione di secondo, poi ho preso la decisione: ho controllato e ricontrollato lo scontrino per verificare che lo spazzolino non fosse stato battuto e sono rientrato dentro a pagarlo, col cassiere che mi ha ringraziato ad alta voce.
Può sembrare una banalità, ripeto, ma è stata una scelta. Dal momento in cui ho preso consapevolezza che quell'oggetto non era pagato, ero libero di pagarlo o di fare la scelta opposta, che era molto più semplice (non richiedeva lo "sforzo" di controllare, ritornare indietro, affrontare le reazioni altrui e mi risparmiava 2 euro). Mi ha sostenuto, contro l'iniziale pigrizia o menefreghismo, la consapevolezza che quella mancanza sarebbe stata pur sempre un furto. Perché un furto, grande o piccolo, è sempre un furto, e da un male piccolo si passa facilmente a uno grande, perché giustificando il piccolo si finisce per giustificare il grande.
Se la libertà fosse qualcosa di assoluto, si potrebbe sostenere che sarebbe stata giusta anche la scelta di non tornare indietro a pagare. Non c’è bisogno di richiamare i valori cristiani per capire che una scelta (e quindi la libertà di scelta in generale) costituisce sempre una prerogativa nostra personale, ma non per questo significa che sia indifferente l’esito della nostra scelta. In questo senso, credere invece che si sia liberi di fare qualunque scelta costituisce una debolezza, perché si rischia di cadere nella tentazione della pigrizia, del menefreghismo, della scorrettezza, dell’egoismo ecc,, scambiandoli magari per indipendenza, vantaggio personale, fino al potere di decidere il bene e il male (delirio di onnipotenza).
Ripeto che non c’è bisogno di richiamare valori cristiani, perché tutti gli uomini possono convivere bene nella società se imparano (e crescendo non dimenticano o minimizzano) paroline come onestà, rispetto, umiltà, in cui è racchiuso un intero mondo che non è astratto o fatto di grandi azioni, ma si concretizza ogni giorno anche nei comportamenti che possono sembrare banali, ma che distinguono il nostro stare in società, il nostro rapportarci agli altri, influenzando la nostra vita e quella altrui.
Per i cristiani, poi, alcuni precetti sono anche espressione di verità, cioé espressione di ciò che è giusto fare secondo Dio, ed è l'affidarsi a questa verità che porta ad essere veramente liberi. Può sembrare paradossale, ma il cristiano trova nella (libera) adesione a dei comandamenti (tra cui il principale è quello dell’amore) la strada verso la libertà vera, quella dell’anima, per cui non vive più la propria libertà come autosufficienza (chi si ritiene autosufficiente in realtà non è libero, ma soggetto alle proprie pulsioni, al proprio io), ma come affidamento gioioso a una verità di vita in cui trova la sua vera forza.


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Edited by - Marko on 02/03/2007 21:51:47
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ambrogivs
Fan

Posted - 02/03/2007 :  21:46:36  Show Profile  Click to see ambrogivs's MSN Messenger address  Reply with Quote
Non mi vorrei addentrare nella discussione,ma...Sei un grande!

(io non l'avrei mai fatto...)

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koletz
Fan

Posted - 03/03/2007 :  01:14:04  Show Profile  Visit koletz's Homepage  Click to see koletz's MSN Messenger address  Reply with Quote
Perchè mi ricorda "Il mio dono è la mia maledizione"?


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Marko
Staff / Moderatore

Posted - 03/03/2007 :  17:13:52  Show Profile  Reply with Quote
Uhm, sì c'è una affinità nel concetto, specie se intendiamo la libertà primariamente come responsabilità, come diceva cianotico. D'altronde la libertà è un dono, forse il più grande, che noi persone libere (senza guerre in casa, senza la paura che qualcuno ci venga a bussare alla porta e prelevare) forse non sempre apprezziamo abbastanza, specie quando ne abusiamo tanto da andare anche oltre le leggi di civile convivenza, le quali in effetti non ci vorrebbero in un mondo ideale in cui fossimo tutti responsabili, oltre che liberi.
Però "maledizione" è una parola troppo forte, perché la libertà, se comporta degli "obblighi", questi non sono gravosi, non sono assillanti, ma sono cose che noi stessi dovremmo desiderare. Non è che dobbiamo essere i benefattori del mondo, basterebbe già che ci comportassimo nel senso di essere onesti e rispettosi, senza danneggiare nessuno: questo richiede davvero un minimo sforzo che -ripeto- non dovrebbe neppure essere visto come tale. Poi certo si può fare un passo in più in positivo, cioé limitare un pochino in più la mia libertà (ma è solo una limitazione apparente) nel senso di dedicare volutamente più tempo agli altri, più spazio ai problemi degli altri (partendo dalla famiglia) invece che solo ai miei, ma questo nessuno ce l'impone, è una nostra scelta di volontà che ci rende più liberi e un po' più santi.
Grazie per i vostri contributi, so che ci sono tante persone qui che possono contribuire al vicendevole arricchimento.


