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Posted - 22/03/2008 : 16:03:36
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Oggi Giornata Mondiale dell'Acqua. Notizie poco rassicuranti dal Corriere della Sera C'è ancora qualcuno convinto che non ci sia un problema acqua? Eppure per cominciare a risolverlo, almeno sul piano dell'efficienza, basterebbe poco, a fronte dei miliardi buttati per altri interventi meno importanti. Basterebbe finalmente aggiustare tutte le falle che fanno disperdere il 30% dell'acqua italiana e recupereremmo tanto, è lo stesso discorso dell'energia: c'è ma non la si sfrutta adeguatamente, la si disperde e quindi si è costretti a spendere altri soldi per acquistare quella mancante, affidandosi a privati spesso stranieri che pensano solo a speculare.
Ultime news sugli sforzi dei movimenti per l'acqua
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BB125
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Posted - 22/03/2008 : 20:03:41
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Si è Vero hai proprio ragione...purtroppo il problema dell' "oro blu" sta diventando sempre più pesante...sono convinto che con un po' più di partecipazione degli enti pubblici,privati e un po' più di buon senso da parte delle persone...si potrebbe alleggerire abbastanza il problema...basterebbe aprire un po' di più gli occhi...
Tante stelle in cielo.... Una sola in terra....la più luminosa di tutte....Lene.... |
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Marko
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Posted - 08/12/2008 : 20:43:43
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La battaglia ricomincia. Ultimamente non seguivo le vicende dell'acqua, ma ti pareva che questo governo potesse fare qualcosa di buono... con la crisi che c'è si giustifica tutto no? Alla faccia della volontà dei cittadini e di decine di sindaci. Leggete pure:
Nel silenzio generale, Berlusconi privatizza l'acqua
"Ferma restando la proprietà pubblica delle reti (idriche ndr), la loro gestione può essere affidata a soggetti privati". È il 6 agosto 2008, il governo Berlusconi, approvando la legge di conversione n°133 "recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria", sancisce di fatto la privatizzazione dell'acqua pubblica. O meglio ancora, introduce la possibilità per gli enti privati, che ne assumeranno l'incarico, di gestire e controllare beni primari di servizio pubblico. L'acqua su tutte. Cambiano le parole, si nascondono i significati, ma la sostanza non cambia: l'acqua in Italia è stata privatizzata. Da diritto acquisito diventa merce, prodotto commerciale soggetto alle regole del mercato. Lo stesso sistema che solo nell'ultimo anno si è dimostrato pronto a implodere su sé stesso, con fallimenti a catena di banche e assicurazioni. Il decreto legge n°133, voluto fortemente dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti, parla chiaro: si interviene "al fine di favorire la più ampia diffusione dei principi di concorrenza, di libertà di stabilimento e di libera prestazione dei servizi di tutti gli operatori economici interessati alla gestione di servizi di interesse generale in ambito locale, nonché di garantire il diritto di tutti gli utenti alla universalità ed accessibilità dei servizi pubblici locali ed al livello essenziale delle prestazioni". Eppure, dopo un rapido sguardo alle esperienze cosiddette "pilota" della provincia di Latina, sorgono non pochi dubbi proprio sulle garanzie di accesso al servizio. In città come Aprilia, comune che ha sposato il progetto di privatizzazione dell'acqua già da diversi anni, si è assistito a un processo rapido e febbrile di innalzamento vertiginoso dei costi delle tariffe (+ 300%). E non solo. Si è instaurata infatti una nuova procedura per tutti coloro che, per necessità o per scelta, non possono permettersi i costi aggiuntivi imposti da AcquaLatina, società ormai sotto il controllo della multinazionale Veolia, che ne possiede il 46,5% delle azioni. Esattamente come nel terzo mondo, vigilantes e forze dell'ordine sono assoldati per rimuovere contatori e bloccare rubinetti. Ma non basta. Nel territorio pontino, oltre agli aumenti sconsiderati delle bollette, si è registrato un drammatico