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 Perché atei?
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riccardino
Fan

Posted - 30/10/2007 :  18:18:19  Show Profile  Reply with Quote
Bellatrix, grazie per la stima sull'opera pastorale di Marko e Riccardino. In realtà, il nostro intento è quello di testimoniare la nostra fede (doveroso per un cristiano) e ascoltare le ragioni e i motivi di chi non crede.
Purtroppo è difficile capire le reciproche posizioni, data l'enorme distanza, ma ci stiamo provando.
Ad Ambro, per correttezza, devo aggiungere una cosa: è vero che la fede non può e non deve basarsi sulla paura dell'Inferno, ma il motivo per cui io nomino spesso l'Inferno (e Satana) è perchè si tratta di una verità importantissima rivelata dai Profeti, da Gesù Cristo e dalla Vergine Maria. Si parla abbastanza di Dio, se esiste o meno, ecc... ma non si parla spesso dell'Inferno e di Satana.
Noi cristiani, in base ai frequenti riferimenti contenuti nelle Sacre Scritture e in base ai messaggi dati dalla Madonna nelle diverse apparizioni della Storia, crediamo che Satana esiste, che sia l'artefice dei mali nel mondo ma che verrà sconfitto alla fine dei tempi.
I satanisti, pur votati al Demonio, hanno una grandissima fede in Dio e Gesù Cristo, al punto da usurpare certi tabernacoli cristiani, per trafugarne le ostie e distruggerle nelle loro Messe nere, allo scopo di far soffrire ancora Gesù Cristo, perchè anch'essi credono fermamente che nell'ostia consacrata sia presente Gesù vivo col suo corpo e il suo sangue. Dunque, i satanisti non sono atei, ma hanno scelto di servire Satana anzichè Dio. Essi non hanno paura dell'Inferno perchè è la mèta a cui aspirano.
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salvo.p
Fan

Posted - 02/11/2007 :  23:19:02  Show Profile  Visit salvo.p's Homepage  Click to see salvo.p's MSN Messenger address  Reply with Quote
Stasera stavo navigando sul sito del Vaticano e leggendo le omelie e i discorsi del Papa, ho trovato le risposte del Santo Padre alle domande dei giovani partecipanti alla veglia tenutasi sabato 1° settembre 2007 a Piana di Montorso.
Di queste mi ha colpito una domanda e la relativa risposta. Ve le posto.

Domanda posta dalla giovane Sara Simonetta:

"Io credo nel Dio che ha toccato il mio cuore, ma sono tante le insicurezze, le domande, le paure che porto dentro. Non è facile parlare di Dio con i miei amici; molti di loro vedono la Chiesa come una realtà che giudica i giovani, che si oppone ai loro desideri di felicità e di amore. Di fronte a questo rifiuto avverto tutta la mia solitudine di uomo e vorrei sentire la vicinanza di Dio. Santità, in questo silenzio dov'è Dio?".

Risposta del Santo Padre:

Sì, tutti noi anche se credenti conosciamo il silenzio di Dio. Nel Salmo che abbiamo adesso recitato c’è questo grido quasi disperato: “Parla Dio, non ti nascondere!” e poco fa è stato pubblicato un libro con le esperienze spirituali di Madre Teresa e quanto sapevamo già si mostra ancora più apertamente: con tutta la sua carità, la sua forza di fede, Madre Teresa soffriva del silenzio di Dio. Da una parte, dobbiamo sopportare questo silenzio di Dio anche per potere capire i nostri fratelli che non conoscono Dio. Dall’altra, con il Salmo possiamo sempre di nuovo gridare a Dio: “ Parla, mostrati!”. E senza dubbio nella nostra vita , se il cuore è aperto, possiamo trovare i grandi momenti nei quali realmente la presenza di Dio diventa sensibile anche per noi. Mi ricordo in questo momento di una piccola storia che Giovanni Paolo II ha raccontato negli Esercizi da lui predicati in Vaticano quando non era ancora Papa. Ha raccontato che dopo la guerra è stato visitato da un ufficiale russo che era scienziato, il quale gli ha detto da scienziato: “ Sono sicuro che Dio non esiste. Ma se mi trovo in montagna, davanti alla sua maestosa bellezza, davanti alla sua grandezza, sono ugualmente sicuro che il Creatore esiste e che Dio esiste”. La bellezza della Creazione è una delle fonti dove realmente possiamo toccare la bellezza di Dio, possiamo vedere che il Creatore esiste ed è buono, che è vero quanto la Sacra Scrittura dice nel racconto della Creazione, che cioè Dio ha pensato e fatto con il suo cuore, con la sua volontà, con la sua ragione questo mondo e lo ha trovato buono. Anche noi dobbiamo essere buoni, per avere il cuore aperto a percepire la vera presenza di Dio. Poi sentendo la Parola di Dio nelle grandi celebrazioni liturgiche, nelle feste della fede, nella grande musica della fede, sentiamo questa presenza. Mi ricordo in questo momento di un’altra piccola storia che mi ha raccontato poco tempo fa un vescovo in visita “ad limina”: c’era una donna non cristiana molto intelligente che cominciava a sentire la grande musica di Bach, Haendel, Mozart. Era affascinata e un giorno ha detto: “Devo trovare la fonte da dove poteva venire questa bellezza”, e la donna si è convertita al Cristianesimo, alla fede cattolica., perché aveva trovato che questa bellezza ha una fonte, e la fonte è la presenza di Cristo nei cuori, è la rivelazione di Cristo in questo mondo. Quindi, grandi feste della fede, della celebrazione liturgica, ma anche il dialogo personale con Cristo: Lui non sempre risponde, ma ci sono momenti in cui realmente risponde. Poi l’amicizia, la compagnia della fede. Adesso, qui riuniti a Loreto, vediamo come la fede unisce, l’amicizia crea una compagnia di persone in cammino. E sentiamo che tutto questo non viene dal nulla, ma realmente ha una fonte, che il Dio silenzioso è anche un Dio che parla, che si rivela e soprattutto che noi stessi possiamo essere testimoni della sua presenza, che dalla nostra fede risulta realmente una luce anche per gli altri. Quindi direi, da una parte dobbiamo accettare che in questo mondo Dio è silenzioso, ma non essere sordi al suo parlare, al suo apparire in tante occasioni e vediamo soprattutto nella Creazione, nella bella liturgia, nell’amicizia all’interno della Chiesa, la presenza del Signore e, pieni della sua presenza, possiamo anche noi dare luce agli altri. Così vengo alla seconda o alla prima parte della sua domanda: difficile parlare agli amici di oggi di Dio e forse ancora più difficile che parlare della Chiesa, perché vedono in Dio solo il limite della nostra libertà, un Dio di comandamenti, di divieti e nella Chiesa un’istituzione che limita la nostra libertà, che ci impone delle proibizioni. Ma dobbiamo cercare di rendere visibile a loro la Chiesa viva, non questa idea di un centro di potere nella Chiesa con queste etichette, ma le comunità di compagnia nelle quali nonostante tutti i problemi della vita, che ci sono per tutti, nasce la gioia di vivere. Qui mi viene in mente un terzo ricordo. Sono stato in Brasile e nella Fazenda da Esperança, questa grande realtà dove i drogati vengono curati e ritrovano la speranza, ritrovano la gioia di vivere e hanno testimoniato che proprio lo scoprire che Dio c’è ha significato per loro la guarigione dalla disperazione. Così hanno capito che la loro vita ha un senso e hanno ritrovato la gioia di essere in questo mondo, la gioia di affrontare i problemi della vita umana. Quindi in ogni cuore umano nonostante tutti i problemi che ci sono, c’è la sete di Dio e dove Dio scompare, scompare anche il sole che da luce e gioia. Questa sete di infinito che è nei nostri cuori si dimostra proprio anche nella realtà della droga: l’uomo vuole allargare lo spessore della vita, avere di più dalla vita, avere l’infinito, ma la droga è una menzogna, una truffa, perché non allarga la vita, ma distrugge la vita. Vera è la grande sete che ci parla di Dio e ci mette in cammino verso Dio, ma dobbiamo aiutarci reciprocamente. Cristo è venuto proprio per creare una rete di comunione nel mondo, dove tutti insieme possiamo portarci l’un l’altro e così aiutarci a trovare insieme la strada della vita e capire che i Comandamenti di Dio non sono limitazioni della nostra libertà, ma le strade che guidano verso l’altro, verso la pienezza della vita. Preghiamo il Signore perché ci aiuti a capire la sua presenza, ad essere pieni della sua Rivelazione, della sua gioia, ad aiutarci l’un l’altro nella compagnia della fede per andare avanti, e trovare sempre più con Cristo il vero volto di Dio e così la vera vita.

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riccardino
Fan

Posted - 09/11/2007 :  18:35:54  Show Profile  Reply with Quote
Salvo, questa risposta del Papa sui Comandamenti visti come un ostacolo alla libertà dell'uomo, mi fa venire in mente quel passo del Vangelo in cui a Cristo viene chiesto quale dei comandamenti è il più importante. Come molti sapranno Gesù non rispose nè "Non uccidere", nè "Non rubare", ecc... ma disse che il primo comandamento è:
"Ama il Signore Dio Tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente", mentre il secondo è:
"Ama il prossimo tuo come te stesso".
Da questa risposta si evince che la parola di Dio in Cristo non è un elencazione di divieti, ma un'esortazione all'Amore universale.
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