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riccardino
Fan

Posted - 05/03/2007 :  19:03:46  Show Profile  Reply with Quote
Marko, ho scoperto chi ha pronunciato la frase: "La vostra libertà è la vostra debolezza". Lo ha detto la Madonna nell'ennesimo messaggio pronunciato a Medjugorje il 25 febbraio 2007. E' chiaro a questo punto il significato di questa affermazione.
Spesso noi uomini usiamo la nostra libertà per ricercare il piacere e le cose materiali, che sono destinate ad esaurirsi e ad allontanarci da Dio, che è l'unica vera ragione della nostra esistenza.
Vi segnalo un sito su cui potete trovare il commento all'intero messaggio dato dal Padre francescano Ljubo, reperibile sul sito:
www.medjugorjegenova.it
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Marko
Staff / Moderatore

Posted - 05/03/2007 :  19:20:49  Show Profile  Reply with Quote
Beh, bastava un copia incolla su Google e il risultato era unico Almeno fino a qlc giorno fa, ora i vari siti "interessati" lo hanno riportato.
Io però volevo che voi diceste quello che sentivate, perciò non ho fatto riferimento al messaggio religioso.




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riccardino
Fan

Posted - 06/03/2007 :  18:41:12  Show Profile  Reply with Quote
Marko, io non l'ho scoperto andando su "Google", ma recandomi venerdì sera a un gruppo di preghiera mariano che frequento da un anno, nella quale occasione ho avuto modo di leggere l'ultimo messaggio della Madonna che conteneva la frase che avevi citato nel Topic poche ore prima.
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Gaga
Fan

Posted - 09/03/2007 :  20:14:33  Show Profile  Visit Gaga's Homepage  Reply with Quote
La libertà di ognuno finisce dove inizia quella degli altri.
Ad essere Egocentrici è un limite, però ad accettare questo limite ed ad agire di conseguenza, si da agli altri la propria libertà (cioè si fa si che ognuno abbia la sua)...oddio...domani riscrivo in italiano!
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Marko
Staff / Moderatore

Posted - 01/04/2007 :  14:13:02  Show Profile  Reply with Quote
Un’altra frase sulla libertà che fu pronunciata dalla Madonna a Medjugorje è la seguente: “Dio ha dato a tutti la libertà, che io rispetto con tutto l'amore; ed io mi sottometto - nella mia umiltà - alla vostra libertà.”
È un’affermazione sconvolgente, che ci fa capire quanto sia importante e grande per Dio la libertà data all’uomo. Talmente grande, che ci è permesso di operare senza alcun vincolo, fino al punto di distruggere la creazione stessa e di fare ogni male agli altri. Eppure non ci viene chiesto tanto, a fronte di una ricompensa incommensurabile: soltanto impegnarci per cercare ogni giorno di migliorarci e migliorare un po’ le cose intorno a noi. Allora perché continuiamo a fare il male, quando il nostro unico desiderio dovrebbe essere quello di conquistare il Paradiso, anzi dovremmo accettare volentieri ogni croce pur di vedere il volto di Dio? Forse perché non crediamo o non crediamo più o realmente in Dio. L’allontanamento e il rifiuto di Dio sono infatti all’origine di tanti mali.

Oggi volevo però riflettere con voi su un’altra frase (tratta da un discorso sublime) che mi sembra appropriata in questa domenica delle Palme:
"Continuate ad operare con la certezza che la sofferenza immeritata è redentrice"
È una frase che ha sicuramente uno sfondo religioso, ma è stata impiegata per incoraggiare una resistenza civile, sociale, quindi potete commentarla tutti dal punto di vista laico, tenendo ad es. a riferimento il comportamento di un uomo come Gandhi, profeta della non-violenza, un ideale che dimostra la sua coerenza proprio quando si subisce violenza.
Io farò una riflessione anche religiosa, che magari potete leggere dopo per non farvi condizionare nelle vostre riflessioni (mi piacerebbe che partecipaste, anche se lasciate solo un pensiero).

Si parla di sofferenza immeritata, un concetto ostico che a molti non piace, che sembra difficile e forse incomprensibile in un mondo che è ormai tutto proteso alla ricerca del benessere, dello svago e della distrazione. Distrazione per distoglierci dai problemi veri che dovremmo affrontare, come la fame e l’ingiustizia nel mondo, la discordia all’interno di famiglie, popoli e religioni, la disparità sociale tra uomo e donna, tra chi ha i soldi e chi no, ecc.
Ebbene, anche Gesù ci dichiarava beati quando soffriamo e moriamo a causa del suo nome e quindi a causa della verità, quando cioè annunciamo le verità che il mondo non vuole sentire. E l’autore del discorso da cui è tratta quella frase annunciava molte verità scomode e per esse è morto come un martire ma verrà ricordato nei secoli perché i valori veri non passano.
Anche se siamo chiamati alla gioia già in questa vita, vale quindi la pena soffrire immeritatamente (se fosse meritatamente, sarebbe comprensibile e prob. anche giusto) se ciò si rende necessario per alleggerire il male che regna nel mondo. È quello che hanno fatto i santi, specie i più grandi che si sono accollati sofferenze e croci enormi che certo non meritavano, anzi le andavano cercando, non per masochismo ma per aiutare Gesù, che è l’esempio, a portare la grande croce del peccato umano.


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Edited by - Marko on 03/04/2007 14:46:22
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riccardino
Fan

Posted - 02/04/2007 :  19:59:55  Show Profile  Reply with Quote
Le tue riflessioni, Marko, mi trovano pienamente d'accordo. Non aggiungo altro, per non sciupare quanto da te chiaramente esposto.
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