scadimento della qualità dell'acqua: nel 2005, ad esempio, a Cisterna sono stati riscontrati tassi di arsenico pari a 200 microgrammi per litro, oltre il 70% del volume idrico disperso o non giunto a fatturazione. Nella storia recente un caso limite sul fronte della privatizzazione dell'acqua è avvenuto in Bolivia nei primi anni del nuovo millennio. A seguito dei debiti contratti dai prestiti-killer della Banca Mondiale per lo Sviluppo, il governo boliviano fu costretto a svendere nelle mani di corporation americane le risorse petrolifere, la compagnia aerea di bandiera, le ferrovie e la gestione dell'energia elettrica. Le risorse idriche vennero date in concessione alla Bechtel Corporation di San Francisco. Il contratto prevedeva la proibizione di far propria l'acqua piovana, anch'essa per assurdo era divenuta proprietà e patrimonio della multinazionale californiana. Per i debitori era persino contemplata la confisca dell'abitazione. Nell'aprile del 2000 la popolazione locale sfiancata dall'impossibilità di sopportare le nuove tariffe imposte, si ribellò. Nonostante una repressione violentissima che costò la vita a sei persone, tra cui due bambini, e centinaia di feriti provocati dal governo schierato a difesa degli interessi della corporation, l'esercito e la polizia rientrarono nelle caserme e il popolo boliviano riuscì a riprendere il controllo dell'acqua. In Italia è solo questione di tempo. Nei giorni scorsi, tra l'indifferenza generalizzata dei media italiani, un secondo forum dei movimenti dell'acqua è stato organizzato per ridare vigore alla battaglia di questo fondamentale bene comune. Nel 2006 più di quattrocento mila firme furono raccolte a sostegno della legge d'iniziativa popolare che vede come primo punto il riconoscimento dell'acqua come "diritto inalienabile ed inviolabile della persona". Ma la sensazione forte è che la straordinaria raccolta firme sia già stata oscurata. Con un semplice colpo di spugna. Seguendo il manuale del "buon governo" che approva leggi impopolari e antidemocratiche proprio quando imperversa l'afa estiva e l'attenzione della stampa è rivolta altrove.
26/11/08 Alessio Marri - Megachip
Il decreto non prevede la privatizzazione delle reti, ma la situazione comunque non è per niente rassicurante, specie se si pensa a cos'è già accaduto e al fatto che nonostante la crisi economica sia stata provocata proprio da banche e altri soggetti che pensano solo a far soldi e speculare, si ridà loro la possibilità di gestire beni pubblici non economici e inalienabili come l'acqua. Per un'analisi più dettagliata e precisa della situazione leggere qui
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Posted - 24/10/2009 : 12:48:39
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La battaglia torna nel vivo! Come vedete, dopo ormai 3 anni si deve ancora continuare a sostenere questa battaglia, anzi a dispetto della proposta di legge d'iniziativa popolare e delle prime promesse, il Governo fa sempre ulteriori passi indietro e va ormai verso la quasi completa privatizzazione. Ma se pensano di far passare la cosa sotto silenzio soltanto col solito trucco di allungare i tempi e poi di fare emendamenti all'ultimo momento, si sbagliano. Ci sono molti Comuni ormai in cui i cittadini già hanno potuto sperimentare gli effetti devastanti sulla bolletta di una privatizzazione, e credo che non staranno zitti. Anche noi nel nostro piccolo cerchiamo di continuare a sostenere questa campagna, informandoci dove sono i banchetti per le firme e se possibile diffondendo noi stessi materiale informativo come le locandine. Con questo panorama politico ormai completamente fuori dal mondo, i cittadini sono gli unici che possono e debbono portare avanti una campagna di civiltà e di difesa di un diritto di tutti, ma specialmente dei + poveri.
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Posted - 26/10/2009 : 09:11:40
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Ottima notizia, proprio nella Regione che aveva rischiato i maggiori disastri.
Comunicato stampa Comitato Pugliese "Acqua Bene Comune" e Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua Ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese: un importante risultato dei movimenti per l’acqua!
Mentre il Governo, attraverso l’art.15 del D.L. 135/09, vuole mettere definitivamente l’acqua nelle mani del mercato, un importantissimo segnale di controtendenza arriva dalla Regione Puglia, che, nella giornata di martedì 20 ottobre, con una delibera di Giunta Regionale, ha sancito l’avvio della ripubblicizzazione dell’Acquedotto Pugliese, definendo l’acqua un "bene comune e un diritto umano universale" e il servizio idrico come "servizio di interesse regionale privo di rilevanza economica" e nel contempo decidendo di impugnare presso la Corte Costituzionale il provvedimento legislativo in quanto lesivo delle prerogative assegnate dalla Costituzione alle Regioni. Grazie alle mobilitazioni messe in campo dal Comitato Pugliese "Acqua Bene Comune" e dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, la Regione si è inoltre impegnata ad approvare a breve una legge regionale che sancisca la trasformazione dell’Acquedotto Pugliese da S.p.A. ad ente di diritto pubblico, definendo così la totale fuoriuscita dell’acqua dalle leggi del mercato. Consideriamo questa delibera un risultato straordinario, frutto di anni di lavoro dei movimenti per l’acqua, che hanno saputo costruire una forte resistenza popolare alla privatizzazione dell’acqua, attraverso l’esperienza di centinaia di comitati territoriali, la costituzione del Coordinamento degli Enti Locali per la Ripubblicizzazione dei Servizi Idrici, in sintonia con le proposte contenute nella legge nazionale d’iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua, che ha raccolto oltre 400.000 firme di cui 30.000 solo in Puglia, giacente in Parlamento dal 2007. Certamente siamo di fronte ad un primo passo importante, cui dovrà seguire entro la fine dell’anno la prima azione concreta da parte della Giunta Regionale attraverso la presentazione di un testo di legge. Per questo ci riteniamo sin da subito mobilitati perché la strada intrapresa prosegua nella direzione indicata. Proprio in queste settimane, infatti, il Forum Italiano dei Movimenti ha lanciato la Campagna nazionale "Salva l’acqua" (www.acquabenecomune.org) che mira a mobilitare la società civile, cittadini ed Enti Locali contro la mercificazione dell’acqua imposta dal Governo con l’ Art. 15 del D.l. 135/09 e i principi contenuti nella delibera approvata stanno a dimostrare che la ripubblicizzazione dei servizi idrici è una strada percorribile qui ed ora. Alle diverse forze politiche regionali e nazionali, vogliamo da subito far sapere che, per quanto riguarda i movimenti per l’acqua, indietro non si torna. L’acqua è un diritto umano essenziale alla vita. Sottrarla alle leggi del mercato significa difendere la vita di tutte e tutti. Restituirla ad una gestione pubblica e partecipata dalle comunità locali significa ricostruire la democrazia. COMITATO PUGLIESE "ACQUA BENE COMUNE" FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA
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Posted - 05/11/2009 : 18:50:24
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Aggiornamento di ieri arrivatomi via mail (le pressioni non sono inutili!)
Oggetto: Il Senato approva il dl 135/09 - aggiornamenti
Care/i, il Senato ha appena approvato il dl 135/09 la cui impostazione generale non è stata modificata nel corso della discussione in aula. Pertanto il nostro giudizio permane totalmente negativo. Devo però sottolineare che quanto finora abbiamo messo in campo non è stato del tutto inutile. Infatti la centralità del tema acqua e della sua gestione è emersa con evidenza nel dibattito appena conclusosi, in particolare riguardo l'Art. 15. Molti sono stati gli interventi, anche se con accenti diversi, che hanno rimarcato la particolarità dell'acqua e la necessità di una sua salvaguardia in quanto bene comune, seppur non si siano tradotti in modifiche sostanziali. Questo è esclusivamente diretta conseguenza della pressione che abbiamo fatto in questi giorni. Quantomeno li abbiamo obbligati a discutere di acqua. Solo per rendervi l'idea vi riporto le testuali parole pronunciate da M. Gasparri: "Il tema è molto complesso: [...] soprattutto per beni indispensabili - stiamo parlando dell'acqua - tali da rispettare un diritto universale. [...] Quindi credo, come la senatrice Finocchiaro ha rivendicato dal suo punto di vista e con le sue valutazioni, si debba come maggioranza rivendicare la capacità dell'ascolto. È stata posta una questione nel Parlamento e fuori: esistono associazioni, movimenti, e-mail che arrivano a tutti noi e che invitano ad un'attenta riflessione su questo tema delicato." Da questo s'intuisce il perchè dell'approvazione dell'emendamento "15.504 (testo 2) Bubbico" (di seguito), il quale ad una prima lettura sembra non essere niente altro che una foglia di fico necessaria a nascondere la reale e brutale messa sul mercato dell'acqua. Inoltre è stato approvato un emendamento che consente la proroga degli affidamenti "in house" solo se la società mette sul mercato il 40% delle azioni, ossia si trasforma in un S.p.A. mista. Domani ne sapremo di più poichè verrà pubblicato il testo definitivo che il Senato consegnerà alla Camera per la definitiva conversione in legge.
Da quanto avvenuto finora traggo una sola conclusione: mobilitiamoci tutt*, moltiplichiamo le iniziative, mettiamo in campo tutte le nostre energie, scendiamo in piazza, la partita è ancora aperta!
Un saluto. Paolo
15.504 (testo 2) Bubbico - Accantonato
Tutte le forme di affidamento della gestione del servizio idrico integrato di cui all'articolo 23-bis del decreto-legge 112 del 2008, convertito dalla legge 133, del 2008, devono avvenire nel rispetto dei principi di autonomia gestionale e di piena ed esclusiva proprieta` pubblica delle risorse idriche, il cui governo spetta esclusivamente alle istituzioni pubbliche, in particolare in ordine alla qualita` e prezzo del servizio, in conformita` a quanto previsto dal decreto legislativo 152 del 2006, garantendo il diritto di tutti alla universalita` ed accessibilita` del servizio.
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Edited by - Marko on 05/11/2009 18:53:03 |
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Marko
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Posted - 18/11/2009 : 08:42:50
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La Puglia e Venezia hanno deciso di conservare pubblica l'acqua, e questa è già una grande vittoria dei movimenti. Un'altra vittoria è che si sia giunti a far ridiventare + "pubblico" anche il dibattito intorno all'acqua in questi giorni (vedi articolo Corriere di oggi) anche se è stata posta la fiducia sul d.l. incriminato e oggi verrà votato al Senato. Comunque andrà, la battaglia non è certo persa né finita, e questo Governo cmq sembra davvero che presto cadrà per le sue stesse colpe e sarà un bene x tutti, anche se vedo poche alternative valide all'orizzonte.
Vi lascio alla lettura dell'accorata lettera (l'ennesima) che Alex Zanotelli ha scritto pochi giorni fa sul tema dell'acqua. Basta questa x capire da che parte sta andando l'Italia.
Napoli,8 novembre 2009 IL DENARO ‘PESA’ PIU’ DELL’ACQUA!
E’ stato uno shock per me sentire che il Senato , il 4 novembre scorso, ha sancito la privatizzazione dell’acqua. Il voto in Senato è la conclusione di un iter parlamentare che dura da due anni. Infatti il governo Berlusconi, con l’articolo 23 bis della Legge 133/2008, aveva provveduto a regolamentare la gestione del servizio idrico integrato che prevedeva, in via ordinaria, il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali a imprenditori o società , mediante il rinvio a gara , entro il 31 dicembre 2010. Quella Legge è stata approvata il 6 agosto 2008, mentre l’Italia era in vacanza. Un anno dopo, precisamente il 9 settembre 2009, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge (l’accordo Fitto- Calderoli), il cui articolo 15, modificando l’articolo 23 bis, muove passi ancora più decisivi verso la privatizzazione dei servizi idrici, prevedendo: a) L’affidamento della gestione dei servizi idrici a favore di imprenditori o di società, anche a partecipazione mista (pubblico-privata) , con capitale privato non inferiore al 40%; b) Cessazione degli affidamenti ‘in house’ a società totalmente pubbliche, controllate dai comuni alla data del 31 dicembre 2011. Questo decreto è passato in Senato per essere trasformato in legge. Il PD , che è sempre stato piuttosto favorevole alla privatizzazione dell’acqua, ha proposto nella persona del senatore Bubbico, un emendamento-compromesso:l’acqua potrebbe essere gestita dai privati, ma la proprietà resterebbe pubblica. Questa proposta , fatta solo per salvarsi la faccia , passa con un voto bipartisan! Ma la maggioranza vota per la privatizzazione dell’acqua. L’opposizione (PD e IDV), vota contro il decreto-legge. E così il Senato vota la privatizzazione dell’acqua, bene supremo oggi insieme all’aria! E’ la capitolazione del potere politico ai potentati economico-finanziari. La politica è finita!E’ il trionfo del Mercato, del profitto. E’ la fine della democrazia. ”Se la Camera dei Deputati- ha detto correttamente il Forum dei movimenti dell’acqua –non ribalterà il misfatto del Senato, si sarà celebrata la delegittimazione delle Istituzioni.” Per questo dobbiamo denunciare con forza: - il governo Berlusconi che , con questo voto al Senato, ora privatizza tutti i rubinetti d’Italia. “Questo decreto segna un passaggio cruciale per la cultura civile del nostro paese e per la sua Costituzione- scrivono Molinari e Lembo del Contratto Mondiale dell’Acqua. I Comuni e le Regioni vengono espropriati da funzioni proprie con un vero attentato alla democrazia.” -il partito di opposizione , il PD, che continua a nicchiare sulla privatizzazione dell’acqua (sappiamo che il nuovo segretario Bersani è stato sempre a favore della privatizzazione). - ed infine tutta l’opposizione, per non aver portato un problema così grave all’attenzione dell’opinione pubblica. Per questo rivolgiamo un appello a tutti i partiti perché ritirino questo decreto o tolgano l’acqua dal decreto. E questo devono farlo adesso che il decreto legge passa alla discussione nella Camera dei Deputati. Si parla che il decreto potrebbe essere votato il 16 novembre. E ai partiti di opposizione chiediamo che dichiarino ufficialmente la loro posizione tramite il loro segretario nazionale e diano mandato al partito di mobilitarsi su tutto il territorio nazionale. E chiediamo altresì , ai partiti di opposizione di riportare in aula la Legge di iniziativa popolare che ha ottenuto nel 2007 400.000 firme ed ora dorme nella Commissione Ambiente della Camera. Chiediamo alle Regioni di: -impugnare la costituzionalità dell’articolo 15 del decreto Fitto-Calderoli; -varare leggi regionali sulla gestione pubblica del servizio idrico. Chiediamo ai Comuni di: -Indire Consigli Comunali monotematici sull’acqua; -dichiarare l’acqua bene di non rilevanza economica; -fare la scelta dell’Azienda Pubblica speciale per la gestione delle proprie acque. Questa opzione ,a detta di molti avvocati e giuristi, è possibile anche con l’attuale legislazione . Si tratta praticamente di ritornare alle vecchie municipalizzate. Chiediamo ai sindacati di : -pronunciarsi sulla privatizzazione dell’acqua tramite i propri segretari nazionali; -mobilitarsi e mobilitare i cittadini contro la mercificazione dell’acqua. Chiediamo infine alla Conferenza Episcopale Italiana(CEI) di : -proclamare l’acqua un diritto fondamentale umano , come ha fatto il Papa Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in veritate dove parla “dell’accesso all’acqua come diritto universale di tutti gli esseri umani, senza distinzioni né discriminazioni”(n.27); -protestare , in nome della vita, come afferma il Papa nell’enciclica,contro la legge che privatizza l’acqua; -chiedere alle comunità parrocchiali di organizzarsi sia per informarsi sia per fare pressione a tutti i livelli, perché l’acqua non diventi merce.
Infatti l’acqua è sacra, l’acqua è vita, l’acqua è un diritto fondamentale umano. Questo bisogna ripeterlo ancora di più, in un momento così grave in cui con il surriscaldamento del pianeta, rischiamo di perdere i ghiacciai e i nevai, e quindi buona parte delle nostre fonti idriche. E lo ripetiamo con forza alla vigilia della conferenza internazionale di Copenhagen, dove l’acqua deve essere discussa come argomento fondamentale legato al clima. Per questo chiediamo a tutti, al di là di fedi o di ideologie perché ‘sorella acqua’ , fonte della vita, venga riconosciuta da tutti come diritto fondamentale umano e non sottoposta alla legge del mercato. Si tratta di vita o di morte per le classi deboli dei paesi ricchi , ma soprattutto per i poveri del Sud del mondo che la pagheranno con milioni di morti per sete.
Alex Zanotelli
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Marko
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Posted - 03/02/2010 : 15:01:29
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Mentre altre Regioni e Comuni dicono di no all'acqua privatizzata, a Roma ci sarà una nuova manifestazione nazionale, il giorno prima di quella di Libera a Milano contro le mafie.
20 MARZO 2010
MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA
PER LA RIPUBBLICIZZAZIONE DELL' ACQUA,
LA TUTELA DI BENI COMUNI, BIODIVERSITA' E CLIMA,
LA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA
Insieme, donne e uomini appartenenti a comitati territoriali e associazioni, forze culturali e religiose, sindacali e politiche, abbiamo contrastato i processi di privatizzazione dell'acqua portati avanti in questi anni dalle politiche governative e in tutti i territori.
Insieme abbiamo costituito il Forum italiano dei movimenti per l'acqua e raccolto più di 400.000 firme a sostegno di una proposta di legge di iniziativa popolare per la tutela, il governo e la gestione pubblica dell' acqua.
Mentre la nostra proposta di legge d'iniziativa popolare giace nei cassetti delle commissioni parlamentari, l'attuale Governo ha impresso un'ulteriore pesante accelerazione, approvando, nonostante l'indignazione generale, leggi che consegnano l'acqua ai privati e alle multinazionali (art. 23bis,integrato dall' art. 15-decreto Ronchi).
Non abbiamo alcuna intenzione di permetterglielo.
La nostra esperienza collettiva, plurale e partecipativa e' il segno più evidente di una realtà vasta e diffusa, di un movimento vero e radicato nei territori, che ha costruito consapevolezza collettiva e capacità di mobilitazione, sensibilizzazione sociale e proposte alternative.
Chiamiamo tutte e tutti ad una manifestazione nazionale a Roma sabato 20 marzo, per bloccare le politiche di privatizzazione dell'acqua, per riaffermarne il valore di bene comune e diritto umano universale, per rivendicarne una gestione pubblica e partecipativa, per chiedere l' approvazione della nostra legge d'iniziativa popolare, per dire tutte e tutti assieme "L'acqua fuori dal mercato!".
Nella nostra esperienza di movimenti per l'acqua, ci siamo sempre mossi con la consapevolezza che quanto si vuole imporre sull'acqua e in ciascun territorio è solo un tassello di un quadro molto più ampio che riguarda tutti i beni comuni, attraversa l'intero pianeta e vuol mettere sul mercato la vita delle persone.
La perdurante crisi economica, ambientale, alimentare e di democrazia, è la testimonianza dell'insostenibilità dell'attuale modello di produzione, consumi e vita.
Il recente fallimento del summit ONU di Copenaghen è solo l'ultimo esempio dell'inadeguatezza delle politiche liberiste e mercantili, incapaci di rispondere ai diritti e ai bisogni dell'umanità.
Se il mercato ha prodotto l'esasperazione delle diseguaglianze sociali, la cronicità della devastazione ambientale e climatica, la drammaticità di grandi migrazioni di massa, non può essere lo stesso mercato a porvi rimedio.
Analogamente alle battaglie sull'acqua, in questi anni e in moltissimi territori, sono nate decine di altre resistenze in difesa dei beni comuni.
Significative mobilitazioni popolari, capaci di proposte alternative nel segno della democrazia condivisa, stanno tenacemente contrastando la politica delle "grandi opere" devastatrici dei territori, una gestione dei rifiuti legata al business dell'incenerimento, un modello energetico dissipatorio e autoritario, basato su impianti nocivi ed ora anche sul nucleare.
Rappresentano esperienze, culture e storie anche molto diverse fra loro, ma ugualmente accomunate dalla voglia di trasformare questo insostenibile modello sociale, difendendo i beni comuni contro la mercificazione, la salute contro tutte le nocività, i territori contro le devastazioni ambientali.
Chiamiamo tutte queste realtà a costruire assieme la manifestazione nazionale di sabato 20 marzo.
Ciascuna con la propria esperienza e specificità, ciascuna con la propria ricchezza e capacità.
Pensiamo che la manifestazione, oltre ad essere un importante ed unificante momento di lotta, ponga con intelligenza e determinazione la questione della democrazia partecipativa, ovvero l'inalienabile diritto di tutte/i a decidere e a partecipare alla gestione dell'acqua e dei beni comuni, del territorio e dell'energia, della salute e del benessere sociale.
Consapevoli delle nostre differenze, accomunati dal medesimo desiderio di un altro mondo possibile.
FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L'ACQUA
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Marko
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Marko
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Posted - 21/04/2010 : 19:11:15
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ATTENZIONE: NUOVA GRANDE RACCOLTA FIRME Se vi sta a cuore l'acqua, SABATO 24 APRILE andate nelle piazze delle vostre città e firmate i 3 quesiti referendari proposti dal comitato per l'acqua pubblica (occhio: il Comitato è composto solo da associazioni territoriali, non da partiti. Di Pietro alla fine ha deciso di andare x conto suo, venendo meno alle promesse, il quesito che proporrà lui è soltanto parziale)
COMUNICATO STAMPA Centomila firme in 48 ore, parte alla grande la raccolta firme per i referendum Il Comitato Promotore: “Un risveglio civile che parte dall’acqua” Una partenza straordinaria quella della raccolta firme per i referendum per l’acqua pubblica. Più che raddoppiato l’obiettivo che il Comitato promotore si era dato alla vigilia del lancio. Sono infatti oltre centomila le firme raccolte nel fine settimana della Liberazione in centinaia di piazze italiane. Una mobilitazione impressionante che ha visto lunghe file ai banchetti di tutte le città e dei paesi. Un folla consapevole e determinata, che in alcuni casi ha fatto anche diversi chilometri per trovare il banchetto più vicino a casa (l’elenco completo è su www.acquabenecomune.org). Oltre 12mila firme in un solo giorno in Puglia, 10mila a Roma, 4mila firme a Torino città, 3500 a Bologna, 2500 a Milano. Dati impressionanti dalle piccole città: 4200 firme a Savona e provincia, 2mila firma a Latina e Modena, oltre 1500 ad Arezzo e Reggio Emilia. Dati sorprendenti sui paesi 1300 firma ad Altamura, 850 a Lamezia Terme. Molti sindaci e amministratori hanno firmato in piazza, tra cui i sindaci di Ravenna ed Arezzo (entrambi Pd). In Molise Monsignor Giancarlo Bregantini (Arcivescovo metropolita di Campobasso) ha firmato in rappresentanza dei 4 vescovi delle Diocesi della Provincia. Il comitato promotore esprime tutta la sua soddisfazione per il successo delle iniziative. Siamo di fronte ad un vero e proprio risveglio civile, un risveglio che parte da associazioni e da cittadini liberi, un risveglio che parte dall’acqua.
-- Luca Faenzi Ufficio Stampa Comitato Referendum Acqua Pubblica
Superate le 250mila firme, siamo già a metà strada Dopo 9 giorni di raccolta firme, iniziata il 24 aprile scorso, il Comitato Promotore per i 3 Referendum per l'acqua pubblica comunica di aver superato le 250mila raccolte per ciascuno dei tre quesiti proposti. Siamo a metà delle firme necessarie, a un terzo dell'obbiettivo che il Comitato si era dato per la fine della raccolta. La velocità di raccolta firme è straordinaria e da tutti i territori, anche dai più periferici, arrivano dati eccezionali. Tra le regioni in largo anticipo sulla tabella di marcia ci sono il Lazio (32mila firme), la Puglia (oltre 30mila firme), la Calabria (10mila). In Abruzzo sono state raccolte più di settemila firme, quattromila solo negli ultimi due giorni. Il fine settimana del primo maggio ha replicato il successo del precedente. File nei banchetti in tutta Italia, alle celebrazioni della Festa dei Lavoratori, nelle piazze e per la strade. La raccolta prosegue fino alla prima settimana di luglio, la mappa dei banchetti di raccolta firme è su www.acquabenecomune.org
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Edited by - Marko on 03/05/2010 22:18:41 |
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Marko
Staff / Moderatore
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Posted - 19/07/2010 : 19:50:03
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RISULTATO STORICO!! In queste ultime settimane, c'è stata un'attività sempre + frenetica di raccolta firme e poi di conteggio. In tutto sono state controllate 1.070.000 firme, sulle 500mila necessarie per il referendum abrogativo. Stavolta voglio vedere se l'ignoreranno!
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DarKlaus
Staff / Moderatore
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Posted - 20/07/2010 : 00:25:01
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Non per essere pessimista, potrebbe essere la volta buona che andrò a un referendum pure io, ma riaggiungere 1000000 di firme non è così difficile come raggiungere un quorum in un sistema politico che da un lato ti porta al disinteresse totale e dall'altro ti "convince" a non andare a votare. Non mi stupirei se lo rifacessero o saranno tentate altre vie per aggirare la questione. Illusi noi se oggi pensiamo di contare veramente qualcosa...
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Marko
Staff / Moderatore
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Posted - 30/07/2010 : 09:23:03
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COMUNICATO STAMPA L'ONU DICHIARA L'ACQUA DIRITTO UMANO: IL GOVERNO ITALIANO VOTA A FAVORE A NEW YORK E PRIVATIZZA IN ITALIA!
Lo straordinario successo della raccolta firme per i tre referendum per l'acqua può da oggi contare su una nuova autorevolissima presa di posizione: dopo 15 anni di discussioni, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato, con 122 voti a favore e 41 astensioni, un documento proposto dal Governo Boliviano che dichiara "L'accesso all'acqua come diritto umano".
La dichiarazione, pur non vincolante dal punto di vista normativo, sostiene e rafforza le mobilitazioni sociali che in ogni angolo del pianeta contrastano la privatizzazione dell'acqua e la sua consegna nelle mani delle multinazionali.
Nell'apprendere del voto favorevole espresso dal Governo Italiano, ci domandiamo come questo possa conciliarsi con le normative concretamente adottate dallo stesso nel nostro Paese, dove, proprio in opposizione a queste normative, 1.400.000 donne e uomini hanno sottoscritto le proposte referendarie. Se il Governo volesse dare un segnale positivo ed invertire la rotta potrebbe approvare una moratoria che blocchi tutti i processi di privatizzazione. In caso contrario saranno i milioni di "SI" ai referendum della prossima primavera a ridare coerenza tra ciò che si declama all'estero e ciò che si produce in Italia.
FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L'ACQUA
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Franko
Fan
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Posted - 30/07/2010 : 18:35:59
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Appena ho visto i banchetti in giro e scoperto di cosa si trattava non ho esitato a firmare, poi la firma sul nucleare è stat piu che giusta! |
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Marko
Staff / Moderatore
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Posted - 24/09/2011 : 12:46:48
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Sembra incredibile, da questo comunicato stampa risulta che Napoli per una volta sta dando l'esempio all'Italia! L'operato del nuovo sindaco sta avendo i suoi effetti, e il lungo lavoro di Alex Zanotelli e del movimento acqua pubblica viene premiato proprio nel fulcro del "sistema".
Acqua pubblica: l’Arin cambia pelle
Dopo tre mesi di intenso lavoro, durante il quale sono stati consultati esperti di differenti discipline economiche, giuridiche, aziendali, oltre ad esponenti della società civile e delle associazioni ambientaliste, la Giunta di Palazzo San Giacomo approva la trasformazione della Società per azioni Arin che gestisce il servizio idrico a Napoli in azienda speciale. CAMBIA LO STATUTO Prima in Italia ad attuare la “volontà referendaria del 12-13 giugno 2011” per l’acqua come bene comune e per la gestione pubblica del servizio idrico la Giunta con un atto deliberativo firmato dagli assessori Alberto Lucarelli e Riccardo Realfonzo avvia il processo di cambiamento dello statuto dell’Arin. La gestione dell’’acqua, pertanto, passerà nelle mani di un Ente di diritto pubblico, non avente scopo di lucro e che non si prefigge, quale obiettivo aziendale, il profitto ma esclusivamente di fornire un servizio al di fuori dei meccanismi di mercato dettato da criteri di universalità, efficienza, economicità e trasparenza. Principi già ratificati ieri dall’Aula del Consiglio comunale. NASCE L’AZIENDA SPECIALE “Con la trasformazione della Arin da Società per azioni in azienda speciale operiamo una vera ripubblicizzazione dell’’acqua. Ormai è chiaro che in Italia le privatizzazioni, almeno nel settore dell’’acqua, hanno sin qui generato incrementi delle tariffe e riduzioni degli investimenti. Con l’azienda speciale, che per natura non persegue profitto, potremo contenere le tariffe e soprattutto differenziarle in base a criteri sociali ed ecologici. “Napoli è il primo Comune d’Italia che attua la volontà referendaria e che assegna la gestione dell’acqua, bene comune per eccellenza, ad un Ente di diritto pubblico alla cui governance sono chiamati rappresentanti delle associazioni ambientaliste e dei lavoratori dell’Azienda. Previsto il diritto al minimo vitale idrico e un fondo di solidarietà internazionale””.
- Jeg har lyst til å dra på en mat-og vinturné i Italia |
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